GORGONE - C'è Prassinoe?
PRASSINOE - Gorgone mia, dopo tanto! Ci sono. Miracolo che sei venuta, alla fine! Una
sedia, Eunoè, svelta! E il cuscino, lo metti?
GORGONE - Non serve.
PRASSINOE - A sedere!
GORGONE - Fegato mio, se n'ho avuto! A stento, Prassinoe mia, fra tanta calca e tante
quadrighe, ho salvata la pelle. Non c'è che stivaloni per via, che soldati in divisa. Non
si cammina! E tu, venirti a trovare è un viaggio.
PRASSINOE - In capo al mondo, apposta è venuto a cercare, quel ciuco, questa non casa
ma tana, perché non si fosse vicine. L'ha fatto per dispetto, quel tanghero. Sempre lo
stesso.
GORGONE - Non dir del tuo Dinone, Prassinoe mia, certa roba davanti al bimbo. Vedi
bellezza mia come ti guarda? Allegro, Zopirino mio dolce, non parla del babbo.
PRASSINOE - Sì, per la dea, che il bimbo capisce. Papà bello bello! Beh, ieri questo
papà - dico ieri, ma è sempre una storia - uscì per comprare salnitro e belletto al
mercato, e mi portò del sale, quell'esemplare unico.
GORGONE - O Dioclide mio? Tal quale, è uno scannaquattrini. Ieri per sette dramme
comprò cinque pelli di cane, un sudiciume, un tritume raschiato da vecchie bisacce: roba
da buttar via! Ma prendi la veste e lo scialle; rechiamoci al palazzo di re Tolomeo. C'è
la festa d'Adone. La regina prepara qualcosa di bello, dicono.
PRASSINOE - Tutto è ricco dai ricchi.
GORGONE - Bisogna vedere per raccontare a chi non ha visto. Si va? Si fa tardi.
PRASSINOE - (alla fantesca che ozia) E' sempre festa in casa Pigroni. Portami il
bacile, Eunòe, Sbucciafatiche! Qui, mettilo in mezzo. Le gatte vogliono dormire anche
loro sul morbido, adesso. Su, svelta, smuoviti, portami l'acqua. Bisogno ho dell'acqua,
per prima, e lei porta il sapone. Beh, dammelo! Basta, su, basta. Versa pur l'acqua...che
fai sciagurata, m'annaffi la veste! Smetti! Alla meglio, alla peggio, lavata mi sono. La
chiave del cassettone grande, dov'è? Me la porti?
GORGONE - Codesta veste a pieghe ti sta proprio bene. Prassinoe mia! E dimmi un po': lo
stacco dal telaio quanto ti costa?
PRASSINOE - Non mi ci far pensare! Due mine d'argento colato, e passa, Gorgo: e l'anima
sopra ci ho messa, a cucirlo.
GORGONE - Però ti è riuscita di tuo gusto!
PRASSINOE - Qui dici bene. Portami qui lo scialle. Adattami a modo il cappello. Te non
ti porto, no, bimbo mio! Babàu, morde il cavallo. Piangi sinché ti pare. Non voglio
vederti zoppo. Andiamo, andiamo. Frigia, tu piglia e trastulla il bambino; chiama la cagna
dentro. La porta di casa, la serri?
(Escono)
(trad. di E. Romagnoli, I poeti della Antologia Palatina, Zanichelli, 1962, Bologna)
Le Siracusane di Teocrito saranno portate sulle scene anche da Nino Martoglio.