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NOTTURNO OZIO CREATORE
Chi canterà mai abbastanza le lodi di una riposante, oziosa notte
insonne? Non dico certo - ché allora gli attributi di riposante e
oziosa non si confarebbero al caso - le notti in cui si spasima
inutilmente per una briciola di sonno. Ma parlo di quell'insonnia fatta
di vaporoso dormiveglia, quando, annegati come in un dolce Lete gli
affanni e le preoccupazioni della vita quotidiana, la fantasia si
sbriglia, é libera, padrona assoluta di tutta la mente e può lavorare
senza vincoli e inibizioni.
Io non conosco oziare più dolce di questo.
Prendono, chissà come, corpo dal nulla immagini, quadretti, vicende.
Scaturiscono dentro di me, come docili fantasmi, i personaggi ed
aspettano che io li lanci nel groviglio dei loro casi, come i burattini
della mia infanzia, chiusi in una cassapanca, aspettavano la mia mano
per animarsi... e la mia mano era, come per noi, il destino.
Lo spirito gioisce di questa non affaticante creazione. Una creazione
che, svincola da ogni preoccupazione di forma, può librarsi nei cieli
puri dell'essenziale.
E tutto ciò che di profondo e di universale hanno personaggi e
vicende può restare nel limbo dell'indistinto, dove mai potrà temere
di essere superato in profondità e universalità da qualunque
traduzione per iscritto.
Così quando riappare la luce del giorno o quando, al cantare dei
galli, gli occhi si chiudono perché il sonno è più forte della
fantasia, tutto è svanito in una dolcezza priva di contorni o, se pur
qualcosa è rimasto nella mente, si sente la necessità stupenda di
lasciarlo nel mondo dell'informe e dell'increato.
Amo spesso in queste veglie immaginare certe vecchie storie a modo
mio e mi induco talora a scriverle così come le ho immaginate. E questa
sta sovrana tra le mie occupazioni... oziose.
Eccovi alcune di queste storie.
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