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Parenti: seduta 02
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Pagina 7
       PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI
                          INDICE
                                                        Pag.
Esame del regolamento interno della Commissione:
  Parenti Tiziana, Presidente ............................ 9
  Mancino Nicola ......................................... 9
Comunicazioni del presidente sul calendario dei
lavori:
  Parenti Tiziana, Presidente ........... 15, 17, 18, 20, 22
                                  25, 26, 27, 29, 30, 31, 32
  Arlacchi Giuseppe ............................. 25, 26, 31
  Ayala Giuseppe ........................................ 24
  Azzano Cantarutti Luca ................................ 29
  Bargone Antonio ........................... 16, 21, 22, 30
  Bertucci Maurizio ..................................... 23
  Bonsanti Alessandra ................................... 28
  Caccavale Michele ..................................... 26
  Campus Gianvittorio ............................... 31, 32
  Del Prete Antonio ..................................... 27
  Di Bella Saverio .................................. 19, 28
  Imposimato Ferdinando ................................. 17
  Mancino Nicola ................................ 18, 21, 29
  Meduri Renato ......................................... 31
  Peruzzotti Luigi ...................................... 31
  Ramponi Luigi ................................. 22, 25, 27
  Simeone Alberto ................................... 27, 31
  Stajano Corrado ............................... 23, 28, 31
  Tarditi Vittorio ...................................... 21
  Tripodi Girolamo ...................................... 19
  Vendola Nichi ......................................... 20
Comunicazioni del presidente:
  Parenti Tiziana, Presidente ........................... 32
Pagina 8
Pagina 9
   La seduta comincia alle 16,50.
     (La Commissione approva il processo verbale della
seduta precedente).
              Esame del regolamento interno
                    della Commissione.
  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame del
regolamento interno della Commissione. Colleghi, l'ufficio di
presidenza ha unanimemente convenuto di proporre l'adozione,
in via provvisoria (spiegherò successivamente il significato
che intendiamo attribuire a tale termine), del regolamento
della Commissione antimafia della precedente legislatura (a
sua volta, frutto di modifiche apportate al precedente
regolamento), previa introduzione di alcune modifiche formali
riguardanti, in particolare, i riferimenti alla legge
istitutiva ed al numero della legislatura e la soppressione
dell'ultimo articolo, il cui mantenimento sarebbe risultato
inutile alla luce delle disposizioni contenute nella legge
istitutiva della nostra Commissione. Ho usato il termine
"provvisoriamente" perché ci siamo riservati di procedere, nei
tempi più brevi possibili, all'approvazione del regolamento
definitivo. In tale prospettiva, ci è sembrato opportuno che
ciascun capogruppo disponesse di un termine congruo per
esaminare il regolamento interno e, quindi, formulare
eventuali osservazioni e proposte di modifiche. Nella prossima
riunione dell'ufficio di presidenza saremo pertanto nella
condizione di conoscere l'atteggiamento, sia esso positivo o
negativo, di ciascun gruppo. Ritengo quindi che tra una
settimana-dieci giorni la Commissione potrà adottare il
proprio regolamento interno definitivo, che sarà approvato
dopo l'esame di eventuali proposte di modifica.
   Abbiamo inoltre deciso, per quanto riguarda la seduta
odierna, che, trattandosi di regolamento provvisorio, si possa
procedere alla sua approvazione con un'unica votazione per
alzata di mano, riservandoci di procedere alla prossima
occasione all'approvazione, articolo per articolo e con
votazione finale, previo esame delle eventuali modifiche
proposte.
  NICOLA MANCINO. Presidente, intervengo per chiedere un
chiarimento. Lei ha parlato dell'eventualità che ciascun
gruppo proponga modifiche. Penso sia opportuno rettificare i
termini della questione e stabilire che a proporre modifiche
al regolamento sia ciascun parlamentare membro della
Commissione.
  PRESIDENTE. Avevamo deciso di procedere in questi
termini al fine di pervenire in tempi rapidi ad una bozza di
regolamento definitivo. Comunque ogni membro della Commissione
potrà far pervenire all'ufficio di presidenza le proprie
proposte di modifica.
  NICOLA MANCINO. Per quanto mi riguarda, trasmetterò le
mie proposte di modifica all'ufficio di presidenza.
  PRESIDENTE. Do lettura della proposta di regolamento
provvisorio:
                       Titolo I
                  DISPOSIZIONE GENERALE
                        Art. 1.
               (Compiti della Commissione).
Pagina 10
   1. La Commissione svolge i suoi compiti secondo i princìpi
e le finalità stabiliti dall'articolo 1 e seguenti della legge
30 giugno 1994, n. 430, e secondo le norme del presente
Regolamento.
                       Titolo II
                      ORGANIZZAZIONE
                    DELLA COMMISSIONE
                        Art. 2.
                 (Composizione e durata).
  1. La Commissione, composta secondo le modalità di cui
all'articolo 2 della legge 30 giugno 1994, n. 430, dura in
carica per la durata della XII legislatura.
   2. La Commissione esercita i suoi poteri fino alla prima
riunione delle nuove Camere. In caso di scioglimento
anticipato di una sola Camera, la Commissione provvede al
rinnovo dei componenti appartenenti alla Camera disciolta
secondo le modalità di cui al comma 1.
                        Art. 3.
               (Sostituzione del Presidente
           e dei componenti della Commissione).
  1. In caso di impedimento definitivo, di dimissioni
dalla Commissione, di assunzione di un incarico governativo,
di cessazione del mandato parlamentare, il Presidente e gli
altri componenti della Commissione sono sostituiti da altri
parlamentari nominati con gli stessi criteri e la stessa
procedura di cui all'articolo 2 della legge 30 giugno 1994, n.
430.
   2. Non sono ammesse sostituzioni temporanee dei componenti
la Commissione.
                        Art. 4.
                     (Partecipazione
             alle sedute della Commissione).
  1. Non è ammessa la partecipazione alle sedute della
Commissione di parlamentari che non ne facciano parte o di
altri estranei, fatta eccezione dei componenti della
segreteria di cui all'articolo 24 e dei collaboratori di cui
all'articolo 25 e salvo quanto disposto dagli articoli 16, 17
e 18.
                        Art. 5.
            (Costituzione della Commissione).
  1. La Commissione, nella sua prima seduta, è convocata
dal Presidente per procedere all'elezione, fra i suoi
componenti, di due Vicepresidenti e di due Segretari. Sono
chiamati a fungere da Segretari provvisori i due componenti
della Commissione più giovani per età presenti alla seduta.
   2. Indetta la votazione, ciascun componente scrive sulla
propria scheda un solo nome per i Vicepresidenti e un solo
nome per i Segretari. Sono eletti coloro che hanno conseguito
il maggior numero di voti; nel caso di parità di voti è
proclamato eletto il più anziano di età. Le stesse
disposizioni si applicano per le elezioni suppletive.
   3. Dei risultati dell'elezione è data comunicazione ai
Presidenti delle Camere.
                        Art. 6.
                 (Ufficio di Presidenza).
  1. L'Ufficio di presidenza è composto dal Presidente
della Commissione, che lo presiede, dai Vicepresidenti e dai
Segretari.
   2. Il Presidente può convocare alle riunioni dell'Ufficio
di Presidenza i rappresentanti designati dai Gruppi quando lo
ritenga opportuno o ne sia fatta richiesta.
                        Art. 7.
       (Funzioni del Presidente, dei Vicepresidenti
                    e dei Segretari).
  1. Il Presidente della Commissione la rappresenta, la
convoca e ne presiede le sedute, regolando le discussioni e le
votazioni secondo le norme del presente regolamento. Formula e
dirama l'ordine del giorno delle sedute. Convoca l'Ufficio di
Presidenza con le procedure di cui all'articolo
Pagina 11
9. Esercita gli altri compiti attribuitigli dal presente
Regolamento.
   2. I Vicepresidenti sostituiscono il Presidente in caso di
assenza o di impedimento. I Segretari verificano i risultati
delle votazioni e controllano la redazione del processo
verbale.
   3. In casi straordinari di necessità ed urgenza, il
Presidente esercita i poteri spettanti all'Ufficio di
presidenza, riferendo entro 48 ore all'Ufficio di presidenza
integrato dai rappresentanti dei Gruppi.
                        Art. 8.
          (Funzioni dell'Ufficio di presidenza).
  1. L'Ufficio di presidenza:
       a) propone il programma e il calendario dei lavori
della Commissione indicando i criteri per la formulazione
dell'ordine del giorno delle sedute;
       b) delibera sulle spese,  ad eccezione di quelle
di ordinaria amministrazione inerenti all'attività della
Commissione;
       c) esamina le questioni, sia di merito sia
procedurali, che sorgano nel corso dell'attività della
Commissione, alla quale riferisce;
         d) propone alla Commissione la costituzione di
gruppi di lavoro ai sensi del comma 2 dell'articolo 15.
                      Titolo III
                  SVOLGIMENTO DEI LAVORI
                    DELLA COMMISSIONE
                        Art. 9.
            (Convocazione della Commissione).
  1. Al termine di ciascuna seduta, di norma, il
Presidente della Commissione annuncia la data, l'ora e
l'ordine del giorno della seduta successiva. La convocazione e
l'ordine del giorno sono stampati e pubblicati, salvo diversa
deliberazione nell'ipotesi di seduta segreta.
   2. Nei casi in cui non sia stata data comunicazione della
convocazione al termine della seduta, la Commissione è
convocata dal Presidente con avviso personale ai suoi
componenti, diramato, di norma almeno 48 ore prima della
riunione. Con l'avviso di convocazione viene trasmesso ai
membri della Commissione l'ordine del giorno della riunione,
il quale deve essere stampato e pubblicato, salvo quanto
previsto dal comma 1.
   3. La convocazione può essere richiesta al Presidente da
un quarto dei componenti per la discussione di argomenti di
particolare rilevanza. In tal caso il Presidente convoca la
commissione con la procedura di cui al comma 2.
                       Art. 10.
            (Ordine del giorno delle sedute).
  1. La Commissione non può deliberare su argomenti che
non siano all'ordine del giorno della seduta salvo che non
venga diversamente deciso dalla maggioranza dei due terzi dei
presenti.
   2. Coloro che intendono fare dichiarazioni, comunicazioni
o richieste alla Commissione su argomenti non iscritti
all'ordine del giorno, debbono previamente informare il
Presidente dell'oggetto dei loro interventi. Questi argomenti,
se la Commissione lo consente, sono iscritti all'ordine del
giorno della seduta successiva.
                       Art. 11.
                     (Numero legale).
  1. Per la validità delle deliberazioni della Commissione
è necessaria la presenza di un terzo dei componenti.
   2. La presidenza non è obbligata a verificare se la
Commissione sia, oppure no, in numero legale per deliberare,
se non quando la Commissione stessa stia per procedere ad una
votazione.
   3. Se si accerta la mancanza del numero legale, il
Presidente sospende la seduta per un'ora. Qualora alla ripresa
sia nuovamente accertata, ai sensi del comma precedente, la
mancanza del numero
Pagina 12
legale, il Presidente toglie la seduta, annunciando la data e
l'ora della seduta successiva, con lo stesso ordine del giorno
della seduta che è stata tolta.
                       Art. 12.
            (Deliberazioni della Commissione).
   1. Le deliberazioni della Commissione sono adottate a
maggioranza dei presenti, salvo i casi in cui sia richiesta
una maggioranza speciale. Ai fini del computo della
maggioranza sono considerati presenti coloro che esprimono
voto favorevole o contrario. In caso di parità di voti la
proposta si intende respinta.
   2. La Commissione vota normalmente per alzata di mano, a
meno che quattro commissari chiedano la votazione nominale o
un quinto dei componenti lo scrutinio segreto.
   3. La richiesta, anche verbale, deve essere presentata
dopo la chiusura della discussione e prima che il Presidente
abbia invitato la Commissione a votare per alzata di mano. Se
il numero dei richiedenti la votazione nominale o lo scrutinio
segreto presenti in Commissione è inferiore a quello previsto
dal comma 2, la domanda si intende ritirata.
   4. Quando si verifichino irregolarità, il Presidente,
apprezzate le circostanze, può annullare la votazione e
disporre che sia immediatamente ripetuta.
                       Art. 13.
                 (Pubblicità dei lavori).
   1. Tutte le volte che lo ritenga opportuno, la Commissione
può decidere di riunirsi in seduta segreta, su richiesta del
Presidente o di un decimo dei componenti.
   2. Le delibere della Commissione vengono di norma
pubblicate negli atti parlamentari, tranne che venga
diversamente deciso.
   3. Per determinati documenti, notizie o discussioni, la
Commissione può stabilire, finché lo ritenga opportuno, che i
propri componenti siano vincolati dal segreto.
   4. Delle sedute della Commissione si redige il processo
verbale, a cura dei Segretari.
   5. Dei lavori della Commissione è pubblicato un resoconto
sommario con l'indicazione degli intervenuti nelle
discussioni, delle opinioni espresse e delle deliberazioni
adottate.
   6. Il presidente può disporre che per determinate sedute
sia pubblicato il resoconto stenografico, che viene comunque
redatto per tutte le sedute. Nei resoconti non si fa menzione
delle discussioni e delle deliberazioni di cui al comma 3.
   7. Fatto salvo quanto previsto al comma 1, la stampa o il
pubblico sono ammessi a seguire lo svolgimento della seduta in
separati locali, attraverso impianti audiovisivi a circuito
chiuso.
                       Art. 14.
                   (Norme applicabili).
  1. Nello svolgimento dei lavori della Commissione si
osservano, per i casi non espressamente disciplinati dal
presente Regolamento, ed in quanto applicabili, le
disposizioni contenute nel Regolamento della Camera dei
Deputati.
                       Titolo IV
    MODALITA' PROCEDURALI E STRUMENTI OPERATIVI DELL'INCHIESTA
                       Art. 15.
               (Svolgimento dell'inchiesta.
                  Poteri e limitazioni).
  1. La Commissione procede alle indagini ed agli esami
con gli stessi poteri e gli stessi limiti dell'Autorità
giudiziaria.
Pagina 13
Si applicano, in quanto compatibili, le norme del codice di
procedura penale.
   2. La Commissione può delegare a gruppi di lavoro compiti
particolari su oggetti e per tempi determinati.
                       Art. 16.
                 (Attività istruttoria).
  1. Oltre alle indagini ed agli esami di cui al comma 1
dell'articolo 15, la Commissione può procedere ad indagini
conoscitive, acquisendo documentazioni, notizie ed
informazioni nei modi che ritenga più opportuni anche mediante
libere audizioni.
   2. I parlamentari, i membri del Governo ed i magistrati
incaricati di procedimenti relativi agli stessi fatti che
formano oggetto dell'inchiesta sono di norma sentiti nelle
forme dell'audizione libera.
   3. Le persone imputate o indiziate di procedimenti penali
sono sentite liberamente ed hanno facoltà di farsi assistere
da un difensore di fiducia.
                       Art. 17.
                  (Esame di testimoni).
  1. Fuori dei casi previsti dall'articolo 16, la
Commissione esamina come testimoni le persone informate dei
fatti, che ritiene utili per lo svolgimento e la conclusione
dell'inchiesta.
   2. Il Presidente della Commissione avverte i testimoni
dell'obbligo di dire tutta la verità e rammenta loro le pene
stabilite dagli articoli 366 e 372 del codice penale -
richiamati dall'articolo 3 della Legge 30 giugno 1994, n. 430
- contro coloro che rifiutano uffici legalmente dovuti e
contro gli autori di dichiarazioni false o reticenti.
   3. Le domande sono rivolte ai testimoni dal Presidente
ovvero dai singoli componenti della Commissione nell'ordine e
nei modi fissati dal Presidente. Qualora la Commissione lo
deliberi, le domande potranno avere ad oggetto soltanto i
fatti preventivamente esaminati in capitoli separati ed
eventualmente comunicati a ciascun testimone al momento della
sua convocazione. Anche in questo caso, tuttavia, il
Presidente della Commissione può decidere che siano rivolte ai
testimoni domande utili a chiarire i fatti enunciati oppure
relative ad altri fatti.
   4. Le disposizioni di cui al comma 3 si applicano anche
alle audizioni delle persone sentite liberamente.
                       Art. 18.
(Convocazione di persone che debbono essere sentite
               liberamente e di testimoni).
  1. Le persone che debbono essere sentite liberamente
ovvero come testimoni sono convocate mediante lettera
raccomandata con avviso di ricevimento o per mezzo di un
ufficiale di polizia giudiziaria.
   2. Se il testimone regolarmente convocato si rifiuta o
omette di comparire senza che sussista un legittimo
impedimento, la Commissione può ordinarne
l'accompagnamento.
   3. Ai testimoni verrà sottoposto, appena possibile, il
resoconto stenografico della loro deposizione perché lo
sottoscrivano. Delle eventuali richieste di rettifica è fatta
menzione in calce al resoconto e di esse il Presidente informa
la Commissione per gli opportuni provvedimenti.
                       Art. 19.
                  (Falsa testimonianza).
  1. Se il testimone commette uno dei fatti di cui
all'articolo 372 del codice penale, il Presidente della
Commissione, premessa, se crede, una nuova ammonizione circa
la responsabilità penale conseguente a questi fatti, ne fa
compilare processo verbale che quindi la Commissione trasmette
all'Autorità giudiziaria competente. In nessun caso i
testimoni possono essere arrestati o trattenuti in stato di
arresto provvisorio dalla Commissione.
Pagina 14
                       Art. 20.
                   (Denuncia di reati).
  1. Nei casi di cui all'articolo 19 ed in quelli indicati
nei commi 2 e 3 dell'articolo 5 della legge 30 giugno 1994, n.
430, la Commissione invia rapporto all'Autorità giudiziaria.
Se del fatto viene indicato quale autore uno dei componenti
della Commissione, il rapporto viene trasmesso anche ai
Presidenti delle due Camere.
                       Art. 21.
              (Archivio della Commissione).
  1. Qualunque atto o documento che perviene alla
Commissione è immediatamente protocollato a cura dell'ufficio
di segreteria.
   2. Gli atti, le delibere e la documentazione completa
raccolta dalla Commissione sono depositati in apposito
archivio riservato. Il Presidente sovrintende all'archivio, ne
cura la funzionalità e adotta le misure di sicurezza che
ritenga opportune, d'intesa con i Presidenti delle due
Camere.
   3. Gli atti depositati in archivio possono essere
consultati dai commissari e dai collaboratori della
Commissione.
   4. Nel caso di atti, delibere e documenti segreti, ai
sensi dei commi 1 e 3 dell'articolo 13 del presente
Regolamento o dell'articolo 4 della legge 30 giugno 1994, n.
430, non è consentita in nessun caso la possibilità di
estrarne copia. Tale limite si applica anche per gli scritti
anonimi.
                       Art. 22.
                 (Relazione conclusiva).
  1. Fermi restando l'obbligo della Commissione di
riferire comunque annualmente al Parlamento, nonché la facoltà
di farlo ogni volta che lo ritenga opportuno, la Comissione
deve presentare al Parlamento entro il termine fissato per
l'ultimazione dei suoi lavori una relazione sulle risultanze
delle indagini concernenti l'oggetto dell'inchiesta. Possono
essere presentate relazioni di minoranza.
   2. In nessun caso possono essere utilizzate nelle
relazioni informazioni risultanti da scritti anonimi.
                       Art. 23.
           (Pubblicazioni di atti e documenti).
  1. Salvo quanto disposto dal comma 3 dell'articolo 4
della legge 30 giugno 1994, n. 430, la Commissione delibera se
e quali atti e documenti possono essere pubblicati nel corso
dei suoi lavori.
   2. Contestualmente alla presentazione della relazione
conclusiva, la Commissione decide direttamente, o a mezzo di
un comitato nominato nel proprio seno, quali atti e documenti
formati o acquisiti nel corso dell'inchiesta debbono essere
pubblicati.
   3. Tutti gli atti comunque inerenti allo svolgimento
dell'inchiesta vengono versati nell'Archivio storico del ramo
del Parlamento cui appartiene il Presidente della
Commissione.
                       Titolo V
                 DISPOSIZIONI CONCLUSIVE
                       Art. 24.
        (Sede, segreteria e dotazione finanziaria
                   della Commissione).
  1. Per l'espletamento delle sue funzioni la Commissione
dispone di una sede e di un adeguato personale assegnati dai
presidenti delle Camere, di intesa fra loro.
   2. Le spese per il funzionamento della Commissione sono
poste per metà a carico del bilancio della Camera dei deputati
e per metà a carico del bilancio del Senato della
Repubblica.
   3. La Commissione dispone di un apposito fondo per le
spese di ordinaria amministrazione, alla cui gestione
sovrintende il Presidente. Le decisioni di spesa della
Commissione sono comunicate all'amministrazione
Pagina 15
di competenza che procede a ripartire i relativi
oneri tra i due rami del Parlamento.
                       Art. 25.
                    (Collaborazioni).
  1. Al fine di consentire alla Commissione di avvalersi
di tutte le collaborazioni ritenute necessarie per il migliore
espletamento della sua attività, il Presidente concorda con
l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei
Gruppi le relative deliberazioni. I nominativi dei
collaboratori sono comunicati alla Commissione.
   2. I collaboratori prestano giuramento circa l'osservanza
del vincolo del segreto ai sensi dell'articolo 5 della legge
30 giugno 1994, n. 430, e dell'articolo 13, comma 3, del
presente regolamento, svolgono gli incarichi loro affidati
conformandosi alle istruzioni del Presidente e possono
assistere ai lavori della Commissione. Riferiscono alla
Commissione ogni qualvolta sia loro richiesto.
   3. Ai collaboratori spetta, qualora ciò sia consentito
dalle leggi in vigore, un compenso adeguato alle funzioni cui
sono preposti, il cui ammontare è fissato dall'Ufficio di
presidenza. Si applicano i commi 2 e 3 dell'articolo 24 del
presente Regolamento.
  Pongo in votazione tale proposta.
   (E' approvata).
  Prendo atto che nella votazione per alzata di mano testé
svoltasi si è registrata l'unanimità di consensi.
               Comunicazioni del presidente
                sul calendario dei lavori.
  PRESIDENTE. Colleghi, l'ufficio di presidenza integrato
dai rappresentanti dei gruppi, ha esaminato, le modalità di
avvio dei lavori della Commissione. Abbiamo concordato di
procedere ad una serie di audizioni dei rappresentanti degli
organi istituzionali che ci interessano specificamente ai fini
del contrasto e della lotta alla mafia ed alla criminalità
organizzata, iniziando con le audizioni - che abbiamo previsto
per lunedì prossimo, 19 settembre, rispettivamente alle ore 11
ed alle ore 16 - dei ministri dell'interno e di grazia e
giustizia. Poiché i temi che saranno affrontati entreranno a
far parte del programma che sarà formulato in un momento
immediatamente successivo - diciamo, anzi, che sarà
contestuale al ciclo di audizioni -, si è ritenuto necessario
indicare temi abbastanza specifici, rispetto ai quali ogni
commissario potrà ovviamente porre domande. Abbiamo inoltre
convenuto - senza per questo aver l'intenzione di comprimere
le dichiarazioni (che non dovrebbero esservi in quella sede) e
comunque le espressioni di ciascuno - che le domande, poiché i
temi sono in qualche modo preannunciati, siano precise, chiare
e possano toccare eventualmente anche altre questioni, ma che
non consistano comunque in dichiarazioni indiscriminate, nel
senso cioè di portar via molto tempo o di discostarsi troppo
dall'oggetto della discussione. Quest'ultimo, ovviamente, non
è vincolante, ma è comunque opportuno che ci si attenga agli
aspetti che la Commissione ha interesse a conoscere per
l'elaborazione del programma e per lo svolgimento del nostro
lavoro nella fase immediatamente successiva.
   Abbiamo predisposto un prospetto, che sarà consegnato ai
capigruppo, nel quale sono indicati i temi da sottoporre
all'attenzione dei ministri che saranno ascoltati lunedì
prossimo. Per quanto riguarda il ministro dell'interno,
nell'ufficio di presidenza si è convenuto che l'audizione
abbia ad oggetto i seguenti temi: gli strumenti ed i mezzi di
contrasto a disposizione nella lotta alla criminalità
organizzata ed in particolare alla mafia; il livello di
efficacia dell'azione di contrasto; le prospettive che il
ministro dell'interno indica nella lotta alla criminalità
organizzata; la valutazione sui mezzi di contrasto, se cioè
essi siano sufficienti oppure vadano affinati, razionalizzati
od incrementati; la configurazione dell'attuale panorama e
l'indicazione di una mappa aggiornata della criminalità
organizzata (della mafia ed in genere delle
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organizzazioni criminali similari) a livello nazionale ed
anche sotto il profilo dei collegamenti internazionali, con
specifico, ulteriore riferimento - nei limiti delle competenze
del ministro dell'interno - all'articolo 41-bis
dell'ordinamento penitenziario; l'attuazione della
legislazione sui collaboratori di giustizia e quindi i sistemi
di protezione; la posizione dei testimoni i quali, avendo
collaborato con la magistratura, si vengano in seguito a
trovare in condizioni di gravissimo disagio economico e
sociale; gli strumenti che il ministro intende adottare per
migliorare ed integrare - o addirittura per introdurre, perché
per i testimoni manca in realtà una normativa chiara in questo
senso - la normativa di protezione. Abbiamo inoltre pensato di
iniziare ad affrontare con il ministro dell'interno il
problema delle infiltrazioni mafiose negli enti locali,
considerate le competenze a lui attribuite in materia. Infine,
un componente dell'ufficio di presidenza ha proposto di
sottoporre al ministro dell'interno - per quanto di sua
competenza - il problema delle infiltrazioni mafiose
nell'ambito della finanza in generale - e quindi delle società
finanziarie - sì da poter affrontare la questione - che
esamineremo subito dopo - dell'usura e del rapporto tra
banche, finanziarie ed intermediatori finanziari.
   Per quanto riguarda l'audizione del ministro di grazia e
giustizia, oltre ad essere finalizzata ad acquisire la sua
valutazione sui risultati fino ad oggi conseguiti nella lotta
alla criminalità organizzata, essa verterà sui seguenti temi:
valutazione sulla validità e sulla sufficienza degli strumenti
finora adottati; proposte finalizzate in prospettiva ad
assicurare un'ulteriore e più incisivo contrasto alla
criminalità organizzata; la problematica legata all'articolo
41-bis, con un riferimento all'esperienza finora
maturata; le connesse questioni di sicurezza collegate spesso
a trasferimenti troppo lunghi di detenuti presso altri
istituti penitenziari; per quanto di sua competenza, il
problema dei collaboratori di giustizia e dei testimoni; la
questione dei tribunali distrettuali e, in particolare, il
rapporto tra le procure distrettuali antimafia e la DNA.
Chiederemo quindi al ministro se fino ad ora tali strumenti
siano stati sufficientemente efficienti e abbiano garantito
una efficace lotta alla mafia ed alla criminalità organizzata
oppure se sia necessario individuare ulteriori strumenti o
affinare e razionalizzare quelli a disposizione.
   Ritengo che, affrontando i temi ai quali ho fatto cenno,
si possa già avere un primo quadro sul quale cominciare
immediatamente a lavorare. Ascolteremo successivamente i capi
dei diversi organi di polizia. Una volta individuati gli
strumenti, la loro efficacia e la loro efficienza, potremo
farci portatori di progetti finalizzati all'adozione di
strumenti che risultino ancor più efficaci. Questo ciclo di
audizioni si svolgerà - spero - in tempi piuttosto ristretti
anzi, per la precisione, piuttosto serrati, essendo necessario
avviare un lavoro fattivo. Abbiamo quindi pensato, colleghi,
che, fino a quando non saranno terminate le previste audizioni
(che comunque non porteranno via più di un paio di settimane),
sia necessario che vi sacrifichiate il lunedì pomeriggio (a
partire dalle ore 16, per consentire un più agevole rientro a
Roma), il venerdì mattina ed il mercoledì, a partire dalle
18,30, quando i lavori delle altre Commissioni saranno
terminati. Il lunedì pomeriggio ed il venerdì mattina, almeno
indicativamente, saranno gli spazi temporali nei quali
probabilmente la Commissione dovrà comunque lavorare, dal
momento che determinati impegni che abbiamo individuato non
possono essere assolti in tempi del tutto residuali, fra una
votazione e l'altra o fra l'una o l'altra seduta di
Commissione. Immagino che questo impegno comporti un
sacrificio, ma ritengo che esso abbia una priorità, senza
voler sottovalutare gli altri impegni, almeno fino a quando
non avremo raggiunto una sufficiente sicurezza di ottenere
risultati positivi che ci permettano di incrementare la lotta
alla criminalità organizzata e, quindi, una maggiore sicurezza
nel paese.
  ANTONIO BARGONE. Avevo sollevato un problema in sede di
ufficio di presidenza
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e ora mi trovo un po' spiazzato dalla sua introduzione.
Devo infatti astrarmi dal fatto di aver preso parte alla
riunione dell'ufficio di presidenza allargato ai capigruppo e
tenere conto di quanto lei ha appena detto: in pratica, non vi
è un calendario dei lavori collegato ad un indirizzo
programmatico, ma si prevedono soltanto alcune audizioni che
si terranno lunedì prossimo; lei ha parlato poi di altre
audizioni, che non si sa quali siano (lo dico proprio perché
mi sto astraendo - lo ripeto - dal fatto di aver preso parte
all'ufficio di presidenza).
   E' chiaro, allora, che a questo punto il dibattito diventa
piuttosto difficile, perché credo si dovrebbe discutere su
quanto è emerso in sede di ufficio di presidenza, che il
presidente dovrebbe sintetizzare. Altrimenti, posso
ricominciare dall'inizio dicendo che mancano un programma e un
indirizzo e le audizioni non sono individuate sulla base di un
orientamento che ci guidi verso un obiettivo preciso. Quella
odierna è tra l'altro la prima seduta "vera" della
Commissione, insediatasi in ritardo, per cui occorre anche
recuperare del tempo.
   Lo svolgimento delle audizioni dei ministri dell'interno e
di grazia e giustizia mi sembra opportuno ed apprezzabile ed
ha carattere preliminare; tutto il resto, però, va in qualche
modo definito, o almeno occorre individuare oggi un percorso
da seguire, come peraltro mi sembrava si fosse stabilito in
sede di ufficio di presidenza.
   Intendevo sollevare tale questione e mi riservo di
intervenire successivamente.
  PRESIDENTE. Lo svolgimento di audizioni è previsto dalla
legge istitutiva della Commissione antimafia, secondo cui
quest'ultima deve verificare gli strumenti per la lotta alla
criminalità organizzata. Mi sembra quindi ovvio che le
audizioni si rendono necessarie per verificare, prima di
approvare un programma individuando così una prospettazione
dei nostri lavori, quali siano gli strumenti finora adottati e
per sentire dai titolari di organi istituzionali (come i
ministri dell'interno e di grazia e giustizia, i capi delle
forze di polizia e del dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria) se questi strumenti, come primo indirizzo,
siano ancora sufficienti oppure vadano integrati.
   Ho già detto che contestualmente a questa necessaria
panoramica sugli strumenti, l'ufficio di presidenza discuterà
sul programma e definirà un indirizzo complessivo
dell'attività da svolgere, che tuttavia, in qualunque
direzione si intenda indirizzarla, non potrà mai prescindere
dagli strumenti che abbiamo a disposizione: le forze di
polizia, le direzioni distrettuali antimafia, la
collaborazione dei pentiti e le disposizioni dell'articolo
41-bis. Su questi strumenti specifici, contestualmente
alle audizioni e al di là del programma da seguire,
effettueremo uno studio, al fine di predisporre, ove
necessario, un progetto di legge. Ho voluto sottolineare tutto
questo come primo approccio al lavoro della Commissione.
  FERDINANDO IMPOSIMATO. Nell'augurare buon lavoro alla
presidente e ai colleghi, vorrei osservare che indubbiamente
le audizioni previste sono indispensabili perché servono ad
orientarci e a creare le premesse per ulteriori iniziative che
la Commissione dovrà assumere.
   Vorrei, tuttavia, suggerire l'opportunità di predisporre
un programma da portare avanti per evitare di perdere tempo
prezioso; tra l'altro, nell'elenco delle audizioni si dovrebbe
inserire, a mio avviso, anche quella del governatore della
Banca d'Italia.
  PRESIDENTE. La questione è stata ampiamente discussa in
ufficio di presidenza.
  FERDINANDO IMPOSIMATO. Si pone poi l'esigenza di
acquisire documenti, che devono rappresentare, a mio avviso,
la base del lavoro della Commissione antimafia, come avviene
sempre.
   Durante lo svolgimento delle audizioni dei protagonisti
della lotta al crimine organizzato, potremmo richiedere ai
capi degli uffici giudiziari maggiormente esposti nella stessa
lotta (quelli di Palermo, Napoli,
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Reggio Calabria e, in generale, i più esposti) almeno
gli atti che hanno già una loro concretezza nel senso della
definizione di certi processi: mi riferisco a ordinanze di
rinvio a giudizio, sentenze di proscioglimento e, in generale,
a tutto ciò che può consentire alla Commissione antimafia di
disporre del quadro attuale della lotta alla mafia, oltre che
dei rapporti tra mafia e politica, qualora ve ne fossero. Si
dovrebbero, inoltre, acquisire gli atti relativi ai rapporti
tra mafia e massoneria e, in generale, tutti gli elementi che
sono stati oggetto di indagine da parte delle precedenti
Commissioni antimafia e che devono essere i punti di partenza
anche per il lavoro di questa Commissione.
   Propongo, pertanto, di acquisire tali atti, perché questo
ci consentirebbe di avere un quadro della situazione
attuale.
  NICOLA MANCINO. Salva la possibilità di una sua
correzione, signor presidente, credo di dare all'introduzione
da lei svolta la seguente interpretazione: occorre acquisire
un quadro di conoscenze necessarie per poter disegnare una
linea di indirizzo e operativa da parte della Commissione.
   Condivido, tra l'altro, una sua dichiarazione che ho letto
in un'intervista, in cui lei afferma che bisogna recuperare il
tempo perduto. Un quadro di conoscenze diventa, quindi,
preliminare rispetto alla possibilità di puntualizzare un
programma organico per il lavoro della Commissione.
   Condivido, inoltre, l'ordine di priorità, nelle audizioni,
del Presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri
dell'interno e di grazia e giustizia. Ho avuto l'elenco dal
mio capogruppo.
  PRESIDENTE. Abbiamo poi deciso di ascoltare il
Presidente del Consiglio dei ministri alla fine, in chiave di
indirizzo complessivo.
   Comunque, l'elenco sarà successivamente integrato e
modificato.
  NICOLA MANCINO. Se fosse possibile, si dovrebbe tenere
conto di un'esigenza che mi sembra prioritaria anche sul piano
temporale: poiché si è discusso recentemente sull'usura come
anticamera dell'organizzazione malavitosa in materia
finanziaria, credo che anche l'audizione del ministro delle
finanze assuma un carattere prioritario.
   Analogamente, occorre individuare una collocazione
temporale prioritaria anche per l'audizione del governatore
della Banca d'Italia, così come per quella del presidente
dell'ABI. Dico questo perché ritengo che dovremmo sviluppare
una riflessione in ordine a una serie di società finanziarie
cosiddette minori, che però hanno finito con l'avere
prevalenza sull'intero territorio nazionale.
   Un quadro come questo potrebbe essere la premessa anche
per organizzare un intervento piuttosto organico da parte
della Commissione, perché il suo compito non è solo quello di
suggerire al Parlamento eventuali adeguamenti di natura
legislativa, ma anche quello di acquisire un complesso di
conoscenze e di indirizzi al fine di rendere più puntuale la
lotta alla criminalità organizzata.
   Vorrei inoltre suggerire un'integrazione alle questioni da
sottoporre al ministro dell'interno, alle quali lei ha fatto
riferimento. Lo dico alla luce di una mia esperienza
personale: sul piano parlamentare, proposi a suo tempo
un'integrazione dei compiti delle commissioni amministratrici
nei comuni disciolti per condizionamenti di tipo mafioso,
partendo dalla constatazione che non è sufficiente
amministrare in via straordinaria, ma occorre, quando si è
sciolto un consiglio comunale per tali ragioni, una
mobilitazione della pubblica opinione. Poiché la legge è stata
approvata ed è entrata in vigore soltanto all'inizio
dell'anno, vorrei che si chiedesse, se possibile, al ministro
dell'interno quale sia lo stato d'avanzamento dell'ultima
legge che ha integrato quella relativa allo scioglimento dei
consigli comunali. Si dovrebbe appurare, in sostanza, che cosa
abbiano fatto i commissari (che sono organi collegiali) nei
comuni per rendere ancora più incisiva la collaborazione della
popolazione nella lotta contro la criminalità organizzata.
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   SAVERIO DI BELLA. Signor presidente, colleghi, formulo
anch'io gli auguri di buon lavoro alla Commissione e ritengo
che dovremmo, fin dall'inizio, cogliere un dato che
personalmente mi sembra fondamentale: mi riferisco al fatto
che questa Commissione si trova ad operare in un momento nel
quale non è sufficiente guardare avanti, proprio perché la
legge istitutiva della Commissione stessa rimuove quello che è
stato un ostacolo per l'accertamento della verità su fatti
criminosi di estrema gravità avvenuti nel nostro paese negli
anni scorsi. Mi riferisco al comma 2 dell'articolo 3 della
legge istitutiva della Commissione antimafia, in cui si
preclude il ricorso al segreto di Stato per non rispondere su
eventuali aspetti e fatti di origine criminosa.
   Ritengo, pertanto, che la Commissione debba guardare
indietro, per rifare in qualche modo la storia vera degli anni
scorsi per quanto riguarda taluni delitti che rappresentano,
per così dire, crocevia fondamentali per capire alcune cose.
Ciò è indispensabile per avere le idee chiare su che cosa
fare: se, infatti, il passato resta oscuro, il presente è
difficilmente decodificabile, per cui le proposte che la
Commissione può avanzare rischierebbero di essere, al di là
della buona volontà di ciascuno di noi, in qualche maniera
"zoppe", proprio a causa dell'oscurità che continuerebbe ad
avvolgere il passato.
   Da questo punto di vista, ritengo che i lavori della
Commissione debbano essere divisi sostanzialmente in due parti
per quanto riguarda le grandi linee, al di là delle cadenze
che decideremo di seguire: la prima dovrebbe essere proiettata
a ricostruire fatti ed avvenimenti degli ultimi vent'anni, a
cominciare dal delitto Dalla Chiesa; la seconda parte dovrebbe
essere proiettata nell'oggi, secondo le indicazioni
fornite.
   Mi permetto anch'io di proporre un'integrazione con
riferimento all'audizione del ministro dell'interno, perché mi
sembra che non venga trattato il problema della
collaborazione, che dobbiamo rendere obbligatoria, tra le
forze di polizia e dell'esercito. La collaborazione tra
carabinieri, polizia e Guardia di finanza, salvo eccezioni
meritevoli e meritorie che esistono, è ancora largamente
carente. Se non riusciremo a coordinare queste forze, e quindi
gli sforzi della comunità nazionale, contro il crimine
organizzato, continueremo a "girare a vuoto", al di là degli
sforzi compiuti.
   Collegandomi alle osservazioni del senatore Mancino,
condivido la necessità di guardare con estrema attenzione ai
comuni disciolti per infiltrazioni mafiose, anche perché una
serie di esperienze (ne cito soltanto due a titolo
esemplificativo) dovrebbero seriamente allarmarci. Un esempio
è quello di Platì, dove il distacco dei cittadini dallo Stato
ha raggiunto livelli tali che ormai il carabiniere è un nemico
in territorio nemico. A Stefanaconi (l'unico comune sciolto
due volte per mafia), dopo che si erano svolte le elezioni,
vinte da un gruppo di giovani coraggiosi su un programma
dichiaratamente antimafia, lo Stato se ne è andato perché
carabinieri, poliziotti e finanzieri sono stati ritirati. Sono
così ripresi gli attentati e le minacce. A questo punto, le
famiglie dei giovani vincitori delle elezioni (hanno dai 20 ai
26 anni di età, e uno solo ne ha 28) stanno chiedendo loro di
ritirarsi, perché temono che da soli non siano in grado di
condurre la battaglia. Serpeggia nuovamente la paura.
   Se dovessimo essere sconfitti in circostanze di questo
genere, il destino che ci attende è quello di Platì: la
popolazione riterrebbe che la mafia è vincente perché vincere
democraticamente non ha senso, tanto si perde il giorno
dopo.
  GIROLAMO TRIPODI. Sono d'accordo sulle priorità indicate
dall'ufficio di presidenza allargato ai rappresentanti dei
gruppi. Tra le richieste che dovremmo porre al ministro
dell'interno vi è anche quella relativa ai mutamenti avvenuti
alla direzione della DIA, perché ritengo che dobbiamo avere
delucidazioni su quali siano stati i motivi della sostituzione
di De Gennaro dopo 14 mesi di attività: conosciamo le qualità
professionali ed il coraggio di questo funzionario.
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   Vorrei riproporre un tema che ho già affrontato in sede di
ufficio di presidenza. Ascolteremo ministri, responsabili
delle forze dell'ordine e rappresentanti di altre istituzioni;
credo però che non vada sottovalutato un altro problema che io
considero molto importante per dare alla Commissione la
possibilità di compiere un intervento e di dimostrare
sensibilità di fronte a problemi gravissimi. Mi riferisco a
ciò che sta accadendo in questi giorni a Reggio Calabria (tema
che ho già affrontato in una mia lettera): una donna protesta
da tempo di fronte al tribunale di Reggio Calabria facendo lo
sciopero della fame - e versa ormai in condizioni disperate -
per denunciare l'esproprio forzato delle sue terre da parte
della mafia nella zona di Oppido Mamertina. Ha testimoniato
sugli autori dell'esproprio forzato ed è stata collaboratrice
della giustizia per far individuare i responsabili
dell'assassinio del fratello, che resisteva all'imposizione
mafiosa alla vendita dei terreni. Nonostante tutto questo, lo
Stato le impone il pagamento delle tasse relative a questi
terreni, gestiti abusivamente dai nuovi "proprietari".
   Credo che, di fronte ad un fatto di questo genere, possano
emergere responsabilità delle autorità inquirenti, della
magistratura, anche se in questo momento è in corso un
procedimento nei confronti dei mafiosi che hanno espropriato
abusivamente molte proprietà terriere di quelle zone. Poiché
il fatto che ho ricordato evidenzia clamorosamente una
situazione gravissima, ritengo che l'audizione di questa donna
possa risultare utile per lo svolgimento del nostro lavoro.
Insisto perché si trovi il modo di ascoltare questa persona
che può fornirci un grande contributo di conoscenza sulle
espropriazioni mafiose di proprietà private.
  PRESIDENTE. L'ufficio di presidenza ha deciso non tanto
di ascoltare questa signora - dovremo valutare se sia
necessario sentire singole persone per evitare di farlo senza
alcuna selezione - quanto di intervenire per avere
informazioni precise dall'autorità giudiziaria,
dall'intendenza di finanza e dalla DIA sui motivi per i quali
possa ancora persistere questa situazione. In tempi brevi
potremo essere a conoscenza dell'eventuale (perché allo stato
non possiamo saperlo) inerzia dell'amministrazione pubblica:
successivamente decideremo se sarà necessario sentire la
signora di persona o se saremo in grado di intervenire
direttamente per sbloccare questa situazione.
  NICHI VENDOLA. Poiché vengo qui con atteggiamento
costruttivo, ho l'ambizione di mutare le mie opinioni sentendo
il parere del presidente e dei colleghi; ho l'ambizione che
anche i colleghi mutino le loro opinioni dopo aver ascoltato
il parere di altri. Presidente, lei ha assunto un
atteggiamento, prima in ufficio di presidenza ed ora in
Commissione, per cui replica immediatamente ad ogni collega
che interviene, non offrendo alla Commissione la possibilità
di svolgere un dibattito ed eventualmente, dopo aver sentito
tutti i gruppi, di formarsi un'opinione. Nessuno sta
proponendo di risolvere tutti i casi umani che esistono in
giro per l'Italia ascoltando le persone interessate; poiché,
però, tutti abbiamo denunciato che si è avuta una latitanza
dello Stato nel ritardo con cui è stata istituita la
Commissione antimafia, vi è un grande bisogno di offrire al
paese, alla coscienza del paese, il segnale che lo Stato è
impegnato nella lotta contro la mafia. Il caso ricordato, per
chi, come me, l'altro giorno è stato a Reggio Calabria,
rappresenta un fatto incredibile, di proporzioni gigantesche.
In tanti luoghi di quella città lo Stato non esiste, non
avanza. Allora, ritengo che possiamo...
  PRESIDENTE. Ho solamente informato la Commissione della
decisione assunta dall'ufficio di presidenza. Se la
Commissione ha una valutazione diversa la può esprimere, ma
era giusto che la informassi della linea che avevamo deciso,
mi pare unanimemente, di adottare.
  NICHI VENDOLA. Ne possiamo discutere diversamente...
Pagina 21
   NICOLA MANCINO. Se vi sono interventi ad adiuvandum
per la formazione di un programma iniziale di lavoro credo che
ognuno meriti di avere una risposta da parte del
presidente.
  VITTORIO TARDITI. Intervengo per proporre temi su cui
dibattere. Nell'indagine che andremo a svolgere iniziando con
le audizioni dei ministri Maroni e Biondi mi pare sia
opportuno compiere un accertamento - per il momento abbastanza
limitato, ma in futuro potremo approfondirlo acquisendo
notizie più dettagliate - relativamente ad un fenomeno che, se
in un primo tempo è stato considerato solo come una fuga dalla
povertà e una ricerca di benessere, in questo momento, in base
a ciò che leggiamo sulla stampa e che vediamo quotidianamente
in televisione, è caduto certamente sotto il racket della
mafia: mi riferisco all'immigrazione clandestina e alla tratta
di donne avviate alla prostituzione. Il fenomeno
dell'immigrazione clandestina, dovuto forse (anche se non
voglio entrare nel merito politico) a norme che occorrerà
modificare, ci interessa in ogni caso: l'attività di mafiosi
che prima si dedicavano al contrabbando di sigarette e oggi,
con gli stessi motoscafi, fanno la tratta di albanesi dovrebbe
essere oggetto di indagine affinché la Commissione possa
suggerire al Parlamento eventuali proposte di riforma della
legge Martelli o nuove norme volte ad eliminare questo
fenomeno, che ha caratteristiche sicuramente mafiose.
   Sento il dovere di toccare un argomento - affrontato in
colloqui informali con molti colleghi - che magari le
risulterà meno piacevole, presidente, cioè il programma dei
lavori. Molti colleghi ritengono che collocare audizioni sia
il lunedì sia il venerdì sia eccessivamente gravoso per la già
gravosa attività di parlamentari impegnati anche in altre
Commissioni. Sottolineo, assumendomene il peso (perché faccio
parte del gruppo al quale lei stessa appartiene, presidente),
l'opportunità di rivedere in un prossimo futuro questo
calendario dei lavori, eliminando almeno una delle due
giornate indicate per le audizioni, magari trovando un'altra
sistemazione. Naturalmente, il senso del dovere che ci anima
tutti è di rispondere alle chiamate, e noi abbiamo risposto;
tuttavia ho voluto sottolineare questo piccolo problema tra i
tanti.
  ANTONIO BARGONE. Avevo posto una questione metodologica,
ma mi pare che non vi sia stata risposta. Vorrei fare una
premessa: siamo qui per cercare di dare un contributo, il più
utile possibile, ai lavori di questa Commissione, facendo leva
sulla nostra esperienza e sulle nostre capacità; ma per fare
questo bisogna essere messi in condizione di operare. Prendo
atto che discutiamo di queste questioni dalle 16,30 e che non
siamo approdati a nulla, poiché la discussione svoltasi in
ufficio di presidenza aveva portato a conclusioni diverse da
quelle da lei qui esposte, presidente. L'elenco delle
audizioni non è stato consegnato ai membri della Commissione
ma ai capigruppo, che hanno espresso la loro opinione. Mi pare
che alla fine emerga un orientamento di questo tipo: non si
possono ascoltare tante persone (21, e magari se ne aggiungerà
qualcun'altra) senza avere un'idea di quali sono le priorità
di questa Commissione, quali i temi che dobbiamo privilegiare
e quali le iniziative che dobbiamo adottare. Non dobbiamo
perdere tempo.
   Mi sono permesso di suggerire - e poi vi sono state
proposte di tutti i gruppi, e in particolare una
dell'onorevole Ayala che mi è sembrata di buon senso - di
svolgere un primo pacchetto di audizioni che ci consenta di
aggiornare la nostra conoscenza delle varie questioni, tenuto
conto che non partiamo da zero bensì da un lavoro che è stato
già compiuto. Naturalmente, occorre rilanciarlo, perché vi è
un buco di sette mesi ed è necessario coprire alcuni ritardi.
Perciò non può essere sufficiente l'annuncio di due audizioni
e la proposta di svolgerne altre. Addirittura, abbiamo fatto
un passo indietro rispetto alle indicazioni emerse in sede di
ufficio di presidenza, perché siamo in presenza di una
proposta generica di audizioni, e quindi di temi generali
rispetto a quello
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che concretamente dobbiamo fare. Ho già detto in ufficio di
presidenza, e sono costretto a ripeterlo in questa sede, che
questo significa determinare una dispersione delle nostre
energie perché non si possono ascoltare tante persone senza
che ciò sia funzionale ad un obiettivo dato, che non può che
essere il programma della Commissione. Ripeto: né io né i
colleghi intervenuti nel corso della riunione dell'ufficio di
presidenza pretendiamo che il programma sia illustrato oggi o
predisposto ad horas. Ritengo tuttavia che oggi si debba
stabilire un percorso rapidissimo per arrivare ad un programma
dei lavori della Commissione e che ciò vada fatto
contemporaneamente alle prime audizioni (quelle del ministro
Maroni e del ministro Biondi, che sono sicuramente
necessarie). Del resto, mi pare che anche il senatore Ramponi
si fosse espresso in questo senso.
  LUIGI RAMPONI. Sì, l'ho detto anch'io!
  PRESIDENTE. Lo abbiamo detto ora!
  ANTONIO BARGONE. Senatore Ramponi, mi scusi: se lei
leggerà il resoconto stenografico della seduta di oggi potrà
facilmente constatare come i colleghi che non hanno preso
parte alla riunione dell'ufficio di presidenza non abbiano
affatto colto questa impostazione; in realtà, essi hanno colto
soltanto la proposta delle audizioni previste per lunedì
prossimo nonché l'indicazione di una serie di audizioni
successive, senza tuttavia capire chi siano i soggetti da
ascoltare e per quale ragione essi lo debbano essere.
  LUIGI RAMPONI. Però i colleghi hanno anche avuto modo di
capire dalle parole del presidente che non è ancora possibile
predisporre un preciso programma e che quest'ultimo sarà
approntato dall'ufficio di presidenza contemporaneamente alle
audizioni. Queste sono le conclusioni alle quali eravamo
arrivati!
  ANTONIO BARGONE. No, non siamo arrivati a queste
conclusioni. Questo è un percorso troppo generico che non
fissa tempi precisi.
  LUIGI RAMPONI. Allora, faccia lei una proposta!
  ANTONIO BARGONE. L'ho fatta, la proposta! Ho proposto
che, dopo le audizioni, si svolga una seduta della Commissione
nella quale il presidente illustri il programma e la
Commissione stessa lo discuta. Se questa è considerata una
proposta tranchant e non risolutiva, potremmo allora
prendere in esame, per esempio, le proposte dell'onorevole
Ayala.
  PRESIDENTE. Lo abbiamo detto fino ad adesso che è così
...!
  ANTONIO BARGONE. Presidente, mi consenta, ma lo posso
accettare solo fino ad un certo punto... Fino ad adesso non
abbiamo detto questo ma altro! La discussione, fino a questo
momento, si è avviata in maniera del tutto generica: ecco
perché sono stato costretto ad intervenire! Ho precisato che
la mia era una proposta collaborativa che teneva anche conto
del fatto - l'intervento del collega che mi ha preceduto, del
resto, ha ripreso la questione che le avevo anticipato - che
le previste audizioni non potranno essere concluse entro due
settimane (è irrealistico pensare ad una cosa di questo
genere!), essendo necessario almeno un mese e mezzo. Non
possiamo rimanere fermi in surplace per tutto questo
tempo limitandoci ad ascoltare quanto ci vengono a dire. Tra
l'altro, dobbiamo anche tenere presente quanto ci ha detto
l'onorevole Arlacchi, il quale ha sostenuto che non siamo una
"carta bianca" sulla quale scrivere delle cose: noi siamo
venuti qui perché abbiamo delle idee, delle esperienze, degli
elementi e dei dati sui quali lavorare e perché intendiamo
offrire il nostro contributo affinché la Commissione si avvii
rapidamente a lavorare in modo utile e produttivo. Non si
tratta di svolgere soltanto audizioni. Io non ho certo inteso
sostenere che le audizioni non si debbano svolgere, ci
mancherebbe altro! Le audizioni sono necessarie ed anche
utilissime, ma solo se inserite in
Pagina 23
un quadro di riferimento che ci faccia capire ... Se, per
esempio, dobbiamo privilegiare - come i colleghi del mio
gruppo ed io crediamo - le questioni relative all'economia
criminale ed alle risorse finanziarie di provenienza illecita,
sia nazionale sia internazionale, è chiaro che alla
Commissione dobbiamo dare un'impostazione di un certo tipo.
Se, sempre a titolo d'esempio, volessimo invece privilegiare
l'analisi dell'attività puramente repressiva, dovremmo seguire
un' impostazione diversa. E' chiaro, quindi, che si tratta di
operare alcune scelte: non si può fare tutto, altrimenti si
condanna la Commissione a svolgere un lavoro dispersivo. Si
tratta quindi di selezionare gli obiettivi e, per far questo,
è necessario partire con il piede giusto.
   Ritornando a ciò che sembrava essere stato deciso e che
poi si è perduto per strada, vorrei osservare che, con
riferimento a tutte queste audizioni - molti colleghi ne hanno
proposte di ulteriori, e ciò è ovvio di fronte ad un certo
modo di impostare i nostri lavori - sarebbe opportuno partire
con un primo pacchetto che comprenda le audizioni più
strettamente dirette all'attività di contrasto delle attività
mafiose, per poi fermarci brevemente per affrontare la
discussione sul programma di lavoro. Si potrebbero, per
esempio, insediare gruppi di lavoro che possano agevolarci
nello snellimento e nella specializzazione della nostra
attività, nella prospettiva di riferire le risultanze alle
quali perverranno alla Commissione plenaria. Se iniziamo la
nostra attività navigando a vista, procedendo ad una serie di
audizioni senza tuttavia sapere quali siano l'obiettivo,
l'impostazione ed il metodo che la Commissione intende
seguire, saremo costretti ad ascoltare di nuovo le stesse
persone con riferimento alle questioni sulle quali avremo
interesse a farlo. Tutto ciò comporterà una perdita di tempo e
significherà, in definitiva, girare a vuoto.
   Ho voluto sollevare questa questione, che riguarda anche
il rapporto all'interno dell'ufficio di presidenza, perché
ritengo che sia bene che tale rapporto venga chiarito subito.
Mi pare infatti che un chiarimento possa aiutarci a lavorare
in piena collaborazione, tenendo conto che la nostra
Commissione ha un compito delicatissimo e che quindi, a
maggior ragione, non può tollerare posizioni pregiudiziali o
atteggiamenti di slealtà.
  CORRADO STAJANO. Anch'io avverto la necessità di una
razionalizzazione. Mi sembra che sia stata scelta la strada
più facile, quasi scolastica, quella delle audizioni.
Intendiamoci: le audizioni sono necessarie - dopo un "buco" di
sei mesi nell'attività della Commissione - per capire cosa è
accaduto e cosa sta accadendo. In questa fase iniziale della
nostra discussione, tuttavia, sono emersi moltissimi temi,
particolari e generali. Ripeto: considero utile procedere alle
audizioni ma non possiamo dedicarci solo ad esse. A mio avviso
si pone pertanto la necessità di procedere contemporaneamente
all'organizzazione ed alla preparazione di un progetto sul
quale lavorare, anche perché ciò finirà per rendere più utili
le audizioni.
  MAURIZIO BERTUCCI. Ho l'impressione che nell'attuale
fase della discussione non si colga lo spirito di
collaborazione che si è invece registrato nella riunione
dell'ufficio di presidenza. In quella sede il presidente ci ha
sottoposto un elenco di persone da ascoltare e mi pare che
tutti avessimo concordato sull'opportunità di snellire quel
programma, tanto che avevamo raggiunto un certo tipo di
accordo. Gli onorevoli Mattarella ed Ayala avevano addirittura
sollecitato lo svolgimento delle audizioni di alcune di queste
persone e si era convenuto di procedere dapprima ad ascoltare
i ministri dell'interno e di grazia e giustizia e, alla fine,
il Presidente del Consiglio.
   Mi era sembrato comunque di capire - non vorrei che ciò
fosse il risultato di una mia distrazione - che, subito dopo
le prime audizioni, o contemporaneamente, avremmo proceduto,
come ufficio di presidenza, ad elaborare un programma sul
quale continuare a lavorare insieme. E' vero che l'attività
della Commissione si è interrotta per sei mesi e che molti
membri
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sono nuovi; tuttavia siamo tutti venuti in questa Commissione
animati da grande spirito di collaborazione. Chiedo ed auspico
pertanto che lo spirito di collaborazione che si è espresso
fino a mezz'ora fa continui a manifestarsi. Credo che quanto
detto dal presidente possa essere sintetizzato nel seguente
modo: si tratta, in sostanza, di procedere ad una prima
tornata di audizioni per poi predisporre un programma di
lavoro comune e, quindi, continuare con le altre audizioni.
  GIUSEPPE AYALA. Per quanto mi riguarda, cercherò di
resistere alla tentazione di ripetere quanto già detto nella
riunione dell'ufficio di presidenza. In questo senso, vorrei
subito tranquillizzarvi perché eviterò senz'altro di farlo.
Spero invece di portare un contributo pragmatico e concreto,
al quale mi ero già richiamato nella riunione dell'ufficio di
presidenza, che vorrei ora riproporre in linea di massima
arricchendolo di un contenuto che tenga conto anche di
circostanze future. In particolare, mi riferisco al fatto che
la prossima settimana lavoreremo soltanto nella giornata di
lunedì, considerato che vi sarà una situazione del tutto
particolare che vedrà lei, presidente, insieme al sottoscritto
ed al collega Arlacchi, assenti da Roma. Alla luce di questa
situazione, nonostante mi renda conto che si tratta di un
sacrificio per molti, almeno per la prossima settimana sarà
necessario tenere seduta nella giornata di lunedì.
   Passando ad una considerazione di fondo, ritengo che il
nostro obiettivo sia quello di conferire all'attività della
Commissione una razionalizzazione che assicuri la maggiore
utilità e la minore dispersione possibili nel nostro lavoro,
ferma restando l'opportunità (che anch'io, come molti colleghi
che mi hanno preceduto, condivido) di iniziare la nostra
attività con le audizioni dei ministri più direttamente
interessati ai problemi di nostra competenza, rinviando ad un
secondo momento l'audizione del Presidente del Consiglio.
   E' emerso il problema - al quale avevo già accennato in
sede di ufficio di presidenza e che è stato ripreso dal
senatore Mancino il quale, per ovvie ed intuibili ragioni, di
queste cose se ne intende - della criminalità economica, cioè
del rapporto tra crimine organizzato ed economia. Da questa
indicazione si può trarre spunto per individuare le famose
priorità che dobbiamo seguire. Ho ascoltato gli interventi di
molti colleghi i quali hanno suggerito di dedicare attenzione
ad una serie di temi che certamente - nessuno potrebbe
sostenere il contrario - non esulano dai compiti della
Commissione antimafia: il nostro lavoro - ahimè! - è
teoricamente sconfinato! Penso comunque sia inutile entrare in
polemiche di tipo politico o parapolitico. Se siamo tutti
convinti - e si tratta di un dato che possiamo verificare
immediatamente - che il tema del rapporto tra criminalità
organizzata ed effetti sull'economia è uno degli argomenti ai
quali assegnare priorità; se siamo tutti d'accordo che la
settimana prossima, per ragioni del tutto contingenti, non
potremo procedere se non all'audizione dei ministri
dell'interno e di grazia e giustizia, penso che fin da oggi
potremmo individuare un primo gruppo di lavoro che si occupi
di questo tema, anche esaminando gli atti della precedente
Commissione. Saranno necessarie, inoltre, altre audizioni:
penso, per esempio, al presidente dell'ABI, condividendo
pienamente la proposta del collega Mancino.
   Molti colleghi si trovano qui per la prima volta e
probabilmente non si sono mai occupati di mafia; costoro - o
perché entrati a far parte del gruppo di lavoro o perché ne
tesaurizzino i risultati - potrebbero, esaminando gli atti
importanti prodotti dalla precedente Commissione antimafia,
essere nella condizione di contribuire a dare un significato
alle prossime audizioni che a quel punto, in modo omogeneo,
potrebbero riguardare il governatore della Banca d'Italia, il
ministro delle finanze ed il ministro dei lavori pubblici
(quest'ultimo con particolare riferimento alla questione degli
appalti che, per la verità, rappresenta un aspetto a sè
stante, che richiederebbe un'audizione specifica ed uno
specifico gruppo di lavoro).
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   Le priorità le conosciamo. Non vi è dubbio, per esempio,
che la questione dei pentiti rappresenti una priorità della
quale dobbiamo occuparci, così come lo è la questione
carceraria. Non intendo apparire come il tipico saputello, che
tra l'altro non sono e - ripeto - non intendo essere. Tuttavia
- lo ribadisco - alcune priorità le conosciamo: anzi, magari
le conoscessimo tutte! Resta il fatto che su alcune di esse
non si discute: chi ha un minimo di dimestichezza con i
problemi che trattiamo conosce le priorità ed ha facilità ad
individuare i temi dei quali la Commissione dovrà occuparsi in
via principale. Uno di questi è indubbiamente rappresentato
dalla criminalità economica. Perché, allora, non stabilire
oggi (oltre a quelle che possiamo definire le audizioni
obbligate, che riguardano i ministri più coinvolti e
responsabili nella lotta al crimine organizzato) di prevedere
per la settimana prossima un primo approccio con il grande
tema del rapporto tra economia, finanza e criminalità
organizzata? Dico questo, signor presidente - e concludo -
perché, siccome la prossima settimana sarà, per così dire,
vuota (per le ragioni alle quali mi sono riferito in
precedenza), se costituissimo oggi stesso un gruppo di lavoro
che possa nel frattempo lavorare (non tutti, infatti, la
settimana prossima si recheranno negli Stati Uniti), al
ritorno potremmo disporre di un canovaccio pronto per
procedere ad audizioni omogenee su uno specifico tema. Avremmo
fatto un passo in avanti che ci consentirebbe di procedere
ulteriormente. Penso che oggi potrebbero essere costituiti
anche altri gruppi di lavoro, ma non voglio mettere troppa
carne al fuoco. Dico solo che quello al quale ho accennato
costituisce un sistema razionale di lavorare: non lo è invece
quello di andare avanti per audizioni.
  LUIGI RAMPONI. La proposta di disporre oggi la
costituzione di un gruppo di lavoro sugli aspetti economici e
di costituire anche altri gruppi di lavoro contrasta con la
logica organica cui dobbiamo ispirare la nostra attività.
Avete sottolineato l'urgenza di definire un programma,
colleghi. Naturalmente, una volta predisposto un programma, in
quest'ultimo risulteranno i principali temi da affrontare,
sulla base dei quali si formeranno i gruppi di lavoro.
Possiamo allora decidere di riunire i capigruppo nel corso
della giornata di domani oppure sabato o domenica e, se
sussiste la sottolineata urgenza, cominciare a delineare le
caratteristiche del programma.
  PRESIDENTE. Perché non possiamo farlo durante le
audizioni? Questo è quanto avevamo deciso.
  LUIGI RAMPONI. Se però tutti riconoscono l'urgenza della
questione, possiamo riunirci nella stessa giornata di domani
per tracciare un quadro (sarebbe poi sempre il solito quadro)
dei vari settori e procedere alla formazione dei gruppi di
lavoro. Altrimenti, come è stato sottolineato e come osservava
il presidente, possiamo aggiornarci alla settimana
immediatamente successiva a quella in cui si terranno le prime
audizioni. Queste sono, a mio avviso, le alternative
possibili.
  GIUSEPPE ARLACCHI. Credo che buona parte della
discussione finora svoltasi avrebbe potuto essere evitata se
si fosse seguito un metodo di lavoro più rigoroso in sede di
ufficio di presidenza. Sono sorti, invece, molti equivoci,
perché alla fine nessuno ricordava bene che cosa si era
concluso, a causa della lunghezza e della dispersività di
molti degli interventi. In tal modo si crea a volte del
nervosismo che non ha alcun significato politico ma denota
soltanto l'esistenza di difetti nell'organizzazione dei
lavori.
   Effettivamente, non si è compreso bene che cosa si era
deciso alla fine e sono sorti dei fraintendimenti, ma ritengo
che a questo punto si possa giungere a una definizione di
carattere pratico su che cosa fare fino alle prossime
scadenze.
   Tra l'altro, questi difetti di organizzazione dipendono
anche dall'urgenza che si è accumulata negli ultimi mesi:
molti membri della Commissione sono ben consapevoli
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del fatto che, dopo sette mesi di assenza di una
Commissione d'inchiesta sulla mafia, si è accumulata una
grande quantità di problemi, per cui non si pone soltanto la
questione delle audizioni, ossia della necessaria panoramica
d'insieme su quanto è accaduto in questo periodo, ma esistono
anche problemi emergenti (le vittime della mafia, l'usura e
così via) ai quali la Commissione deve dare una risposta.
   Nello stesso tempo, però, la Commissione deve avere ben
chiaro che cosa fare su un piano strategico di lungo periodo.
In quest'ottica si colloca il discorso sull'economia
criminale, emerso in vari interventi, che ci accomuna un po'
tutti, ma che va tenuto distinto da una gestione quotidiana e
immediata dei problemi della Commissione. Se, infatti, non
terremo ben distinti questi due piani, rincorreremo gli
avvenimenti oppure non riusciremo mai a darci un metodo di
lavoro. Mi sembra, quindi, che l'urgenza, che sottolineavo, di
formare gruppi di lavoro i quali svolgano la loro attività in
base ad un programma sia una necessità riconosciuta da
tutti.
   Il programma va definito in tempi brevi - anche questa mi
sembra una necessità ampiamente riconosciuta - e in base ad
esso occorre formare alcuni gruppi di lavoro, che però non
possono essere in numero di uno o due: per esempio, nella
precedente Commissione il loro numero andava dai 10 ai 12; lo
dico perché la Commissione ha una composizione assai numerosa
e vi è spazio sia per le tematiche di gradimento di ciascuno
sia per l'ampiezza dei temi da affrontare.
   Ritengo, quindi, che in una riunione urgente dell'ufficio
di presidenza allargato ai capigruppo (concordo con il
senatore Ramponi circa il fatto che tale riunione si tenga in
tempi brevissimi, anche domani) si dovrebbe cominciare a
delineare un programma dei temi principali da affrontare
nell'immediato ma anche nel lungo periodo, sulla base dei
quali definire i gruppi di lavoro. Credo che questo vada fatto
adesso, perché in caso contrario la questione verrebbe
rinviata alla settimana successiva alla prossima (nel corso
della quale il presidente sarà assente).
  PRESIDENTE. Anche il vicepresidente.
  GIUSEPPE ARLACCHI. Sì, però l'assenza del presidente
incide maggiormente sui lavori della Commissione.
   Per evitare che si crei un buco di dieci giorni, durante i
quali la Commissione procederà in fondo soltanto a due
audizioni, sia pure necessarie e insopprimibili, ritengo che
potrebbe essere convocata per domani una riunione dell'ufficio
di presidenza allargato ai capigruppo, per definire, nelle
linee generali, il programma e prevedere un numero congruo di
gruppi di lavoro, i quali potranno eventualmente cominciare ad
operare anche durante la prossima settimana. In caso
contrario, ci troveremmo a fissare tra dieci giorni una
riunione in cui si definiscano tali questioni, per poi
cominciare a lavorare fra due o tre settimane. Si tratterebbe,
a mio avviso, di un vuoto di organizzazione poco
giustificabile.
  MICHELE CACCAVALE. Sono uno dei commissari, ai quali
accennava l'onorevole Ayala, che finora non si sono mai
occupati di mafia; tuttavia, poiché mi trovo qui, vorrei dare
in pieno il mio contributo e chiedo ai colleghi di aiutarmi a
farlo. Pensavo che questa fosse una Commissione istituzionale,
ma vedo che anche qui la politica serpeggia (Commenti).
Alcuni atteggiamenti, infatti, sono politici.
   Chiedo al presidente di avere la possibilità di acquisire
un quadro completo ed aggiornato degli strumenti attualmente a
disposizione dello Stato nel campo della lotta alla mafia;
credo che tale quadro si possa acquisire soltanto attraverso
le audizioni proposte, non limitandole.
   Vorrei inoltre essere posto nella condizione di conoscere
i problemi che risultano oggi ancora aperti nei diversi
settori e nei vari ambiti di competenza, rispetto ai quali la
Commissione potrà poi approfondire le diverse tematiche una
volta elaborato il proprio programma di lavoro.
   Le chiedo quindi, presidente, di mettermi in condizione di
verificare la possibilità
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di intervento attraverso le audizioni che sono state
proposte.
  ANTONIO DEL PRETE. Signor presidente, vorrei avanzare
una proposta operativa pacificatrice.
   Convengo sull'opportunità di organizzare il nostro lavoro,
collega Arlacchi, ma proprio perché appare evidentemente
opportuno organizzarlo bene, non credo che cada il mondo se
proprio durante l'assenza sua e del presidente, a causa di un
impegno negli Stati Uniti, si consenta ai capigruppo di
organizzarsi in tal senso. Questo potrebbe essere un
utilissimo periodo di ripensamento affinché ciascuno possa
articolare una serie di proposte che, se avanzate domani a
tamburo battente, risulterebbero forse in qualche modo
carenti.
   Le proposte avanzate sono pienamente accoglibili, ma
l'unica cosa che non riesco a spiegare a me stesso è l'urgenza
di affrontare domani le questioni sollevate.
  LUIGI RAMPONI. Se la questione è urgente, affrontiamola
domani.
  PRESIDENTE. Poiché domani dovrò recarmi a Palermo,
potremmo eventualmente riunirci lunedì mattina alle 8 o alle
9.
  LUIGI RAMPONI. Allora fissiamo una riunione per
lunedì.
  ANTONIO DEL PRETE. Ritengo che si debba disporre di un
margine di tempo ragionevole per avanzare proposte concrete
sulla base di un confronto.
  LUIGI RAMPONI. Si tratta ora di fare un primo tentativo,
un draft, una bozza; poi si vedrà.
  PRESIDENTE. Ho l'impressione che, se si intende
predisporre un programma assembleare, il dibattito assumerebbe
proporzioni incontenibili. Mi ero ripromessa di presentare una
bozza, alla quale ciascuno può suggerire tutte le possibili
correzioni, ma non seguendo una procedura assembleare, perché
altrimenti rischiamo di impantanarci.
   E' vero che occorre procedere in fretta, ma a volte "la
gatta frettolosa fa i gattini ciechi". Dobbiamo invece agire
razionalmente: per quanto mi riguarda, si può convocare a
breve scadenza una riunione dell'ufficio di presidenza che
indichi le coordinate da seguire. Gli uffici collaboreranno
con me nella stesura di una bozza che sia il più possibile
ampia, completa e comprensibile su una serie di spunti e
tematiche che riguardino tutti i settori che ci devono
interessare; immediatamente dopo l'ufficio di presidenza potrà
prenderla in esame. A quel punto, saremo arrivati alla fine
del ciclo di audizioni, avremo ricevuto ulteriori spunti da
inserire e il 10 ottobre potremo partire con un quadro esatto
della situazione e con degli strumenti già evidenti.
   Questa era la proposta avanzata: forse non è stata
espressa bene, ma se non si parte in questo modo si finisce
con il procedere in modo raffazzonato.
  ALBERTO SIMEONE. Signor presidente, ho l'impressione che
ci si trovi di fronte soltanto a delle strumentalizzazioni
demagogiche: quando si parla di vuoti, non bisogna dimenticare
che i veri vuoti sono quelli di uno Stato che per troppi e
lunghi anni è stato latitante e non possono essere quindi
determinati dalla mancata approvazione di un piano che ci
possa portare immediatamente alla soluzione del problema!
   I vuoti - lo ripeto - sono presenti nel nostro ordinamento
e nella nostra società da troppi e lunghi anni, per cui
occorre colmarli, e per fare questo è necessaria un'attività
che sia davvero diuturna e nello stesso tempo effettivamente
seria. La serietà degli interventi intanto può esserci in
quanto vi sarà un piano che possa essere approntato
immediatamente dopo lo svolgimento delle audizioni: queste
ultime, infatti, saranno in grado di indicare una strada sulla
quale poi dovremo muoverci. Le coordinate di lavoro ci saranno
suggerite o imposte solo da quelle audizioni: ascolteremo i
ministri dell'interno e di
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grazia e giustizia, ma anche - mi auguro - il Presidente del
Consiglio, nonché il governatore della Banca d'Italia, tenendo
presenti tutte le polemiche succedutesi negli ultimi giorni
circa eventuali possibili responsabilità degli uomini che sono
stati al governo della Banca d'Italia in tanti inquietanti
problemi che sono stati sollevati.
   Ritengo, quindi, opportuno attendere lo svolgimento delle
prime audizioni, che ci suggeriranno la strada che sarà poi
seguita nel lavoro della Commissione.
  CORRADO STAJANO. Devo esprimere la preoccupazione di non
creare una sovrapposizione tra l'ufficio di presidenza e la
Commissione plenaria.
   Lei ha espresso timori nei confronti di una conduzione
assembleare, presidente, ma vorremmo rappresentare veramente
noi stessi, per cui si pone questa necessità. Mi è parso di
capire che oggi vi è stata una grande confusione: non so se
ciò sia imputabile ai tempi di discussione o ad altri fattori,
ma certamente quanto ci è stato proposto non era estremamente
chiaro. La preoccupazione è proprio quella di non creare una
contrapposizione tra l'ufficio di presidenza e la Commissione
plenaria, perché siamo tutti soggetti attivi.
   Anche con riferimento al regolamento, sono assolutamente
d'accordo con quanto ha affermato il senatore Mancino:
anch'io, non certo per mancanza di fiducia nei confronti del
mio capogruppo ma per sottolineare che svolgo appieno la mia
funzione, farò capo all'ufficio di presidenza per eventuali
proposte di modifica al regolamento.
  SAVERIO DI BELLA. Voglio attribuire le cause della
situazione verificatasi alla passione civile di ciascuno di
noi e al fatto che ci si rivede (questo vale per chi era già
membro della Commissione, mentre i nuovi componenti si vedono
ora per la prima volta) dopo mesi di necessaria interruzione
dei lavori della Commissione stessa a seguito dei fatti a
tutti noti: lo scioglimento anticipato del Parlamento, le
elezioni e così via.
   Mi auguro perciò che questa sia la prima e l'ultima volta
in cui non si riesce a capire quale sia stato il lavoro
dell'ufficio di presidenza, in ordine al quale abbiamo
ascoltato versioni contrastanti. Spero, quindi, che non si
verifichino più casi del genere e sono anch'io d'accordo circa
il fatto che l'ufficio di presidenza possa e debba predisporre
un programma che abbia una sua organicità, che poi la
Commissione plenaria potrà integrare o modificare. Occorre
però partire da qualcosa, e da questo punto di vista ritengo
che si potrebbe approvare l'ultima proposta della presidente,
che faceva riferimento a tale esigenza, ferma restando la
raccomandazione - mi sembra che tutti l'abbiamo espressa in
termini diversi ma nella sostanza uguali - di non sprecare
tempo, al fine di recuperare, se vi riusciremo, i mesi persi,
proprio perché siamo tutti consapevoli del fatto che la
situazione si è in qualche modo aggravata, anziché migliorare,
rispetto al passato.
   Da questo punto di vista, il paese si aspetta da noi una
capacità di azione, di analisi e di proposta che sia il segno
tangibile della volontà, che non nasce oggi ma oggi si può
rafforzare, di andare avanti con decisione per contribuire
finalmente a dare al nostro paese le armi idonee per
sconfiggere il fenomeno della mafia.
  ALESSANDRA BONSANTI. Presidente, mi preoccupo molto che
da questa prima seduta esca comunque un messaggio credibile
all'esterno, perché noi tutti sappiamo che sono molto
importanti i messaggi che da questo palazzo vengono rivolti a
Cosa nostra e a tutto il mondo della criminalità organizzata.
Allora, credo sia molto importante che, oltre alla notizia che
ascolteremo il ministro D'Onofrio (l'ho sentito varie volte in
Commissione cultura della Camera e spesso non è che mi abbia
fatto fare dei grandi passi avanti sulla scuola: figuriamoci
cosa succederà sulla mafia!) o il ministro Mastella, vi sia la
conferma che la Commissione, dopo aver concluso le prime due
audizioni, si occupi del programma e della formazione dei
gruppi di lavoro, dimostrando che è impegnata fino
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in fondo a dare il contributo che da essa ci si
aspetta.
  LUCA AZZANO CANTARUTTI. Mi era sembrato che durante la
riunione dell'ufficio di presidenza fossimo arrivati a
determinate conclusioni, grosso modo condivise da tutti
(mi correggano i colleghi se sbaglio). Mi permetto di chiedere
se le ho comprese bene. In questo caso potremmo ritenere
esaurita la discussione, senza voler interdire il diritto di
parola a chicchessia. In ufficio di presidenza tutti i gruppi
avevano concordato di procedere lunedì all'audizione dei
ministri Maroni e Biondi e, appena possibile (cioè al rientro
del presidente), dei ministri delle finanze e dell'industria e
del governatore della Banca d'Italia. Questo dovrebbe essere
il primo gruppo di audizioni da portare a termine in tempi
relativamente celeri. Contestualmente, si dovrebbe procedere
alla definizione del programma e alla costituzione di gruppi.
Questi dovrebbero di volta in volta porre l'accento sulla
necessità di ascoltare tutte le altre persone indicate nel
famoso elenco, cioè rappresentanti di forze di polizia, di
gruppi operativi e così via. Chiedo ai colleghi se questo era
l'intendimento comune a tutti, se non l'ho interpretato male,
e quindi se possiamo ritenerci d'accordo. Da parte nostra
l'accordo esiste.
  NICOLA MANCINO. Presidente, tento di riassumere per me
il frutto di una discussione apparentemente divaricante. Ho
avuto la fortuna di leggere per primo il preambolo che
accompagna l'elenco delle audizioni di soggetti istituzionali.
A me sembrava che si fossero introdotti due binari, uno per
realizzare un panorama informativo adeguato per tutta la
Commissione, cioè per i colleghi che si sono sempre
interessati ai problemi della malavita organizzata e anche per
i nuovi (abbiamo ascoltato, con sincerità di accenti, la
disponibilità di parlamentari neoeletti); l'altro binario è
rappresentato dal programma dei lavori. Ho ritenuto, per
motivi di urgenza, di proporre di ascoltare, oltre ai ministri
dell'interno e di grazia e giustizia, anche il ministro delle
finanze. A mio avviso, la criminalità finanziaria oggi
dovrebbe essere oggetto di particolare attenzione da parte di
tutti, indipendentemente dalle appartenenze territoriali
(parlare di criminalità finanziaria a Lecco non è più ultroneo
rispetto a qualche anno addietro).
   Per quanto riguarda i gruppi di lavoro, ritengo che,
piuttosto che discuterne in Commissione, sia opportuno
convocare una riunione dell'ufficio di presidenza che indichi
quali sono quelli ritenuti idonei. Al momento della
comunicazione alla Commissione, potranno essere avanzate
eventuali proposte miranti ad approfondire altri aspetti,
perché ciò potrebbe risultare utile nella definizione della
strategia da seguire nella nostra attività per la lotta alla
criminalità organizzata. Concordo, quindi, con molti colleghi
intervenuti, e in particolare con l'onorevole Ayala. Pertanto,
dopo le prime audizioni, il presidente potrebbe comunicarci un
programma da cui emerga la strategia da seguire. Piuttosto che
dividerci, credo che la cosa migliore sia inviare il messaggio
all'esterno cui faceva riferimento l'onorevole Bonsanti.
Sottolineo con gratitudine verso l'ufficio di presidenza che
il messaggio relativo all'articolo 41-bis
dell'ordinamento penitenziario va immediatamente lanciato,
perché credo che nessuno metta in dubbio che questa norma vada
confermata. Poi sarà il Governo a stabilire, di volta in
volta, quando occorrerà ricorrere al trattamento carcerario
differenziato e quando no. Sono dell'avviso di dare un
messaggio molto forte, soprattutto all'esterno, perché il
silenzio della mafia in questo periodo è molto sospetto.
  PRESIDENTE. Ritengo quindi che si possa procedere alle
prime audizioni, cominciando da quelle del ministro
dell'interno e del ministro di grazia e giustizia. L'ufficio
di presidenza aveva escluso per il momento l'audizione del
ministro delle finanze, ma ritengo che possiamo ascoltarlo.
Dovremo ascoltare anche il direttore della DIA, il capo della
DNA, il capo della Polizia, il direttore della Criminalpol, il
comandante dell'Arma dei carabinieri, il comandante
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della Guardia di finanza, il direttore degli
istituti di prevenzione e pena, i direttori del SISDE, del
SISMI e del CESIS, il comandante del ROS dei carabinieri.
Considerando che vi saranno tre sedute a settimana, i tempi
saranno estremamente brevi. Queste sono le audizioni che,
riguardando gli organi e gli strumenti di repressione,
rientrano in un pacchetto unitario e prioritario, già
approvato dall'ufficio di presidenza. Gli argomenti prioritari
che ci eravamo proposti di esaminare per valutare eventuali
miglioramenti che si ritenessero necessari riguardano il
citato articolo 41-bis, la legislazione a tutela dei
pentiti e dei testimoni nei processi di mafia, le procure
distrettuali antimafia e la DNA, l'attività delle forze di
polizia, anche per una collaborazione ancora più efficace con
la magistratura, e il potenziamento della DIA.
   Questi sono gli strumenti essenziali per la lotta alla
mafia, per cui affrontare il tema della criminalità economica
in questo momento diventa più difficile. Lo svolgimento di
queste audizioni è rivolto ad individuare e, se necessario, a
migliorare gli strumenti essenziali che abbiamo a
disposizione. Oltre a questi quattro o cinque argomenti che i
gruppi di lavoro dovranno affrontare (articolo 41-bis,
legislazione sui pentiti e testimoni contro la mafia,
procure distrettuali, coordinamento delle forze di polizia e
potenziamento della DIA), nella formazione di un programma più
globale saranno inseriti tutti i temi, dalla criminalità
economica ai collegamenti internazionali della mafia al
sequestro dei patrimoni e altro. Una volta terminato il primo
ciclo di audizioni, quindi non oltre il 7-10 ottobre, ma
auspicabilmente anche prima, potremo già disporre di un
programma e dei gruppi di lavoro. Questo era stato stabilito
in sede di ufficio di presidenza e mi pare che sia un
programma piuttosto razionale. In questo modo, anche i
colleghi che giustamente sottolineano che è la prima volta che
si occupano di questi argomenti avranno una visione dei primi
temi da affrontare sufficiente per poter lavorare tutti nelle
medesime condizioni. Vi prego pertanto di pronunciarvi su
questo prospetto.
  ANTONIO BARGONE. Mi rendo conto che è difficile arrivare
ad una sintesi però, presidente, vorrei, se fosse possibile
seguendo questo percorso, che si stabilisse di convocare una
riunione dell'ufficio di presidenza e subito dopo la
Commissione per esaminare una bozza di programma del
presidente. Nel frattempo si svolgeranno le audizioni
indicate.
  PRESIDENTE. Allora fissiamo per venerdì 23 settembre le
successive audizioni. Rientrerò un giorno prima dal mio
viaggio all'estero.
  ANTONIO BARGONE. Presidente, non abbiamo chiesto
questo.
  PRESIDENTE. L'ho proposto per abbreviare i tempi.
  ANTONIO BARGONE. No, presidente, non serve che lei
rientri un giorno prima. La mia proposta è diversa. Accettando
il prospetto da lei proposto, chiedo se sia possibile,
all'inizio della settimana successiva, dopo il suo rientro,
quindi dopo aver ascoltato i ministri dell'interno e di grazia
e giustizia e aver stabilito lo svolgimento delle altre
audizioni, affrontare, in ufficio di presidenza, la
discussione di una bozza di programma, da esaminare subito
dopo in Commissione. Se siamo d'accordo su questo, lo siamo
anche sul resto del percorso. Non è mia intenzione
sottilizzare sul programma proposto perché, se volessi farlo,
dovrei suggerire, ad esempio, l'audizione del ministro
dell'agricoltura sulla vicenda dell'AIMA. Tuttavia, poiché
abbiamo avviato un percorso che prevede l'audizione dei
ministri dell'interno e di grazia e giustizia nonché dei
responsabili delle forze dell'ordine, che penso siano i
soggetti più immediatamente interessati alle questioni di cui
ci occupiamo, penso che la settimana prossima si debba
cominciare a discutere il programma, in maniera tale che,
subito dopo, possano essere insediati i gruppi di lavoro. Se
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concordiamo su questa linea, possiamo anche fare a meno di
votare.
  PRESIDENTE. Eravamo già d'accordo!
   Pertanto la mia proposta si intende approvata. Se non vi
sono obiezioni, rimane così stabilito.
     (Così rimane stabilito).
  Invito tutti i colleghi ad utilizzare le giornate che ci
separano dal 26 settembre per esaminare le disposizioni
contenute nel regolamento interno e far pervenire eventuali
osservazioni, al fine di giungere in tempi brevi
all'approvazione del regolamento definitivo.
  LUIGI PERUZZOTTI. Presidente, nel riservarmi di farle
pervenire il testo di proposte di modifica al regolamento,
propongo che, per una sorta di rispetto nei confronti di
quanti operano contro la mafia e di coloro che in questa lotta
hanno perso la vita, durante le sedute della Commissione venga
inibito l'uso dei telefonini cellulari.
  CORRADO STAJANO. Cosa c'entrano i morti?
  LUIGI PERUZZOTTI. Non è possibile che, quando si parla
di cose serie, ci si metta a telefonare!
  GIANVITTORIO CAMPUS. Presidente, non ho ricevuto alcuna
spiegazione in merito ad un episodio verificatosi oggi.
All'inizio della seduta è stata distribuita a tutti la
fotocopia di un articolo tratto da un giornale. Vorrei sapere
perché ciò è avvenuto e per iniziativa di chi. Si è trattato
di un vero volantinaggio fatto dai commessi della Camera!
Vorrei sapere se è prassi della Commissione che qualcuno
faccia pubblicità politica utilizzando mezzi istituzionali in
una Commissione parlamentare.
  GIUSEPPE ARLACCHI. Sono stato io, ma l'ho fatto per
garantire un'informazione. Mi scuso, ma non era un
volantinaggio.
  ALBERTO SIMEONE. Sarebbe più opportuno e delicato che
per queste inconsuete forme di pubblicità si utilizzasse la
casella postale!
  PRESIDENTE. Devo dire che non ero a conoscenza
dell'episodio segnalato dal collega Campus, il quale appare
quantomeno assai irrituale.
  RENATO MEDURI. Pur concordando con la proposta del
presidente, vorrei - senza che ciò significhi banalizzare il
discorso - attirare nuovamente l'attenzione sulla scelta dei
giorni della settimana indicati per le prossime convocazioni
della Commissione. Ritengo che si possa accettare l'ipotesi di
lavorare un giorno al di fuori dei tre centrali della
settimana tradizionalmente dedicati ai lavori parlamentari, ma
che la previsione di tenere sedute sia il lunedì pomeriggio
sia il venerdì mattina significhi sacrificare due giornate
piene. Prego pertanto la presidenza e l'ufficio di presidenza
di esaminare la possibilità di utilizzare solo uno dei due
giorni, magari prevedendo una seduta in orario serale in uno
dei giorni tradizionalmente dedicati allo svolgimento dei
lavori delle Camere (martedì, mercoledì e giovedì).
  PRESIDENTE. L'ufficio di presidenza ha deciso che,
quanto meno per le prossime audizioni, debbano essere
utilizzate anche le giornate di lunedì pomeriggio e di venerdì
mattina. Abbiamo anche convenuto che, indicativamente, sia il
lunedì pomeriggio sia il venerdì mattina saranno utilizzati
quando sarà necessario, per la motivazione abbastanza ovvia
che, essendo le esigenze della Commissione prioritarie
rispetto a quelle personali, lavorative e di collegio, sarà
bene seguire tale orientamento. Ovviamente, nessuno è
obbligato a venire: se qualcuno ha degli impegni può non
partecipare alle sedute. L'orientamento, però, dev'essere
dato. D'altra parte, vanno considerati i problemi che ci
troviamo di fronte e l'urgenza con cui ci dobbiamo misurare.
Non possiamo quindi limitare la nostra attività ai tre giorni
centrali della settimana perché ciò ci costringerebbe
Pagina 32
ad iniziare le sedute nel tardo pomeriggio, con ovvi
prolungamenti di orario.
  GIANVITTORIO CAMPUS. Sarebbe preferibile concludere le
sedute a tarda ora piuttosto che farle svolgere il lunedì.
  PRESIDENTE. Non vorrei essere scortese, onorevoli
colleghi, ma non credo che lo svolgimento della funzione
parlamentare sia legato ad una situazione di comodo. Poiché vi
siete assunti questa responsabilità, consapevoli che essa
avrebbe comportato sacrifici, penso sia giusto dare una
dimostrazione d'impegno.
   Ripeto: se qualcuno avrà degli impegni potrà non
partecipare alle riunioni, ma l'orientamento di fondo resta
quello indicato anche se, è evidente, quando sarà possibile,
eviteremo di riunirci il lunedì pomeriggio. A titolo
orientativo, dovete tuttavia tener conto che il pomeriggio del
lunedì può essere, anche spesso, utilizzato per le nostre
sedute.
   Comunico che l'ufficio di presidenza della Commissione è
convocato per lunedì 19 settembre, alle 15. La Commissione è
invece convocata per lunedì prossimo, rispettivamente alle ore
11 e alle ore 16, per le audizioni dei ministri dell'interno e
di grazia e giustizia.
              Comunicazioni del presidente.
  PRESIDENTE. Propongo alla Commissione di acquisire
formalmente tutti gli atti formati o pervenuti alla
Commissione nel corso della passata legislatura. Se non vi
sono obiezioni, rimane così stabilito.
     (Così rimane stabilito).
   La seduta termina alle 18,30.

 


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