Deposto l'arco la faretra i dardi,
la canaglia d'Amor, riccioli ai venti,
s'arma di verga e pungol dei bifolchi,
si mette la bisaccia sulle spalle
e, poi che sotto al giogo i tori lega
delle molte fatiche pazienti,
egli comincia a seminar pei solchi
di Demetra graniferi. Ed alzato
al ciel lo sguardo, all'alto Zeus prega:
"Fammelo pieno, questo seminato,
di spighe pese, se non vuoi che aggioghi
te, toro d'Europa, a questo aratro".
(Antologia Palatina, trad. di G. Gualtieri, Vallecchi, Firenze, 1973) |