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Laterza / Internet 2004: Navigare in Internet, alcune considerazioni generali
Internet 2004Calvo, Ciotti, Roncaglia, Zela
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Introduzione

Navigare in Internet: alcune considerazioni generali

Cos'è Internet e a che cosa serve? Sono questi probabilmente i primi e fondamentali interrogativi ai quali chi si avvicina alla 'rete delle reti' vorrebbe trovare risposta. Si tratta tuttavia di interrogativi ai quali può essere molto difficile rispondere in maniera adeguata. Le risposte formalmente più corrette sono in qualche misura 'tecniche' e, nel corso del libro, cercheremo di fornirle in maniera per quanto possibile chiara e completa. Tuttavia, molto spesso chi formula l'interrogativo non cerca - o non cerca in primo luogo - una risposta tecnica. Vorrebbe invece una sorta di 'intuizione' complessiva, un quadro di riferimento in grado di incasellare in qualche modo, dando loro un significato, tutte le informazioni sparpagliate (e non sempre corrette) che riguardano Internet e che gli piovono addosso attraverso i media più disparati, a cominciare da televisione e giornali e magari dalle prime, timide esperienze di navigazione, in ufficio o in casa di amici. E vorrebbe sapere se, come e perché tutto questo può riguardare lui, la sua attività lavorativa, la sua vita quotidiana.

Immagini e analogie possono essere fuorvianti (ed è bene che il lettore lo tenga presente, dato che nelle pagine che seguono vi ricorreremo abbastanza spesso), ma sono anche uno strumento prezioso per agevolare la comprensione, giacché accostare ciò che ci è meno noto a ciò che conosciamo meglio costituisce una delle strategie fondamentali dei nostri processi di apprendimento. Iniziamo dunque a pensare alla rete telefonica: una realtà familiare, con la quale Internet ha molti punti di contatto (e non si tratta di una analogia accidentale, giacché - come vedremo - proprio la rete telefonica costituisce uno dei canali di trasmissione utilizzabili per accedere a Internet). Una spiegazione esauriente di cosa sia in realtà la rete telefonica richiede una serie di informazioni tecniche spesso non banali. Ma il suo uso è per noi talmente abituale da permetterci una comprensione 'intuitiva' delle sue caratteristiche generali. Ad esempio, possiamo dire senza timore di sbagliare che la rete telefonica è uno strumento di comunicazione, e che questa caratteristica non è accidentale, ma è anzi la sua stessa ragion d'essere.

Anche la rete Internet è in primo luogo uno strumento di comunicazione. Proprio come la rete telefonica, Internet nasce per permettere la comunicazione e lo scambio di informazioni. Le informazioni scambiate su Internet tuttavia non sono suoni - o meglio, non sono solo suoni. Sono informazioni dello stesso tipo di quelle che un qualunque personal computer è in grado di utilizzare e manipolare: testi scritti, ma anche immagini e suoni digitalizzati (trasformati cioè in lunghe catene di 0 e 1, con procedimenti analoghi a quelli impiegati, ad esempio, per i compact disc musicali). E naturalmente programmi, cioè insiemi di istruzioni che il nostro computer potrà, a richiesta, eseguire.

Internet è dunque simile a una rete telefonica, una rete telefonica nata per far comunicare fra loro dei computer. Ma naturalmente dietro gli schermi e le tastiere dei computer collegati a Internet ci sono delle persone, ed è questo che rende il tutto più interessante. Considerare Internet solo come una rete di computer (o, per essere più precisi, come una rete di reti telematiche) sarebbe riduttivo: Internet è anche - e in primo luogo - una rete di persone collegate attraverso i computer. Si tratta di un dato importante, da tener presente per capire la caratteristica forse fondamentale di Internet: quella di essere insieme una risorsa informativa e un luogo di interazione culturale, sociale, economica.

Internet come risorsa informativa

Chi collega per la prima volta il proprio computer a Internet e inizia a 'navigare' nella rete ha spesso una idea molto vaga di quanta, e quanto variegata, sia l'informazione raggiungibile. Nel corso della nostra esperienza didattica, ci è capitato spesso di discutere questo problema con persone che vedevano in Internet soprattutto uno strumento per accedere a banche dati o a pochi siti fortemente strutturati, cioè a 'depositi' di informazione ragionevolmente ordinata e organizzata: ad esempio il catalogo di una biblioteca, o l'archivio di articoli di un giornale, o una raccolta di dati di borsa. Queste persone tendono a vedere Internet come un veicolo, un canale per raggiungere la (spesso singola) risorsa informativa di loro interesse. E sono naturalmente sconcertate - e in fondo anche irritate - dalla varietà di strumenti di navigazione, di funzionalità, di protocolli di comunicazione disponibili; dal fatto insomma che Internet non si presenti immediatamente e semplicemente come un mezzo per 'telefonare' alla banca dati prescelta.

Si tratta di un equivoco tanto più pericoloso, in quanto è vero che Internet permette di raggiungere anche singole banche dati, singoli 'serbatoi' di informazione specifica e organizzata. Ma fermarsi a questo (che non è poco) vorrebbe dire cogliere solo uno dei lati della medaglia, e forse non il più importante. Innanzitutto perché accanto all'informazione 'organizzata' di una banca dati o di un sito fortemente strutturato, Internet offre una ricchezza enorme - anche se di più difficile fruizione - di informazione occasionale, non organizzata, dispersa. La vera rivoluzione di Internet consiste nel fatto che chiunque può mettere informazione in rete: molti lo fanno già, moltissimi lo faranno nel prossimo futuro. Un imprenditore può raggiungere in maniera semplice ed economica un mercato globale, e sperimentare forme innovative di vendita di beni e servizi. Chi opera nella pubblica amministrazione può migliorare la quantità e la qualità dei servizi offerti dal proprio ufficio raggiungendo in maniera diretta e immediata gli utenti, può semplificare le procedure di gestione burocratica dell'informazione, e - fattore non trascurabile - può rendere più creativo e interessante il proprio lavoro. Un docente universitario può inserire in rete le dispense dei propri corsi, esercitazioni per gli studenti, versioni preliminari (o conclusive!) dei propri lavori, o magari un quesito sul quale richiedere aiuti e suggerimenti ai colleghi. Un giornalista 'free lance' può utilizzare Internet per farsi conoscere e per diffondere i propri articoli, oltreché - a sua volta - per ricercare informazione e contatti. Una radio, una televisione, un giornale, una casa editrice, possono inserire in rete programmi, anticipazioni ed estratti dei servizi realizzati, oppure aggiornamenti, integrazioni, reazioni ai programmi trasmessi o ai testi pubblicati. E possono prepararsi al giorno, non troppo lontano, in cui l'editoria in rete, la Web radio o la Web TV non saranno più solo esperimenti ma una realtà consolidata, in grado di raggiungere una vastissima utenza, su scala planetaria. Uno studente appassionato di musica, o di letteratura, o di cinema, può diffondere le proprie personali recensioni, realizzare pagine di informazione sull'autore preferito, curare un weblog, ovvero uno spazio continuamente aggiornato nel quale inserire segnalazioni, riflessioni, articoli. Sarebbe sbagliato sottovalutare il potenziale interesse di queste risorse: spesso le notizie raccolte da appassionati sono più complete, più illuminanti e più originali di quanto viene pubblicato attraverso i canali tradizionali e ufficiali. Non a caso, uno dei dibattiti più accesi e recenti su Internet riguarda proprio il rapporto fra queste risorse 'personali' e il giornalismo tradizionale. E non a caso anche molti giornalisti professionisti si stanno affacciando sul Web non solo come utenti, o come collaboratori di una testata, ma anche come voci autonome, capaci di gestire un proprio spazio informativo. Scoprendo magari - accanto a strumenti e risorse preziose - che non è affatto facile seguire il passo, e in qualche caso anche la qualità, del lavoro di tanti utenti meno noti e 'blasonati'.

Informazioni di questo tipo naturalmente generano spesso un 'rumore' non indifferente: trovare il dato che ci interessa può rivelarsi un compito difficile e frustrante. Torneremo più volte su questo problema nel corso del libro. Ma è bene capire subito che in questa pluralità di offerta informativa risiede l'essenza stessa della rete. Chi utilizza Internet solo per collegarsi da casa o dall'ufficio al catalogo di una biblioteca, o al sito di un giornale in rete o della squadra del cuore, o ancora per scambiare un messaggio di posta elettronica occasionale con il collega o con l'amico lontano, sfrutta certo potenzialità innovative di estremo rilievo, e sarà probabilmente d'accordo nel considerare la rete come uno strumento di lavoro e di svago utile e ormai perfino indispensabile. Ma finché non esplorerà in maniera più completa la complessità informativa di Internet, finché non inizierà in prima persona a utilizzare la rete per diffondere e non solo per raccogliere informazione, difficilmente potrà cogliere la vera portata della rivoluzione in atto, e - fattore non meno importante - capire i problemi, le difficoltà, le scelte che questa rivoluzione inevitabilmente comporta, per il singolo e per la società nel suo complesso.

Un aspetto centrale di questa rivoluzione, e una delle principali ricchezze di Internet come risorsa informativa, risiede nella vera e propria ragnatela di interconnessioni che possono essere stabilite fra il materiale diffuso attraverso la rete. Internet, e in particolare World Wide Web, non sono semplicemente organizzati secondo la metafora dell'ipertesto: sono un ipertesto. Il lettore al quale termini come 'World Wide Web' o 'ipertesto' risultassero oscuri non deve allarmarsi: non mancheranno, nel seguito, spiegazioni dettagliate. Deve però sapere fin d'ora che fino a quando non avrà capito almeno nelle linee essenziali cos'è un ipertesto, e perché tanta parte dell'informazione distribuita attraverso Internet ha una forma ipertestuale (o, per essere più esatti, ipermediale), non potrà dire di aver compreso cos'è Internet.

Internet come villaggio globale

Dietro all'informazione che circola su Internet ci sono, si è detto, delle persone. Ogni scambio informativo è una forma di interazione sociale, e la rete è dunque luogo di innumerevoli interazioni sociali. Chi parla (o scrive) di Internet da questo punto di vista, tuttavia, ha in genere in mente alcune tipologie 'classiche' di uso sociale della rete. Ricordiamone brevemente le principali.

Innanzitutto, vi è lo scambio di posta elettronica. Concettualmente, un messaggio di posta elettronica non è troppo diverso da una normale lettera inviata attraverso i canali postali tradizionali. La velocità di trasferimento dell'informazione, la semplicità della preparazione e dell'invio del messaggio - che fanno sì che spesso l'intera operazione avvenga, come si dice, 'on-line', e quindi senza la più tranquilla (e a volte laboriosa) preparazione che accompagna in genere la stesura di una lettera - rendono tuttavia la posta elettronica una sorta di ibrido fra la telefonata e la lettera tradizionale. Correndo il rischio di una qualche generalizzazione possiamo dire che, rispetto al contatto telefonico, il messaggio elettronico recupera la dimensione propria del testo scritto, 'costruzione' intenzionale di un singolo autore. Ma è un testo spesso scritto al volo, immediato, che sollecita una risposta altrettanto veloce.

D'altro canto, come vedremo in dettaglio nel seguito, molte possibilità offerte dalla posta elettronica sono sconosciute alla posta tradizionale. Così, ad esempio, l'interazione resa possibile da una lista di distribuzione postale, attraverso cui mantenere in contatto un gruppo di persone che condividono un interesse comune e il desiderio di discuterne insieme nella forma neo-epistolare appena descritta, costituisce sicuramente un fenomeno nuovo e interessante.

Anche i siti World Wide Web, le familiari pagine colorate che uniscono testo, grafica, brevi animazioni e magari suoni e filmati, e costituiscono probabilmente il volto più noto di Internet, rappresentano naturalmente uno straordinario strumento di interazione sociale. Basti pensare che spesso attorno a un sito si raccolgono vere e proprie comunità di utenti, e che nella maggior parte dei casi strumenti quali forum e gruppi di discussione sfruttano ormai come interfaccia una normale pagina Web. E negli ultimi anni la comunicazione via Web ha se possibile ulteriormente accentuato questa caratteristica di strumento di comunicazione globale, mostrando un'impressionante capacità di adattamento alle necessità, anche improvvise, dei suoi utenti. L'esempio forse più indicativo è stato offerto nelle ore immediatamente successive ai drammatici eventi dell'11 settembre 2001: dopo che, nei primissimi istanti successivi all'attacco, la posta elettronica si era rivelata veicolo di comunicazione d'emergenza in certi casi più resistente della stessa telefonia mobile, sono stati i siti Web (e non solo quelli istituzionali), sottoposti a un immenso sovraccarico di richieste, a reagire con estrema rapidità, semplificando o abolendo la grafica, e riuscendo a costruire una rete di comunicazione di emergenza in tempo reale che ha consentito a milioni di persone di seguire gli avvenimenti con una immediatezza e una ricchezza di contenuti informativi senza precedenti. Il mondo (e in particolare gli Stati Uniti) ha visto in televisione il crollo delle Twin Towers, ma - forse per la prima volta - ha usato soprattutto Internet per raccogliere i frammenti di informazione disponibili, cercare di capire cosa stava succedendo, costruire una reazione prima emotiva e poi organizzativa.

Ma su questi aspetti dell'uso del Web torneremo ampiamente nel seguito del libro. Per ora, proseguendo questa rassegna rapida e introduttiva delle principali funzionalità di Internet, ricordiamo come un altro strumento ben noto di interazione sociale in rete sia rappresentato dai newsgroup: immense bacheche elettroniche, ciascuna (ne esistono migliaia) dedicata a uno specifico argomento. Chiunque, da ogni punto della rete, può accedervi per leggere i messaggi lasciati dagli altri e per inserirne a sua volta. Palestre di discussione pubblica e generalmente non moderata, i newsgroup - pur cambiando in parte il loro volto - sono sopravvissuti all'evoluzione prepotente del Web, e continuano a rivelarsi, in forme diverse, istruttivi, provocanti, offensivi o stimolanti.

Vi sono poi le chat, divenute ormai una vera e propria moda soprattutto fra i giovanissimi. In una stanza chat, i partecipanti sono collegati contemporaneamente a uno o più 'ripetitori' che rendono possibile una interazione in tempo reale: quanto viene digitato sulla tastiera da un utente compare sul video degli altri, che possono a loro volta 'parlare' (sempre via tastiera) con altrettanta immediatezza. Si tratta di una comunicazione che avviene fra interlocutori reali (non è dunque, come a volte si tende a dire, una interazione 'virtuale'01), ma gli aspetti fisici della normale interazione sociale vengono meno. I partecipanti possono così assumere il ruolo che preferiscono, il nome che preferiscono, difendere posizioni che non accetterebbero nella vita reale. Questo 'gioco di ruolo', la cui possibilità è insita in molte forme di rapporto interpersonale attraverso la rete, ha colpito naturalmente la fantasia degli interpreti.

Infine, strumenti più recenti - e in particolare i programmi per audio e videoconferenze - offrono alla rete la possibilità di far viaggiare, in tempo reale e a prezzo assai più basso di quello tradizionale, un tipo di comunicazione ancor più diretta. Che le 'telefonate via Internet' non siano solo una curiosità per tecnofili appassionati, è dimostrato dal fatto che già oggi una quota assai consistente delle comunicazioni telefoniche e videotelefoniche internazionali avviene sfruttando tecnologie digitali, e viaggiando quindi attraverso canali telematici. Internet e la rete telefonica tendono dunque a integrarsi sempre più strettamente, e negli ultimi anni numerosi operatori (in prima fila Fastweb) hanno avviato un'offerta mista fonia-dati nella quale le conversazioni telefoniche, digitalizzate, sfruttano gli stessi canali e gli stessi protocolli dei dati di rete.

Su tutte queste modalità di comunicazione in rete, e sui programmi necessari per sfruttarle al meglio, ci soffermeremo dettagliatamente nel corso del libro. Ci preme però sottolineare fin d'ora che l'interazione sociale che si realizza attraverso Internet non rientra solo nelle categorie fin qui ricordate. Ogni informazione immessa in rete, ogni pagina su World Wide Web, ogni file reso disponibile alla comunità degli utenti, costituisce una forma di interazione sociale. Pensiamo, solo per fare qualche esempio, ad alcuni fra gli usi della rete che si sono sviluppati negli ultimi anni: vendita di beni e servizi; riviste e giornali elettronici; scuole e università che utilizzano Internet per distribuire materiale didattico e favorire l'interazione fra docenti e studenti; pubblicità; distribuzione di informazione di interesse politico e sociale; creazione di gruppi di iniziativa e di pressione; raccolte di fondi o di adesioni a progetti, appelli, associazioni; realizzazione di lavori artistici (nei più diversi campi, dalle arti visive alla letteratura, o alla musica) aperti al commento o alla collaborazione altrui; giochi...

Ognuna di queste iniziative - e delle molte altre che si potrebbero citare - costituisce una forma di interazione sociale. E generalmente si tratta di interazioni sociali 'aperte', rivolte cioè non a un gruppo precostituito di utenti ma a un pubblico potenzialmente vastissimo ed eterogeneo, le cui caratteristiche specifiche prendono forma man mano che l'iniziativa si sviluppa.

Da questo punto di vista, concentrare l'attenzione unicamente su alcune forme di interazione sociale - l'esempio tipico è costituito dalla posta elettronica o dalle chat - e considerarle 'tipiche' della comunicazione interpersonale su Internet può rivelarsi fuorviante. Solo considerando il quadro più vasto rappresentato dall'insieme delle funzionalità informative e comunicative della rete se ne comprende appieno la portata sociale. E ci si rende conto di quanto la metafora del 'villaggio globale' (si potrebbe anzi parlare di insiemi interconnessi di villaggi globali) spesso applicata a Internet sia appropriata, e si dimostri sempre più adeguata man mano che passano gli anni e le funzionalità della rete aumentano.

Naturalmente, anche questa medaglia ha una doppia faccia. Il villaggio globale costituito da Internet è solo sotto certi profili egualitario e addirittura 'anarchico' come viene spesso presentato. Innanzitutto perché i suoi abitanti restano comunque, anche nel 2003, una ben precisa élite culturale ed economica. La maggior parte degli utilizzatori di Internet è abbastanza giovane e proviene dalle fasce sociali benestanti e culturalmente più avanzate dei paesi industrializzati. La stessa competenza informatica e telematica che li caratterizza contribuisce ad accentuare il divario che separa il 'cittadino delle reti' dal resto del mondo.

La divisione fra 'Nord' e 'Sud' informativo, fra paesi ricchi e paesi poveri di risorse e capacità nel campo della telematica e dell'informazione distribuita, purtroppo non costituisce semplicemente un rischio: è ormai una realtà consolidata, che va tenuta sempre presente e che occorre cercare di superare. Altrettanto reale è il 'gap' esistente fra la generazione che precede e quella che segue la rivoluzione informatica. E se è vero che differenze anche profonde di interessi e conoscenze fra generazioni diverse sono una costante della storia occidentale negli ultimi secoli, è a nostro avviso fuorviante (e forse pericolosamente consolatorio) ricondurre a questa 'tranquillizzante' tipologia il 'gap' con il quale abbiamo attualmente a che fare nel campo delle tecnologie informatiche. Si tratta invece di un salto radicale, che avviene con una velocità che è figlia solo del secondo dopoguerra. La generazione dei nostri figli vivrà - se riusciremo a mantenere il fragile equilibrio attuale - in un mondo profondamente diverso da quello che abbiamo conosciuto. Ma in quel mondo dovranno e vorranno vivere anche molti di noi, perché la durata media della vita si allunga, e con essa cresce la sovrapposizione fra generazioni diverse potenzialmente attive e concorrenti sul mercato del lavoro.

Internet come mercato globale

Abbiamo già accennato alla vendita di beni e servizi attraverso la rete parlando di Internet come strumento di interazione sociale - giacché naturalmente ogni transazione economica è anche una interazione sociale. Ma il rilievo economico che Internet ha ormai assunto merita qualche considerazione specifica. Il termine 'mercato globale' non è nuovo, ed è stato finora usato a indicare soprattutto l'interconnessione che si è venuta a stabilire nel corso degli ultimi decenni fra i mercati finanziari di tutto il mondo: un aumento o una discesa nel prezzo del petrolio saudita influenza la borsa di New York come quella di Milano, la caduta nel valore dei titoli guida delle borse asiatiche ha immediate ripercussioni a Francoforte e a Wall Street, le grandi banche compiono ormai da tempo operazioni di acquisto e vendita di valute e titoli anche su piazze lontanissime da quelle di pertinenza.

Internet ha fatto fare all'idea di 'mercato globale' un salto di qualità in almeno due direzioni. Da un lato, per quello che riguarda i mercati finanziari, la stessa possibilità di interconnessione e mobilità operativa che era finora limitata a soggetti economici di particolare rilievo (governi, banche, grandi società) è stata estesa ai singoli investitori, anche piccoli, abbattendo drasticamente sia il costo dell'informazione finanziaria, sia quello delle singole transazioni, che possono essere compiute direttamente attraverso la rete. Avevamo scritto in Internet 2000 che "questa possibilità avrà evidentemente riflessi, non tutti e non sempre positivi, sui mercati, sulla loro stabilità, sulle loro caratteristiche". Quando scrivevamo queste parole la crisi della new economy era ancora di là da venire, ma oggi è generalmente riconosciuto che fra i (molti) fattori che hanno contribuito prima all'eccessiva crescita delle quotazioni e poi alla crisi dei titoli tecnologici (e non solo dei titoli tecnologici) vi è anche anche il cambiamento che proprio la diffusione degli strumenti di investimento via rete ha provocato nelle forme e nelle modalità di gestione degli investimenti azionari.

D'altro canto, non è solo il mercato finanziario a essere diventato globale: se voglio comprare un disco, un libro, un capo di abbigliamento, la mia scelta non è più limitata ai negozi sotto casa. Ho a disposizione cataloghi in rete con una profusione di articoli che nessun negozio 'fisico' sarebbe in grado di offrire, con modalità di acquisto assai più semplici di quanto non avvenisse nelle vecchie forme di vendita postale. I costi di transazione non sono così bassi come poteva sembrare in un primo momento, ma restano comunque - soprattutto quando la vendita riguarda servizi informativi anziché beni fisici - abbastanza contenuti. Se voglio prenotare un viaggio o organizzare una vacanza, ad esempio, posso farlo senza la mediazione di una agenzia viaggi, e pagando spesso di meno. Certo, sappiamo ormai che il commercio via Internet rappresenta un'alternativa reale agli acquisti compiuti in negozi fisici solo per alcune categorie di merce: nonostante diverse catene di supermercati abbiano provato a offire servizi di vendita anche via Internet, nella maggior parte dei casi la spesa è comunque più semplice farla al supermercato all'angolo. E tuttavia, almeno per alcuni settori, la comodità rappresentata per l'utente (e per le imprese, giacché anche buona parte delle transazioni commerciali da impresa a impresa, 'Business to Business', avvengono ormai via rete) dalle transazioni via Internet è indubbia, e rappresenta anche, come è facile capire, un rischio non da poco per alcuni settori del mercato del lavoro.

Capire cosa è Internet vuol dire anche cercare di capire quali mutamenti la rete stia portando nel mondo delle interazioni economiche, e come questi mutamenti stiano avvenendo. Un manuale su Internet non può ormai prescindere da queste tematiche, e su di esse ci soffermeremo più volte nel corso del libro.

Siamo convinti che Internet sia l'esempio più rappresentativo - o almeno uno degli esempi più rappresentativi - dello sviluppo economico, culturale, tecnologico e sociale che ci aspetta. Di più: siamo convinti che Internet diventerà con sempre maggior chiarezza il 'luogo' nel quale una parte rilevante di questo sviluppo prenderà forma. Anche per questo è importante imparare a conoscere la rete e le sue potenzialità. Ed è quello che speriamo di aiutarvi a fare.

Note

  1. (torna) Considerazioni interessanti sul rapporto fra reale e virtuale sono svolte da Furio Colombo in un'intervista alla trasmissione MediaMente di RAI Educational; il testo è disponibile in rete alla URL http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/c/colomb02.htm.
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