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Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Risorse e percorsi di ricerca 02

Vai alla home page ufficiale di 'Internet, manuale per l'uso della rete'

Indice Premessa
Introduzione La telematica
Come funziona Il collegamento
Come si naviga E-mail
Newsgroup FTP
Telnet Gopher
WWW Tempo reale
Nuove frontiere La ricerca
Risorse Il sociale
Mercato globale HTML
Glossario Bibliografia

16 Risorse e percorsi di ricerca

  • La biblioteca
  • Internet come fonte di informazione bibliografica
  • I cataloghi bibliotecari accessibili attraverso la rete
  • Il Servizio Bibliotecario Nazionale
  • Un sistema alternativo per trovare la biblioteca che cercate: Hytelnet
  • I cataloghi editoriali
  • Strumenti alternativi di diffusione selettiva dell'informazione: il servizio Uncover
  • Altre risorse di interesse bibliotecario
  • Internet e le biblioteche digitali
  • Dal testo elettronico alla biblioteca digitale
  • Le biblioteche digitali su Internet
  • Progetto Gutenberg
  • Progetto Manuzio
  • Altri progetti volontari
  • Oxford Text Archive
  • Electronic Text Center
  • Altri progetti accademici
  • L'edicola: giornali e riviste elettroniche
  • Una finestra su Internet per i giornali tradizionali
  • Ricerche d'archivio
  • Il giornale 'on-demand'
  • Le pubblicazioni nate per la rete
  • Il museo: l'arte in rete
  • Musei e gallerie virtuali
  • I siti creativi

  • Progetto Manuzio

    Il Progetto Manuzio è la più importante biblioteca virtuale di testi in lingua italiana. Questa iniziativa, in analogia al progetto Gutenberg, prende il suo nome dal noto editore Aldo Manuzio, considerato uno dei massimi tipografi del Rinascimento.

    Il progetto Manuzio è gestito da una associazione culturale denominata Liber Liber, che coordina il lavoro offerto — a titolo del tutto gratuito e volontario — da numerose persone. Grazie a questo sostegno il progetto ha potuto acquisire in poco tempo numerosi testi, fra i quali grandi classici quali La Divina Commedia, i Promessi sposi, i Malavoglia; il ritmo di crescita della biblioteca è notevolmente aumentato nell'ultimo anno.

    L'archivio del progetto è costituito da testi in formato ISO Latin 1. Alcuni titoli sono stati codificati anche in formato HTML, e possono essere consultati direttamente tramite un browser su World Wide Web. Allo stato attuale l'archivio comprende circa centocinquanta titoli, tutti disponibili gratuitamente.

    Le pagine Web della associazione Liber Liber, all'indirizzo http://www.liberliber.it, contengono il catalogo completo dei testi disponibili, insieme ad informazioni sull'iniziativa. Il catalogo è organizzato per autori, e offre per ogni titolo una breve scheda informativa nella quale, oltre ai dati bibliografici essenziali e una breve nota di commento, sono indicati l'autore del riversamento, i formati di file disponibili e il livello di affidabilità del testo. Il progetto, infatti, ha l'obiettivo di fornire testi completi e filologicamente corretti, compatibilmente con la natura volontaria del lavoro di edizione.

    Il progetto Manuzio è nato come biblioteca di classici della letteratura italiana. In questo ambito si colloca il suo fondo principale, che comprende opere di Dante, Boccaccio, Ariosto, Leopardi, Manzoni, Verga. Attualmente il progetto sta evolvendo verso un modello di biblioteca generale; sono infatti state accolte anche alcune traduzioni di testi non italiani e una serie di opere di saggistica, oltre agli Atti della Commissione parlamentare antimafia. La biblioteca ospita anche una importante rivista scientifica, Studi storici, edita dall'Istituto Gramsci.

    Alcuni titoli della biblioteca, ancora coperti da diritti d'autore, sono stati donati direttamente da case editrici o da privati che ne possedevano la proprietà intellettuale. Questo esempio di collaborazione tra editoria elettronica ed editoria tradizionale dimostra come i supporti elettronici non debbano essere necessariamente pensati in conflitto con i libri a stampa. Proprio in questi casi, anzi, la libera disponibilità e circolazione dei testi elettronici si trasforma in uno strumento di promozione per il libro stampato e, in ultima analisi, in un potente veicolo di diffusione culturale. Anche per questo motivo abbiamo scelto dal canto nostro di inserire Internet '97 fra i titoli del progetto.

    Altri progetti volontari

    Sulla scia del capostipite Gutenberg, sono nati una serie di progetti simili, dedicati ad altre letterature nazionali.

    L'omonimo progetto Gutenberg per la letteratura tedesca, ad esempio, si trova all'indirizzo http://gutenberg.aol.de/.

    Il progetto Runeberg per le letterature scandinave è uno dei maggiori archivi europei di testi elettronici. Contiene infatti oltre 170 tra classici letterari e testi folcloristici provenienti da Svezia, Norvegia e Danimarca. I testi sono consultabili online su World Wide Web all'indirizzo http://www.lysator.liu.se/runeberg/Main.html.

    Il progetto ABU (Association des Bibliophiles Universels, nome anche dell'associazione che lo cura, tratto dal romanzo di Umberto Eco Il pendolo di Foucault) sta realizzando un archivio di testi della letteratura francese. Fino ad ora possiede un archivio di 42 classici tra cui opere di Molière, Corneille, Voltaire, Stendhal, Zola, nonché una trascrizione della Chanson de Roland, nel manoscritto di Oxford. ABU, come il progetto Manuzio, sta accogliendo contributi originali donati da autori viventi, e alcune riviste. Il progetto ABU ha una pagina Web all'indirizzo http://www.cnam.fr/ABU/, dalla quale è possibile consultare online parte dei testi archiviati; la stessa pagina contiene anche un elenco di altre risorse su Internet dedicate alla cultura ed alla letteratura francese. L'intera biblioteca è invece reperibile sul server FTP ftp.cnam.fr nella directory ABU.

    Ricordiamo infine anche il Progetto Libellus. Come il nome lascia intendere, si tratta di un archivio contenente trascrizioni elettroniche dei classici latini, affiancati da alcuni commenti. Recentemente è stata aggiunta anche una sezione per i classici greci. L'indirizzo dell'archivio è http://osman.classics.washington.edu/libellus/libellus.html, e contiene testi in formato HTML e in formato TEX, un linguaggio di codifica molto usato per la preparazione di stampe professionali.

    Oxford Text Archive

    Tra i progetti sviluppati presso sedi universitarie e centri di ricerca istituzionali, quello che spicca per prestigio, autorevolezza e tradizione (se di tradizione si può parlare in questo campo) è l'Oxford Text Archive (OTA), realizzato dallo Oxford University Computing Services (OUCS).

    L'archivio è costituito da circa 1300 testi elettronici di ambito letterario e saggistico, oltre ad alcune opere di riferimento standard per la lingua inglese (ad esempio il British National Corpus, e il Roget Thesaurus). La maggior parte dei titoli sono collocati nell'area culturale anglosassone, ma non mancano testi latini, greci e in altre lingue nazionali (tra cui l'italiano).

    Gran parte delle risorse dell'OTA provengono da studiosi e centri di ricerca di tutto il mondo, che forniscono a questa importante istituzione le trascrizioni e le edizioni elettroniche effettuate nella loro attività scientifica. Per questo l'archivio è costituito da edizioni altamente qualificate dal punto di vista filologico, che rappresentano una importante risorsa di carattere scientifico, specialmente per la comunità umanistica. I testi sono per la maggior parte codificati in formato SGML, in base alle specifiche TEI.

    Poiché in molti casi si tratta di opere coperte da diritti di autore, solo una parte dei testi posseduti dall'OTA, duecentocinquanta per la precisione, sono distribuiti gratuitamente su Internet. Degli altri, alcuni possono essere ordinati tramite posta normale, fax o e-mail (informazioni e modulo di richiesta sono sul sito Web dell'archivio); i restanti, possono essere consultati e utilizzati presso il centro informatico di Oxford, a cui tuttavia hanno accesso esclusivamente ricercatori e studiosi.

    L'Oxford Text Archive ha un sito Web, il cui indirizzo è http://ota.ox.ac.uk/ota. Le pagine contengono, oltre alle consuete informazioni sulla istituzione, il catalogo completo dei testi elettronici dell'archivio. I testi distribuiti su Internet, tutti in formato SGML/TEI, sono disponibili su un server FTP, il cui indirizzo è ftp://ota.ox.ac.uk./pub/ota/. Recentemente la University of Michigan ha realizzato un mirror dell'archivio, all'indirizzo ftp://ftp.hti.umich.edu/pub/ota/public.

    Electronic Text Center

    L'Electronic Text Center (ETC) ha sede presso la University of Virginia. Si tratta di un centro di ricerca che ha lo scopo di creare archivi di testi elettronici in formato SGML, e di promuovere lo sviluppo e l'applicazione di sistemi di analisi informatizzata dei testi. Tra le varie iniziative lo ETC ha realizzato una importante biblioteca digitale, che ospita molte migliaia di testi, suddivisi in diverse collezioni.

    La biblioteca digitale dello ETC si basa su una tecnologia molto avanzata. I testi sono tutti memorizzati in formato SGML/TEI, in modo da garantire un alto livello scientifico delle basi di dati. La gestione dell'archivio testuale è affidata a un sistema software molto potente, PAT, un motore di ricerca in grado di interpretare le codifiche SGML. In questo modo è possibile mettere a disposizione degli utenti un sistema di consultazione e di analisi dei testi elettronici che la classica tecnologia Web non sarebbe assolutamente in grado di offrire. Ad esempio si possono fare ricerche sulla base dati testuale, specificando che la parola cercata deve apparire solo nei titoli di capitolo, o nell'ambito di un discorso diretto.

    La biblioteca contiene testi in diverse lingue: inglese, francese, tedesco, latino; di recente sono stati resi disponibili anche testi in giapponese. Tuttavia, solo alcune di queste collezioni sono liberamente consultabili da una rete esterna al campus universitario della Virginia: tra queste la Modern English Collection, con oltre 1500 titoli, che contiene anche illustrazioni e immagini di parte dei manoscritti; la Middle English Collection; la Special Collection, dedicata ad autori afro-americani; la raccolta British Poetry 1780-1910.

    Tutte le risorse offerte dallo ETC, oltre ad una serie di informazioni scientifiche, sono raggiungibili attraverso la home page su World Wide Web, il cui indirizzo è http://etext.lib.virginia.edu. Per finire, il sito offre anche una versione elettronica del manuale della Text Encoding Initiative, sulla quale è possibile fare ricerche online. Una risorsa veramente preziosa, se si tiene conto che il testo in questione consta di oltre tremila pagine di specifiche.

    Altri progetti accademici

    Molte altre università o centri di ricerca, per la massima parte collocati negli Stati Uniti, hanno realizzato degli archivi di testi elettronici consultabili su Internet.

    Una istituzione molto importante nell'ambito disciplinare umanistico è il Center for Electronic Texts in the Humanities (CETH). Fondato e finanziato dalle università di Rutgers e Princeton, il CETH ha lo scopo di coordinare le ricerche e gli investimenti nell'utilizzazione dei testi elettronici per la ricerca letteraria e umanistica in generale. L'indirizzo del sito Web del centro è http://cethmac.princeton.edu. Tra i progetti sperimentali del CETH, ci sono una serie di applicazioni della codifica SGML/TEI per la produzione di edizioni critiche di manoscritti e testi letterari. Il centro, inoltre, è sede di importanti iniziative di ricerca, e sponsorizza la più autorevole lista di discussione dedicata alla informatica umanistica, Humanist (in funzione da oltre dieci anni). Per avere informazioni su questa lista consigliamo ai lettori di consultare la pagina Web ad essa associata, che contiene tutte le indicazioni per l'iscrizione, oltre ad un archivio di tutti i messaggi distribuiti fino ad ora (http://www.princeton.edu/~mccarty/humanist).

    Molto importante è anche lo Institute for Advanced Technology in the Humanities (IATH), con sede presso la University of Virginia di Charlottesville, un altro tra i maggiori centri di ricerca informatica umanistica nel mondo. Il server Web dello IATH, il cui indirizzo è http://jefferson.village.virginia.edu/, ospita diversi progetti, tra i quali il Rossetti Archive, dedicato al pittore e poeta preraffaellita, nonché una importante rivista culturale pubblicata interamente in formato elettronico sulla quale torneremo in seguito, Postmodern Culture.

    Tra i grandi archivi testuali in area anglosassone possiamo ancora ricordare lo Women Writers Project, sviluppato presso la Brown University, che raccoglie testi della letteratura femminile inglese dal Trecento all'epoca vittoriana, anch'essi interamente in formato TEI. L'indirizzo è http://www.stg.brown.edu/projects/wwp/.

    La Humanities Text Initiative, con sede presso la University of Michigan, cura una serie di progetti, tra i quali l'American Verse Project, che contiene testi di poeti americani precedenti al 1920. L'indirizzo dello HTI è http://www.hti.umich.edu.

    Per la letteratura francese è invece di grande importanza il progetto ARTFL (Project for American and French Research on the Treasury of the French Language), supportato dal Centre National de la Recherche Scientifique e dalla University of Chicago. L'archivio permette la consultazione online di un database contenente oltre duemila testi sia letterari che non letterari, sui quali è possibile effettuare ricerche e spogli lessicali (non è invece possibile prelevare i file contenenti i testi). L'indirizzo Web del progetto ARTFL è http://humanities.uchicago.edu/ARTFL/ARTFL.html.

    Per finire, segnaliamo il Dartmouth Dante Project, uno tra i più antichi progetti di banche dati testuali. Come si evince dal nome, si tratta di una banca dati dedicata specificamente agli studi danteschi. Il database contiene allo stato attuale, insieme all'opera omnia del poeta, i testi di tutti i commenti danteschi redatti dal Trecento alla metà del nostro secolo: una fonte di informazione preziosissima. La banca dati è raggiungibile via telnet, all'indirizzo library.dartmouth.edu: per consultare il Dante Project bisogna digitare nella schermata iniziale 'CONNECT DANTE'.

    L'edicola: giornali e riviste elettroniche

    L'esperienza delle biblioteche digitali di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti costituisce un aspetto importante, ma non esclusivo, di un più vasto fenomeno: quello della editoria elettronica in rete.

    Infatti, se le biblioteche digitali hanno lo scopo di trasportare il patrimonio testuale del passato nel nuovo medium telematico, si vanno moltiplicando anche gli esempi di pubblicazioni periodiche e quotidiane che trovano in Internet un ottimo canale di distribuzione. In un certo senso, potremmo dire, dopo le biblioteche, anche le edicole si stanno trasferendo nel mondo digitale.

    Una finestra su Internet per i giornali tradizionali

    Un settore dove la editoria online sembra promettere una radicale trasformazione è quello della distribuzione e della commercializzazione dell'informazione giornalistica. La promesse come al solito hanno attirato editori ed imprenditori del settore. Sono sempre più numerose le testate giornalistiche che fanno la scelta di distribuire in rete una versione elettronica del proprio prodotto. Attualmente, solo negli Stati Uniti, se ne contano oltre duemila, tra le quali le maggiori testate: e in molti casi si tratta di esperimenti molto curati, sia sul piano dei contenuti che su quello delle soluzioni tecnologiche. Solo per citare un esempio, segnaliamo il sito del New York Times (http://www.nytimes.com), che proprio mentre scriviamo è stato giudicato, con fondamento, il migliore sito Web informativo della rete.

    Anche in Italia, superato un primo momento di diffidenze, si è verificata una grande corsa alla rete. Anzi si deve dire che il primo quotidiano in assoluto ad aver avuto una edizione elettronica completa è stato proprio una testata italiana, l'Unione Sarda (http://www.vol.it/UNIONE), presente in rete sin dal 1994. Nel giro di pochi anni molti altri grandi giornali nazionali hanno seguito l'esempio, creando versioni, talvolta complete, talaltra ridotte, della edizione su carta. Citando in ordine alfabetico, ne ricordiamo alcuni: Avvenire, Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, Il Giornale, Il Giorno, il Manifesto, Repubblica, Sole 24 Ore, La Stampa, l'Unità. Fra i periodici invece, oltre a testate specialistiche e di settore, troviamo riviste quali Espresso, Panorama, Famiglia Cristiana, Internazionale.

    In alcuni casi le edizioni telematiche sono delle esatte copie, liberamente disponibili, della versione cartacea. In altri casi, sulla rete sono disponibili solo alcuni articoli, mentre il resto del giornale è consultabile solo se si dispone di un apposito abbonamento (che comunque dà accesso a servizi aggiuntivi come le ricerche di archivio).

    Tra tutti, l'esperimento di quotidiano online più interessante, a nostro avviso, è quello della Repubblica (http://www.repubblica.it), senza dubbio il migliore sito giornalistico italiano. Infatti, più che una replica meccanica dell'edizione cartacea, le pagine Web sono un vero e proprio servizio informativo al contempo complementare e autonomo. Sono presenti approfondimenti che integrano i servizi sul quotidiano, e servizi completamente originali. Inoltre una grande attenzione è stata data alla interattività con il lettore, attraverso la costruzione di forum telematici.

    Per evitare di riempire queste pagine con una interminabile lista di URL, abbiamo ritenuto opportuni evitare di dare direttamente gli indirizzi Web di tutte le testate. Rimandiamo il lettore interessato alla lista di quotidiani e riviste online, sia italiani che stranieri, che è curata e aggiornata sul sito Web della 'Città Invisibile', all'indirizzo http://www.citinv.it/iniziative/info/edicola/.

    Piuttosto riteniamo opportuno fare una riflessione sui motivi che spingono un editore a promuovere la pubblicazione elettronica del proprio giornale, considerando che la maggior parte dei giornali presenti in rete sono fruibili gratuitamente, e sulle prospettive di questa forma di comunicazione.

    In parte, la spiegazione è senz'altro nel 'fenomeno Internet' in quanto tale: apparire sulla rete significa essere all'avanguardia, con un immediato ritorno d'immagine. Ma questa spiegazione 'pubblicitaria' non basta: dietro questo immediato vantaggio si nasconde l'aspettativa, assai più consistente, di una radicale trasformazione della distribuzione e della commercializzazione dell'informazione giornalistica. La continua espansione del bacino d'utenza della rete Internet infatti potrebbe aprire nuove frontiere commerciali anche all'editoria.

    A dire il vero, per il momento queste attese sono andate deluse. Tutte le esperienze di giornali a pagamento tentate fino ad ora negli Stati Uniti, si sono concluse con un sostanziale fallimento. E si tratta di esperienze realizzate da grandi gruppi editoriali: basti citare GNN, chiuso nel novembre del 1996 da America on Line, il maggior provider Internet statunitense, o Spiv, la rivista in rete del gruppo Turner (proprietario della CNN). Non è mai partito il progetto di rendere a pagamento Pathfinder (http://pathfinder.com), prodotta dalla Warner. La stessa Microsoft ha procrastinato a data da definirsi l'avvio della campagna abbonamenti al suo quotidiano telematico Slate (http://www.slate.com).

    Le ragioni del poco interesse mostrato dagli utenti verso queste iniziative sono molteplici. In primo luogo, la leggibilità di un testo su schermo è — allo stato attuale — poco soddisfacente e non prolungabile per i tempi necessari alla consultazione o alla lettura di interi giornali. Inoltre i computer (anche quelli portatili) sono scomodi da trasportare. In secondo luogo non si deve dimenticare che fino ad ora le informazioni su Internet sono state completamente gratuite, e questo ha creato un radicato orizzonte di aspettative tra utenti di Internet.

    Ma con l'avvento della moneta elettronica, le abitudini del popolo della rete potrebbero subire una graduale trasformazione, almeno per quei servizi informativi che dimostrano di offrire un reale valore aggiunto. Nel frattempo, la possibilità di accumulare esperienze preziose per poter affrontare con le giuste competenze le leggi di un nuovo mercato è sicuramente, allo stato attuale, uno degli stimoli più forti per l'editore elettronico. E non stupisce, in questa luce, la sempre più massiccia presenza di agenzie stampa online; ricordiamo gli esempi della Reuter (http://www.reuter.com), che ha stipulato un accordo con il sito di Yahoo, e in Italia dell'ANSA (http://www.ansa.it).

    Ma i vantaggi decisivi sono forse quelli dell'integrazione multimediale e dell'interattività. Finora, nella distribuzione dell'informazione giornalistica, il testo scritto è stato accompagnato solo dalle poche immagini, statiche, rese possibili dall'impaginazione di un giornale. E d'altro canto la televisione e la radio sono state penalizzate dalla sequenzialità del messaggio: mentre il lettore di un giornale poteva scegliere con un colpo d'occhio quali articoli leggere e quali tralasciare, lo spettatore di un telegiornale poteva al massimo usare il telecomando, aspettando di trovare trattato da qualcuno l'argomento di suo interesse. Lo strumento elettronico non ha nessuno di questi limiti: testo, parlato e immagini (statiche e in movimento) possono essere integrate senza fatica, e a disposizione dell'utente possono essere messe quantità enormi di informazione, a condizione di fornire strumenti di navigazione e di selezione agili e amichevoli.

    Ricerche d'archivio

    Un altro grande vantaggio dei giornali in rete è la possibilità di fare ricerche full text sugli articoli pubblicati, compresi quelli dei numeri arretrati. Un servizio di questo tipo viene offerto ad esempio in Italia dall'Unione Sarda.

    L'analogo servizio di ricerca del Manifesto riguarda i numeri dell'ultima settimana, oltre alla versione italiana del mensile Le Monde Diplomatique (http://www2.mir.it/).

    L'archivio online dell'Unità (http://www.mclink.it/unita/) usa il potente motore di ricerca fornito dal servizio Excite!, del quale si è già parlato discutendo della ricerca su World Wide Web.

    I quotidiani del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera mettono a disposizione un servizio, denominato 'Globnet' (http://globnet.rcs.it), che comprende un motore di ricerca in grado di lavorare su un archivio assai ampio (dal 1984 in poi). Per utilizzarlo è però prevista una registrazione piuttosto cara. Gratuita è invece, al solito, la consultazione degli ultimi numeri.

    Anche Il Sole 24 Ore rende accessibile attraverso Internet la propria banca dati BIG on-line che, oltre al quotidiano, contiene anche molti periodici specializzati nel settore economico. (http://www.ilsole24ore.it/). E lo stesso fa La Stampa (http://www.lastampa.it/). Entrambi i servizi sono a pagamento, mediante abbonamento.

    In ambito internazionale, estremamente interessante è il progetto della UMI (una società del gruppo Bell&Howell fra le più importanti nel settore della documentazione elettronica). Forte di un database di diciassettemila periodici, settemila giornali e tredicimila articoli scientifici, che include il full-text di quotidiani quali New York Times e Financial Times, la UMI ha sviluppato un servzio informatico (denominato ProQuest Direct), che permette di effettuare ricerche assai sofisticate (che includono la visualizzazione di grafici e fotografie inserite nel database). Anche in questo caso, l'accesso alle informazioni più recenti della base dati UMI è gratuito, e funziona da richiamo promozionale per l'accesso (a pagamento) alla base dati completa. Per saperne di più, la URL è http://www.umi.com.

    Sicuramente, anche questo settore — che offre notevoli potenzialità economiche— conoscerà un rapido sviluppo nei prossimi mesi; le brevi indicazioni fin qui fornite non costituiscono dunque in alcun modo un elenco esaustivo di risorse, ma hanno invece un valore prevalentemente esemplificativo e di indicazione di possibili linee di tendenza.

    Il giornale 'on-demand'

    Uno dei nuovi orizzonti offerto dall'editoria in rete è la possibilità di personalizzare — nel senso più stretto del termine — la vendita dell'informazione. Grazie all'interattività consentita dagli strumenti telematici, l'utente potrà 'costruire' il proprio giornale in maniera da acquistare, e quindi leggere, solo le notizie che lo interessano realmente, senza perdersi nel 'rumore di fondo' di decine di articoli non pertinenti. E potrà farlo attingendo a più fonti giornalistiche (a più testate) contemporaneamente.

    Un esempio interessante, anche se ancora al di sotto delle potenzialità del mezzo telematico, è offerto (gratuitamente) dal servizio Crayon. Si tratta di un progetto sperimentale curato da due ricercatori della Bucknell University, Dave Maher e Jeff Boulter. Attraverso un modulo in linea (raggiungibile all'indirizzo http://crayon.net) l'utente può scegliere a quali fonti informative attingere (naturalmente scelte fra quelle disponibili su Internet): tra quelle americane sono comprese ad esempio CNN, New York Times, USA Today, ABC; sono poi presenti giornali e riviste locali, fonti di informazione internazionali (dai giornali Neozelandesi a quelli Islandesi, dal Financial Times al Jerusalem Post), agenzie, giornali e riviste specializzate in campo culturale o sportivo, servizi di previsioni del tempo, singoli editorialisti, e addirittura la cronaca rosa e le strisce di fumetti.

    Una volta completata la selezione, viene generata automaticamente una pagina HTML, che può essere salvata e utilizzata come 'trampolino di lancio' verso tutte le fonti informative indicate: una sorta di 'indice di risorse' costruito interattivamente. Tuttavia, la navigazione all'interno di questi siti è lasciata all'utente: il programma non permette una vera e propria selezione dell'informazione.

    Un tipo diverso di giornale on-demand — più vicino a quelli che potranno essere gli sviluppi futuri di questo tipo di offerta informativa — è offerto dall'Unione Sarda (alla URL http://www.vol.it/UNIONE/personal_UNIONE.html). In questo caso, la selezione si basa su un elenco di parole chiave fornite dall'utente attraverso un file di filtro. Si realizza in tal modo una sorta di 'Eco della stampa' personale: tutti gli articoli nei quali compare almeno una delle parole chiave citate entreranno a far parte del nostro giornale personalizzato. Il limite dell'iniziativa è nel fatto che la selezione riguarda solo gli articoli pubblicati dall'Unione Sarda.

    Il futuro di questo tipo di applicazioni è nella fusione di queste due possibilità: scelta delle fonti di informazione, e contemporaneamente scelta (ad esempio attraverso parole chiave) degli argomenti che ci interessano. Un giornale personalizzato di questo tipo non è troppo lontano: i problemi principali da risolvere sono da un lato quelli relativi al ritorno economico (per sopravvivere, il servizio dovrebbe probabilmente essere a pagamento, anche se la vastità del pubblico potenziale garantirebbe costi assai limitati per l'utente finale), dall'altro quelli relativi all'adozione di standard uniformi nei database delle varie risorse informative (condizione indispensabile perché un singolo motore di ricerca possa interrogarli tutti in maniera efficiente). Ma ci sentiamo di prevedere che nel prossimo futuro gli esperimenti in questo campo cresceranno di numero e di interesse.

    Ricordiamo infine che un fattore di estremo rilievo in questo campo è lo sviluppo, sul quale ci siamo già soffermati, dei servizi di 'information push': canali informativi che trasmettono automaticamente ai programmi client dei singoli utenti servizi informativi personalizzati. È probabile che il futuro del giornalismo in rete e in particolare dei giornali on demand sarà largamente basato su questo tipo di tecnologia.

    Le pubblicazioni nate per la rete

    Se è vero che la rete potrà in un prossimo futuro aprirsi a una nuova forma di editoria, dotata di risvolti commerciali di primaria importanza, va anche detto che l'editoria elettronica in rete, proprio grazie all'annullamento dei grossi costi di distribuzione e realizzazione tipografica, rappresenta un modo per dar voce a realtà sociali, politiche e culturali che avrebbero difficoltà ad emergere nel panorama editoriale tradizionale. La possibilità di raggiungere un grande pubblico con investimenti minimi ha stimolato la nascita di periodici del tutto nuovi, nati esclusivamente o principalmente per la diffusione telematica.

    Uno dei settori dell'editoria che potrà avere grandi vantaggi dalla distribuzione telematica è l'editoria scientifica, ovvero tutte quelle pubblicazioni accademiche e specialistiche che si rivolgono a una utenza di ricercatori e studiosi. In questo ambito, Internet, oltre ad abbattere i costi, risolve problemi come la velocità di circolazione e la necessità di una diffusione il più ampia possibile, in tali casi particolarmente sentite. Per questa ragione un numero crescente di pubblicazioni specializzate affiancano edizioni elettroniche alle tradizionali versioni stampate.

    Una delle più autorevoli e seguite riviste scientifiche pubblicate su Internet è Postmodern Culture (http://jefferson.village.virginia.edu/pmc/), edita John Hopkins University. Si tratta di una rivista che si occupa di teoria della cultura, filosofia e letteratura, con un occhio rivolto alle tecnologie, ed un forte orientamento verso le teorie del 'postmoderno'. PMC è una delle prime riviste elettroniche di fama internazionale (la sua distribuzione è iniziata nel settembre del 1990), e la sua versione su Web è una delle più consultate su Internet. Ogni numero ha una sezione dedicata a un tema monografico, ed una serie di rubriche e recensioni ricorrenti. Da gennaio 1997 l'archivio dei numeri passati di Postmodern Culture, inserito nel progetto MUSE della John Hopkins University (http://muse.jhu.edu/), è accessibile solo su abbonamento.

    Esistono anche alcune riviste scientifiche italiane che sono nate esclusivamente sulla rete. Limitandoci al campo umanistico, segnaliamo per il livello scientifico e tecnico Arachnion, una pubblicazione dedicata alla letteratura e alla storia antica, realizzata da un gruppo di studiosi dell'Università di Torino. L'indirizzo Web è http://www.cisi.unito.it/arachne/arachne.html. Dedicata agli studi di letteratura italiana contemporanea è invece la newsletter Bollettino 900, curata da un gruppo di giovani ricercatori dell'Università di Bologna. Viene distribuita sia tramite posta elettronica sia su Web (all'indirizzo http://www2.comune.bologna.it/comune/boll900), e ospita interventi critici, polemiche culturali, articoli e saggi, recensioni e annunci di convegni: tutto ciò che costituisce il tradizionale armamentario dello studioso di letteratura.

    Ovviamente le riviste e i periodici sulla rete non sono esclusivamente di tipo strettamente accademico. Una delle pubblicazioni digitali più note e seguite su World Wide Web è HotWired, cugina elettronica della famosa Wired, il mensile per eccellenza della 'generazione digitale'. Il sito principale di HotWired è all'indirizzo http://www.hotwired.com. Ma in realtà il servizio si articola una vera e propria famiglia di siti, che offrono articoli, interviste, notizie, racconti, insomma tutto quello che può esserci di interessante intorno al campo delle nuove tecnologie e dei loro effetti sociali e culturali. Oltre alla qualità dei contenuti, le pagine di HotWired sono un esempio avanzatissimo di integrazione multimediale, con immagini animazioni e contributi sonori.

    Un'altra rivista elettronica su Web che è necessario segnalare al lettore è CTHEORY (http://www.ctheory.com). Ideata e diretta da Arthur Kroker, uno dei più celebri ideologi 'alternativi' del mondo digitale, e dalla moglie Marilouise, CTHEORY si occupa dei rapporti tra teoria sociale, tecnologie e cultura. Seguendo l'impostazione del suo creatore, rappresenta la più autorevole e seguita voce della corrente critica di sinistra della cultura digitale. Gli articoli e le recensioni sono aggiornati con cadenza settimanale, ma sono elencati tutti in una medesima pagina Web. Un vero e proprio appuntamento imperdibile per chi si interessa delle trasformazioni socioculturali nell'era digitale.

    Tornando in Italia, vanno subito ricordate Golem (http://www.golem.iol.it/), una rivista on-line di attualità politica e culturale nata a inizio 1997, graficamente molto curata e alla quale collaborano autori di grande prestigio, a cominciare da Umberto Eco, e Galileo (http://www.galileo.webzone.it), uno degli esempi più avanzati di giornalismo scientifico nel nostro paese. Fra le presenze ormai 'storiche', By The Wire (http://www.inet.it/btw/home.html) è un attento osservatorio sulle innovazioni tecnologiche della rete. Beta (http://www.beta.it/) è una rivista tecnica che fornisce preziosi consigli sull'uso e sulla programmazione dei computer. Delos invece è una pubblicazione editorialmente molto curata e dedicata agli appassionati di fantascienza (l'indirizzo è http://www.fantascienza.com/delos/). Ricordiamo infine che ha affiancato alla edizione cartacea una edizione in rete anche la prestigiosa rivista dell'Istituto Gramsci Studi Storici, (http://www.liberliber.it/biblioteca/testiinhtml/riviste/studist/index.htm), che affronta con rigoroso taglio scientifico importanti problemi storiografici.

    Il museo: l'arte in rete

    Nel panorama della rete, accanto alle biblioteche, alle edicole e ai centri commerciali di vario tipo, si incontra anche un'altra importantissima tipologia di edifici virtuali: i musei e le gallerie d'arte. Le tecnologie telematiche e multimediali, infatti, si sono rivelate uno straordinario strumento di supporto alla esposizione dei beni artistici e architettonici, e alla divulgazione in campo artistico.

    Internet permette a chiunque di visitare monumenti o di godere di opere senza spostarsi dalla scrivania di lavoro o di studio. Inoltre la interattività e la struttura ipertestuale di World Wide Web facilitano l'inserimento di ogni opera nel suo contesto storico, culturale e persino ambientale.

    Naturalmente la fruizione dell'arte mediata dal computer ha anche degli evidenti limiti: si tratta di una pura simulazione, una fruizione 'depotenziata'. Fatto sta che l'utilità del rapporto tra arte e tecnologie informatiche, già dimostrato dai CD-ROM multimediali, ha trovato su Internet una importante conferma. Su Web si possono trovare ormai moltissimi siti realizzati da musei (dai più piccoli ai più importanti del mondo), gallerie, o in generale dedicati ad artisti e a movimenti artistici.

    Naturalmente non tutte le collezioni museali sono state messe per intero sulla rete. Infatti, come i testi, anche le immagini sono sottoposte ad una legislazione di tutela del copyright — che è peraltro costituisce una delle maggiori fonti di introiti per stessi musei. E bisogna dire che non tutti i musei digitali presenti su Internet presentano un sufficiente livello qualitativo, anche dal punto di vista tecnico. Ma è innegabile la diffusione dell'arte e della cultura costituirà nel prossimo futuro uno dei settori di maggiore rilievo della comunicazione telematica.

    Musei e gallerie virtuali

    Il numero di musei e di mostre presenti su Internet ammonta ormai a diverse centinaia, e dunque non è possibile elencarli tutti in queste pagine. Come di consueto dunque segnaleremo esplicitamente solo alcuni casi esemplari. Per gli altri rimandiamo il lettore, oltre che ai normali strumenti di ricerca su Web, al sito Museums around the world, accessibile all'indirizzo http://www.comlab.ox.ac.uk/archive/other/museums/world.html. Vi troverete un esaustivo e aggiornato elenco di musei e gallerie virtuali, organizzato per nazioni.

    Il primo fra grandi musei di fama mondiale ad affacciarsi su Internet è stato il Louvre di Parigi. La sviluppo del sito, il cui indirizzo è http://www.louvre.fr, è stato probabilmente accelerato dal successo riportato da Virtual Louvre, un ottimo sito non ufficiale che diffondeva le immagini di alcuni fra i capolavori del museo parigino (http://www.paris.org:80/Musees/Louvre). I dirigenti del Louvre, constatata l'efficacia promozionale che poteva derivare da Internet, hanno – poco generosamente — diffidato gli organizzatori del sito non ufficiale (ne è nata una fra le prime controversie sul diritto alla diffusione delle immagini in rete) ed hanno investito in questa nuova tecnologia, curando di mettere sotto copyright le immagini elettroniche utilizzate e realizzando una serie di mirror delle loro pagine.

    Anche i Musei Vaticani hanno un loro sito Web, all'indirizzo http://www.christusrex.org. Benché l'impostazione grafica lasci molto a desiderare e la gestione dei contenuti non vada al di là della mera classificazione delle opere a seconda della loro disposizione, la ricchezza di materiale è tale da lasciare in ogni caso soddisfatti. Circa 1400 immagini di discreta qualità, divisi in quattro gallerie. Una sui Musei Vaticani veri e propri, una sulla Cappella Sistina, una sulle Stanze di Raffaello ed una sulla Città del Vaticano.

    La Galleria degli Uffizi (http://www.uffizi.firenze.it) ha un sito di buon livello, ma non ancora completo: siamo a venticinque sale su quarantacinque, e di queste non tutte le opere sono disponibili. Anche qui le informazioni sulle opere sono scarsissime e certamente non tengono conto delle enormi potenzialità del mezzo. La cosa sicuramente più interessante della versione Web della galleria è la possibilità di visitare virtualmente alcune delle sale. La ricostruzione è stata effettuata in Quicktime VR: non si tratta di una vera ricostruzione 3D ma di qualcosa che ci si avvicina molto.

    Sulla rete sono presenti anche molti altri grandi musei: ad esempio il MOMA (http://www.moma.org), il Metropolitan Museum di New York (http://www.metropolitan.org, o il Prado di Madrid (http://www.mcu.es/prado/). Fra quelli a noi più vicini ricordiamo invece i musei ospitati sul server Web della Selfin (http://www.selfin.it/musei/): l'elenco comprende il Museo di Capodimonte, la Galleria nazionale dell'Umbria, il Museo nazionale di arti e tradizioni popolari.

    Tutti i siti che abbiamo elencato sono il corrispettivo telematico di musei reali (e da questo derivano anche i loro difetti, primo tra tutti il non essere stati progettati interamente in una logica adeguata per Web). Ma non mancano — come nel caso delle riviste elettroniche — iniziative nate interamente in rete e prive di qualsiasi corrispettivo nel mondo 'reale'. Il Webmuseum, è un esempio di museo nato solo nella rete. Il sito ha numerosi mirror in tutto il mondo; un indirizzo italiano molto veloce è http://www.vol.it/wm. Ci presenta una collezione di capolavori della pittura, raccolte da fonti diverse, in un impianto veramente ipertestuale. Se cercate un quadro di Cézanne, Kandinsky o Klee, questo è il posto giusto per trovarlo: tutte le immagini, infatti, sono disponibili in alta definizione e possono essere facilmente trasferite sul vostro computer.

    I siti creativi

    La pagina Web, come abbiamo visto può mostrare le opere d'arte. Nella galleria digitale il quadro esce dai limiti angusti della galleria, o da quelli devitalizzanti del museo, per immettersi in un flusso di comunicazione aperto e vitale.

    Ma la pagina Web può anche diventare opera d'arte in se stessa. Molti 'artisti telematici' esplorano le potenzialità espressive della rete e costruiscono oggetti artistici che difficilmente si possono classificare negli schemi che oggi usiamo. Internet — e attraverso Internet la vasta tematica di riflessione collegata al ruolo dell'arte digitale e alla sua infinita riproducibilità e modificabilità — diventa non solo luogo ma anche oggetto del lavoro artistico.

    Uno dei più importanti siti dedicati alla ricerca artistica presente su Internet è quello del Centre International de Creàtion Video (CICV). Il centro, che ha sede in un bellissimo castello nel sud della Francia, è un vero e proprio laboratorio creativo che promuove la sperimentazione di artisti provenienti da tutto il mondo nel campo dell'audiovisivo e dell'arte elettronica. Il sito Web (http://www.cicv.fr) offre informazioni sulle attività promosse dal centro, tra cui l'organizzazione di mostre ed iniziative. La galleria digitale contiene una serie di lavori e di opere digitali. Si tratta di un work in progress in cui molti artisti esplorano le frontiere espressive della comunicazione digitale, e cercano di stimolare nuove forme di interazione tra opera e fruitore, basandosi sulla interattività resa possibile dalla rete.

    Molto interessante in questo campo è anche il sito di Ars Electronica, (http://www.aec.at), la più importante manifestazione internazionale dedicata alle varie linee della ricerca artistica legata alle tecnologie, che si tiene nella città austriaca di Linz. Da dieci anni alla manifestazione è anche associato il 'Prix Ars Electronica'. Il sito fornisce una grande quantità di informazioni su questi temi, ed ha collegamenti verso tutte le pagine Web artistiche premiate nelle varie edizioni della manifestazione.

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