"Artemide, mia benvoluta padrona, e te mia signora, io reco come
offerta di libagione questo amphiphòn". (Ateneo, 645, a; l'amphiphòn era un dolce
adornato da candele accese; tale parole significa proprio 'luccicante'; n.d.A.). "Filemone
in La Mendicante: 'Anche quando egli riuscisse ad ingozzarsi tutto il giorno, preparando e
portando fuori i mattyes'". (664, d)
(Si tratta di un cibo da consumare alla fine del pasto, parrebbe un pasticcio a base di
pernice ed oca arrosto, con dolci; n.d.A.). |