Appendice B: Alcuni dati statistici sullo sviluppo delle reti e di Internet In questa appendice riportiamo alcuni grafici e dati statistici che danno un'idea abbastanza precisa dello sviluppo in termini quantitativi delle reti e in particolare di Internet. La Tabella B-1 rappresenta l'evoluzione delle reti nel mondo dal 1991 al 1995. La Figura B-1 mostra la mappa della connettività nel mondo al 15-6-1995. La Tabella B-2 mostra la crescita della rete Internet nel periodo 1969-01/1996, misurando dapprima solo il numero di hosts collegati in rete (1969-01/1989) e poi anche il numero di reti (networks) e domini (domains) [1] (1989-1996) registrati presso l'autorità di assegnazione degli indirizzi di rete. La Tabella B-3 mostra, anche se in modo largamente incompleto, l'evoluzione della rete USENET in termini numero di siti, Megabyte scritti in media al giorno, numero di articoli postati in media al giorno e numero di gruppi, dal 1979 al 1994. La Figura B-2 dà un'idea visiva dello sviluppo esponenziale di Internet dal 1981 al 1994. La Tabella B-4 mostra la ripartizione per domini degli hosts Internet negli USA [2] . La Tabella B-5 mostra la prevista evoluzione della capacità trasmissiva di Internet fino al 2002.
Worldwide networks growth: (I)nternet (B)ITNET (U)UCP (F)IDONET (O)SI
Fonte: Zakon [1995]
Fonte: ftp://ftp.cs.wisc.edu/connectivity_table/Connectivity_Map.color.gif
Fonte: Zakon [1995] [3]
Fonte: Barbacovi [1995] http://www.dsi.unimi.it/Users/sdi/barbacovi/immagini/lez/hosts.gif
Legenda: ~ approximate: MB - megabytes per day, Posts - articles per day Fonte: Zakon [1996]
Fonte: Saraceno [1996]
Fonte: Cabras [1996] [4]
Alcuni dati sull'ItaliaRicaviamo i dati seguenti dall'indagine "Italian Domain Survey" [Saraceno 1996], un tentativo di monitoraggio non solo quantitativo dell'evoluzione della connettività Internet nel nostro paese, realizzato a partire dai dati relativi all'assegnazione dei domini di secondo e di terzo livello che ricadono sotto il "top level domain" nazionale ".it". In pratica, utilizzando l'elenco ufficiale dei domini registrati presso la "naming authority" italiana, è stato operato un tentativo di segmentazione per verificare in quale misura i domini transnazionali .com, .edu, .gov, .org. net e .mil sarebbero rappresentati all'interno del "top level domain" .it. La macroanalisi alla data del 31 Gennaio 1996 su 1789 domini presi in considerazione su un totale di 1914 (sono stati filtrati i domini geografici, nonché tutta una serie di domini doppi), dà i risultati riportati nella sottostante tabella, che mette a raffronto la situazione italiana (domini registrati presso il GARR-NIS) con la situazione definita impropriamente statunitense (domini registrati presso InterNIC): Tabella B-6. Raffronto Garr/InterNIC.
Fonte: Saraceno [1996] Figura B-3. Raffronto Garr/InterNIC. . Fonte: Saraceno [1996] Una delle cose che balzano immediatamente agli occhi è il peso tuttora significativo che la comunità accademica riveste all'interno del "domain name system italiano". Sommando i 170 domini universitari ai 214 domini governativi, che sono almeno per il 90% riconducibili al CNR ed ai suoi numerosi istituti, si ottiene una percentuale pari al 22% del totale. Guardando agli stessi dati da un differente punto di vista, è possibile affermare che nel contesto dei domini transnazionali la tendenza verso la commercializzazione di Internet appare assai più evidente che non in Italia. I domini .com rappresentano infatti il 72% dei domini transnazionali che alla data del Luglio '95 risultavano registrati presso InterNIC, mentre, ove anche in Italia venisse utilizzato il medesimo criterio di segmentazione, soltanto il 55% dei domini oggi assegnati potrebbero venire considerati domini commerciali. Un altro aspetto da sottolineare è il numero inaspettatamente elevato di fornitori di connettività Internet (raggruppati sotto il dominio .net). Ne sono stati contati 315. I fornitori puri però, vale a dire le organizzazioni la cui sola fonte di introito è rappresentata dalla rivendita di accessi o di altri servizi Internet, sono solo una piccolissima minoranza. Quasi tutte le aziende operanti in questo mercato possono vantare una precedente attività in campo informatico, in genere come software house oppure come rivenditori. Oltre che dal numero, la sorpresa viene anche dalla distribuzione geografica di questo genere di organizzazioni. Dopo il prevedibile primato della Lombardia (la regione con la più diffusa alfabetizzazione informatica e telematica), che conta 74 fornitori di accesso, la seconda regione d'Italia per numero di provider è infatti la Toscana (33) che supera di un'incollatura il Piemonte (30). Seguono nell'ordine Veneto, Lazio ed Emilia Romagna con 25, 24 e 19 fornitori rispettivamente. La ripartizione per macroregioni ci dice che il 57% di queste società ha sede nel Nord Italia, mentre la percentuale di quelle che hanno sede nelle regioni del centro e nel sud (isole comprese) assomma rispettivamente al 27% ed al 17%. Figura B-4. Ripartizione geografica dei domini .net. Fonte: Saraceno [1996] La ripartizione geografica effettuata per le aziende attive nel campo della connettività Internet è stata ripetuta anche per quanto riguarda le generiche organizzazioni commerciali. I risultati ottenuti dimostrano chiaramente come più dei due terzi delle aziende assegnatarie di un dominio sia concentrata nelle regioni del Nord Italia. Guardando alla graduatoria per regioni, la Lombardia è di gran lunga la regione con il più elevato numero di domini, seguita questa volta dal Lazio. Nell'insieme l'andamento rispecchia abbastanza fedelmente la valutazione che, anche empiricamente, si potrebbe dare del peso che le varie ragioni italiane hanno sull'economia nazionale. Figura B-5. Ripartizione geografica dei domini .com. Fonte: Saraceno [1996] Relativamente alle due regioni con il più elevato numero di domini è stata effettuata una ulteriore verifica volta ad appurare in quale misura le aziende di maggiori dimensioni fossero presenti in rete. A questo scopo è stato verificato quante delle prime 50 aziende per fatturato operanti nella regioni Lombardia e Lazio fossero titolari di un dominio Internet. Il risultato è stato abbastanza omogeneo e pari grosso modo al 20% del totale (10 aziende su 50 per quanto riguarda la Lombardia, 9 su 50 per il Lazio). Relativamente ai domini classificati come commerciali, sono le società di servizi a farla da padrone con una percentuale pari al 74% del totale. Lo scarso peso del settore commerciale va preso con beneficio di inventario, perché molte delle società classificate sotto "servizi" appartengono al settore informatico e sono anche rivenditrici di hardware e software. I segmenti industriali più rappresentati sono nell'ordine il meccanico, l'elettronico ed il tessile. L'utilizzazione di Internet in ambito industriale appare essere finalizzata più che altro alla comunicazione interna e con i fornitori. Figura B-6. Ripartizione per settori. Fonte: Saraceno [1996]
[1] I domini sono un'espediente per consentire
una gestione decentrata degli indirizzi. Gli indirizzi Internet veri e
propri sono numerici e hanno questa forma: nnn.nnn.nnn.nnn, con nnn
compreso tra 0 e 255. I numeri corrispondono a nomi nella forma
nomehost.nomesubdominio.nometopdominio (senza limite per il numero di
subdomini) per comodità mnemonica. Ogni nazione ha la sua propria
autorità per l'assegnazione di indirizzi e nomi (che devono essere
unici), alla quale è assegnato un topdomain (ad es. .it per l'Italia). L'organizzazone
vigila sull'unicità nella propria nazione del primo subdominio. I nomi
degli eventuali subsubdomini sono gestiti direttamente dalle
organizzazioni assegnatarie (ad es. università), e così infine i nomi
degli hosts [Krol 1995, 31-35]. Torna
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