Visse nel III secolo a.C., tale è infatti il periodo storico da lui
trattato: la prima guerra punica, alla quale Filino di Agrigento
IMG partecipò come soldato. La sua opera venne utilizzata da Fabio Pittore e da
Nevio, fonti a loro volta di Polibio, che ignorò le critiche negative con le quali Filino
aveva permeato le sua annotazioni, adattandole ad una visione filo romana degli
accadimenti. Nel 263 a.C. i Cartaginesi reduci di una prima sconfitta a Messina si
radunarono ad Agrigento, ed i Romani, resi ottimisti dal successo delle prime due campagne
siciliane, prepararono un terzo assalto nel 262 con la guida dei consoli Postumio e
Mamilio. Sei mesi resistette la "più bella città dei mortali" prima
di arrendersi, poi la sua popolazione venne venduta come schiava.
Questo deve essere stato il motivo che impedì a Filino di descrivere oggettivamente
gli episodi di guerra che sconvolsero la sua patria.
L'amarezza di Filino, scherziamo, non potrebbe essergli stata causata da eccessi nella
alimentazione; infatti:
"Ed Aristotele (o si trattava di Teofrasto) ricorda che un uomo di nome Filino
mai usò altra bevanda od altro cibo fuorché latte, per l'intera sua vita".
(44; c; op. cit.).
E Filino si interessa in qualche modo, per come si può rischiosamente azzardare da un
breve frammento, di coloro che sono preposti al controllo delle bevute di vino durante i
banchetti. Ateneo riferisce, infatti, che così come esisteva il
ruolo del porgitore di coppe colme, vi erano quelli preposti a che ogni invitato
disponesse di uguali occasioni di bevute, evitando eccessi.
" (...) l'oratore Filino indica ne' L'accordo nel caso di Krokonidos che tale
officio era tenuto in bassa considerazione. Egli afferma che essi erano disposti in numero
di tre, e fornivano lumi e stoppini ai commensali". (425; b).
Basta quanto letto su Filino a far pensare ad un colto uomo, educato oratore e
piuttosto salutista? In questo caso i denominati frammenti sono riusciti a darci la
descrizione di una personalità millenni dopo. Ciò che più sarebbe utile, però, è
riuscire a leggere di vicende d'uomini del passato cercando sempre le corrispondenze
migliori col presente. Non si può sempre vivere ricominciando, ad ogni nuova nascita, al
fiorire di una nuova generazione, col ripetersi sempre e comunque anche negli errori. |