Le feste dionisie Le Dionisie si tenevano in più periodi dell'anno ad Atene e nelle campagne circostanti: la prima festa, secondo l'ordine del nostro calendario attuale, era detta minore o rurale, in quanto si svolgeva fuori città tra dicembre e gennaio, nel mese greco di Posideone, e durava solo un giorno come le altre minori. Queste avevano poco seguito popolare (non potevano parteciparvi gente straniera), per cui pochi autori di drammi presentavano opere in tali feste, prive delle tipiche processioni religiose e delle gare ginniche. Le Dionisie Lenee, urbane poiché si svolgevano entro le mura di Atene, offrivano queste parate sacre ed i giochi atletici, e si tenevano tra gennaio e febbraio, nel mese detto Gamelione, e costituivano una sorta di appendice alle Dionisie minori. Lenee deriva dal termine "torchio". Nel giorno di gara delle opere teatrali si poteva assistere a circa cinque drammi. Quasi in inizio primavera, tempo di fioritura, si godeva delle feste Antesterie, nel mese denominato Antesteriore, da cui deriva il nome della festa (Antesteria) che esprime un termine simile a "floreale". Secondo il nostro calendario siamo nel periodo tra febbraio e marzo. Per Tucidide (II, 15) si tenevano l'undicesimo giorno del mese. Ed il primo giorno della festa era detto "pitegìa", ed era il giorno della stura delle botti. Il secondo giorno era denominato "choe", che era una misura di vino. Il termine "choe" ha un antefatto storico: Demofonte, un re di Atene, vedendo giungere alla festa il tragedo Oreste, che da poco si era macchiato dell'omicidio della madre, non poté farlo partecipare alla festa per tale colpa. Presa tale decisione, il re fece distribuire una misura di vino poi detta "choe" (Ateneo, X, cap. 10; in I frammenti di Dicearco da Messina, a cura di Celidonio Errante, Lorenzo Dato, Palermo, 1822). Invece, il giorno appresso, il tredicesimo del mese di Antesterione, la festa aveva nome "chutre". Le Dionisie maggiori si tenevano in Atene nel mese detto Elafebolione (tra marzo ed aprile), ed era in tale occasione di festa e di raduno di molte genti provenienti da tutta la Grecia che i grandi drammaturghi proponevano molte loro opere ed i poeti i loro ditirambi. In Atene le commedie, le tragedie e le satire venivano presentate a gruppi di quattro (Tetralogie) e gareggiavano, sottoposte a giudizio ed a riconoscimenti ambiti. Ogni autore poteva presentare le quattro opere al giudizio di una giuria composta da cinque, sette elementi nominati dal magistrato che presiedeva alla festa. I giudici si sottoponevano ad un vero giuramento sacro che li obbligava a valutare con onestà le varie opere. Nei giorni di rappresentazioni, che iniziavano praticamente all'alba e finivano al tramonto, il popolo e la giuria assistevano fino a dodici o più drammi messi in scena. La durata dei componimenti, rigidamente controllata, era cadenzata dalla caduta di gocce d'acqua. A volte il popolo si opponeva al giudizio ufficiale dei giurati, costringendoli a mutare la loro valutazione dei lavori teatrali. Il vincitore veniva riportato a casa in trionfo, tra canti e sbandieramenti di rami d'alloro, ed egli poi festeggiava per lo più coi familiari e gli amici con una cena ricca di bevute. Delle gare rimasero più impresse nella mente della gente di altre; la Suida riporta la vittoria di Pratina su Eschilo (v. Prat), Sofocle vinse ancora Eschilo, Filocle battè Sofocle, che in seguito perdette però con Euforione. Euripide vinse Jofone e Jone, ma poi perdette con Senocle. Nella Suida leggiamo che Sofocle, dopo aver perso alcune gare, decise di gareggiare con un solo componimento. Un ditirambo, o un dramma, vincente non potevano più essere rimessi in gara in altra occasione, a meno che non vi si apportassero rilevanti variazioni. Dopo molti anni avvene però che vennero riproposte opere di Sofocle ed Euripide, ed a causa del grande valore dei drammi che superavano di molto gli altri in lizza, l'oratore Licurgo predispose una legge che ne impedì la rappresentazione. Ma vennero le opere conservate e recitate in pubblico non durante competizioni, e delle statue vennero erette in onore dei due autori. Anche le feste Panatenee, che si celebravano in onore di Pallade, si dividevano in minori e maggori. |