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Violante: seduta 53
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                      Pagina 2373
        PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
                        indice
Discussione del documento elaborato a seguito del
Forum su economia e criminalità:
Violante Luciano,  Presidente                  2383, 2384
Acciaro Giovanni Carlo                               2484
D'Amelio Saverio                                     2384
Smuraglia Carlo                                      2383
Tripodi Girolamo                               2383, 2384
Rinvio dell'audizione del ministro di grazia e giustizia,
professor Giovanni Conso:
Violante Luciano,  Presidente                        2375
Sostituzione di un membro della Commissione:
Violante Luciano,  Presidente                        2385
Sui lavori della Commissione:
Violante Luciano,  Presidente            2385, 2386, 2387
                             2388, 2390, 2391, 2392, 2393
Borghezio Mario                                      2388
Brutti Massimo                                       2391
Cabras Paolo                             2386, 2387, 2392
Casoli Giorgio                                       2392
D'Amelio Saverio                                     2391
De Matteo Aldo                                 2386, 2390
Florino Michele                                      2388
Frasca Salvatore                               2385, 2386
                                         2387, 2388, 2391
Galasso Alfredo                                      2393
Robol Alberto                                        2392
Smuraglia Carlo                                      2388
Tripodi Girolamo                               2390, 2391
Votazione del documento elaborato a seguito del
Forum su economia e criminalità:
Violante Luciano,  Presidente                        2375
                         Pagina 2374
                         Pagina 2375
La seduta comincia alle17.
 (La Commissione approva il processo verbale della
seduta precedente) .
                  Rinvio dell'audizione del
ministro di grazia e giustizia, professor Giovanni
Conso.
 PRESIDENTE.  Comunico che il ministro Conso ha
chiesto di rinviare a martedì prossimo l'incontro
previsto per oggi, in quanto deve recarsi alla
Camera per rispondere alle interrogazioni ed alle
interpellanze presentate sul suicidio di Cagliari.
                   Discussione del documento
elaborato a seguito del Forum su economia e
criminalità.
 PRESIDENTE.  Ricordo ai colleghi che il documento
contenente le conclusione del Forum sull'economia
e criminalità svoltosi nei giorni 14 e 15 maggio
1993 è stato inviato già da qualche tempo a tutti
i componenti la Commissione.
  Sarebbe bene che cogliessimo l'occasione odierna
per esaminare e licenziare in linea di massima
tale documento in considerazione del fatto che,
sulla base di quanto emerso nel corso di quel
Forum, tanto il ministro per la funzione pubblica
Cassese quanto la Confindustria hanno cominciato
ad assumere comportamenti coerenti con ciò che in
quel Forum è emerso, in particolare con norme di
autoregolamentazione che costituiscono il
presupposto per l'alleggerimento delle norme di
carattere pubblico e statuale.
  Do ora lettura del documento:
1. Premessa.
 La Commissione parlamentare antimafia osserva:
1.1 il Forum "Economia e Criminalità", svoltosi a
Roma
nei giorni 14 e 15 maggio 1993 con la
partecipazione delle
massime autorità dello Stato, di altre autorità
competenti, magistrati, rappresentanti delle forze
dell'ordine, studiosi di diverse discipline,
esponenti di paesi esteri e di organismi
internazionali, ha conseguito gli obiettivi
prefissati di analisi e di acquisizione di
proposte operative.
1.2 Lo svolgimento dei lavori ha confermato la
validità
del metodo seguito, improntato ad un approccio
interdisciplinare e al pieno coinvolgimento di
tutte le componenti socio-economiche interessate
alla materia, mediante un aperto confronto di
esperienze e competenze diversificate e
complementari.
1.3 I rappresentanti del mondo accademico,
imprenditoriale e sindacali hanno manifestato la
loro disponibilità ad un attivo e diretto impegno
sui temi del Forum ed hanno condiviso le linee
emerse dalla discussione.
1.4 I risultati del Forum hanno evidenziato che la
criminalità organizzata agisce all'interno del
sistema dell'economia legale ricercando posizioni
di dominio e di rendita attraverso l'esercizio
della violenza e l'utilizzo di capitali accumulati
illegalmente. Essa utilizza i
                             Pagina 2376
varchi lasciati aperti e le distorsioni create
dalle normative interne e dal mancato
coordinamento tra le normative dei diversi Stati.
La presenza della criminalità organizzata nei
settori dell'economia limita la libertà di accesso
alle opportunità di investimento, di occupazione e
di consumo; altera il funzionamento dei mercati
dei prodotti, della proprietà, dei capitali e del
lavoro; pregiudica il benessere sociale e il sano
sviluppo economico.
1.5 Per affrontare il fenomeno occorrono una serie
di strumenti diretti:
al corretto funzionamento delle imprese e dei
mercati, che è garantito da un'azione efficace
dello Stato e degli organismi internazionali e,
insieme, dalla partecipazione attiva, trasparente
e responsabile di tutti i soggetti, privati e
pubblici, che operano nel sistema economico, sulla
base di una generale affermazione dei valori etici
e della cultura della legalità;
         al superamento delle condizioni di isolamento dei
singoli soggetti esposti ai condizionamenti e alle
aggressioni della criminalità organizzata, che può
essere realizzato facendo crescere la
cooperazione, diffondendo le informazioni e
qualificando le libere iniziative economiche con
riguardo
alla loro utilità sociale secondo gli indirizzi
della Costituzione.
 La Commissione parlamentare antimafia delibera di
formulare le seguenti indicazioni in ordine ai
principi, agli obiettivi e agli strumenti per
perseguire un'efficace azione anticrimine nel
settore dell'economia:
2. I princìpi.
2.1 La lotta alla criminalità organizzata richiede
una
risposta globale, su tutti i fronti, con il
concorso di tutte le componenti delle istituzioni
e della società. Esige una forte integrazione tra
le azioni nei diversi settori, capace di
sviluppare sinergie.
  Compete allo Stato esercitare poteri di impulso,
indirizzo, coordinamento e controllo. Il
coordinamento e le sinergie stimolano le capacità
professionali, accrescono il rapporto di fiducia
tra società e istituzioni.
   Occorre rimuovere i condizionamenti sociali
prodotti dal dominio criminale.
2.2 L'isolamento del crimine deve entrare a far
parte
del modo di operare ordinario di ciascun soggetto,
pubblico o
    privato, nello svolgimento quotidiano dei
rispettivi compiti. Se gli strumenti ordinari non
funzionano, è prevedibile il
fallimento degli interventi straordinari. Quando
l'ordinarietà funziona, si riduce l'esigenza del
ricorso a strumenti straordinari.
 2.3 La partecipazione attiva e responsabile di
tutti all'azione di isolamento del crimine
comporta l'applicazione del principio di
responsabilità individuale per l'osservanza delle
diverse regole, pubbliche, private e di settore,
che ciascun soggetto è tenuto a rispettare.
  La responsabilità politica e la responsabilità
professionale hanno autonomo rilievo e sono
oggetto di autonoma pronuncia rispetto alla
responsabilità penale e alle altre forme di
responsabilità legale.
 2.4 E' necessario promuovere, anche tra le
generazioni
più giovani, attraverso la scuola, le università e
le altre istituzioni educative, la formazione di
una cultura di base che unisca la conoscenza dei
principi costituzionali e delle leggi alla
incentivazione delle forme di partecipazione
attiva alla vita della cosa pubblica, in vista
della costruzione di un programma sociale di
prevenzione della criminalità.
 2.5 L'azione anticrimine presuppone, da un lato,
la moralità e la correttezza di comportamento dei
leaders politici e degli altri servitori dello
Stato, dall'altro la
Pagina 2377
piena affermazione del principio di legalità e
della deontologia tra i privati.
  Alle autorità di controllo si richiede di
mantenere
condizioni di terzietà e di autonomia rispetto
alle categorie controllate.
 2.6 La difesa del sistema economico, dei suoi
valori, delle sue regole di funzionamento è parte
integrante della strategia di lotta al crimine
organizzato.
  L'isolamento economico della mafia e delle altre
forme di criminalità organizzata concorre a
distruggere le organizzazioni criminali; serve a
difendere il mercato; fornisce un contributo allo
sviluppo economico.
  In relazione ai princìpi esposti la Commissione
parlamentare antimafia ritiene che vadano
perseguiti i seguenti obiettivi:
3. Gli obiettivi.
 3.1 Ridurre le opportunità criminali, cioè
ridurre le
possibilità di guadagno offerte dalle operazioni
sui mercati illegali di tipo tradizionale e di
nuova formazione.
          Le organizzazioni criminali approfittano delle
                            possibilità
offerte dalle domande di beni e servizi illegali e
dalle debolezze politiche ed economiche che
caratterizzano molti paesi del mondo e che
favoriscono le complicità e la corruzione,
indebolendo l'azione di contrasto.
 3.2 Ridurre la vulnerabilità dei mercati legali
esposti alle infiltrazioni delle organizzazioni
criminali.
  I profitti sviluppati nei mercati illegali
alimentano le attività cosiddette legali della
criminalità organizzata. Attraverso il ricorso
alla corruzione e alla violenza, le organizzazioni
criminali realizzano profitti in misura maggiore
di quanto farebbero per le stesse attività
imprenditori non criminali. Le infiltrazioni
criminali nei mercati legali rispondono a bisogni
di riciclaggio del denaro sporco, a politiche di
controllo del territorio, a obiettivi di
acquisizione di monopoli. L'imprenditore criminale
approfitta delle difficoltà di una impresa o
persona per impossessarsi delle sue attività o
beni con l'intimidazione. A volte la stessa
organizzazione criminale crea difficoltà
economiche all'impresa che vuole acquisire,
portandola al fallimento e rilevandola
successivamente a prezzi irrisori.
 3.3 Mantenere l'integrità e l'efficienza del
sistema
economico.
         Nel settore dell'economia la difesa va costruita
                              in via
preventiva e in modo positivo, idoneo a far leva
sulle potenzialità di ciascun soggetto. Deve tener
conto degli obiettivi, dei valori e dei vincoli
che governano i comportamenti delle imprese e
degli altri soggetti, pubblici e privati, a vario
titolo presenti sui mercati, incentivandoli a
resistere alle pressioni criminali, a rifiutare i
vantaggi che queste possono offrire ai singoli, ma
in danno per il mercato e l'economia.
  Gli interventi contro la criminalità organizzata
non devono comportare misure vessatorie per i
cittadini o esaurirsi in prescrizioni formali e
burocratiche. Queste infatti determinano costi
elevati; si rivelano il più delle volte inidonee a
contrastare un fenomeno per sua natura duttile;
finiscono per favorire comportamenti elusivi.
Anche la disciplina penalistica a carattere
sanzionatorio da sola non è sufficiente a
risolvere i problemi in modo soddisfacente.
  Per raggiungere gli obiettivi esposti la
Commissione parlamentare antimafia segnala gli
strumenti ritenuti necessari:
4. Gli strumenti.
A - la legislazione
 A.1 La produzione legislativa in campo economico
deve essere informata a criteri di chiarezza,
certezza e attuabilità, avendo come obiettivo
quello di difendere senza opprimere. Le norme
devono essere scritte avendo di mira il cittadino-
utente
                             Pagina 2378
e curando di rispettare le sue capacità di
comprensione della volontà della legge.
  Le difficoltà di applicazione delle leggi e gli
scollamenti tra le prescrizioni normative e i
comportamenti concreti possono inficiare la
credibilità dell'ordinamento e aumentare i costi
dell'agire economico.
  Si suggerisce che il Parlamento e i consigli
regionali si dotino di apposite strutture tecniche
per la verifica della coerenza tra le
disposizioni, prevedendo momenti periodici di
confronto.
 A.2 Il diritto penale dell'economia deve essere
raccordato al diritto penale tributario e al
diritto penale
antiriciclaggio, realizzando una disciplina
globale e omogenea mirata all'obiettivo della
trasparenza. Va evitata il più possibile
l'adozione di norme dettate dall'emergenza
prodotta da circostanze particolari.
  Lo strumento della repressione va integrato con
il ricorso alle sanzioni amministrative nei casi
in cui queste possono rivelarsi efficaci.
 A.3 La normativa sugli argomenti di maggior
rilievo -
tra cui: il fisco, appalti, investimenti pubblici,
concorrenza, mercato dei valori mobiliari, diritto
penale dell'economia, misure di prevenzione
antimafia - esige razionalizzazione e
modernizzazione, anche mediante testi unici.
  Gli interventi urgenti da realizzare riguardano:
l'allargamento delle ipotesi di reato presupposto
del delitto di riciclaggio;
    la realizzazione delle procedure per la
segnalazione delle operazioni sospette, anche a
tutela della riservatezza di chi le effettua;
         la disciplina dell'amministrazione dei patrimoni
sequestrati e confiscati.
B - la giurisdizione
 B.1 Una società civile ha bisogno di forme rapide
ed affidabili per la tutela dei diritti. Dove
queste mancano vi
sarà sempre spazio per le organizzazioni criminali
che trarranno alimento dalla incapacità dello
Stato di dare risposte alle domande di giustizia.
  Sul piano giudiziario il contrasto al crimine
organizzato non può svilupparsi solo avendo di
mira le emergenze penali. La giustizia penale è
una giustizia straordinaria, che interviene nella
patologia dei rapporti sociali, mentre il
cittadino ha bisogno di essere tenuto lontano
dalle forme criminali nelle manifestazioni del
vivere sociale ordinario.
Restituire effettività alla giustizia ordinaria,
civile e
penale, significa ricreare tra il cittadino e lo
Stato un circuito di affidamento che è tanto più
pregnante in quanto inerisce a una funzio ne
carica di valori simbolici.
 B.2 Senza distrarre minimamente l'attenzione
dalla giustizia penale, è di primaria importanza
restituire dignità ed efficacia a tutte le forme
di tutela processuale, tra cui quella civile
assume carattere prioritario sia per lo svilimento
che di fatto attualmente la caratterizza sia per
la particolare esposizione agli appetiti
criminali.
  La creazione di meccanismi deflattivi del
contenzioso civile attraverso la attribuzione del
potere di soluzione di conflitti minori ad
autorità diverse dal giudice o in forme
semplificate di accesso alla giurisdizione può
servire a restituire effettività e, con
l'effettività,dignità al ruolo della giurisdizione
civile.
  Rivestono carattere di urgenza la piena
applicazione della figura del giudice di pace e
l'entrata in vigore della legge di modifica al
codice di procedura civile, che richiedono un
corredo in termini di potenziamento delle
strutture, degli organici e delle dotazioni
materiali sui quali nessuna ricognizione è stata
fatta.
 B.3 E' necessario far funzionare la giustizia del
lavoro, evitando situazioni di disfunzione e di
paralisi che lasciano priva di tutela proprio la
fascia sociale
                             Pagina 2379
più esposta al ricatto delle scorciatoie sommarie
offerte dalla criminalità organizzata.
C- l'efficienza e la trasparenza della pubblica
amministrazione
 C.1 L'attività della pubblica amministrazione
deve
essere regolata in modo coerente agli obiettivi,
con ricorso anche a norme di diritto privato.
  E' opportuno ridurre i margini di
discrezionalità e favorire una maggiore
automazione nelle decisioni sulle spese e   sugli
incentivi.
  Vanno specializzate le funzioni delle
amministrazioni per la con trattazione di appalti,
opere, forniture e servizi.
 C.2 Ciascuna autorità amministrativa è chiamata a
utilizzare tutti gli spazi operativi a
disposizione per conseguire gli obiettivi che le
sono affidati, rispettando gli ambiti delle
competenze e coordinandosi nel modo migliore con
le altre autorità.
            Vanno favoriti collegamenti diretti tra le
                             strutture
operative di diverse amministrazioni, evitando la
complicazione di passaggi formali obbligati per i
rispettivi vertici.
 C.3 Alle autorità spetta il compito di
identificare e rimuovere tutti i fattori di
origine criminale o di altro genere che
determinano alterazioni della concorrenza,
posizioni di rendita, distorsioni dei mercati e
opacità informative.
 C.4 Le amministrazioni sono chiamate a verificare
in
modo efficiente e tempestivo gli adempimenti
societari, fiscali, contributivi e di altro genere
cui gli operatori sono tenuti, evitando, per
quanto possibile, di estendere ulteriormente tali
adempimenti.
 C.5 Si suggerisce di qualificare i controlli
all'interno della pubblica amministrazione,
introducendo meccanismi di riscontro, vicini ai
momenti operativi, capaci di verificare il
conseguimento degli obiettivi, cogliere eventuali
distorsioni derivanti da impropri condizionamenti
e disincentivare comportamenti inefficienti.
           C.6 La funzione pubblica è un servizio per i
                            cittadini,
non è un privilegio per il funzionario.
  I funzionari pubblici non devono limitarsi al
rispetto formale delle procedure ma devono
perseguire gli obiettivi dell'amministrazione da
cui dipendono, ricercando la massima efficacia in
funzione del soddisfacimento delle esigenze della
collettività e dei destinatari della funzione
svolta.
 C.7 La condotta dei funzionari pubblici deve
essere improntata a criteri di integrità,
autonomia da ogni improprio condizionamento,
indipendenza di giudizio e imparzialità.
        I funzionari devono essere incentivati al rispetto
                                dei
principi legali ed etici, stabilendo un rapporto
fiduciario con i superiori e i collaboratori,
garantendo la circolazione delle informazioni
sulle deviazioni riscontrate.
D- le regole di comportamento degli operatori
economici
 D.1 L'adozione esplicita e trasparente di regole
di comportamento da parte degli operatori
favorisce il rispetto delle leggi dello Stato e di
standard di comportamento conformi ai principi di
correttezza, di affidabilità e di buona fede.
  La specificazione di quali azioni debbano essere
considerate biasimevoli determina la formazione di
prassi operative atte a indirizzare una
convergenza positiva dei comportamenti
individuali.
  Affinché alle regole corrispondano comportamenti
effettivi degli operatori, le regole devono essere
il più possibile chiare e fatte proprie dalla
generalità degli operatori appartenenti alle
diverse
                             Pagina 2380
categorie, così da ridurre nei singoli soggetti il
timore di comportamenti altrui improntati a
opportunismo.
  Le regole si incardinano nell'ordinamento
attraverso gli statuti, le discipline di settore,
gli accordi di categoria, i codici deontologici, i
patti contrattuali.
 D.2 Il contenuto delle regole dovrà anzitutto
ribadire
la osservanza delle norme e dei principi per il
contrasto della criminalità organizzata e
l'imperativo della collaborazione con l'autorità
giudiziaria. Riguarderà inoltre gli aspetti
principali dell'operatività e dell'organizzazione
delle imprese, tra cui:
    attenta valutazione della provenienza dei
capitali e selezione delle controparti nei
rapporti d'affari;
    rifiuto di effettuare operazioni irregolari o
collegabili a disegni criminali o ispirate da
intenti illeciti o       palesemente irrazionali o
in concreto non realizzabili;
    rifiuto di ogni improprio condizionamento nei
rapporti contrattuali con lo Stato e gli enti
pubblici;
    massima attenzione alla affidabilità della
proprietà e del  management  e alla corrispondenza
tra le competenze professionali possedute, le
funzioni esercitate e i poteri attribuiti;
    adeguatezza dell'organizzazione e dei
controlli interni, corretta tenuta della
contabilità e delle altre evidenze, al fine di
assicurare trasparenza e intellegibilità
attraverso sistemi di comunicazione e verifica
interna dei dati.
 D.3 La violazione delle regole deve costituire un
disvalore, essere pubblicizzato fra coloro che le
hanno sottoscritte e rappresentare il presupposto
per una sanzione, sia all'interno delle aziende
sia nei rapporti tra le aziende
sul mercato. Deve essere prevista la possibilità
di espellere gli operatori scorretti e quelli che
operano su basi non convincenti.
  Occorre poter intervenire con tempestività in
situazioni pericolose suscettibili, sulla base
dell'esperienza, di produrre o favorire fatti
criminosi.
E- il contributo delle associazioni di categoria
 E.1 Gli organismi rappresentativi delle categorie
degli operatori economici e sindacati di
lavoratori sono chiamati a collaborare per il
superamento di comportamenti che, volti alla
ricerca del massimo profitto individuale nel breve
periodo, producano una riduzione del benessere
generale e in prospettiva il peggioramento delle
condizioni dei singoli operatori.
         Vanno adottate forme opportune di regolazione dei
                             fenomeni
di illegalità economica riferiti alle attività
imprenditoriali e        alle prestazioni
lavorative.
 E.2 Spetta alle associazioni di categoria:
         diffondere i contenuti del presente documento tra
                                 i
propri associati;
    promuovere l'attuazione puntuale delle
indicazioni qui riportate, soprattutto con accordi
di categoria per l'adozione delle regole di
comportamento e delle altre misure che,
consentendo la condivisione dei costi e dei
rischi, rendono sostenibile e vantaggiosa la
resistenza dei singoli all'azione criminale;
        verificare che alle dichiarazioni facciano seguito
comportamenti coerenti;
           sanzionare comportamenti dei soggetti che non
                             osservano
le regole deontonologiche stabilite.
 E.3 Forme più incisive della collaborazione nella
lotta alla criminalità organizzata possono essere
richieste ai professionisti e alle altre categorie
per le quali è prevista l'iscrizione in albi o
prove di abilitazione, anche in considerazione
della tutela fornita dall'ordinamento
nell'interesse della collettività e della
necessità di mantenere elevati i livelli di
professionalità e affidabilità.
Pagina 2381
  Gli ordini professionali sono impegnati a
promuovere la collaborazione degli iscritti nel
contrasto alla criminalità organizzata e a
svolgere rigorose verifiche applicando misure
sanzionatorie agli aderenti che non rispettano le
regole di comportamento.
         Vanno attivati controlli efficaci e sostanziali,
                             ad opera
degli organo preposti, sulla capacità degli ordini
professionali di far rispettare le regole interne
della categoria.
F- l'informazione
 F.1 L'informazione è elemento essenziale per la
lotta
alla criminalità economica e non può essere
sostituita dai controlli. La mancanza di
trasparenza protegge lo sviluppo delle
associazioni criminali.
 F.2 Si suggerisce l'istituzione di un centro
interdisciplinare di ricerca e documentazione che
analizzi la dinamica della criminalità e i suoi
effetti sulla società e sul sistema economico; che
metta a disposizione del legislatore, del Governo
e degli operatori i risultati delle ricerche; che
dia conto in modo auto-revole e indipendente dei
risultati raggiunti nella difesa dei mercati
economici dalle infiltrazioni della criminalità
organizzata.
 F.3 Le banche dati delle singole amministrazioni
devono essere strutturate in modo da consentire lo
sfruttamento incrociato delle informazioni in esse
contenute, creando modalità di accesso e di
dialogo reciproco ed evitando la formazione di
meri depositi di dati di fatto non utilizzabili.
Nel realizzare tali modalità di impiego delle
informazioni si
dovrà avere cura che vi sia piena trasparenza dei
criteri, delle finalità di utilizzo e dei soggetti
utilizzatori e che non vengano lesi i fondamentali
diritti alla riservatezza.
Nei casi determinati per legge, sarà utile mettere
in
collegamento i dati relativi alle persone fisiche,
alle persone giuridiche e alle cariche ricoperte
in queste ultime, alle ricchezze private e a
quelle erogate dallo Stato, ai flussi finanziari e
ai trasferimenti patrimoniali e proprietari.
  Le informazioni, senza indicazioni nominative,
potranno essere messe a disposizione anche di
centri universitari e di ricerca per finalità di
elaborazione e di analisi.
 F.4 Carattere prioritario assumono:
    l'istituzione del registro delle imprese per
la raccolta degli atti societari;
    la rilevazione dei principali trasferimenti di
capitali, degli assetti proprietari di società,
delle cessioni di esercizi commerciali e di
terreni;
    la realizzazione dell'anagrafe generale dei
conti e depositi degli intermediari finanziari
prevista dalla legge. G  - la cooperazione
internazionale
 G.1 Senza una effettiva sinergia a livello
internazionale è impossibile realizzare una seria
strategia di lotta alla criminalità organizzata e
di difesa degli altri principi democratici.
          Gli indirizzi politici in campo internazionale
                              devono
essere diretti a:
attenuare le differenze tra gli ordinamenti;
scongiurare forme di concorrenza basate sulla
permissività, cioè sull'adozione di discipline
meno rigorose nell'azione di contrasto della
criminalità;
         promuovere la cooperazione e superare le barriere
mediante la creazione di spazi giuridici e
giudiziari comuni; prevedere sedi per incontri
periodici multilaterali e
costituire uffici di collegamento per la raccolta
e lo smistamento di dati e notizie significative;
                             Pagina 2382
    prestare assistenza e collaborazione ai paesi
meno attrezzati (in via di sviluppo, emergenti,
eccetera) perché adottino cautele in linea con
quelle degli altri paesi.
G.2 All'interno della Comunità europea, dove opera
ormai
un unico mercato, è necessario ampliare gli spazi
di
collaborazione in cui affrontare i problemi della
criminalità organizzata, del riciclaggio, della
correttezza di comportamento degli operatori,
della trasparenza.
          E' indispensabile una forte cooperazione tra le
                             autorità
giudiziarie. L'introduzione di alcune figure
criminose comuni ai diversi ordinamenti può
condurre in prospettiva alla formazione di un
nucleo di diritto penale dell'economia che
incentivi regole di comportamento omogenee.
  Il mercato interno europeo deve essere messo al
riparo dai condizionamenti della criminalità,
affinché possa pienamente dispiegare effetti
positivi sullo sviluppo economico. Ne risulterà
accresciuta nell'opinione pubblica la
consapevolezza della validità complessiva
dell'integrazione in corso verso l'unione europea.
 G.3 E' opportuno rafforzare e dare impulso
all'attività del GAFI (Gruppo di azione
finanziaria internazionale contro
il riciclaggio) istituito nel 1989 per iniziativa
dei Governi dei paesi del Gruppo dei sette e
incardinato presso l'OCSE.
E' auspicabile che la sua azione si estenda oltre
i
confini della finanza per abbracciare un più ampio
arco di problematiche connesse all'infiltrazione
della criminalità nell'economia.
 G.4 Si suggerisce che l'Italia si faccia
promotrice
nelle competenti sedi internazionali per
l'assunzione di
iniziative, a carattere conoscitivo e operativo,
volte al contrasto della criminalità organizzata
nei sistemi economici e  finanziari e al supporto
tecnico-politico nei confronti dei
paesi di più recente o di scarsa
finanziarizzazione (in particolare, Europa
dell'est).
  La Commissione parlamentare antimafia decide di:
 a)  promuovere la massima diffusione del presente
documento nei confronti di tutti i soggetti
interessati, anche al fine di mantenere alto
l'impegno e forte la tensione ideale;
 b)  dare impulso affinché siano accolti i
principi enunciati e siano tradotti in concrete
iniziative gli strumenti indicati;
 c)  verificare nel tempo l'efficacia delle
indicazioni formulate, anche in vista di
aggiornamenti e integrazioni;
d)  riscontrare i comportamenti tenuti dalle
diverse
componenti della società civile con riferimento
alle indicazioni contenute nel presente documento.
            Desidero ribadire, onorevoli colleghi, che
                             l'urgenza
dell'approvazione di questo documento è
determinata dal fatto che alcuni enti hanno già
cominciato a darsi regole secondo gli indirizzi
emersi nel Forum.
  Il punto di fondo del documento, che si divide
in quattro parti, è innanzitutto quello di far
funzionare l'ordinario e di evitare il ricorso ad
interventi straordinari o eccezionali; nell'ambito
della giurisdizione, valorizzare maggiormente il
civile per evitare che tutto si scarichi sul
sistema penale; integrare i comportamenti dei
pubblici poteri con quelli degli operatori
economici e dei soggetti privati proprio perché
una più adeguata autoregolamentazione da parte dei
privati può portare ad una riduzione di regole
pubbliche che in genere hanno costi eccessivamente
rilevanti per lo Stato ed anche per il cittadino.
         Questo è il quadro complessivo del documento, sia
                               pure
tracciato con estrema sintesi. Vorrei sottolineare
l'importanza dei punti relativi alla cooperazione
internazionale, laddove si afferma che, senza una
effettiva cooperazione internazionale, è difficile
una seria strategia di lotta alla criminalità
organizzata.
           Il documento si conclude con una breve parte
                           propositiva.
                             Pagina 2383
  Vorrei chiedere se su tale documento vi siano
osservazioni, in modo che possiamo eventualmente
integrarlo e passare alla fase della votazione.
 CARLO SMURAGLIA.  Vorrei svolgere un'osservazione
di carattere formale. Al punto E del documento,
relativo al contributo delle associazioni di
categoria, si usano, a mio avviso, verbi che
possono suonare alquanto imperiosi: "Spetta alle
associazioni di categoria:" e espressioni simili.
Trattandosi di soggetti normalmente molto gelosi
della propria autonomia, credo sarebbe preferibile
adottare formule come l'invito o l'auspicio.
 PRESIDENTE.  Sono senz'altro d'accordo con lei.
          Vorrei anche far presente che è stata posta una
                             questione
di carattere generale: nel documento in esame si
fa riferimento alle organizzazioni
confindustriali, dei produttori, ma non a quelle
dei lavoratori. Un cenno all'impegno delle
organizzazioni sindacali so che sarebbe gradito a
queste ultime.
 GIROLAMO TRIPODI.  Per quanto riguarda il
paragrafo G concernente la cooperazione
internazionale, laddove si afferma "Senza una
effettiva sinergia a livello internazionale è
impossibile realizzare una seria strategia di
lotta alla criminalità organizzata", ritengo
sarebbe preferibile eliminare il concetto di
impossibilità sostituendolo con uno meno
categorico.
 PRESIDENTE. Potremmo riformulare questo periodo
nel modo seguente: "Una seria strategia di lotta
alla criminalità organizzata richiede...".
 CARLO SMURAGLIA.  Al punto C.1, si dice che "E'
opportuno ridurre i margini di discrezionalità e
favorire una maggiore automazione nelle decisioni
sulle spese e sugli incentivi"...
PRESIDENTE.  C'è un errore. La frase, che è
rimasta
incompiuta, dovrebbe essere del seguente tenore:
"E' opportuno ridurre i margini di discrezionalità
e favorire una maggiore automazione in particolare
nelle decisioni sulle spese e sugli incentivi".
 GIROLAMO TRIPODI.  Il punto C.1 recita:
"L'attività della pubblica amministrazione deve
essere regolata in modo coerente agli obiettivi,
con ricorso anche a norme di diritto privato".
Cosa vuol dire?
 PRESIDENTE.  Si tratta del problema della
contrattazione, che abbiamo già affrontato. Si
intende dire, in pratica, che all'interno del
rapporto di pubblico impiego possono esservi anche
norme di diritto privato, oltre a quelle di
diritto pubblico.
 GIROLAMO TRIPODI.  Cosa c'entra, questo, con la
Commissione antimafia?
 PRESIDENTE.  E' il problema dell'efficienza della
pubblica amministrazione. Comunque, prendo atto
che su questo lei formula riserve.
 GIROLAMO TRIPODI.  Non mi pare che sia
necessario. E' un'aggiunta della quale non capisco
il significato.
PRESIDENTE.  Ho capito. Ci sono altre
osservazioni? GIROLAMO TRIPODI.  Il terzo
capoverso del punto C.1
dispone che: "Vanno specializzate le funzioni
delle amministrazioni per la contrattazione di
appalti, opere,
forniture e servizi". Mi ricorda quella norma
approvata dalla Camera riguardo alla gestione
delle gare per gli appalti, che espropriava ai
comuni il diritto di farlo, se pure ne fossero in
grado.
                             Pagina 2384
             PRESIDENTE.  Sta facendo riferimento alla
                          riduzione delle
stazioni appaltanti?
 GIROLAMO TRIPODI.  Vuol dire questo?
 PRESIDENTE.  Sì, vuol dire questo.
 GIROLAMO TRIPODI.  Allora, su questo punto non
sono d'accordo.
  Infine, vorrei un chiarimento riguardo a quanto
è stabilito dal secondo capoverso del punto C.2,
secondo il quale "Vanno favoriti collegamenti
diretti tra le strutture operative di diverse
amministrazioni, evitando la complicazione di
passaggi formali obbligati per i rispettivi
vertici".
 PRESIDENTE.  Oggi accade che un qualsiasi
documento che debba passare da un'amministrazione
ad un'altra salga prima i gradini fino al vertice,
per così dire, per poi riscendere dall'altra
parte, per passare all'altro soggetto. Si tratta,
dunque, di favorire passaggi orizzontali, non è
una cosa particolarmente significativa.
 GIROLAMO TRIPODI.  Comunque, si tratta di una
disposizione che non mi convince.
             PRESIDENTE.  Sono cose non perfettamente
                          indispensabili,
delle quali possiamo anche fare a meno.
 GIROLAMO TRIPODI.  Il collegamento potrebbe anche
essere tra un'azienda di un certo tipo ed una di
tipo diverso.
PRESIDENTE.  Teniamo presente che stiamo parlando
di
amministrazioni pubbliche.
 GIOVANNI CARLO ACCIARO.  Il capitolo si intitola
"L'efficienza e la trasparenza della pubblica
amministrazione".
 PRESIDENTE.  Sì, si tratta di uffici pubblici.
  Ritengo, colleghi, che le riserve manifestate
dal collega Tripodi possano essere recepite
operando una distinzione.
SAVERIO D'AMELIO.  Il documento che ci è stato
sottoposto
rappresenta le risultanze di un Forum che, se non
ricordo male, ha visto la nostra partecipazione ma
non è stato originato da noi.
 PRESIDENTE.  E' stato originato da noi, senatore
D'Amelio.
 SAVERIO D'AMELIO.  Resta tuttavia il problema di
sostanza. Poiché sono tra coloro che non hanno
potuto prendervi parte, soltanto adesso ho letto
rapidamente il documento e gradirei avere il tempo
per un approfondimento maggiore.
PRESIDENTE.  E' stato distribuito dieci giorni fa.
SAVERIO D'AMELIO.  Ne prendo visione in questo
momento,
evidentemente per mia colpa, e me ne scuso. Chiedo
se sia
possibile porlo in votazione tra qualche giorno,
anche se non sono ad esso contrario.
 PRESIDENTE.  La questione - come stavo spiegando
prima che lei arrivasse - è che sulla base dei
lavori del Forum stanno assumendo iniziative sia
la Confindustria sia il ministro Cassese.
  Dunque, il collega Tripodi ha fatto tre
osservazioni. Non mi pare che vi siano problemi ad
accogliere le prime due (che riguardano punti non
essenziali) mentre lo pregherei di ritirare la
terza, perché la possibilità di collegamento
trasversale è una cosa della quale molti studiosi
di diritto amministrativo si stanno occupando.
  Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che
il documento è approvato in linea di massima, con
le osservazioni che sono state fatte, riservandoci
nel prosieguo della seduta di procedere alla
votazione definitiva del documento, non essendovi
in questo momento il numero legale per procedere
alla deliberazione.
(Così rimane stabilito) .
  Pagina 2385 Sostituzione di un membro
della Commissione.
 PRESIDENTE.  Informo che il Presidente del Senato
ha comunicato in data 15 luglio 1993 di aver
chiamato a far parte della Commissione
parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia
e sulle associazioni criminali similari il
senatore Giorgio Casoli, in sostituzione del
senatore Riviera, dimissionario. Ringrazio molto
il senatore Casoli, che porterà il contributo
della sua competenza in questa Commissione, e mi
scuso con lui per non aver informato la
Commissione all'inizio della seduta odierna.
             Sui lavori della Commissione.
 PRESIDENTE.  Il ministro Conso, come ho già
ricordato, dovrà recarsi alle 19 alla Camera ed ha
chiesto di spostare a martedì l'incontro con la
Commissione, anche per prepararsi meglio.
  Il problema è che alcuni mesi fa il collega
Brutti ha presentato una relazione, poi approvata
dalla Commissione, nella quale si ponevano alcuni
punti di riforma rapida dell'ordinamento.
Ricordiamo l'estensione delle fattispecie di
riciclaggio, che oggi sono limitate a quattro
reati, per cui la norma è praticamente
impraticabile; la questione delle misure di
prevenzione a livello di procura distrettuale; il
problema della trasformazione in misure di
prevenzione dell'attuale norma penale sui beni,
per non correre il rischio che la Corte
costituzionale la dichiari incostituzionale; il
problema del tribunale distrettuale. Il ministro
Conso fu d'accordo su questo tipo di questioni -
ripeto che il documento è stato approvato dalla
Commissione - ma finora non si è visto nulla. Lo
stesso ministro, da quanto ho compreso in
un colloquio che ho avuto con lui, gradirebbe una
segnalazione da parte della Commissione
dell'urgenza di alcuni tipi di intervento.
  Se la Commissione è d'accordo, potremmo inviare
al ministro Conso una risoluzione d'indirizzo
nella quale si specifica che in una certa data è
stato approvato il documento ma che non è successo
nulla, per cui si segnala la particolare urgenza
di assumere questo tipo di deliberazioni; ciò
affinché anche il ministro possa premere in tale
direzione nei confronti del Governo.
               L'ufficio di presidenza allargato ai
                        rappresentanti dei
gruppi prenderà visione del documento.
  Ora, considerato che abbiamo un po' di tempo a
disposizione, se i colleghi sono d'accordo,
potremmo stabilire insieme il programma dei
lavori.
 SALVATORE FRASCA.  Signor presidente, da tempo
sto invocando...
 PRESIDENTE.  ...la democrazia.
 SALVATORE FRASCA.  Quella sempre; è una conquista
permanente.
  Da tempo sto invocando l'invio alla Commissione
del secondo rapporto Granero. E' strano che non si
riesca, da ben sei mesi, ad avere tale rapporto,
che è fondamentale.
PRESIDENTE.  Non è ancora stato inviato?
 SALVATORE FRASCA.  No, almeno così mi è stato
detto. A meno che non sia stato nascosto, ma non
credo. Come dicevo, questo documento è
fondamentale ai fini della relazione sulla
Calabria che dobbiamo predisporre.
  Chiedo, inoltre, che venga acquisito agli atti
della Commissione un rapporto redatto dal
comandante la compagnia dei carabinieri di Scalea
sulla criminalità nell'alto Tirreno cosentino ed
inviato alla procura distrettuale di Catanzaro.
Tale rapporto, che contiene una mappa delle cosche
che operano nel Tirreno cosentino, è fondamentale
dal momento che il presidente del tribunale di
Paola chiamato,
                             Pagina 2386
perché sottoposto ad indagine disciplinare, dal
Consiglio superiore della magistratura, dinanzi
allo stesso ha dichiarato testualmente che la
mafia non esiste nel Tirreno cosentino!
  A tal proposito chiedo che venga acquisita agli
atti della Commissione la deposizione (o
l'autodiscolpa) del presidente del tribunale di
Paola.
  Chiedo anche che vengano acquisiti gli atti
processuali contro la 'ndrangheta nella Piana di
Sibari. La superprocura sta svolgendo un lavoro
molto intelligente e credo che, allo stato degli
atti, vi siano degli elementi molto significativi
ai fini della relazione che dobbiamo presentare.
Pur se con amarezza, devo constatare che ancora
non sono stati assunti provvedimenti - non so se
per colpa del prefetto di Cosenza o per
responsabilità della magistratura - nei confronti
di determinati soggetti del mondo politico che
mantengono o hanno mantenuto rapporti con la
criminalità organizzata. Negli atti di cui parlo
vi sono registrazioni di telefonate che
testimoniano la richiesta di voti ad uno dei capi
della malavita da parte di un vicesindaco di un
comune molto importante. Da questi atti
processuali risulta anche che il capogruppo di un
partito molto importante di un comune altrettanto
importante faceva utilizzare ad un capo della
malavita - che è stato ucciso - il proprio
telefono cellulare. Sorprende che questi fatti non
siano stati evidenziati: forse perché riguardano i
partiti maggiori ed anche il suo, signor
presidente.
 PRESIDENTE.  Cose che succedono.
 SALVATORE FRASCA.  Quando acquisiremo questi
atti, lei si accorgerà del perché il potere
mafioso si sia accanito contro
di me in occasione della visita che ella ha fatto
nel comune di Cassano Ionico.
        ALDO DE MATTEO.  Lei ha parlato di accanimento: in
                                che
cosa consiste?
         SALVATORE FRASCA.  Denunce, altre cose di questo
                              genere
ed interventi fuori luogo.
 PRESIDENTE.  Sono stato invitato dal vescovo a
partecipare ad una conversazione con dei cittadini
sul problema della mafia. La conversazione, che si
è tenuta in consiglio comunale, per la prima parte
è stata di una noia mortale perché praticamente i
consiglieri comunali presenti
hanno discusso dell'onorevole Frasca. Non dico che
parlare di questi arrechi noia, ma la
conversazione riproduceva vertenze tra parti
politiche francamente fastidiose anche nei toni,
tanto che ad un certo punto mi sono permesso di
dire che, in questo modo, avrebbero potuto
continuare a parlare tra di loro.
 SALVATORE FRASCA.  Signor presidente, io non l'ho
criticata per questo.
 PRESIDENTE.  Ha perfettamente ragione a fare
questa cosa con accuse...E' stato però
vigorosamente difeso.
        SALVATORE FRASCA.  Il Papa è capace di esorcizzare
                               anche
le donne. Incontrarsi con un vescovo da parte sua
è sempre un fatto positivo. Io, però, mi riferivo
al contesto della discussione e alle cose dette.
Desidero che lei venga a conoscenza del perché
dell'accanimento contro di me da parte di quel
potere che è un potere mafioso.
  Tornando alla Calabria, vorrei chiedere al
collega Cabras se sia possibile che la relativa
relazione, prima di essere presentata in
Commissione, venga sottoposta ad una discussione
collegiale.
 PAOLO CABRAS.  Ho già predisposto la relazione.
Farò
avere il testo.
 SALVATORE FRASCA.  Ho detto questo perché se
abbiamo qualche suggerimento da dare - mi auguro
non ve ne sia bisogno -  possiamo fornirlo in
anticipo.
                             Pagina 2387
  Chiedo che venga acquisito agli atti della
Commissione il progetto di legge sugli appalti
approvato dalla Camera ed attualmente all'esame
del Senato, per verificare se esso contenga tutte
quelle garanzie che ci interessano ovvero se la
Commissione debba dare qualche suggerimento.
  Infine, signor presidente, chiedo (non ho capito
bene per quale motivo il procuratore Cordova sia
stato ascoltato dalla Commissione proprio quel
giorno) che dopo tutto quello che il procuratore
Cordova ha detto, dopo il rilievo che la stampa ha
dato alla sua audizione e la risposta che ha avuto
dal "mio amico", come direbbe lei, senatore
Cossiga (il secondo che crede come me che qui in
Italia c'è la repubblica dei soviet), questi venga
ascoltato dalla Commissione. Ciò ci serve per
verificare se le indagini che il procuratore
Cordova conduce nei confronti della massoneria
siano o meno di natura obiettiva. La Commissione
non può essere una palestra per la propaganda di
chicchessia, neppure per conto di un magistrato
che, in questi giorni, è candidato ad occupare il
seggio di procuratore della Repubblica di Napoli.
 PRESIDENTE.  L'ha già occupato.
 SALVATORE FRASCA.  Complimenti per lui. Libera la
Calabria!
 PAOLO CABRAS.  Ancora non c'è il concerto.
SALVATORE FRASCA.  Comunque, gli faccio tanti
auguri. Poiché l'ex Presidente Cossiga ha reso
dichiarazioni di
grande respiro e rilievo dal punto di vista dei
meccanismi istituzionali e quindi anche di quelli
giudiziari, chiedo che venga ascoltato dalla
Commissione.
            PRESIDENTE.  Lei ha formulato una serie di
                             proposte:
quelle che riguardano l'acquisizione di documenti
vanno  de plano ; quelle che comportano impegni
della Commissione devono essere sottoposte
all'ufficio di presidenza allargato ai
rappresentanti dei gruppi.
             SALVATORE FRASCA.  Signor presidente, la
                           Commissione è
sovrana.
 PRESIDENTE.  Sì, ma propone all'ufficio di
presidenza, il quale a sua volta propone... E' una
norma regolamentare.
SALVATORE FRASCA.  Il regolamento interno è stato
approvato all'inizio della legislatura. Mi pare
però che tutte le proposte discusse in Commissione
debbano essere delibate dalla Commissione
medesima. Si è sempre fatto così, anche in altre
Commissioni.
 PRESIDENTE.  Senatore Frasca, in questo momento
non siamo in numero legale, quindi la proposta non
può essere posta in votazione.
  L'articolo 8 del regolamento interno da noi
approvato recita che "L'Ufficio di presidenza: a)
propone il programma e il calendario dei lavori
della Commissione indicando i criteri per la
formulazione dell'ordine del giorno delle sedute;
(...)". Non ho nulla in contrario che lo faccia la
Commissione, ma in questo momento non possiamo
farlo.
SALVATORE FRASCA.  Signor presidente, lei sa che
nelle
assemblee...
          PRESIDENTE.  Senatore Frasca, le ripeto che non
                             siamo in
numero legale.
 SALVATORE FRASCA.  Prendo atto della mancanza del
numero legale, però è un mio diritto avanzare una
proposta e chiedere che la Commissione si pronunci
su di essa, diversamente si costituisce la
Commissione dell'ufficio di presidenza! Tengo a
sottolineare che il presidente e i colleghi
dell'ufficio di presidenza sono rispettivamente
primus  e  primi inter pares .
                             Pagina 2388
 PRESIDENTE.  Credo che anche lei faccia parte
dell'ufficio di presidenza come rappresentante del
suo gruppo.
          SALVATORE FRASCA.  Ciò non cambia la sostanza.
                             Poiché il
regolamento interno da noi approvato corrisponde a
quello della precedente Commissione, sia pur
leggermente modificato, da sempre, intervenendo in
Commissione...
 PRESIDENTE.  Le ho detto che non ho nulla in
contrario, ma si deve passare attraverso l'ufficio
di presidenza.
SALVATORE FRASCA.  Con testardaggine calabrese
riformulerò questa proposta quando saremo in numero
legale. PRESIDENTE.  Potrà riproporla
immediatamente in ufficio
di presidenza e poi al  plenum  della Commissione.
SALVATORE FRASCA.  Nella speranza che l'ufficio di
presidenza ne colga l'importanza.
 CARLO SMURAGLIA.  Signor presidente, volevo porre
una questione rispetto alla quale non so come la
Commissione o
l'ufficio di presidenza possano intervenire. Mi
risulta che un personaggio sia stato destinato al
soggiorno obbligato a Cologno Monzese che, come il
presidente ricorderà, è la sede che dagli anni
settanta...
 PRESIDENTE.  E' una sede storica.
 CARLO SMURAGLIA.  Sì, è una sede storica in
quanto ha ospitato Gerlando Alberti, Liggio,
eccetera. La cosa appare colossale e non so come
si possa intervenire. E' una notizia che ho appena
ricevuto e non so esattamente in quali termini
sia, ma sembra "enorme" mandare una persona in un
paese che è all'origine della presenza mafiosa in
Lombardia.
 MASSIMO BRUTTI.  In questi giorni anch'io ho
avuto una segnalazione circa la situazione di
Cologno Monzese: occorre accertare - ed io non
sono in grado di farlo - se si tratti di una
misura di soggiorno obbligato oppure di una misura
di soggiorno ex articolo 25- quater  del decreto-
legge n. 306
del 1992.
  Nell'ultima riunione della Commissione antimafia
cui ha partecipato, come voi ricorderete, il
ministro Conso si è assunto l'impegno di
intervenire anche su quella norma, perché in
effetti sta dando luogo ad una serie di situazioni
sgradevoli. Propongo quindi che la Commissione
antimafia intervenga immediatamente su Cologno
Monzese proprio per le questioni ricordate dal
collega Smuraglia.
  Credo sia possibile far presente la grave
inopportunità dato che l'insediamento mafioso è
ormai diventato quasi tradizionale, che ha una
storia.
 MARIO BORGHEZIO.  Intervengo sullo stesso
argomento, in ciò rafforzato dalla missione in
Liguria terminata oggi in cui, per l'ennesima
volta, come è già accaduto per tutte le missioni
svoltesi nel nord, abbiamo sentito sottolineare
dai questori, dai prefetti e dai rappresentanti
dei carabinieri l'importanza rivestita
dall'istituto del soggiorno obbligato nel
radicarsi della mafia in quelle aree geografiche.
Nel caso di Cologno Monzese credo si tratti
dell'applicazione della misura del soggiorno
cautelare, il che è ancor più grave, salvo errori
e verifiche. Comunque ricordo che, in ordine a
questa situazione, molti sindaci della Lombardia
si sono pronunziati, per cui a maggior ragione la
nostra Commissione deve intervenire con
tempestività anche per porre il problema di
carattere più generale. Mi pare sia necessario non
solo rivedere questa normativa ma anche porre con
urgenza il problema al ministro Conso ed al
procuratore nazionale antimafia.
         MICHELE FLORINO.  Presidente, gradirei informarla
                               - ma
ritengo che già lo
                             Pagina 2389
sia - su una questione drammatica per gli aspetti
scaturenti dalla vicenda legata alle dichiarazioni
del pentito Galasso, dal quale abbiamo appreso
diverse cose. I magistrati operano dopo aver
interrogato il pentito ed eseguito riscontri
attendibilissimi. Nella fattispecie la
magistratura, dopo aver eseguito riscontri molto
attendibili, si è mossa inviando alla Camera e al
Senato richieste di autorizzazione a procedere nei
confronti di parlamentari, siano essi senatori o
deputati. In verità un senatore, investito dalla
raffica di accuse del Galasso, in virtù di una
fuga di notizie ha ritenuto di presentarsi ai
magistrati e di esporre le proprie ragioni al
punto che nei suoi confronti non è stata
presentata la richiesta di autorizzazione a
procedere: parlo del senatore Bargi. Esiste quindi
una disparità palese di trattamento con
riferimento alle dichiarazioni del pentito perché,
dopo riscontri attendibili, i magistrati hanno
ritenuto di dover avviare le procedure della
richiesta di autorizzazione a procedere, mentre il
senatore Bargi, ripeto, ne è uscito grazie alla
fuga di notizie, alla sua presentazione ai
magistrati ed alle dichiarazioni che, se non erro,
vengono definite spontanee.
  Quando ascoltammo Galasso, chiesi al dottor
Roberti i motivi della mancata richiesta di
autorizzazione a procedere. Mi rispose che anche
loro si erano trovati in difficoltà per la duplice
funzione esercitata dal Bargi, quale avvocato
difensore ed altro, sottolineando che la vicenda
non era chiusa. Ritenni opportuno, al fine di
avere un chiarimento quale componente della
Commissione antimafia - non nutrendo alcun intento
persecutorio nei confronti dei partiti né degli
elementi - formulare una domanda specifica
(peraltro registrata) al Galasso per sapere se il
Bargi avesse chiesto l'appoggio elettorale e il
finanziamento all'assistito o all'organizzazione.
La risposta di Galasso - che avete ascoltato tutti
- fu che il Bargi conosceva l'organizzazione e
conosceva l'Alfieri (oltre tutto, lui era
latitante in quel
periodo). Esiste una registrazione chiara.
  Apprendo dagli organi di stampa che i pubblici
ministeri hanno inviato la richiesta di
archiviazione a termini scaduti rispetto a quanto
contemplato dalle norme, che prevedono trenta
giorni. Ciò fa decadere la richiesta di
autorizzazione a         procedere nei confronti
del parlamentare in oggetto: una
richiesta indiscutibilmente chiara rispetto alle
dichiarazioni del pentito ed alle accuse
formulate.
  Il Bargi in una dichiarazione dichiara - non è
un gioco di parole - che "intende tutelare la sua
persona e far luce su un ulteriore episodio di
violazione del segreto".
  In questo caso ci si trova di fronte ad una
contraddizione, nel senso che la prima volta non
vi era stata violazione mentre la seconda volta
sì.
  Di fronte ad episodi come questi, la Commissione
parlamentare antimafia non può fermarsi per il
solo fatto che il GIP Frasso abbia chiesto un
pronunciamento da parte della Corte
costituzionale, ma deve inviare, anche in
considerazione delle dichiarazioni di Galasso, una
richiesta al GIP di Salerno affinché venga
riaperto il caso che non è da intendere chiuso con
quel tipo di archiviazione da parte dei pubblici
ministeri e la questione resti aperta, per far
luce su tutta la vicenda che vede coinvolti altri
parlamentari.
  Tutto ciò mi offre ancora una volta la
possibilità di ribadire la necessità di entrare
nel tempio dei magistrati (so che forse
sobbalzerete sulla sedia nel sentire le mie
parole, perché la questione riguarda il rispetto
che tutti dobbiamo alla Costituzione) ed
affrontare una volta per tutte il tema
dell'incompatibilità, nel caso di avvocato
penalista parlamentare, fra l'appartenenza alla
Commissione giustizia e l'azione di difesa di
mafiosi accusati di reati ex articolo 416- bis .
Anche durante la missione a Genova, che si è
appena conclusa, abbiamo constatato una serie di
                             Pagina 2390
contraddizioni palesi tra l'operato dei magistrati
e quello della polizia giudiziaria. Abbiamo avuto
anche notizia della difesa di un criminale da
parte di un avvocato penalista parlamentare.
                   Votazione del documento
elaborato a seguito del Forum su economia e
criminalità.
 PRESIDENTE.  Riscontrando la presenza del numero
legale, pongo in votazione il documento sul Forum
"Economia e Criminalità".
(E' approvato).
             Sui lavori della Commissione.
 PRESIDENTE.  Prima di porre in votazione la
proposta del senatore Frasca sull'audizione del
senatore Cossiga do la parola a chi desideri
effettuare brevi dichiarazioni di voto.
GIROLAMO TRIPODI.  Signor presidente, mi dichiaro
contrario a questa richiesta, che giudico
strumentale ed inopportuna. E' sufficiente leggere
la lettera del procuratore Cordova, giunta proprio
oggi, relativa all'interpellanza rivolta dal
senatore a vita ed ex Presidente della Repubblica
Cossiga, per rendersi conto che la questione è
molto chiara. Si tratta di un'interpellanza basata
su fantasiose ed artificiose argomentazioni prive
di alcuna fondatezza; è un'interpellanza basata su
deliranti accuse contro un uomo di cui tutti
conosciamo il valore, l'impegno, la
professionalità e        l'indipendenza.
  Non credo di poter accettare la proposta di
procedere all'audizione di un parlamentare (perché
tale è oggi l'ex Presidente Cossiga) il quale da
una parte utilizza strumenti di controllo
parlamentare, quale l'interpellanza, e dall'altra
si avvale di argomentazioni d'accusa non fondate,
non serie che danneggiano lo stesso Parlamento.
Poiché l'affermazione secondo cui lo stesso
magistrato avrebbe spiato il senatore
Cossiga all'epoca in cui ricopriva la carica di
Presidente della Repubblica non risponde a verità,
non vedo il motivo per cui la Commissione debba
procedere all'audizione proposta dal senatore
Frasca.
          La Commissione dispone di un documento che può
                              essere
distribuito a tutti i colleghi. Sappiamo inoltre
che l'indagine sulla massoneria è stata avviata
nell'ottobre del 1992, quando ormai il senatore
Cossiga non era più Presidente della Repubblica
(semmai vi sono altre cose che dovremmo dire e
contestare all'ex Presidente della Repubblica).
          Sono contrario anche perché si instaurerebbe un
                             principio
molto pericoloso, che potrebbe portare alla
paralisi dell'attività della Commissione.
 PRESIDENTE.  Onorevole Tripodi, nella motivazione
ha
usato un aggettivo forse eccessivo, "delirante"...
GIROLAMO TRIPODI.  Lo confermo, come confermo
tutto
quello che ho detto e che è contenuto in una mia
interrogazione parlamentare.
 PRESIDENTE.  Colleghi, comprendo la polemica
politica ma vi invito ad usare termini più consoni
al luogo in cui ci troviamo.
 ALDO DE MATTEO.  Devo esprimere una certa
perplessità, se non un netto parere contrario,
sulla richiesta del senatore Frasca. Credo che
dobbiamo riflettere non solo sulla natura del
nostro lavoro ma sulle iniziative da assumere
anche
rispetto alla produttività, agli obiettivi che la
Commissione si propone. Tra l'altro, vorrei far
rilevare che l'interpellanza parlamentare al
Presidente del Consiglio e al ministro di grazia e
giustizia è  in itinere  per cui,
prima di decidere in merito all'audizione, sarebbe
opportuno acquisire tale documentazione, anche al
fine di evitare che da parte della Commissione
antimafia si introduca
                             Pagina 2391
un'ulteriore procedura che si sovrapporrebbe alla
stessa interpellanza.
 MASSIMO BRUTTI.  Credo che l'audizione richiesta
non sia utile per il nostro lavoro; ove si tengano
in considerazione i sensati e giusti argomenti
svolti dal senatore De Matteo, è del tutto fuori
luogo. Concordo con tutte le proposte avanzate dal
senatore Frasca, salvo questa, che giudico dannosa
per il nostro lavoro.
 SAVERIO D'AMELIO.  Qui non si tratta di
sconfessare o di annullare le sensate e giuste
considerazioni del collega De Matteo ma, proprio
perché restano valide (poiché il Governo deve
rispondere ad un'interpellanza, la Commissione
antimafia può attendere le risultanze), credo che
i due livelli possano marciare parallelamente. La
richiesta è tanto più opportuna in considerazione
del fatto che questa Commissione ha utilizzate
alcune ore per ascoltare, sullo specifico tema
della massoneria, su quella coperta e deviata in
modo particolare, il procuratore Cordova. Per
quanto si voglia esser non giusti nei confronti
dell'ex Presidente della Repubblica, oggi senatore
a vita, Cossiga...
  A tale riguardo, giudico opportuno il richiamo
del presidente Violante ad usare un linguaggio più
proprio del Parlamento, altrimenti esso si
delegittima anche per il linguaggio che usa, anzi,
per me si delegittima soprattutto per il
linguaggio che stiamo usando. Non mi riferisco
solo ai rappresentanti della lega ma credo che
anche quando parliamo noi dobbiamo operare in
difesa del Parlamento, dimostrando di essere
all'altezza del ruolo cui siamo chiamati fino
all'ultimo giorno in cui rivestiremo il nostro
mandato.
GIROLAMO TRIPODI.  Ognuno parla con il suo
linguaggio! SAVERIO D'AMELIO.  Certo, ognuno parla
con il suo
linguaggio! Tante altre volte probabilmente avrò
sbagliato io, tuttavia consentimi di dire che
sulla balzanità o sulla
ridicolaggine delle affermazioni dell'ex
Presidente della Repubblica, oggi senatore della
Repubblica, non condivido quanto è stato detto. Ma
questo è un aspetto marginale rispetto alla
sostanza. Noi abbiamo ascoltato Cordova;
successivamente - o contemporaneamente - c'è stata
una polemica che ha investito il dibattito
concernente l'audizione e, nello stesso tempo, un
allargamento dello spettro dell'orizzonte
relativamente allo stesso giudice, che attiene ad
accuse specifiche e gravi mosse dal senatore
Cossiga in ordine a prerogative che sarebbero
state violate.
  A questo punto, credo che la nostra Commissione
non farebbe male ad ascoltare Cossiga. Così
facendo non rendo giustizia a Cossiga e non
penalizzo Cordova. Anzi, voglio ricordare che
quando Cordova era "in corsa" per l'incarico di
procuratore nazionale antimafia ho rilasciato
alcune dichiarazioni in suo sostegno. Tutto ciò
per dire che non ce l'ho assolutamente con
Cordova, del quale conosco i meriti, il ruolo
importante che ha esercitato; sono però convinto
che alcune questione dovremmo accertarle. Sono
pertanto favorevole all'audizione di Cossiga.
 PRESIDENTE.  La Commissione deciderà.
  Voglio precisare, affinché sia chiaro, che il
tema del conflitto, diciamo così, tra l'ex
Presidente della Repubblica Cossiga e il dottor
Cordova non riguarda quanto è stato detto qui
dentro. Cordova infatti qui non ha fatto alcun
riferimento all'ex Presidente della Repubblica, né
poteva farlo. Inoltre, il tema in merito al quale
vi è stata la lamentela dell'ex Presidente della
Repubblica non riguarda la mafia.
            Nel ribadire che spetterà alla Commissione
                           decidere, non
ho ben compreso quale sia la nostra competenza su
tale materia.
 SALVATORE FRASCA.  La massoneria!
                             Pagina 2392
          PRESIDENTE.  La massoneria non vi rientra, non
                            scherziamo!
Noi ci siamo occupati dei rapporti ...
        ALBERTO ROBOL.  ... Cossiga riguarda la massoneria
                              ma non
noi!
           PRESIDENTE.  Questo lo deciderete voi. Volevo
                             soltanto
fare questa precisazione.
  Pongo in votazione la proposta del senatore
Frasca.
(E' respinta) .
 Passiamo ora alla votazione della proposta del
senatore Florino, che in questo momento è assente,
concernente la richiesta di approfondire la
questione relativa al senatore Bargi. Se la
Commissione si esprimerà favorevolmente, ritengo
che la cosa più giusta sia quella di chiedere a
chi dirige l'ufficio una sintetica relazione sui
fatti.
 PAOLO CABRAS.  Condivido la proposta del
presidente; mi sembrava alquanto anomalo che noi
intervenissimo sulle modalità con cui una procura
della Repubblica, preso atto di notizie che ci
sono state date dal pentito Galasso ma che sono di
pubblico dominio, si sia comportata nei confronti
del senatore Bargi. Ciò mi sembrava rientrare
nell'ambito di quegli sconfinamenti che
solitamente non apprezzo nel lavoro di una
Commissione come la nostra. Tuttavia, non entro
nel merito della questione e mi limito ad
anticipare questa mia preoccupazione, senza
formulare un giudizio. A tale riguardo, comunque,
condivido la proposta del presidente di acquisire
un'informativa.
 PRESIDENTE.  Sta bene, onorevoli colleghi.
  Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito) .
 Possiamo passare ora al programma dei lavori. Se
i
colleghi lo ritengono potremmo esaminarlo, visto
che ci troviamo qui riuniti, direttamente in
Commissione. Il che vuol dire evidentemente che
dovremmo rimanere qui, perché se
venisse mancare il numero legale non potremmo
deliberare. PAOLO CABRAS.  Signor presidente, i
senatori
democristiani hanno un impegno. Quindi, se il
dibattito si dovesse prolungare, noi non potremmo
parteciparvi.
PRESIDENTE.  Potremmo allora esaminare il
programma come
se ci trovassimo in sede di ufficio di presidenza,
dando la possibilità ad altri colleghi di
intervenire. Probabilmente
questa è la soluzione migliore; in tal modo
infatti chi avesse la necessità di allontanarsi
potrà farlo senza che ciò comporti l'interruzione
dei lavori della Commissione.
  Nel dichiarare chiusa la seduta della
Commissione, informo i colleghi che la prossima
seduta si terrà martedì 27 luglio
alle 17, in quanto venerdì prossimo i colleghi
democristiani dovranno partecipare alla loro
conferenza costituente. All'ordine del giorno
della prossima seduta sono previsti l'audizione
del ministro Conso e l'esame della relazione sulla
situazione della Calabria. A quest'ultimo
riguardo, come ha già anticipato il senatore
Cabras, avverto che la relazione verrà distribuita
in anticipo affinché i colleghi possano valutarla
con attenzione.
 GIORGIO CASOLI.  Mi scusi, presidente, non sono
intervenuto prima anche per ragioni di evidente
buon gusto, ma vorrei sapere dalla Commissione,
dato che le dichiarazioni del procuratore Cordova
hanno creato, almeno negli organi di informazione,
una serie di deformazioni,
                             Pagina 2393
           se vi sia l'intenzione di ascoltare su questo
                           punto anche i
rappresentanti della massoneria ufficiale.
 PRESIDENTE.  Hanno già chiesto di essere
ascoltati. Nel programma dei lavori abbiamo
fissato una data per l'audizione del Grande
Oriente, perché l'altra obbedienza massonica non
l'ha chiesta. In ogni caso, se la Commissione
dovesse decidere di ascoltare tutte le obbedienze
massoniche, potrebbe farlo, ovviamente tenendo
conto che non sarà possibile decidere
immediatamente, anche perché mi pare che le
obbedienze in oggetto siano                           25.
 GIORGIO CASOLI.  Signor presidente, poiché è la
prima volta che partecipo ai lavori della
Commissione, volevo ringraziarla per il suo
cortese saluto e nello stesso tempo segnalare
l'opportunità di tali audizioni.
 PRESIDENTE.  Come ho già detto, il Grande Oriente
ci ha già chiesto di essere ascoltato e quindi
programmeremo l'audizione di suoi rappresentanti.
Abbiamo poi sentito la loggia di Piazza del Gesù,
Palazzo Vitelleschi.
             Dichiaro quindi conclusa la seduta della
                          Commissione. I
nostri lavori proseguiranno ora in sede di ufficio
di presidenza.
La seduta termina alle 18,10.

 


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