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Violante: seduta 48

Violante: seduta 48
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Pagina 2099
      AUDIZIONE DEI MAGISTRATI DELLA PROCURA
  CIRCONDARIALE PRESSO LA PRETURA DI ROMA E DELLA
             DIREZIONE DISTRETTUALE
  ANTIMAFIA DI ROMA SUL FENOMENO DELL'USURA NELLA
 CAPITALE PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
                      INDICE
Audizione dei magistrati della procura
circondariale presso la pretura di Roma e della
direzione distrettuale antimafia di Roma sul
fenomeno dell'usura nella capitale:
Violante Luciano,  Presidente               2101, 2102
         2108, 2110, 2111, 2112, 2113, 2114 2115, 2116
                                2117, 2118, 2119, 2122
Bargone Antonio                                   2112
Boso Erminio Enzo                           2110, 2113
                                                  2114
Cabras Paolo                          2113, 2114, 2116
Cappuzzo Umberto                                  2111
De Matteo Aldo                                    2113
Di Mauro Rosario,  Procuratore della Repubblicapresso
la pretura circondariale di Roma      2101, 2114, 2115
Florino Michele                                   2110
Grasso Gaetano                              2111, 2112
Lori Perla,  Sostituto procuratore della Repubblica
presso la pretura circondariale di Roma           2104
                                            2118, 2119
Lotti Lucia, Sostituto procuratore della Repubblica
presso la pretura circondariale di Roma     2101, 2102
2107, 2111, 2117
Piro Silverio,  Sostituto procuratore dellaRepubblica
presso il tribunale di Roma                       2108
                                2110, 2115, 2116, 2121
Rapisarda Santi                                   2113
Comunicazioni del Presidente:
Violante Luciano,  Presidente                     2125
                                            2126, 2133
Cabras Paolo                                      2126
Florino Michele                                   2126
Esame della relazione sulla Puglia:
Violante Luciano,  Presidente    2122 2123, 2124, 2125
Pagina 2100
Robol Alberto,  Relatore                    2122, 2125
Bargone Antonio                                   2122
Cafarelli Francesco                               2124
Cappuzzo Umberto                                  2124
Florino Michele                             2122, 2123
Scalia Massimo                              2123, 2125
Sorice Vincenzo                                   2123
Seguito dell'esame e votazione della relazione su
Barcellona Pozzo di Gotto:
Violante Luciano, Presidente, Relatore       2126 2127
                          2129, 2130, 2131, 2132, 2133
Brutti Massimo                              2130, 2131
                                            2132, 2133
Cabras Paolo                    2126, 2127, 2128, 2129
Capuzzo Umberto                                   2131
Crocetta Salvatore                                2132
Florino Michele                             2130, 2133
Folena Pietro                               2128, 2132
Grasso Gaetano                                    2127
Mastella Mario Clemente                     2127, 2128
                                      2129, 2131, 2132
Rapisarda Santi                                   2133
Seguito dell'esame e votazione della relazione su
Gela:
Violante Luciano,  Presidente, Relatore           2133
                          2134, 2135, 2136, 2137, 2138
Cappuzzo Umberto                      2133, 2135, 2136
Crocetta Salvatore              2133, 2134, 2136, 2137
Florino Michele                       2135, 2136, 2138
Grasso Gaetano                  2135, 2136, 2137, 2138
Mastella Mario Clemente                     2136, 2137
Rapisarda Santi                                   2136
Pagina 2101
La seduta comincia alle 9,30.
(La Commissione approva il processo verbale della
seduta precedente).
Audizione dei magistrati della procura
circondariale presso la pretura di Roma e della
direzione distrettuale antimafia di Roma sul
fenomeno dell'usura nella
capitale.
 PRESIDENTE.  L'ordine del giorno reca l'audizione
dei
magistrati della procura circondariale presso la
pretura di Roma e della direzione distrettuale
antimafia di Roma sul fenomeno dell'usura nella
capitale.
  La Commissione ha interesse ad avere un quadro
sull'usura, come da accordi verbali intercorsi con
il procuratore e con uno dei sostituti procuratori
di Roma.
 ROSARIO DI MAURO,   Procuratore della Repubblica
presso la pretura circondariale di Roma.  Le
colleghe Lotti e Lori
hanno predisposto una relazione della quale
daranno lettura. Naturalmente, forniranno tutti i
chiarimenti possibili a quelle che saranno le
vostre domande.
  Come responsabile dell'ufficio devo solo fare un
po' di "pianto greco", perché tutto il lavoro che
facciamo viene svolto a costo di grandi sacrifici
da parte dei magistrati. In questo caso, in
particolare, abbiamo dovuto constatare l'assoluta
insufficienza numerica delle forze di polizia
giudiziaria. L'impegno degli uomini interessati è
stato grande, ma la sezione di polizia giudiziaria
ha organici insufficienti per rispondere agli
incarichi dati loro dai singoli sostituti
procuratori.
  Sul fenomeno in oggetto, le colleghe riferiranno
sulla base dell'esperienza nata nell'agosto del
1992 quando il vecchio reato di usura è diventato
di competenza del tribunale, mentre la nostra
competenza è limitata alla forma di usura nella
quale non è previsto l'abuso dello stato di
bisogno. Il fenomeno all'inizio sembrava di
piccola entità ma poi si è constatato, svolgendo
le indagini e perseguendo determinati fatti, che
esso è molto più ampio, tanto che si è arrivati
successivamente a raccogliere elementi di reato di
competenza del tribunale, per cui sono stati
stabiliti contatti. Anche dopo la trasmissione
degli atti al tribunale per competenza, le
indagini sono state condotte in modo collegato
dalla procura presso il tribunale e dalla procura
circondariale, ciascuna per i reati di propria
competenza.
Desidero sollecitare la Commissione in direzione
di un intervento efficace affinché sia incrementato
l'organico della sezione di polizia giudiziaria
presso la procura circondariale di Roma e vengano
messi a disposizione i mezzi necessari. Non
disponiamo di terminali e voi sapete quanto in un
ufficio informatizzato sia importante disporre
degli strumenti.
          Cedo la parola alle colleghe che esporranno la
relazione.
 LUCIA  LOTTI,    Sostituto procuratore della Repubblica presso
la pretura circondariale di Roma.  Tracceremo un breve  quadro,
cercando di chiarire alcuni aspetti che ci sembrano importanti,
al  fine di esporre la nostra esperienza e dare un primo quadro
del fenomeno dell'usura a Roma.
             E' necessario fornire preliminarmente un
brevissimo quadro normativo e giurisprudenziale.
Pagina 2102
  L'approccio giudiziario al fenomeno dell'usura è
stato indubbiamente condizionato dalle difficoltà
intrinseche alla struttura negoziale del rapporto
giuridico che ne costituisce l'essenza. L'accordo
delle parti sulla redazione di un
finanziamento a tasso d'interesse notevolmente
superiore a quello bancario non vale ad escludere
l'antigiudiridicità del fatto quando il consenso
prestato dall'assuntore del debito risulti
inficiato da una situazione di necessità.
  Ne discende, in primo luogo, l'esigenza di
definire i contenuti di tale stato di bisogno, che
la giurisprudenza ha riconosciuto con sempre
maggiore ampiezza, passando da una interpretazione
restrittiva, che lo limitava alle sole esigenze di
carattere alimentare legate alla sopravvivenza del
soggetto, ad una concezione più aderente alla
realtà del costume e dei rapporti economici, che
lo riconosce in ogni stato di difetto di liquidità
che induca un soggetto ad accettare l'applicazione
di interessi oggettivamente iniqui.
Il carattere usurario o meno del tasso d'interesse
applicato deve essere valutato sulla base di
corretti parametri di riferimento e nell'attuale
assetto economico tale valutazione non può essere
riferita all'interesse legale, bensì all'interesse
passivo bancario, calcolato nella sua effettività:
considerando il tasso ufficiale di sconto, il
tasso medio applicato, le eventuali commissioni
per il massimo scoperto, l'addebito trimestrale in
conto capitale degli interessi maturati e le
spese, il tasso risulta intorno al 25-30 per cento
reale.
          Farò ora un breve accenno alla nuova normativa
della legge n. 356 del 7 agosto 1992.
  L'assetto normativo e giurisprudenziale
descritto è stato ridisegnato dalla citata legge
n. 356, di conversione del decreto-legge 8 giugno
1992, n. 306, modificando le previsioni
dell'articolo 644 del codice penale ed
introducendo la fattispecie criminosa di cui
all'articolo 644-bis del codice penale (cosiddetta
usura impropria).
 PRESIDENTE.  Quando lei parla del 25-30 per cento
si riferisce al tasso che voi considerate
usurario?
            LUCIA LOTTI,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso la pretura circondariale di Roma.  Superato
quel tasso (annuale, ovviamente) si può cominciare
a parlare di usura.
Tendenzialmente si sposta la valutazione
verso l'alto. Dicevo, quindi, della cosiddetta
usura impropria. Sono
state previste pene più aspre ed è stata
espressamente sanzionata l'erogazione di
finanziamenti usurari ad imprenditori in
difficoltà economica; viene prevista una
circostanza aggravante soggettiva quando i fatti
sono commessi nell'esercizio di un'attività
professionale o di intermediazione finanziaria.
  In difetto di diversa previsione, la competenza
per il reato di usura è stata attribuita,  ratione
poenae , al tribunale, mentre rimane alla pretura
la competenza per il reato di usura impropria.
         Si tratta di una soluzione discutibile, in quanto
non è sempre agevole la verifica della sussistenza
dell'una o dell'altra ipotesi (la distinzione può
sfuggire al privato che presenta una denuncia,
oppure solo un accertamento delle circostanze del
fatto può consentirne la corretta classificazione)
e solo il coordinamento realizzatosi tra le due
procure romane ha impedito che l'incisività
dell'intervento giurisdizionale fosse vanificata
da problemi di competenza.
  Appare auspicabile una soluzione che determini
la concentrazione della competenza presso un unico
ufficio, o in ragione della materia ovvero
mediante la qualificazione di una delle due
ipotesi come aggravata o attenuata rispetto
all'altra.
  Riguardo in particolare al fenomeno dell'usura a
Roma si può cominciare parlando della tipologia
dei soggetti che praticano l'usura.
            Le prime esperienze raccolte consentono di
                           tracciare le
tipologie dei soggetti dediti all'erogazione di
finanziamenti a tassi usurari.
  Si conferma la presenza della figura
tradizionale dell'usuraio che gestisce
Pagina 2103
come singolo l'erogazione di prestiti in un
contesto di quartiere o nell'ambito di strutture
lavorative. Tali soggetti di norma si
autofinanziano, stabiliscono un rapporto
fiduciario con i debitori e non si avvalgono della
collaborazione di terzi.
  A fianco dell'usuraio quale erogatore improprio
di prestiti, si è rilevata sovente la presenza di
soggetti che operano un'intermediazione tra il
medesimo ed i potenziali clienti. Costoro operano,
a seconda dei casi, o come semplici procacciatori
di affari, con piccoli guadagni erogati in
percentuale (in tale categoria non di rado si
incontrano le vittime dell'usuraio che così
tentano di alleviare le proprie precarie
posizioni), ovvero come gestori in proprio di
prestiti erogati mediante la utilizzazione di
capitali forniti da altro soggetto, lucrando sulla
differenza di tasso, poiché la loro posizione
consente di ottenere all'origine un tasso più
favorevole di quello normalmente applicato
(rivenditori di soldi).
  Spesso  in  tali  ultimi  casi  il  reale  finanziatore  è un
professionista che,  approfittando  delle  circostanze  offerte
dalla  sua  attività, viene a conoscenza dello stato di bisogno
di un soggetto.  Quest'ultimo viene indirizzato verso un terzo,
che   apparentemente   accorderà   il    finanziamento,    così
dissimulando l'effettivo ruolo svolto dal finanziatore.
Peraltro l'evidente redditività dei prestiti
usurari attira sempre più soggetti muniti di congrui
capitali ed intenzionati ad effettuare
investimenti a breve termine, la cui attività di
finanziamento ha carattere meramente occasionale.
Tali finanziatori si rivolgono preferibilmente a
imprenditori di medio o alto livello in crisi
finanziaria (verosimilmente al fine di acquisire a
basso costo l'azienda o una partecipazione
societaria). In ogni caso, quando i soggetti che
operano la intermediazione sono molteplici, il
fenomeno assume una evidente struttura
associativa, i cui punti terminali sono costituiti
da soggetti reperibili in luoghi abituali (di
norma bar o circoli ricreativi) ad ore prefissate,
come veri e propri "sportelli bancari". I vertici
di questi tipi di strutture si collocano
nell'ambito della criminalità storica romana.
  Dall'usuraio che mantiene una dimensione
personale dei rapporti, anche operando per il
tramite di una persona giuridica, si distinguono
le società finanziarie, che costituiscono un
fenomeno in grande espansione nell'ambito del
quale si è annidata una delle più insidiose forme
di usura.
Approfittando della totale carenza di vincoli
normativi (in quanto si è privilegiata la repressione
dell'abusiva raccolta del risparmio trascurando
per lungo tempo le problematiche connesse alla
erogazione del credito) e giocando sull'istintiva
fiducia della persona bisognosa nei confronti di
una struttura apparentemente impersonale e legale,
ampiamente pubblicizzata, i soggetti operanti
agganciano senza difficoltà le vittime, alle quali
erogano con estrema facilità piccoli prestiti, a
tassi inizialmente tollerabili (in ogni caso
l'applicazione di tassi mensili elevati non è
facilmente percepibile in relazione a cifre
esigue).
  Attualmente l'attività delle società finanziarie
è stata disciplinata dal decreto-legge del 3
maggio 1991, n. 143, convertito nella legge del 5
luglio 1992, n. 197, che, tra l'altro, ha
introdotto l'elenco degli intermediari operanti
nel settore finanziario, tenuto dal Ministero del
tesoro, fissando le caratteristiche del soggetto
che è ammesso
all'esercizio di tale attività e sanzionando
penalmente l'esercizio abusivo del credito. Tale
disciplina sarà operativa dal luglio prossimo.
  Si evidenzia l'importanza di un rigoroso
controllo del rispetto di tale normativa e di una
divulgazione presso il pubblico del nuovo regime,
per distogliere gli utenti dalle finanziarie
abusive.
  Si è poi riscontrata la diffusione di società di
fatto costituite all'interno di un ambiente
definito (ospedale, ministero, grosse aziende) e
caratterizzate da una genesi mutualistica, che
operano la erogazione di prestiti ai consociati,
con piani di restituzione cadenzati
settimanalmente, a tassi non eccessivamente
elevati (2 per cento mensili). In tale contesto si
inseriscono
Pagina 2104
 i fenomeni del reinvestimento, da parte della
stessa società, delle somme raccolte dai
consociati in finanziamenti atassi di usura a
soggetti esterni, e della autonoma
erogazione di prestiti, sempre usurari, da parte
di soci che percepiscono i finanziamenti, lucrando
sulla differenza dei tassi.
  Quando le società afferiscono a strutture di
notevoli dimensioni, emerge il carattere più
spiccatamente criminoso del fenomeno, risolvendosi
la struttura mutualistica in una modalità di
raccolta del capitale, investito poi in
finanziamenti illeciti gestiti nell'ambito della
criminalità organizzata. In tale contesto di ampia
diffusione del fenomeno sul territorio e della
rilevanza dei flussi finanziari che vengono in tal
modo prodotti, con profitti elevatissimi, si è
profilata la partecipazione al medesimo della
criminalità organizzata di stampo camorristico,
con una chiara funzione di finanziamento (che
induce ad ipotizzare forme di riciclaggio).
Uno degli aspetti costituenti corollario del
fenomeno è
quello riguardante l'attività di recupero crediti,
svolta da soggetti non concorrenti nel rapporto di
usura, i quali di norma agiscono quali incaricati
del recupero per conto del creditore, ovvero in
proprio quali cessionari del credito. Anche se il
primo caso rimane tuttora il più diffuso, la
cessione costituisce una forma più sofisticata, in
quanto consente di superare le eventuali eccezioni
fondate sul rapporto di finanziamento, in favore
della tutela accordata dall'ordinamento al terzo
prenditore (presuntivamente di buona fede).
  Le forme di recupero si distinguono nettamente
in legali ed illegali. Accanto alla adozione degli
strumenti classici, che implicano l'utilizzazione
di mezzi di pressione consistenti in minacce
all'incolumità della vittima, della sua famiglia o
alla sua attività, sovente seguiti da violenze e
danneggiamenti, risultano sorprendentemente
diffuse le iniziative di recupero effettuate
mediante le procedure esecutive, di norma
pervicacemente coltivate fino al realizzo.
L'astrattezza dei titoli consente infatti una
tutela efficace ed incisiva. Cambiali ed assegni
costituiscono titoli esecutivi, immediatamente
azionabili mediante gli strumenti del pignoramento
che, nell'assolvere alla funzione di assicurare la
tutela del credito, di fatto producono un
ulteriore assoggettamento psicologico del
debitore, posto di fronte alla prospettiva della
spoliazione dei propri beni.
PERLA LORI,   Sostituto procuratore della
Repubblica
presso la pretura circondariale di Roma . Mi
soffermerò in particolare sulle caratteristiche
dei soggetti passivi dell'usura, cioè dei soggetti
che richiedono finanziamenti alle descritte
condizioni. Il ricorso al finanziamento operato da
privati a tassi usurari è risultato
sorprendentemente diffuso in tutti gli strati
sociali ed è vissuto nella maggior parte dei casi
come normale risorsa in presenza di difficoltà,
anche non insuperabili, nel reperimento dei mezzi
finanziari necessari a sanare situazioni di
disagio economico.
  Difetta in tutta evidenza la percezione del
disvalore del rapporto usurario e della gravosità
delle condizioni accettate fino, spesso, a
considerare lo strozzino una sorta di benefattore
o, comunque, un amico. Solo al manifestarsi degli
aspetti patologici del finanziamento usurario,
quando il debito inizia ad incrementarsi in modo
abnorme, per effetto dei rinnovi provocati
dall'impossibilità di un tempestivo adempimento e
quando, in tale situazione, il soggetto comincia a
subire pressioni, si acquista consapevolezza della
reale situazione provocata dalla contrazione del
debito e dal rilascio di una quantità di effetti
non onorabili.
             Uno degli aspetti più significativi delle
                             dinamiche
comportamentali dei debitori è costituito dalla
fobia del protesto. Effettivamente l'inserzione
nel bollettino dei protesti rappresenta
un'immediata fonte di danno per commercianti e
imprenditori, che vedono pregiudicati i loro
rapporti con banche e fornitori ed è, comunque,
vissuta come gravissima lesione del proprio buon
nome da tutti i debitori. Tale timore è così
radicato, che i debitori si trovano ad accettare
condizioni onerosissime,
Pagina 2105
 impegnandosi con la emissione di titoli
normalmente privi di copertura e non onorabili,
pur di evitare simile prospettiva. Nella maggior
parte dei casi fanno ricorso a tali finanziamenti
commercianti e piccoli e medi imprenditori
(soprattutto nell'ambito delle imprese individuali
e di carattere familiare), mentre marginali sono i
casi di usura per stato di bisogno connesso ad
esigenze di carattere privato.
  Le cause che determinano il ricorso al credito
usurario si sostanziano in un difetto di
liquidità, che può assumere diversa consistenza,
ricorrendo, ad esempio, nell'esigenza di denaro
liquido per far fronte ai pagamenti di  routine ,
in contingenze negative del mercato, in momenti di
crisi aziendale più consistenti, nella necessità
di capitale per iniziative economiche reputate
fondamentali, e così via.
Non irrilevante è il fenomeno dell'usura
"incrociata",
cioè il ricorso al finanziamento usurario per
sanare
esposizioni debitorie ritenute insostenibili, per
lo sviluppo della spirale degli interessi, nei
confronti di altri usurai. Spesso in tali casi si
genera una sorta di catena, con il ricorso a nuovi
usurai per pagare i precedenti.
  E' evidente che la scelta del finanziamento
privato, effettuato alle descritte condizioni, è
determinata o dall'impossibilità di ottenere (per
precedenti protesti o insufficienza delle garanzie
offerte) finanziamenti bancari, ovvero dai tempi
lunghi di norma richiesti per l'erogazione di tali
finanziamenti, incompatibili con l'immanenza di
esigenze di liquidità.
  Talora, tuttavia, il ricorso agli usurai è
determinato dalla crisi del finanziamento bancario
(ad esempio, nella forma dello scoperto) ed è
finalizzato, con disarmante ottimismo, a sanare il
rapporto con le banche, ricostituendo la
disponibilità di provvista. Diviene sempre più
frequente il caso di interventi finanziari
illeciti nei confronti di aziende anche di
notevoli dimensioni, che presentano, per peculiari
caratteri strutturali o settori di attività,
difficoltà nella valorizzazione e liquidizzazione
dei loro rapporti commerciali.
  L'esperienza giudiziaria ha evidenziato che le
argomentazioni difensive più ricorrenti delle
persone inquisite per usura si sostanziano
nell'asserito inadempimento del debitore, indicato
come l'unico responsabile di una condotta
illecita. Effettivamente si riscontra un
inadempimento del debitore, se il parametro di
riferimento è costituito dall'importo dei titoli
in possesso del creditore. Tuttavia il meccanismo
moltiplicatore del debito e dei titoli determinato
dai rinnovi e dai rifinanziamenti alla scadenza
delle rate, ha come conseguenza che, nella maggior
parte dei casi, le somme corrisposte nel tempo
coprono ampiamente il capitale erogato, ma
risultano imputate essenzialmente al pagamento
degli interessi.
        Non può escludersi che una percentuale di debitori
                              risulti
inadempiente a tutte le obbligazioni assunte, ma
tale circostanza non fa venir meno la sussistenza
del reato, che si consuma anche con la promessa
del compenso usurario.
Dedicherò ora qualche breve cenno alle forme del
finanziamento usurario, cioè alle modalità in base
alle quali, di norma, viene erogato questo
particolare tipo di finanziamento. La forma
maggiormente ricorrente consiste in prestiti con
rimborso a breve termine - di solito un mese per
importi iniziali non elevatissimi - generalmente
10 milioni -, con il contestuale rilascio di un
assegno di importo comprensivo anche
dell'interesse. Dalla somma materialmente erogata
viene di norma detratto l'interesse, da
corrispondersi anticipatamente, mentre l'assegno
viene richiesto per l'importo figurativo (ad
esempio, un prestito di lire 10 milioni ad un mese
comporta l'erogazione della somma di lire 9
milioni e la consegna di un assegno con scadenza a
un mese o privo di data e dell'importo di lire 10
milioni).
Tra le parti vi è la tacita intesa che, in caso di
impossibilità di rimborso alla scadenza, il
prestito è rinnovabile, previo pagamento
dell'interesse mensile fisso. Si
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tratta del cosiddetto prestito a fermo, nel quale
la parte continua a corrispondere nel tempo somme
mensili a solo titolo di interesse, rimanendo
fermo l'obbligo di rimborso del capitale.
  Quando la restituzione del prestito viene
concordata in più rate, vengono consegnati tanti
assegni quante sono le scadenze previste, il cui
importo viene calcolato comprensivo degli
interessi. In caso di impossibilità di pagamento
di una rata, inizialmente si incontra una
disponibilità a rinnovare il prestito con la
determinazione di nuove scadenze. Agli interessi
iniziali si aggiungono quelli previsti per la
nuova dilazione (con effetto di anatocismo, in
quanto l'importo di ogni rata già ricomprende una
quota di interessi precalcolati) e così si
determina, a causa delle reiterate operazioni di
rinnovo, l'effetto di moltiplicazione geometrica
del debito iniziale, che i pur frequenti e
consistenti pagamenti non riescono ad estinguere.
  Possono contribuire a determinare il descritto
effetto di moltiplicazione del debito e dei titoli
in possesso del creditore i finanziamenti erogati
in occasione della scadenza delle rate e della
presentazione all'incasso dei titoli consegnati,
per consentire al debitore, spesso privo di
liquidità, di effettuarne il pagamento presso la
banca o il notaio, evitandone il protesto.
  In tali casi viene evidentemente contratto un
nuovo debito, con applicazione di ulteriori
interessi, a fronte del quale vengono rilasciati
altri titoli. Si aggiunga che non sempre, in caso
di rinnovo, i titoli novati vengono restituiti al
debitore (la restituzione, se non espressamente
negata, viene sovente procrastinata con
giustificazioni diverse). Ciò determina, alla
definizione del rapporto, il possesso in capo al
creditore di una quantità di titoli non
corrispondenti neanche più all'ammontare degli
interessi in aggiunta al capitale, ma che
costituiscono un inaspettato e spesso fatale mezzo
di pressione sul debitore e che vengono spesso - a
distanza di tempo - ceduti o direttamente
azionati.
  Altra forma particolarmente diffusa di
finanziamento consiste nel cosiddetto cambio
assegni. Mentre le forme sopra descritte
concretizzano una sorta di cambio assegni
"apparente", in quanto la consegna dei titoli che
accompagna la erogazione del finanziamento ha la
funzione di garantirne la restituzione,
precostituendo in favore del creditore un mezzo
rapido di recupero delle somme dovute, il cambio
assegni si sostanzia in una forma di sconto.
Infatti i titoli, che possono essere del debitore
o di terzi, vengono valutati nella loro
consistenza e la somma erogata è pari al relativo
importo, detratta la percentuale di sconto
variabile tra il 2 ed il 5 per cento per brevi
periodi, spesso non superiori alla settimana.
  Quanto agli esiti del finanziamento usurario,
gli aspetti patologici dei rapporti di
finanziamento caratterizzati dal descritto
sviluppo comportano un progressivo depauperamento
del patrimonio del debitore, che può trovarsi
nell'impossibilità di far fronte ai pagamenti di
rate sempre più consistenti. Tale situazione può
concludersi con l'azionamento dei titoli in
possesso del creditore e l'esperimento delle
procedure esecutive.
          Tuttavia in molti casi il creditore soddisfa le
                              proprie
aspettative in modo più diretto, concordando la
cessione di beni immobili o dell'azienda del
debitore. In tali casi l'immobile viene
progressivamente aggredito mediante privilegi,
preliminari, vendite con patto di retrocessione
per gli immobili e cessioni di quote sempre più
massicce per le aziende; quando il debitore non è
più in condizioni di opporre resistenza, l'iter si
conclude con una cessione operata, sovente, con
l'ausilio di prestanome.
  Si ha l'impressione che la concessione del
finanziamento venga operata preferibilmente nei
confronti di soggetti con possidenze immobiliari,
non solamente a garanzia del credito, ma con lo
scopo ultimo di acquisirne la proprietà a
condizioni di evidente favore. Tale fenomeno,
anche per gli accennati collegamenti dell'usura
con gli ambienti della criminalità
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organizzata, è particolarmente allarmante con
riferimento alle acquisizioni di esercizi
commerciali e aziende.
         L'esito più drammatico dei rapporti di usura può
                              ancora
essere il suicidio del debitore che non è più in
grado di affrontare l'entità raggiunta della
propria esposizione, spesso tenuta celata a
familiari e collaboratori.
           Finora abbiamo cercato di delineare il quadro
                           dell'usura a
Roma, così come si è venuto configurando sulla
base della nostra esperienza giudiziaria. In tale
ambito riteniamo opportuno fare riferimento alla
posizione del sistema bancario di fronte al
fenomeno dell'usura. Come si è rilevato, il
ricorso al finanziamento usurario è spesso
determinato dalla impossibilità dei soggetti di
ricorrere al finanziamento bancario, a causa di
precedenti protesti o della insufficienza delle
garanzie offerte, ovvero dei tempi talora
eccessivamente lunghi delle relative istruttorie.
  In realtà il sistema bancario si manifesta
strutturalmente rigido e non sembra in grado di
percepire la diffusa esigenza di finanziamenti da
fruire con maggiore snellezza e rapidità, per
importi anche non elevati e con modalità di
restituzione da adeguarsi al caso concreto.
  Nella pratica, invece, si rileva, al di là dei
casi accertati di collegamenti tra funzionari di
banca e strutture associative finalizzate alla
erogazione di prestiti usurari, una marcata
discrezionalità nei trattamenti accordati ai
clienti accreditati. Fidi, mutui ipotecari,
scoperti garantiti, scoperti indisponibili,
castelletti di sconto, sconto effetti,
franchising  e anticipazioni garantite da
contratti costituiscono alcune tra le molteplici
forme di
finanziamento che gli istituti di credito possono
erogare. Si tratta tuttavia di soluzioni che
evidentemente non esauriscono le esigenze del
mercato, che sempre più diffusamente si rivolge al
finanziamento alternativo.
 LUCIA LOTTI,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso la pretura circondariale di Roma
. Alcune esperienze maturate nell'ambito
dell'ufficio, avevano evidenziato che le descritte
difficoltà potevano essere superate grazie ad una
maggiore conoscenza del fenomeno. Ciò ha
comportato la creazione di un archivio informatico
che consentisse di verificare le segnalazioni di
reato nei confronti di una persona, accorpando i
relativi procedimenti, in modo da poter
contrapporre alla linea difensiva dell'imputato le
dichiarazioni di più persone offese, vagliando al
contempo la serietà e la consistenza di queste
ultime, e concentrando le istruttorie al fine di
poter verificare le interrelazioni tra i
soggetti (spesso un usuraio costituisce il tramite
di
un'organizzazione o di un finanziatore), ed
individuare le modalità operative tipiche.
         Ne è derivata la impostazione di una attività di
                             indagine
diretta e di coordinamento delle indagini delegate
alla polizia giudiziaria, strutturate in
considerazione delle caratteristiche della materia
e destinate specificamente ad acquisire gli
elementi indispensabili per la valutazione sulla
sussistenza del reato e ai fini di sostenere
validamente l'accusa.
  La modifica normativa dell'agosto 1992, dando la
possibilità di rendere più incisiva l'azione
giudiziaria (aumento di pena, possibilità di
arresto in flagranza) ha dato ulteriore stimolo
all'iniziativa.
  Nello svolgimento dell'attività istruttoria sono
stati utilizzati schemi di indagine differenziati,
predisposti sulla base degli elementi conoscitivi
tratti dalla descritta attività di studio del
fenomeno, sia per l'acquisizione ragionata di una
maggiore quantità di dati e informazioni utili,
sia per una proficua prosecuzione delle indagini,
sia per una mirata adozione di provvedimenti a
sorpresa, quali perquisizioni e sequestri.
  Si è provveduto a sensibilizzare in tal senso la
polizia giudiziaria, sollecitandone la
disponibilità ad assicurare al gruppo di lavoro
referenti il più possibile disponibili e
selezionati. Preziosa si è rivelata la
collaborazione delle sezioni di polizia
giudiziaria presso la procura e dall'Arma dei
carabinieri, che ha reso disponibile a tal fine la
II sezione del reparto operativo.
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          Sono stati curati altresì contatti con la Banca
                             d'Italia,
nell'ambito delle competenze di vigilanza sul
credito in generale e sulle società finanziarie in
particolare. Altrettanto interessante si è
rivelata la collaborazione di consulenti tecnici
del pubblico ministero, chiamati ad effettuare una
tempestiva ricostruzione dei rapporti giuridici
intercorsi tra le parti, al fine di verificare il
tasso di interesse di volta in volta applicato e,
nei casi in cui l'attività di finanziamento
usurario viene effettuata con la copertura di
un'attività lecita, a vagliare l'afferenza all'una
o all'altra del materiale acquisito nel corso
delle indagini.
  Sono stati ottenuti dati rivelatisi preziosi, ai
fini della ricostruzione dei rapporti gestiti dai
finanziatori, mediante sequestri di documentazione
presso le banche. In alcuni casi i sequestri sono
stati estesi alle somme presenti sui conti
correnti, che costituiscono il profitto del reato
contestato.
  Per quanto riguarda i dati sui procedimenti, dal
24 ottobre del 1989, data di entrata in vigore del
nuovo codice,
sono stati iscritti 3.569 procedimenti per le
ipotesi di reato di usura e usura impropria, dei
quali più di un terzo sono riferibili al periodo
successivo alla formazione del gruppo di lavoro
(1^ ottobre 1992). Risultano iscritti 1.072
nominativi di persone sottoposte ad indagine.
  L'adozione delle nuove tecniche d'indagine, e
segnatamente l'utilizzo di perquisizioni e
sequestri operati miratamente, previo svolgimento
di approfondite indagini sui soggetti e sulle
modalità con le quali l'attività criminosa si
sviluppa, ha consentito, nella maggior parte dei
casi, la identificazione di più persone offese,
non denuncianti, con riferimento all'attività di
usura svolta dalla singola persona indagata.
  All'esito delle indagini, almeno un terzo dei
procedimenti è stato trasmesso per competenza alla
procura presso il tribunale in relazione alle
ipotesi di associazione per delinquere o
estorsione. Nei casi più complessi l'ipotesi
associativa o estorsiva è stata curata sin
dall'origine dall'ufficio superiore, in
collegamento con il quale sono state condotte
indagini collegate per le ipotesi di usura.
SILVERIO PIRO,   Sostituto procuratore della
Repubblica
presso il tribunale di Roma.  Il salto di qualità
delle indagini, verificatosi di recente con
l'instaurazione d'inchieste di un certo livello in
riferimento a più pregiudicati di un certo
spessore criminale, si deve proprio al tipo di
lavoro svolto dai colleghi della pretura e
soprattutto dalle due colleghe presenti perché,
per quanto mi risulta, sono le uniche che
affrontano il problema in via esclusiva (senza per
altro essere escluse da altre forme di delega).
         In realtà, in questi ultimi tempi si è verificato
                              un vero
eproprio "bombardamento" di deleghe e di fascicoli
nuovi
determinati da una serie di denunce più o meno
importanti, caratterizzate, appunto, da questo
tipo di reati: l'usura...
PRESIDENTE.  Chi denuncia l'usura? La vittima
denuncia? SILVERIO PIRO,   Sostituto procuratore
della Repubblica
presso il tribunale di Roma.  Recentemente, le
denunce hanno cominciato ad aumentare. Esaminerò
la questione sotto questo profilo quando
analizzerò la grossa portata della recente
innovazione legislativa.
  Il salto di qualità delle indagini ha consentito
di portare incisivamente l'opera della procura
presso il tribunale nei confronti delle
espressioni criminali che avevano connotati di
tutta importanza, vale a dire i fenomeni
associativi che approfittavano delle ragioni
usuraie.
Partendo dalle inchieste attualmente in corso - io
ne ho
un paio, altri colleghi ne hanno altre, ma sono
decisamente limitate nel numero -, posso riferire
a fronte della mia esperienza. Infatti, sono
tredici anni che mi interesso di criminalità
organizzata, già da prima che appartenessi alla
procura distrettuale. Avendo avuto modo di
affrontare anche inchieste di carattere mafioso
(l'arresto di Pippo Calò e quello di Salvatore
Contorno nel 1980), ho potuto verificare che
coloro che
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all'epoca gravitavano nell'orbita di questi grossi
personaggi mafiosi insediati a Roma hanno adesso
rilevanza e pregnanza penale sotto il profilo
dell'usura. Già allora apparivano come dei grossi
"cravattari", come si dice a Roma, però era oltre
modo significativo che gravitassero in
quell'orbita, perché, a  posteriori , si può dire
chiaramente che
rappresentavano una forma di reimpiego dei
capitali che derivavano, chiaramente, dai traffici
internazionali di droga.
Roma è sempre stata un grosso canale di
smistamento per il
traffico della droga. Posso citarvi,
successivamente alle grosse inchieste di cui vi ho
detto e anche contestualmente
alle stesse, altre inchieste nate, per esempio,
dall'omicidio De Pedis e dal duplice omicidio dei
fratelli Belardinelli (due inchieste distinte, poi
riunite, sviluppatesi qui negli anni tra il 1985 e
il 1990).
         Ho avuto modo di notare che nelle perquisizioni e
                                nei
sequestri di  routine , che si sviluppavano come
un corollario di indagine decisamente importante,
inevitabilmente emergevano grossi sequestri di
titolo di credito, di appunti, che allora
evidenziavano, sia pur larvatamente e senza alcuna
rilevanza penale, il ricorso all'usura anche da
parte di quei grossi personaggi. Era evidente che
le denunce nei confronti di questi nominativi non
arrivavano proprio perché avevano un carisma
criminale, sapevano farsi ragione da sé con la
violenza o semplicemente con il loro nome, per cui
mai veniva a sbloccarsi la situazione sotto il
profilo della possibilità di perseguimento penale
delle loro imprese usurarie.
         Il salto di qualità si deve soprattutto al lavoro
                              svolto
dalle colleghe le quali hanno iniziato a
coordinare le numerose inchieste giacenti per il
644-bis  e a dare istruzioni, in maniera
dettagliata, certosina, a pochi ma qualificati
organi di polizia giudiziaria che, forti delle
istruzioni ricevute, hanno finalmente cominciato a
ben interrogare le persone e a ben istruire le
indagini. Da qui il passaggio di qualità nel
momento in cui più reati usurari, una volta emerse
la stabilità del vincolo, la permanenza degli
stessi, l'unicità delle strutture impiegate e la
ricorrenza dei nomi, confluivano nel reato
associativo di cui all'articolo 416.
  Fatta questa premessa, si deve precisare che il
salto di qualità si è avuto, a livello
legislativo, soprattutto con l'introduzione
dell'articolo 644-bis ; infatti, prima
dell'istituzione di questa norma, potendo operare
solo in base al 644, la maggior parte delle
inchieste si arenavano sulla forte difficoltà di
dimostrare lo stato di necessità della vittima;
inoltre, le estorsioni automaticamente conseguenti
si arenavano di fronte alla derubricazione in
esercizio arbitrale delle proprie ragioni mediante
violenza o minaccia con la semplice prova della
presunta legittimazione delle pretese creditorie
della parte offesa (reati che poi venivano quasi
sempre amnistiati con i soliti provvedimenti che
nel tempo si sono susseguiti).
  L'introduzione dell'articolo 644-bis  ha
determinato un salto di qualità sotto il profilo
normativo nel momento in cui effettivamente si è
preso di mira il settore maggiormente oggetto di
questo fenomeno, vale a dire il commercio. Nel
momento in cui si è realmente penalizzata l'opera
di coloro che approfittavano delle crisi
finanziarie per intervenire in maniera criminale
in quel settore, ecco che si è messo il dito sulla
piaga. Da qui il proliferare delle inchieste,
l'impossibilità di archiviazione con i presupposti
che ho citato poc'anzi ed il procedere delle
indagini con lo sviluppo dei punti di
coordinamento e, quindi, con l'insorgere delle
inchieste a livello associativo.
  Sotto questo profilo, non ho nulla da aggiungere
a quanto è stato esaurientemente specificato dalle
colleghe, le quali hanno svolto un'analisi
senz'altro completa ed esaustiva della situazione
romana.
  Devo specificare che la procura distrettuale di
Roma - in particolare il procuratore distrettuale
Coiro - ha ritenuto di annettere la giusta
importanza, per altro condivisa da tutti quanti
noi, al fenomeno usurario. Di talché, abbiamo
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esteso la nostra competenza ( in realtà, la norma
introduttrice della procura distrettuale antimafia
non prevederebbe siffatto reato) anche ai reati di
estorsione e di usura sotto il profilo della
interpretazione di reati commessi
con le tipologie dell'associazione di tipo mafioso
questo perché la richiesta estorsiva è uno dei
metodi prioritari usati dalle associazioni
mafiose.
            Ciò nonostante, di recente abbiamo avuto un
                          ripensamento -
equesto può darvi un'idea dell'importanza del
fenomeno
dell'usura a Roma - nel momento in cui sono
piovute una infinità di denunce in riferimento a
situazioni di usura e di usura impropria collegate
a reati estorsivi. Quindi, in qualche modo, si
vorrebbe cercare di ridurre la possibilità di
intervenire in maniera più approfondita soltanto
sulle inchieste che lo meritano. Da qui la
necessità di approfondire l'importanza dei
collegamenti fra la procura distrettuale e quella
circondariale, perché la competenza principale
rimane in capo alla pretura circondariale, in base
all'articolo 644-bis  del codice penale.
           Non ritengo che sia il caso di fare dei nomi
                           relativi alle
inchieste che conduco, però ho potuto constatare
che, in riferimento a grossi sodalizi criminali,
vi sono personaggi che effettivamente hanno
accumulato miliardi e miliardi, che hanno
costituito patrimoni, con la compiacenza se non
addirittura, in alcuni casi, il concorso di
funzionari di banca, che hanno avuto la
possibilità - e ciò determina un significativo
passaggio sull'importanza che il fenomeno nel
tempo ha assunto - di acquisire vere e proprie
unità immobiliari, veri e propri cespiti, come
recupero finale dei crediti che, via via, in
ragione dei tassi, andavano aumentando.
 PRESIDENTE.  Avete incontrato casi di
sostituzione nell'impresa?
 SILVERIO PIRO,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso il tribunale di Roma.  Qualche
caso si è verificato.
Queste forme di passaggio di immobili danno il
punto della
situazione in riferimento al concreto spessore del
fenomeno, perché nel sodalizio abbiamo trovato
anche colui che si interessava delle visure
ipotecarie, colui che in concreto accendeva le
ipoteche, così come il bancario che assicurava la
trasformazione dei titoli, a seconda
dell'importanza, da BOT in buoni fruttiferi o in
certificati di credito, determinando difficoltà di
accertamento della loro esistenza all'autorità
giudiziaria che in quel momento inquisiva.
  Ritengo, a conclusione di questa mia breve
relazione, che il legislatore abbia giustamente
innovato con l'introduzione di questa norma;
tuttavia, a mio avviso, si deve fare ancora
qualcosa perché il fenomeno è in espansione e
perché, soprattutto nei grossi centri urbani, la
criminalità fa ricorso all'usura in maniera
spregiudicata ed anche come forma di reimpiego di
attività accumulate con altri tipi di reato,
quindi non solo con il traffico di droga, cui ho
fatto prima riferimento, ma anche con il gioco
d'azzardo o il toto nero. Vi è un diffusissimo
ricorso a questo tipo di investimenti usurari da
tutto quel substrato sociale che, non potendo
ricorrere al credito normale, chiaramente è
costretto a ricorrere a questi rimedi.
        PRESIDENTE.  Vi ringraziamo molto perché il quadro
                              che ci
avete fornito è particolarmente esauriente.
 ERMINIO ENZO BOSO.  In presenza di banche che
praticano tassi quasi di usura (25-30 per cento),
penso che la denuncia si dovrebbe estendere a
tutto il sistema di finanziamento. Vorrei sapere
quali siano le grosse difficoltà che i direttori
di banca stanno determinando e gli abusi che
stanno promuovendo nei confronti degli usurai
esterni, essendo loro le prime fonti di
informazione circa le persone in difficoltà.
MICHELE FLORINO.  La prima domanda è relativa alla
legge
n. 197 del 1992, che prevede l'elenco degli
intermediari e che entrerà in vigore dal prossimo
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luglio. Ritenete che sia una norma sufficiente a
contrastare l'usura?
  Seconda domanda. Da quanto abbiamo ascoltato si
evince che l'atteggiamento delle banche è spesso
complice; sono stati acclarati fatti che
dimostrano che le banche, o comunque determinati
funzionari, sono complici? Quale normativa
potremmo varare per stroncare queste complicità
volontarie od occasionali?
             Si è inoltre parlato del piccolo prestito
                            all'interno
degli enti locali e soprattutto di quello rivolto
ai dipendenti pubblici; posso dare indirettamente
una risposta perché, per quanto riguarda il grande
ente locale di Napoli, vi è all'interno della
direzione della ragioneria una miriade di
finanziarie che erogano credito facile ai
dipendenti. Il più delle volte - ho fatto questa
amara constatazione - non si tiene conto del
limite fissato per i prestiti da erogare ai
dipendenti; pertanto il dipendente stesso si trova
a dover pagare una cifra superiore allo stesso
stipendio che percepisce. Data la situazione che
si è creata almeno in una regione ad alta densità
criminale come la Campania, avete qualche risposta
per questo drammatico problema, che vede coinvolti
migliaia di dipendenti?
  Da ultimo, l'assoggettazione psicologica avviene
anche perché la magistratura incontra difficoltà -
è sempre stato così - nel condannare l'usuraio:
secondo voi sarebbe necessario dotare l'autorità
giudiziaria di strumenti conoscitivi, attualmente
praticamente inesistenti?
 UMBERTO CAPPUZZO.  I colleghi che mi hanno
preceduto
hanno già trattato parecchi argomenti; tuttavia
vorrei qualche informazione sull'andamento del
fenomeno, cioè cosa si è riscontrato a seguito di
un'osservazione che dura da alcuni anni: se il
fenomeno, come pare, è in aumento, vorrei sapere
quali siano i soggetti attivi e passivi dell'usura
(cioè chi è costretto a chiedere e chi dà)...
         PRESIDENTE.  Chiedo scusa, da quando funziona il
                              vostro
gruppo?
 LUCIA LOTTI,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso la pretura circondariale di Roma
. Dall'ottobre 1992.
 UMBERTO CAPPUZZO.  Per quanto riguarda le
connessioni tra banche ed usura, è stato
evidenziato che ci si rivolge ad un usuraio quando
una banca non è in condizione di concedere
prestiti: mi risulta che vi siano funzionari che
fanno da tramite dando consigli circa la persona
cui ci si deve rivolgere o, peggio ancora, che vi
siano impiegati di banca i quali, per proprio
conto o per interposta persona, esercitano l'usura
(questo è un aspetto molto interessante). So che
le banche hanno fatto degli accertamenti nei
riguardi dei loro dipendenti: si tratta
indubbiamente di indagini interne, ma sarebbe
assai interessante conoscere cosa abbiano potuto
riscontrare sotto questo profilo.
  L'ultima domanda riguarda, infine, il ruolo
delle finanziarie.
 GAETANO GRASSO.  Più che fare domande mi permetto
di chiedere il vostro conforto su alcune
riflessioni. Dal punto di vista della legislazione
di contrasto a questo fenomeno che, per fortuna,
adesso viene considerato di carattere criminale
perché è diventato uno dei più diffusi (ma, fino a
poco tempo fa, veniva considerato compatibile con
le varie dinamiche illegali del nostro paese), ho
riscontrato una certa difficoltà nel raggiungere
un punto di equilibrio tra la possibilità di
scoraggiare l'usuraio dal praticare l'usura e
quella di incoraggiare la vittima a denunciare
l'usuraio. Rispetto ai due poli della questione
riuscire a trovare un punto di equilibrio è cosa
estremamente difficile perché, per esempio,
significa rispondere positivamente o negativamente
ad
alcune questioni. La prima riguarda lo stato di
bisogno. Mi domando se sia opportuno, per
un'efficace azione di contrasto, sopprimere la
clausola relativa allo stato di bisogno prevista
all'articolo 644 del codice penale (il 644-bis
parla di difficoltà economiche). Bisogna capire se
in conseguenza della soppressione di questa
Pagina 2112
 condizione si rischi di determinare un eccesso di
criminalizzazione o se possa essere favorevolmente
incoraggiata l'azione di contrasto.
  Vi è poi un altro problema...
 PRESIDENTE.  Vi è un'altra questione, perché
eliminando lo stato di bisogno in entrambi i casi
sostanzialmente si
fissa pubblicamente un tetto al di sopra del quale
- comunque -             il mercato del denaro
diventa illegale.
 GAETANO GRASSO.  Infatti si pone anche questo
problema; occorre capire se sia fattibile la
determinazione per legge del tasso di usura (tra
l'altro, è una proposta che circola in maniera
diffusa e vi è una giurisprudenza consolidata in
tal senso).
 PRESIDENTE.  In Francia già esiste.
         GAETANO GRASSO.  Sì, nell'ordinamento francese il
                               tasso
di usura è fissato per legge.
  In secondo luogo si pone il problema di come
incoraggiare le vittime di usura a sporgere
denuncia. Nella considerazione sociale la vittima
di usura viene guardata con estremo sospetto, a
differenza della vittima del racket : quest'ultima
è vittima e basta, mentre la vittima dell'usura è
qualcosa di diverso (mi riferisco in particolare
agli imprenditori che vanno a rivolgersi a certe
persone). Penso che una soluzione sia quella della
rivalsa, cioè di prevedere - e vi chiedo cosa ne
pensiate - una serie di norme che
stabiliscono il sequestro, la confisca e la
possibilità per la vittima, nel momento in cui
denunzia, di partecipare al recupero delle somme
usurarie che ha pagato nei confronti del
creditore.
  L'ultima questione riguarda l'articolo 644-bis .
Premesso che ormai l'usura, soprattutto quando
vede come soggetti passivi gli imprenditori, ha
sempre o quasi sempre come sbocco l'espropriazione
delle aziende o di quote delle aziende, mi è
sembrato contraddittorio il fatto che con tale
articolo si siano elevate le pene pecuniarie e
diminuite quelle detentive, quando invece nel caso
in cui la vittima sia un imprenditore...
             PRESIDENTE.  Si riferisce al rapporto tra
                          l'articolo 644
el'articolo 644-bis ?
 GAETANO GRASSO.  Sì, perché il 644-bis  ha
elevato le
pene pecuniarie e diminuito quelle detentive: ciò
mi sembra contraddittorio, perché quando la
vittima è un imprenditore il pericolo sociale è
notevolmente maggiore rispetto al caso in cui la
vittima sia una casalinga, perché è in gioco la
proprietà di un'azienda e l'equilibrio della
libertà del mercato nel nostro paese.
 ANTONIO BARGONE.  Dalla relazione, davvero molto
puntuale, è emerso che vi è un rapporto tra il
fenomeno dell'usura e fenomeni associativi anche
di criminalità organizzata: vorrei sapere in che
termini ciò accada, cioè fino a che punto si
tratti di un fenomeno fine a se stesso, che si
consuma in quanto usura, ed in che termini sia
invece funzionale alle organizzazioni criminali,
ma soprattutto questo è il punto principale - in
che termini sia funzionale alla penetrazione
criminale nell'ambito dell'economia e soprattutto
del mondo imprenditoriale.
  Occorre poi capire in che misura il fenomeno sia
legato all'estorsione. Poiché mi interessa
soprattutto sapere quale tipo di economia si venga
a creare con questo tipo di
infiltrazioni, vorrei sapere se l'estorsione sia
finalizzata all'usura e viceversa ed in che modo
si inserisca nell'ambito di un fenomeno
associativo che punta, come ho detto, alla
penetrazione nell'economia.
  Altra questione è legata alla funzione delle
banche. Il senatore Cappuzzo ha poc'anzi accennato
al fenomeno di funzionari bancari che praticano
attività usurarie, ma vi è anche quello di
finanziarie collegate alle banche: vorrei sapere
se sia stata accertata l'esistenza di finanziarie
collegate alle banche cui i funzionari delle
banche, magari all'insaputa della direzione,
indirizzano coloro che
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hanno bisogno. Si tratta di un aspetto importante,
perché collegato alla rigidità del sistema
bancario, che produce effetti diretti (cioè la
difficoltà dell'accesso al credito soprattutto da
parte dell'imprenditore in difficoltà economiche),
ma anche effetti indiretti, legati alla complicità
oggettiva, con fenomeni di degenerazione o
addirittura illeciti, come quello dell'usura e
delle finanziarie e quindi anche del riciclaggio,
come avete segnalato nella relazione.
 ALDO DE MATTEO.  Vorrei rivolgere una domanda su
un punto che mi sembra uno degli elementi più
odiosi del fenomeno dell'usura, la fase
persecutoria; mi riferisco, in particolare, al
momento in cui scompare l'interlocutore
iniziale ed interviene l'istituto della cessione
del credito. Vorrei sapere se l'usura non si possa
combattere anche attraverso una revisione
dell'istituto della cessione del credito: non
certo con la sua soppressione, che implicherebbe
una questione molto più ampia, ma entrando nel
merito e limitandola. In tal modo scomparirebbe
l'elemento più odioso del sistema dell'usura,
quello della persecuzione e della mancanza
dell'interlocutore iniziale, per cui chi va a
riscuotere è in genere un personaggio mai
conosciuto e conseguentemente le richieste
diventano sempre più pesanti nei confronti della
vittima.
 PAOLO CABRAS.  Ho molto apprezzato la relazione e
le informazioni fornite alla Commissione anche in
funzione della necessità che avvertiamo di
aggiornare i dati dell'ultima relazione
predisposta dalla Commissione sulla criminalità
organizzata a Roma e nel Lazio. In particolare mi
riferisco alla relazione della dottoressa Lotti la
quale, parlando delle strutture associative che
praticano l'usura e non già dei singoli prestatori
a tasso di interesse, ha fatto un riferimento alla
camorra. Vorrei sapere, senza ovviamente attendere
precisazioni che non possono essere fornite, come
si arrivi a questo discorso sulla presenza della
camorra, anche in relazione ad un altro scenario
che è stato dipinto dal dottor Piro e che ci
rimanda con la memoria alle imprese della banda
della Magliana (non a caso è stato fatto il nome
di De Pedis).
  Poiché negli anni fra il 1980 e 1990, che hanno
visto imprese compiute a Testaccio o alla
Magliana, si praticò lo stesso tipo di reato, ivi
compreso il riciclaggio attraverso agenzie del
Credito italiano, dell'allora Banco di Santo
Spirito, vorrei sapere se emerga una certa
reviviscenza degli ultimi superstiti o di qualcosa
che si possa ricondurre a quella esperienza di
criminalità romana e se vi siano segnali di
presenza e di collegamenti con elementi di
criminalità organizzata come la camorra, come nel
caso della banda della Magliana negli anni
ottanta, con Cosa nostra o con qualcosa che gli
assomigli.
  Ritengo che un'attività così organizzata e
complessa non possa non interessare quel tipo di
criminalità organizzata che molto spesso va in
trasferta a Roma; la camorra, per esempio, è
venuta con gente del  Gotha  dell'organizzazione e
Cosa
nostra con Pippo Calò. Sarebbe molto interessante
sapere se si possa prevedere uno scenario simile a
quello che abbiamo già conosciuto.
 SANTI RAPISARDA.  Vorrei conoscere quale ruolo
svolgano i notai nel mondo dell'usura e se i
procuratori qui presenti abbiano avuto esperienze
in merito.
 ERMINIO ENZO BOSO.  Vorrei aggiungere un'altra
domanda prendendo spunto dalla mora del 3 per
cento fissata dal Governo per coloro che
pagheranno in ritardo le tasse. Se si fa un
calcolo su base annua, visto che i magistrati sono
arrivati a riscontrare il fattore di usura, è
ipotizzabile che il Governo arriverà al tasso
annuo pari al 36 per cento. Vorrei chiedere ai
magistrati qui presenti un'accertamento sull'usura
e lo strozzinaggio che il Governo sta compiendo.
PRESIDENTE.  Quello cui lei ha fatto riferimento
non è un
interesse!
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 ERMINIO ENZO BOSO.  Certo che è un interesse!
 PRESIDENTE.  E' una sanzione!
 ERMINIO ENZO BOSO.  Una tassa del 3 per cento per
il ritardo nel pagamento porta ad una percentuale
pari al 36 per cento. Quando si supera un certo
limite si tratta di strozzinaggio, che lo pratichi
il Governo o altri.
PRESIDENTE.  La mia era una sottile distinzione;
vedo che
non sono riuscito a farmi comprendere.
  Vi ringraziamo molto per il contributo offerto.
Mi è sembrato che il procuratore segnalasse un
problema di polizia giudiziaria.
           PAOLO CABRAS.  A me sembra che la Guardia di
                            finanza sia
la grande assente dalla relazione.
 ROSARIO DI MAURO,   Procuratore della Repubblica
presso
la pretura circondariale di Roma . La collega in
precedenza ha ricordato che della questione è
stata interessata la sezione di polizia
giudiziaria (i carabinieri hanno lavorato
dall'esterno). Dall'ottobre scorso hanno iniziato
a contribuire alle indagini la Guardia di finanza
e la Polizia di Stato, mentre i carabinieri hanno
collaborato dall'esterno, perché abbiamo avuto una
fase difficile.
 PRESIDENTE.  Avete assegnato indirizzi specifici
alla polizia giudiziaria? Rivolgo questa domanda
perché ritengo abbastanza importante il tipo di
interrogatorio che si fa di queste persone e il
modo con cui si imposta l'indagine. Avendo voi
acquisito una specifica esperienza, la Commissione
potrebbe avvalersene qualora decidesse di chiedere
alle singole procure circondariali se abbiano
impostato o concluso un lavoro al riguardo.
 ROSARIO DI MAURO,   Procuratore della Repubblica
presso
la pretura circondariale di Roma . Siamo a
completa disposizione della Commissione; per
altro, un contatto già vi è stato perché i
colleghi hanno già avuto rapporti con la procura
circondariale.
        PRESIDENTE.  Dai sondaggi compiuti in altri uffici
                                ci
siamo resi conto che non vi sono lavori
organizzati bene come a  Roma.
         ROSARIO DI MAURO,   Procuratore della Repubblica
                              presso
la pretura circondariale di Roma . Non c'è un
lavoro come il nostro perché le difficoltà
maggiori delle procure circondariali derivano
dall'altissimo numero di notizie di reato (per
esempio, a Roma ogni giorno ne giungono 1.820).
Avere la possibilità di perseguire un determinato
reato fra questa massa di reati è possibile solo
con un impegno come quello di cui hanno dato prova
le due colleghe.
  Ecco perché quando uno dei colleghi mi informa
di essere interessato ad un certo fenomeno diffuso
(in tema non solo di usura ma anche di
urbanistica, di ambiente o di titoli di credito
che rappresentano un punto molto delicato con
conseguenze simili a quelle dell'usura) mi
preoccupo di dotare i    colleghi dei mezzi per
operare e di alleggerirli del
rimanente lavoro. Ciascuno di loro riceve in media
120-130 provvedimenti al mese: come fa a trattarne
20 seriamente e metterne da parte 100?
  Questo è il motivo per cui abbiamo letto con
entusiasmo l'intervento del presidente Violante a
proposito dell'invocata depenalizzazione: se ne
parla da anni, se ne discute continuamente, era
già pronto il decreto ma ancora non arriva.
Pensate che la sola depenalizzazione degli assegni
non pagati ci alleggerirebbe di 45 mila
provvedimenti all'anno, con conseguente recupero
di personale e di strumenti.
PRESIDENTE.  Signor procuratore, in una delle
prossime
sedute ascolteremo il ministro, proprio per
indurlo a seguire questa strada. Ovviamente
dovrebbe agire con efficacia in questa direzione
anche lo stesso Parlamento.
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 ROSARIO DI MAURO,   Procuratore della Repubblica
presso la pretura circondariale di Roma . Mi
auguro che la vostra azione sia efficace perché
non passa giorno che io non
telefoni al ministero e non avanzi richieste in
tutti i modi, ma sempre senza risultato.
          PRESIDENTE.  La figura della vittima che avete
                             disegnato
in genere a Roma è un artigiano, un commerciante o
un piccolo imprenditore. E' così? Non esiste qui
l'usura di famiglia che abbiamo verificato a
Napoli?
 SILVERIO PIRO,   Sostituto procuratore presso il
tribunale di Roma . Come la collega Lotti ha già
dichiarato, c'è un limite oltre il tasso del 20-25
per cento annuo praticato dalle banche; se si
arriva a tetti di questo livello diventa molto
difficile definire una rubrica molto
circostanziata. Giorni fa mi è accaduto di
incontrare difficoltà proprio nella
predisposizione di una rubrica in riferimento ad
un grosso sodalizio per cui mi sono domandato,
dopo aver letto le vicende dei numerosi usurati e
le loro deposizioni, se fosse il caso per alcuni
di farne cenno nella rubrica, proprio perché si
era arrivati a quei limiti (3,5-4-5 per cento
mensile), sempre che l'oggetto della domanda, ai
fini dell'individuazione della rilevanza penale,
sia quello del quadro di assieme della situazione
in esame, in riferimento alla complessità e alla
pesantezza del tasso nel contesto in cui è stato
ottenuto e, soprattutto, in relazione ai tempi di
ammortamento del finanziamento ottenuto. Penso che
quanto detto dal senatore De Matteo circa
l'istituto della cessione del credito sia
pienamente condivisibile ed auspicabile.
 PRESIDENTE.  Si riferisce alla cessione
professionalizzata?
           SILVERIO PIRO,   Sostituto procuratore della
                            Repubblica
presso il tribunale di Roma . Sì.
 PRESIDENTE.  E' emerso il caso di un soggetto che
ha acquistato i crediti dell'imprenditore e poi si
è presentato come titolare di un pacchetto di
credito tale da non poter più essere contrattato
dall'imprenditore e a quel punto è subentrato
nell'impresa (in genere sono i soggetti
camorristici che operano in questo modo). Credo
che intendesse riferirsi a questo tipo di
fenomeno.
 SILVERIO PIRO,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso il tribunale di Roma . Qualche
caso del genere si è verificato anche qui a Roma,
anche se molto sporadicamente. Ecco perché ritengo
che sarebbe incisiva un'iniziativa come quella
indicata dal senatore.
  Quanto poi riferito dall'onorevole Grasso in
riferimento al recupero delle somme da parte delle
vittime, può avvenire nel momento in cui abbiamo
sotto sequestro migliaia di miliardi in CCT, BOT,
denaro contante, interi sequestri di
somme depositate con la costituzione di parte
civile che in questi processi già si annuncia (ed
è un canale già previsto). Non so fino a che punto
un'allargamento delle previsioni dell'articolo 12-
quinquies  a questo tipo di reato possa essere
positivo, anche perché attualmente già incontriamo
molte difficoltà con la Guardia di finanza per
inquadrare le indagini di carattere patrimoniale
alla base delle misure di prevenzione o
dell'individuazione degli elementi fattuali della
fattispecie del citato articolo 12-quinquies .
Estendere una forma di recupero anche a questo
tipo di
reato, sotto il profilo di una fattispecie del 12-
quinquies comprendente l'usura, francamente
ritengo sia un ulteriore onere per le forze
dell'ordine che, allo stato, non riescono a far
fronte neppure alle enormi incombenze che derivano
loro dall'applicazione concreta di quella norma
per i reati legati al traffico di droga.
  La Guardia di finanza partecipa alle nostre
inchieste ma in maniera marginale, non come la
polizia o i carabinieri, perché istituzionalmente
questi sono preposti ad accertamenti bancari, ad
indagini sui fallimenti e ad indagini cosiddette
superiori.
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 PAOLO CABRAS.  E le società finanziarie?
 SILVERIO PIRO,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso il tribunale di Roma . Sì, ma le
società finanziarie emergono solo a seguito di
indagini certosine e approfondite, come quelle che
di recente svolgono le colleghe in  pool . Perciò
va incentivato il discorso del  pool  a livello di
pretura.
              Mi ricollego ad un'altra domanda che fa
                         riferimento alla
pena inferiore per l'usura impropria e l'usura. E'
una sacrosanta verità: forse bisogna invertire
l'importanza delle pene, ricercare forme di
coordinamento tra le due e anche una forma di
coordinamento della competenza. Laddove si possono
verificare dei collegamenti tra la procura
circondariale e la procura distrettuale, come
quelli verificatisi e che purtroppo non sono la
regola ma l'eccezione...
 PRESIDENTE.  Mi scusi dottore, se fossero di
competenza del tribunale tutte e due, non rischia
di non farsi...
SILVERIO PIRO,   Sostituto procuratore della
Repubblica
presso il tribunale di Roma . Sono perfettamente
d'accordo, perché attualmente siamo ancora
schiacciati dal traffico di droga o da altre
inchieste di criminalità organizzata, rapine ed
estorsioni a grosso livello. Il problema della
competenza va risolto, in quanto attualmente si
registra questa sfasatura; così come va risolto a
livello di estorsioni. Forse meriterebbero
un'attenzione particolare, con indagini bancarie
approfondite e con l'intervento della Guardia di
finanza, soltanto i contesti associativi di un
certo livello.
L'esperienza insegna - ed è questo il motivo
predominante
per il quale noi della distrettuale abbiamo deciso
inizialmente di interessarci anche delle singole
usure-estorsioni - che solo partendo dal piccolo
si arriva al grande. Le grandi inchieste si
sviluppano solo con un approfondimento degli
elementi scaturenti dalle piccole cose: sotto
questo profilo, facendo un esame autocritico dei
nostri uffici, occorrerebbe un ulteriore
approfondimento dell'organizzazione e del
coordinamento tra i magistrati all'interno di ogni
ufficio.
  Rispondendo ad un altro quesito formulato, posso
dire che la materia prima dell'usura si rinviene
nel momento in cui si hanno i cosiddetti
protestati: è da lì che parte la necessità del
finanziamento; e che scaturisce la necessità di un
intervento inquirente e di una agevolazione delle
denunce al fine di convogliarle verso un'azione
penale. In sostanza, se c'è un sostrato sociale di
soggetti che non riescono più ad
ottenere le forme normali di finanziamento e
dunque ricorrono ai finanziamenti illegali, si
incontrano difficoltà, sotto il profilo penale,
nel verificare fino a qual punto vi sia
condivisione di queste forme onerose di
finanziamento da parte di chi altrimenti non
avrebbe potuto averlo, e l'effettivo incombere di
colui che pratica il finanziamento sull'assunta
parte offesa. Anche qui il limite dell'azione
penale e della non azione penale è dunque il
distinguo doveroso per ogni magistrato che si
accinge a svolgere un'inchiesta.
  Il senatore Cabras ha parlato di camorra e di
mafia. Anch'io ho avuto inchieste, sempre mutuate
ed ereditate dalla pretura e dalle due colleghe in
questione, riflettenti situazioni di rilevanza
della camorra e, in passato, anche della mafia.
Non se ne può parlare perché le indagini oltre ad
essere in corso, sono delicate e quindi degne
della massima riservatezza. Di certo non si può
parlare di coincidenze nel momento in cui, in
quelle vecchie inchieste, gravitavano nell'orbita
dei mafiosi i grossi "cravattari". Di certo quei
grossi "cravattari" stanno lì e hanno proliferato,
accumulando patrimoni di miliardi. A Calò ho
trovato diversi chili di droga e di cocaina, oltre
che esplosivo ed altro. Mi riferisco a Calò, ma
anche altri latitanti mafiosi avevano trovato
soggiorno a Roma: nel tempo altri dieci-quindici
di una certa rilevanza hanno soggiornato
stabilmente a Roma. Altrettanto dicasi dei
camorristi: spesso i latitanti camorristi sono
venuti (vengono tuttora) a Roma ed hanno
allacciato
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contatti con personaggi della criminalità romana.
L'usura è una forma di reimpiego, perché nel
momento in cui questi personaggi possiedono grossi
capitali provento di loro traffici, quasi sempre
di droga - Roma è una meta privilegiata del
traffico di droga per l'aeroporto e per lo scalo
di Civitavecchia, è un punto conosciuto all'estero
-, il modo per reimpiegarli (ripeto per i
personaggi romani collegati a questi latitanti
camorristi e mafiosi) è l'usura. Trovano
l'ambiente in cui potersi muovere con disinvoltura
e spregiudicatezza, facendo proliferare i propri
affari.
            LUCIA LOTTI,   Sostituto procuratore della
                            Repubblica
presso la pretura circondariale di Roma . Il
discorso
relativo al tasso di interesse è abbastanza
complesso: vi sono numerosi risvolti da
considerare rispetto all'ipotesi di stabilire -
come è stato fatto in altre nazioni - un tasso
oltre il quale il finanziamento praticato diventa
illecito. A volte ci troviamo in situazioni di
imbarazzo, anche se complessivamente sono
limitate.
  Si inizia a parlare dal 10 per cento in su, al
mese: questi sono i costi del finanziamento
praticato nel settore dell'usura.
 PRESIDENTE.  Esiste un problema concreto?
 LUCIA LOTTI,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso la pretura circondariale di Roma
. Non esiste un problema concreto nella maggior
parte dei casi; ci possono essere però situazioni
marginali in cui si pratica il 5 per cento,
ovviamente al mese, in quanto l'alternativa può
essere solo settimanale.
         I limiti sono questi, ripeto, ma il problema non
                              si pone
perché si tratta di compensi assolutamente
abnormi. Mi riferisco agli interessi, ma non è
solo questo il compenso, dato che esistono forme
di garanzia che sfociano nell'acquisizione di
immobili o di partecipazioni, tutti elementi che
entrano nella valutazione del compenso del
finanziamento.
  Il termine di paragone che abbiamo di fronte è
spaventosamente elevato, tant'è che non
incontriamo difficoltà nell'individuazione di
questo aspetto della fattispecie.
PRESIDENTE.  In dibattimento sono giunti parecchi
casi di
usura?
 LUCIA LOTTI,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso la pretura circondariale di Roma
. Prima dell'entrata in vigore dell'articolo 644-
bis  si arrivava molto raramente al dibattimento e
molto raramente si riusciva ad ottenere una
condanna. Se poi si considera che il reato era
sanzionato con
una pena fino a due anni, praticamente diveniva
inconsistente. Sono state inflitte pochissime
condanne; per quanto
riguarda la nuova normativa, è ancora presto, nel
senso che la nostra esperienza è iniziata nel mese
di ottobre...
PRESIDENTE.  Con riferimento all'ipotesi di
competenza
del tribunale, vi preoccupa che l'abuso dello
stato di bisogno sia, anche in presenza di tassi
usurai di questo livello, una clausola difficile
da provare e tale da vanificare l'accusa?
LUCIA LOTTI,   Sostituto procuratore della
Repubblica
presso la pretura circondariale di Roma . Su
questo abbiamo proceduto ad una notevole
selezione, nel senso di impostare le indagini
cercando di abbattere alla radice i casi su cui ci
saremmo trovati in difficoltà per la prova durante
il dibattimento. Tuttavia, tenuto conto del nuovo
riferimento al difetto di liquidità, è impossibile
non ravvisarlo quando la parte lesa è
sufficientemente credibile e si è obiettivamente
trovata in una situazione di costrizione. I primi
dibattimenti si svolgeranno entro breve tempo:
credo che entro luglio vi sarà la possibilità di
svolgere le prime verifiche dibattimentali.
  Si è inserito un altro interessante elemento,
ossia la possibilità di procedere all'arresto in
flagranza, cui spesso sono succedute misure
cautelari. Di conseguenza si può lavorare sui
tempi più
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brevi consentiti, una volta applicate le misure
cautelari. Il tutto però - va considerato - si
inserisce in un quadro di difficoltà organizzative
tremende per la pretura, in quanto attualmente le
udienze sono fissate al 1995-1996. Si riescono ad
ottenere fissazioni urgenti solo in casi
particolarmente gravi.
  Qualche breve notazione sulle finanziarie, che
penso meriterebbero una trattazione più
approfondita. La nuova normativa è estremamente
interessante, ma individua limiti rigidi per
l'esercizio del finanziamento privato da parte
delle finanziarie. Sono state previste forme
societarie tipiche, così come è stato previsto un
aumento notevole del capitale iniziale che le
finanziarie debbono possedere. Mi pare che il 1^
luglio sia il termine ultimo per la conversione
dei soggetti, che attualmente praticano il
finanziamento privato, e per la regolarizzazione.
  Le prospettive sono preoccupanti. Secondo noi è
difficile che numerose finanziarie, attualmente
operanti, siano in grado di riconvertirsi secondo
i criteri previsti dalla nuova legge. Alla prima
verifica sulla effettività della conversione,
rischiamo di trovarci di fronte ad innumerevoli
soggetti che non sono regolarizzati, per i quali
si prospetta l'obbligo dell'esercizio dell'azione
penale. E' un reato di competenza del nostro
ufficio, per cui corriamo il rischio di trovarci,
di punto in bianco, dinanzi ad una mera verifica
delle finanziarie, comprese nell'elenco depositato
presso il Ministero del tesoro, anche se poi è
sufficiente scorrere le pagine di  Porta portese
e fare un raffronto (verificando quale è compresa
e qualenon lo è) per riscontrare un ambito di
irregolarità assolutamente abnorme e di
difficilissima gestione dal punto di vista di
iniziativa giudiziaria.
         Sono soggetti estremamente inaffidabili sotto il
                              profilo
finanziario, per cui è presumibile che l'ambito
dell'illecito sia destinato ad aumentare con
gravissimi problemi in termini di intervento.
  Per quanto riguarda il discorso delle banche,
che merita un capitolo a parte, potrà intervenire
la collega Lori.
PERLA LORI,   Sostituto procuratore della
Repubblica
presso la pretura circondariale di Roma . Ci
rendiamo conto
che il rapporto tra il settore bancario e l'usura
ha suscitato non poche perplessità. Si tratta di
un rapporto che, nella maggior parte dei casi, ha
carattere meramente oggettivo. E' vero che abbiamo
fatto riferimento alla circostanza che alcune
delle indagini più delicate hanno evidenziato la
compromissione di funzionari di banca. Si tratta
però dei fenomeni, che in parte hanno un carattere
residuale, per cui alcuni soggetti che si trovano
in una posizione privilegiata, di contatto con il
centro dell'economia italiana, possono essere in
condizione - se corrotti, ovviamente - di
dirottare soggetti in situazioni di bisogno, che
necessitano di procurarsi liquidità - solitamente
in termini immediati, in quanto evidentemente
hanno problemi di liquidità in proprio sia sui
loro conti correnti, sia sulle possibilità di
sconto, sia su quelle di garanzia su contratti -
su finanziatori esterni.
  Abbiamo registrato casi accertati in cui ciò è
avvenuto. L'usuraio risulta un cliente
particolarmente interessante per una filiale di
banca, in quanto è una persona che movimenta una
grande quantità di titoli in entrata e in uscita
(è noto che le banche mostrano attenzione al
movimento più che al deposito fisso). Sono altresì
soggetti che possono disporre di grande liquidità,
perciò sono grossi clienti. Finché la banca è
esterna all'attività che viene effettivamente
svolta, non può non considerare l'usuraio come un
cliente di tutto rilievo e   rispetto. Abbiamo
avuto dei casi in cui l'usuraio ha seguito
il funzionario, poi diventato direttore di banca,
in tutti i suoi spostamenti.
 PRESIDENTE.  Insomma, l'usuraio al seguito!
 PERLA LORI,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso la pretura circondariale di Roma
. L'abbiamo riscontrato in più di un caso. L'uno
aveva interesse a portare nel proprio pacchetto,
nel nuovo istituto di credito o nella nuova
filiale, un
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cliente - lo ripeto - di massimo interesse per
l'istituto bancario, mentre l'usuraio aveva
evidentemente interesse a fare affidamento su un
funzionario che si potrebbe definire compiacente.
              Un esempio dell'utilità del funzionario
                        compiacente si può
individuare nell'immediata liquidizzazione del
titolo che l'usuraio è in condizione di consegnare
al finanziato, il quale non ha alcuna possibilità
di veder cambiato un proprio assegno, perché
probabilmente non ha provvista, mentre con
l'assegno dell'usurario riesce immediatamente a
disporre della somma di cui ha bisogno. Si tratta
di giochi che si svolgono nel giro di pochi
giorni: quando si parla di tassi di interesse, si
fa riferimento ad un tasso mensile che poi si
proietta in un tasso annuale, ma molto spesso
questi finanziamenti vengono effettuati a giorni o
a settimane, sulla base della necessità di
attendere, per esempio, perché una persona deve
ottenere un pagamento o perché un assegno che ha
ricevuto in pagamento è fuori piazza e quindi non
può essere immediatamente pagato. Si può così
giocare sulla differenza tra il denaro liquido che
serve subito e la possibilità di disporre, nel
giro di tre, quattro, cinque o sei giorni, della
somma collegata al titolo che si offre in sconto o
in pagamento.
  Un altro esempio è quello delle persone che non
hanno una reale disponibilità in conto corrente o
che non hanno sul loro conto una sufficiente
provvista e che vengono indirizzate da un bancario
amico, il quale apre immediatamente un conto
corrente e consegna un libretto di assegni. Non so
quante persone siano in grado di ottenere, appena
aperto un conto corrente, un libretto di assegni
senza effettuare il contestuale versamento di una
somma che offra alla banca una sufficiente
garanzia. Eppure, si è assistito in più di
un'occasione alla consegna del libretto di
assegni, che viene regolarmente firmato, spesso in
bianco, e consegnato all'usuraio. In tal modo
quest'ultimo si precostituisce quei titoli di cui
più volte abbiamo segnalato l'importanza.
PRESIDENTE.  Potrebbe spiegare meglio questa
fattispecie? PERLA LORI,   Sostituto procuratore
della Repubblica
presso la pretura circondariale di Roma .
L'usuraio si trova
di fronte una persona che ha bisogno di un
prestito oppure un usurato che ha bisogno di un
rinnovo, il quale non è in condizione di dare
titoli perché non ha un conto corrente, non ha più
liquidi sul proprio conto oppure quest'ultimo gli
è stato chiuso (molto spesso ciò avviene nel corso
del rapporto). La persona in questione manda
l'usuraio dal bancario amico il quale, con grande
rapidità, apre all'usurato un conto corrente e gli
consegna un libretto di assegni che viene
immediatamente utilizzato: gli assegni vengono
firmati, spesso compilati, talvolta non compilati
e consegnati addirittura in bianco all'usuraio.
Quest'ultimo si precostituisce in tal modo
l'insieme di titoli che poi utilizza nella fase
finale.
  Abbiamo segnalato in più occasioni l'importanza
di questa consegna di titoli, di cui gli usurati
fanno un uso abnorme.
PRESIDENTE.  Vi è quindi una certa leggerezza
anche da
parte delle banche nel concedere i libretti.
 PERLA LORI,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso la pretura circondariale di Roma
. Purtroppo si fa riferimento soltanto a soggetti
che hanno un rapporto di connivenza o di
complicità con l'usuraio. Questo rappresenta però
un aspetto patologico del collegamento tra usurai
e banche, che viene mediato attraverso la figura
dei funzionari infedeli; si tratta di soggetti che
provocano alla banca un danno non indifferente:
visto che l'assegno ha una sua attuale credibilità
sul mercato, questa credibilità non può essere
comunque negata dall'istituto il quale, proprio
per effetto della leggerezza con cui il
funzionario infedele consegna assegni
assolutamente privi di copertura (perché non
corrispondono neanche a un deposito preesistente
ed esaurito ma sono dati semplicemente
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sulla base della parola e della conoscenza), si
troverà comunque a dover rispondere, senza la
possibilità di un ritorno nei confronti del
correntista, che non ha nulla con cui rispondere
nei confronti della banca.
  Diverso è invece il discorso relativo al sistema
bancario nella sua globalità e ai problemi che si
devono affrontare a livello nazionale
nell'erogazione del credito. In realtà, abbiamo
cercato di segnalare l'incongruenza che
contraddistingue forme "domestiche", che ritengo
siano note a tutti: al di là della figura del
funzionario infedele che - lo ripeto - ha un
carattere patologico e non può essere
assolutamente considerata come la norma del
comportamento delle banche e dei bancari, si
assiste comunque al normale ricorso, forse
tipicamente italiano nella sua caratterizzazione,
alla conoscenza personale o all'amicizia.
E' noto che la conoscenza del direttore può
rendere
possibili o facili operazioni che altrimenti
sarebbero assolutamente vietate. Non so chi non si
sia trovato di fronte ad un assegno circolare (la
cui copertura è notoramiante garantita) intestato
a se stesso, emesso da altro istituto di credito,
che la propria banca rifiuta tragicamente di
cambiare in moneta contante e che può essere
cambiato semplicemente con
una firma di garanzia del direttore di banca. Si
tratta di un fatto che rientra evidentemente in un
ambito lecito ma evidenzia una discrasia tra un
sistema rigido (che non può far fronte ad una
evidente domanda di contante, di finanziamenti,
diffusa in tutti gli strati degli operatori
economici, di minimo e massimo livello) e la
possibilità di risolvere il singolo problema.
  Tuttavia, la maggior parte delle persone che si
trovano a ricorrere al prestito privato di solito
non hanno più la possibilità di accedere alla
normale erogazione del prestito bancario. Sotto
questo profilo, riteniamo che si debba segnalare
al sistema creditizio l'esigenza di studiare
metodi che consentano di recuperare tutta quella
parte dei soggetti imprenditori che hanno bisogno
di un credito ma non possono più ricorrere al
normale credito e che altrimenti dovrebbero
immancabilmente rivolgersi soltanto alle
finanziarie private.
A questo punto, sarebbe probabilmente opportuno
precisare
uno degli aspetti più delicati e forse meno
conosciuti circa la valutazione del tasso usuraio:
un soggetto il quale, perché protestato o perché
non in grado di offrire normali garanzie, non può
ricorrere al prestito bancario, quando viene a
trovarsi di fronte alla concessione di un
prestito, non può essere considerato, a livello
imprenditoriale, alla stregua del normale debitore
solvibile. Si tratta infatti di un soggetto nei
cui confronti il prestito presenta un rischio
diverso, che per certi versi deve essere
considerato nel calcolo del tasso sotto il profilo
del rischio di impresa. Il tasso di interesse, in
sostanza, non può essere considerato solo come
costo del denaro ma va valutato anche sotto questo
profilo, comprensivo di una percentuale di
rischio, diversa da soggetto a soggetto e
commisurata (come potrebbe essere secondo i
parametri del rischio assicurativo) ad una media
ponderata del rischio di insolvenza di varie
categorie di debitori.
  Appare comunque evidente la necessità di
reinserire questa fascia di soggetti, che non sono
al livello dell'inadempiente puro ma non possono
più ricorrere al credito fisiologico, nel sistema
creditizio nazionale, studiando per esempio la
possibilità di creare, di sollecitare o
sovvenzionare associazioni di categoria che
facciano da tramite fra il singolo aderente in
stato di bisogno e il sistema creditizio.
E' quindi necessario che quest'ultimo si dinamizzi
e
recuperi nel proprio ambito soggetti che poi,
all'atto pratico, riescono a far fronte a
situazioni di esposizione debitoria che diventano
paurose. Vi sono per esempio soggetti che partono
da prestiti di poche decine di milioni e finiscono
con esposizioni debitori di 600 milioni, dopo aver
pagato per mesi somme comprese fra i tre e i dieci
milioni al mese; si arriva poi alla cessione delle
aziende e degli immobili.
Pagina 2121
  Abbiamo cercato di evidenziare i caratteri di
quella che abbiamo definito come la "spirale", ma
forse è difficile descriverli nel modo in cui si
presentano nella realtà. In effetti, il giro dei
rinnovi si determina tutte le volte in cui una
persona deve restituire una rata. Quando la stessa
persona non riesce più a trovare il denaro liquido
necessario per il pagamento della singola rata,
comincia il rinnovo, che determina un meccanismo
in base al quale ogni mese la persona è costretta
a ricontrattare l'intero rapporto e a pagare somme
che raggiungono per mesi i livelli di diversi
milioni, come ho ricordato in precedenza. Vi sono,
per esempio, persone che per anni hanno pagato
otto milioni al mese e alla fine si sono trovate
con l'usuraio che aveva ancora in mano tutti i
titoli del capitale e delle rate che non erano
state pagate, dopo aver corrisposto somme
veramente inconcepibili. D'altro canto, l'usuraio
aveva in mano i titoli ed ancora oggi questi
ultimi
costituiscono la massima garanzia di tutela del
credito. Non può essere purtroppo negata, anche se
per certi aspetti questo sarebbe auspicabile, la
possibilità di cessione del credito, perché lo
sconto rappresenta una delle massime e più diffuse
forme di finanziamento, sia come sconto diretto
dei titoli sia come scoperto garantito.
  Accade, per esempio, che l'imprenditore abbia un
conto corrente, cui è collegato uno scoperto, che
spesso è indisponibile, nel senso che il saldo
derivante dai titoli versati sul conto ma non
ancora maturati non può essere già accreditato a
favore del correntista ma costituisce praticamente
un'apertura di credito, nell'ambito della quale il
soggetto può operare pagando alla banca un
interesse passivo. Quindi, la cessione del
credito, le attività di sconto, i castelletti di
sconto costituiscono ancora un sistema di
finanziamento del quale non si può fare a meno.
E' comunque auspicabile che un intervento maggiore
del
sistema creditizio nel riconoscere le esigenze dei
settori commerciali e imprenditoriali, soprattutto
per il tramite delle associazioni di categoria,
serva a sviare gli imprenditori dal ricorso a
questi finanziamenti privati.
Ribadisco inoltre la necessità che quando, tra
breve,
entrerà in vigore la nuova normativa sulle
finanziarie, si ponga in essere un  battage
pubblicitario,
un'informazione diffusa e capillare che indirizzi
coloro che hanno bisogno di crediti alle sole
finanziarie accreditate, anche perché in questo
momento non vi è la possibilità di ricorrere ad
altri se non alle finanziarie private; pertanto,
lasciare spazio a coloro che non presentano tutte
le caratteristiche richieste e che dovranno agire
in maniera ancora più occulta significherà
spingere tutta questa parte dei risparmiatori
verso una serie di associazioni le quali più che
mai dovranno svolgere la loro attività in un
contesto criminale, in quanto l'ambito legale
diventa giustamente sempre più ristretto.
 SILVERIO PIRO,   Sostituto procuratore della
Repubblica presso il tribunale di Roma . Desidero
intervenire per due piccole precisazioni. In primo
luogo, esiste un rapporto inversamente
proporzionale fra il tasso di interesse e
l'ammontare del finanziamento: più quest'ultimo è
modesto, più elevato è il tasso di interesse;
viceversa, quando il grande costruttore, non
ricevendo mutui dalle banche, ricorre al
finanziamento usuraio al 3,5 - 4,5 per cento
mensile per capitali di 300 o 400 milioni, si è in
presenza di un finanziamento usuraio di gran lunga
più importante rispetto al tasso del 10 per cento
praticato sull'assegno da un milione. Si tratta di
una situazione da tenere presente.
  In conclusione, per farvi comprendere la
drammaticità dell'usura e del fenomeno criminale a
Roma in riferimento a quanto già sostenuto dalla
collega Lotti, desidero sottolineare che una delle
inchieste attualmente in corso, che ha comportato
lo svolgimento di indagini nei confronti di soci e
amministratori di una finanziaria, nasce da un
tentativo di
suicidio scongiurato: un pover'uomo, che si era
allontanato da casa da sette giorni,
Pagina 2122
è stato trovato dai carabinieri nel momento in cui
stava per uccidersi. Da questa vicenda, da alcuni
assegni, dai successivi sequestri, si è arrivati
alla finanziaria e a tutto il resto. Questa è la
situazione dell'usura.
          PRESIDENTE.  Vi siamo molto grati perché avete
                             delineato
un quadro che ci consente di comprendere un
fenomeno sul quale occorre intervenire sia sul
piano bancario (abbiamo chiesto al nostro
consulente della Banca d'Italia di essere presente
all'audizione odierna per cogliere alcuni aspetti)
sia sul piano molto importante, che è stato appena
segnalato, relativo
alle associazioni di categoria, ossia al modo in
cui utilizzare queste ultime per difendere meglio
il singolo utente nei confronti di questo
meccanismo.
  Decideremo poi il tipo di lavoro da svolgere
successivamente, ci metteremo in contatto con i
vertici delle diverse forze di polizia con
riferimento al problema che lei, dottor Di Mauro,
ha posto e le faremo sapere.
          Vi ringraziamo ancora una volta e vi auguriamo
                               buon
lavoro.
  Esame della relazione sulla Puglia. PRESIDENTE.
L'ordine del giorno reca l'esame della
relazione sulla Puglia.
  Ha chiesto la parola il collega Bargone.
        ANTONIO BARGONE.  Dal nostro sopralluogo in Puglia
                                ad
oggi la situazione è notevolmente mutata; si sono
verificati casi di grande rilievo che impongono un
aggiornamento della relazione. Ciò riguarda il
ruolo diverso e più pregnante dei pentiti e delle
loro dichiarazioni ma soprattutto le vicende della
magistratura ed il rapporto con gli altri uffici
giudiziari, in particolare con la DNA. Inoltre vi
è a Brindisi una situazione molto difficile, direi
esplosiva, per quanto riguarda il maxiprocesso; è
da segnalare infine un'altra istanza di legittima
suspicione avanzata dagli avvocati, la sospensione
delle udienze e soprattutto il blocco
dell'attività giudiziaria provocata da questo tipo
di atteggiamento.
  Sono accaduti fatti che dobbiamo prendere in
considerazione ai fini della relazione, fatti che
quasi profeticamente ci erano stati indicati da
alcuni auditi (ad esempio, dal commissario di
Governo, per quanto riguarda la situazione
sanitaria, sulla quale è in corso una indagine
giudiziaria di grande rilievo). Vi è, da ultimo,
la questione relativa al Petruzzelli: il decreto
di segretazione della procura di Bari e la
protesta della stampa.
         In sostanza, numerose circostanze consigliano di
                              tornare
in Puglia, e rapidamente.
 PRESIDENTE.  Su questioni specifiche.
 ANTONIO BARGONE.  Sì, su questioni specifiche,
per avere la possibilità di aggiornare la
relazione che altrimenti apparirebbe datata e
quasi inutile dal punto di vista delle proposte da
avanzare in ordine ai fatti in essa indicati.
PRESIDENTE.  Vorrei sentire il parere del relatore
Robol. ALBERTO ROBOL,   Relatore . Ritengo che il
collega
Bargone si sia espresso correttamente; chiedo però
che la visita avvenga al più presto, anche perché
il concetto di datazione è relativo in quanto la
situazione in Puglia, come in altre regioni, è in
continuo movimento. A mio avviso la visita
dovrebbe avvenire entro la fine di luglio.
 MICHELE FLORINO.  In realtà, ritengo che questa
sospensione non sia sufficientemente motivata dal
fatto che quanto ci è stato riferito a Bari e a
Foggia non è inserito nella relazione per
l'assenza del relatore, che comunque ringrazio per
il lavoro svolto.
  Dalla relazione si evince chiaramente l'assenza
del commissario, perché i fatti cui faceva
riferimento l'onorevole Bargone
Pagina 2123
 sono stati riportati ampiamente dalla stampa,
soprattutto quelli riferiti all'inchiesta
sull'attività della società Gero service.
 PRESIDENTE.  Quella di Cavallari, di cui parla la
relazione.
 MICHELE FLORINO.  Sì, però la vicenda non è stata
inserita nella relazione in modo adeguato. A mio
avviso dobbiamo giungere anche alla conflittualità
sorta tra il sostituto procuratore Magrone e il
procuratore Michele De
Marinis che ha avocato a sé l'inchiesta.
 PRESIDENTE.  La proposta della quale discutiamo
adesso è quella di stabilire se sia opportuno o
meno fare un approfondimento.
 MICHELE FLORINO.  Io dico che è inopportuno
perché gli elementi esistono e i commissari
presenti a Bari e a Foggia possono integrare la
relazione sulla base della loro testimonianza
diretta.
 VINCENZO SORICE.  Signor presidente, ho letto
attentamente la relazione e ho partecipato a tutti
i lavori della Commissione. L'impianto della
relazione è abbastanza
chiaro ed esauriente se si considera il momento
nel quale si è sviluppata la nostra inchiesta
(gennaio 1993). L'allarme sociale e gli episodi
che stanno avendo una conseguenza giudiziaria sono
stati in essa abbozzati ed indicati come compete
ad una commissione d'indagine sotto questo
profilo. Credo che, proprio in considerazione
della nostra visita, poi siano scattate per fatti
diversi le indagini dell'autorità giudiziaria.
  Non ho alcuna difficoltà ad accettare la
proposta di tornare in Puglia, però rischiamo di
trovarci di fronte al segreto istruttorio, che
potrebbe impedirci di avere notizie sufficienti,
in quanto è in corso un'indagine giudiziaria sulle
cliniche riunite Cavallari da parte della procura
distrettuale. Non vi è alcun conflitto di
competenza perché è stato incaricato proprio chi
ha una competenza specifica e cioè la procura
distrettuale e la procura nazionale antimafia.
Inoltre, vi è un rigido segreto istruttorio per
quanto riguarda il Petruzzelli, tant'è vero che i
magistrati hanno diffidato la stampa a parlarne;
vi è poi un procedimento penale nei confronti del
presidente dell'ERSAP, indicato come un ente che
non garantisce alcune attività agricole. Quindi,
ci troveremo di fronte ad una rigidità della
magistratura rischiando anche di compromettere le
indagini.
  In conclusione, ritengo che possiamo approvare
questa relazione, abbastanza felice per quanto
riguarda quello che abbiamo accertato nel gennaio
del 1993, e rinviare una nostra visita a dopo che
la magistratura avrà chiarito la sua posizione.
 MASSIMO SCALIA.  Ho ascoltato con interesse
l'intervento del collega Sorice, però vi sono due
aspetti che credo inducano ad accogliere la
richiesta di un rapido sopralluogo per pervenire
entro luglio all'approvazione della relazione
sulla Puglia. In primo luogo, il fatto che il
presidente della Corte d'assise d'appello di Bari
"cada" sotto l'azione della magistratura
competente (quella di Potenza) potrebbe essere
risolto convocando ...
 PRESIDENTE.  Simonetti, nei confronti del quale
vi è la perquisizione. Le cliniche sono una cosa
diversa.
 MASSIMO SCALIA.  Infatti, non sto parlando delle
cliniche, ma di una situazione che mi sembra degna
di grande attenzione.
  In effetti, potremmo chiedere ai rappresentanti
della magistratura di Potenza di venire in questa
sede a riferire sulle iniziative in corso,
ovviamente rispettando la compatibilità con il
segreto istruttorio.
           Il collega Bargone ha fatto riferimento alla
                            situazione
che si è venuta a creare a Brindisi, in seguito
alla celebrazione del maxiprocesso ed al blocco
dell'iniziativa giudiziaria: si tratta di una
situazione nuova, estremamente delicata, che a mio
Pagina 2124
avviso richiede una presenza della Commissione sul
posto, anche perché sarebbe difficile procedere
sulla base di una serie di convocazioni. Debbo
rilevare - senza con questo voler attribuire un
carattere taumaturgico ai nostri sopralluoghi -
che uno degli effetti positivi dell'attività
esterna della Commissione consiste nel sollecitare
la soluzione di determinate situazioni.
  Per le considerazioni finora esposte, credo che
sia opportuno procedere ad un nuovo sopralluogo in
Puglia, da svolgere in tempi rapidissimi ed a
ranghi ristretti. Del resto, anche se ciò
avvenisse, vi sarebbero comunque i tempi tecnici
per approvare la relazione entro il mese di
luglio, così rispettando la scadenza che avevamo
prefissato.
FRANCESCO CAFARELLI.  Condivido la proposta del
collega
Bargone e ritengo che l'esigenza di aggiornamento
sia abbastanza motivata. Vorrei segnalare che a
Foggia, tra i magistrati e tra questi ultimi e gli
avvocati, è scoppiato un conflitto, caratterizzato
da circostanze molto brutte collegate anche
all'evocazione di fatti e vicende personali. Del
resto, la situazione di tensione che si riscontra
in questi giorni a Foggia è chiaramente
rappresentata dalla stampa. Ho notato una certa
resistenza da parte del CSM a fornire elementi di
conoscenza e di informazione in relazione a
specifiche denunzie di fatti ed episodi. Ritengo
pertanto
che, prima di affrontare l'esame della relazione
sulla Puglia, sia opportuno convocare i
rappresentanti del CSM, anche per capire quale
attività quell'organo stia svolgendo per dirimere
icontrasti, per stabilire chi abbia ragione e chi,
invece,
torto, per restituire - in definitiva - serenità
alla città ed alla provincia.
            UMBERTO CAPPUZZO.  Non ho fatto parte della
                            delegazione
della Commissione che si è recata in Puglia.
 PRESIDENTE.  Può sempre riparare...!
 UMBERTO CAPPUZZO.  Presidente, ho tanti impegni!
Tuttavia, mi risulta per certo che la Puglia è
diventata una zona molto vulnerabile per quanto
riguarda il commercio delle armi.
        PRESIDENTE.  In realtà, più che vulnerabile, credo
                                sia
già vulnerata!
 UMBERTO CAPPUZZO.  Ciò che è grave è che, nel
contesto dell'evoluzione della situazione
balcanica, si registra un traffico notevole che
consente liberamente l'acquisto di armi anche
molto sofisticate. Poiché nella relazione non si
fa cenno a questo fenomeno, ritengo che ad esso
debba essere dedicata una qualche attenzione,
anche perché ci troviamo in una fase molto, molto
delicata. Sono stato portato a conoscenza di
questa situazione da persone non legate alle
istituzioni, ma comunque informate della grave
evoluzione, sotto il profilo della sicurezza, che
si sta manifestando nel settore.
 PRESIDENTE.  Prima di dare la parola al senatore
Robol,
do atto all'onorevole Sorice di aver molto
opportunamente posto la questione del segreto
istruttorio su un paio di questioni assai
delicate. Fermo restando il problema dei rapporti
tra autorità che hanno gli stessi poteri (la
nostra Commissione e l'autorità giudiziaria),
problema che comunque si può dirimere, vorrei
richiamare la vostra attenzione su alcuni
problemi. La relazione pone opportunamente in luce
la questione della criminalità minorile a Bari.
Come voi sapete, in questo settore gli
accertamenti sono andati avanti, tanto che si è
giunti all'adozione di specifiche misure, tra le
quali la chiusura del centro storico della città.
Insomma, il problema si è evoluto in senso ancora
più grave di quanto si pensasse. Va inoltre
considerato il meccanismo al quale faceva
riferimento l'onorevole Scalia. Abbiamo potuto
verificare, anche in altre sedi, come le
istituzioni si attivino per effetto della nostra
presenza sul posto e delle iniziative che noi
adottiamo. A Bari, di recente, il prefetto
Catenacci ha sostituito il dottor De Mari.
Potrebbe quindi risultare utile ascoltare il nuovo
prefetto. Mi pare che,
Pagina 2125
tenendo presenti le giuste considerazioni del
collega Sorice, si ponga il problema di
determinare in modo preciso gli accertamenti da
effettuare e gli ambiti da indagare. Pertanto,
qualora la Commissione ritenesse di accogliere la
proposta del collega Bargone, si tratterebbe di
individuare e circoscrivere isingoli atti da porre
in essere, sì da evitare una
duplicazione delle audizioni generali alle quali
già abbiamo proceduto nel mese di gennaio scorso
ed altresì evitando di impattare in quei conflitti
cui accennava l'onorevole Sorice.
ALBERTO ROBOL,   Relatore.  Penso che il collega
Bargone abbia fatto bene a sollevare il problema,
al quale peraltro ha fornito una risposta, almeno
in parte, l'onorevole Scalia. Non è necessario che
in Puglia si rechi tutta la Commissione, ma è
sufficiente che, in tempi brevi, una delegazione
ristretta (della quale, ovviamente, faccia parte
il relatore) effettui il sopralluogo. Ritengo
anche che abbia fatto bene il senatore Florino a
sollevare il problema in termini di dubbio. Io,
purtroppo, non ero presente a Bari ed a Foggia
perché facevo parte della delegazione che si è
recata a Lecce, Brindisi e Taranto.
 PRESIDENTE.  Colgo l'occasione per ringraziarla
di
essersi sobbarcato l'onere di una relazione,
peraltro ottima, che affronta anche i problemi di
Bari e di Foggia.
         ALBERTO ROBOL,   Relatore.  Qualora effettuassimo
                                in
tempi brevi un'ulteriore ricognizione in Puglia,
sarei messo nella condizione di verificare i
problemi sul territorio e quindi di acquisire
direttamente i necessari elementi di conoscenza.
  Per quanto riguarda il problema del traffico
delle armi, anche se nella relazione a tale
questione sono dedicati già cinque riferimenti,
potremo riprendere l'argomento.
Concludo, ribadendo l'opportunità di rinviare la
discussione della relazione sulla Puglia ed
augurandomi che la Commissione decida di
effettuare il sopralluogo in tempi brevi, sì da
poter chiudere il discorso al più presto. Va
infatti considerato che, essendo quella pugliese
una realtà in continuo movimento, tra alcuni mesi
ci troveremo di fronte ad ulteriori novità.
            PRESIDENTE.  Pongo in votazione la proposta
                           formulata dal
collega Bargone.
(E' approvata) .
 Prendo atto che la proposta è stata approvata con
18
voti favorevoli ed uno contrario. Avverto che la
determinazione dell'oggetto specifico del
sopralluogo è demandata all'ufficio di presidenza,
alla cui riunione parteciperà anche il senatore
Robol. Speriamo di riuscire a programmare la
visita in Puglia entro il 15 luglio.
 MASSIMO SCALIA.  Il senatore Cappuzzo ha
richiamato l'attenzione sull'opportunità di
inserire nella relazione uno specifico riferimento
al problema del traffico delle armi in Puglia.
Ritengo che ulteriori riferimenti debbano essere
fatti anche al contrabbando di sigarette ed al
traffico di droga. Segnalo inoltre una questione
specifica. La capitaneria di porto di Monopoli,
proprio in rapporto all'aumento del flusso dei
traffici illeciti, ha richiesto un potenziamento
giacché l'attuale disponibilità di organici e di
mezzi è del tutto inadeguata a far fronte alle
esigenze di vigilanza e di protezione su un tratto
di costa molto ampio (ricordo che la Puglia ha 800
chilometri di costa). Chiedo fin d'ora all'ufficio
di presidenza di programmare nel corso del
sopralluogo un incontro con i rappresentanti della
capitaneria di porto di Monopoli per avere un
quadro più preciso della situazione.
 PRESIDENTE.  Va bene.
             Comunicazioni del presidente.
         PRESIDENTE.  Colleghi, le cronache giornalistiche
riferite all'udienza del processo
Pagina 2126
d'appello che si sta svolgendo nei confronti di
Cutolo ed altri per il sequestro Cirillo, se
corrispondono al vero, sono davvero disarmanti.
Tutto si è svolto in una situazione di grandissimo
disordine. Ad un certo punto, nessuno si è accorto
che la corte era entrata in aula, il pubblico
ministero parlottava con alcuni avvocati ed il
presidente non riusciva a ristabilire l'ordine.
MICHELE FLORINO.  Questa è la giustizia a Napoli!
PRESIDENTE.  L'udienza si è svolta in un clima di
totale
confusione.
               PAOLO CABRAS.  Pare che il presidente
                         chiacchierasse in
vernacolo!
 PRESIDENTE.  Sì, pare che parlasse in vernacolo:
una situazione davvero agghiacciante!
  In relazione alla funzione specifica che la
legge affida alla nostra Commissione (quella cioè
di verificare che tutte le istituzioni facciano
quello che debbono fare nella lotta alla mafia),
propongo di segnalare al ministro della giustizia
-qualora le cronache effettivamente corrispondano
al vero -
di valutare, nell'ambito delle sue funzioni, in
che modo ristabilire le condizioni di un'equa
conduzione del dibattimento. La questione è molto
delicata: c'è un grosso capo della camorra in
gioco ed il fatto che lo Stato si presenti in un
modo per così dire  delabré  ho
l'impressione che francamente non giovi.
         Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito) .
Seguito della discussione della relazione su
Barcellona Pozzo di Gotto.
 PRESIDENTE.  Debbo informare i colleghi che siamo
venuti in possesso di alcune informazioni.
Innanzitutto, l'attuale sindaco non è quello che
abbiamo incontrato qualche mese fa
bensì il senatore Santalco, il quale manterrà la
carica per un breve periodo, per questioni di
incompatibilità. Come egli stesso ha dichiarato
alla  ADN Kronos , l'assunzione da parte sua della
carica di sindaco è stata esclusivamente diretta
ad evitare lo scioglimento del consiglio comunale.
Il senatore Santalco ha fatto pervenire alla
Commissione il testo di una serie di suoi
interventi (svolti alla Camera ed al Senato) e di
interrogazioni relativi alle sue attività svolte
contro la criminalità organizzata. La Commissione,
inoltre, ha acquisito una lettera che il senatore
Santalco, appena assunte le funzioni di sindaco,
ha immediatamente inviato alla famosa cooperativa
"Libertà e lavoro". Questa cooperativa aveva
acquisito l'appalto per lo smaltimento dei rifiuti
ed aveva concesso in subappalto il trasporto degli
stessi ad un'azienda in mano a mafiosi (cioè gli
Ofria). Tale circostanza fu denunziata dalla
Commissione, anche sulla base di una relazione
molto apprezzabile della prefettura di Messina. Il
primo atto posto in essere dal nuovo sindaco è
stato quindi quello di segnalare la necessità di
rompere il rapporto tra la ditta appaltante e
quella subappaltante.
           PAOLO CABRAS.  Tra l'altro, il subappalto era
                            vietato dal
capitolato!
 PRESIDENTE.  Sì, contrariamente a quello che ci
aveva dichiarato il precedente sindaco! La
cooperativa ha risposto che dal 1^ luglio prossimo
avrebbe sospeso il rapporto con l'azienda
sospetta.
  Vi informo inoltre che la prefettura ha disposto
accertamenti su altri appalti del comune e che da
parte dell'autorità giudiziaria è in corso
un'indagine peritale su tutta una partita di spesa
pubblica, che si dovrebbe concludere entro il 15-
20 luglio. Si tratta di informazioni
aggiuntive rispetto a quelle contenute nella
relazione. Ricordo che nella precedente seduta
avevo esposto il
contenuto della relazione e che era stata avviata
la discussione, nel corso della quale la
Commissione non ha deliberato sulla proposta di un
collega di chiedere al ministro lo scioglimento
del consiglio comunale di Barcellona Pozzo di
Gotto (perché non era in numero legale).
Pagina 2127
 PAOLO CABRAS.  Vorrei osservare che ad un certo
punto della relazione è riprodotta una pagina (con
carattere corsivo, che forse vivacizza la
relazione stessa) nella quale è riportato il
verbale di una dichiarazione del sindaco,
interrotto dall'onorevole Grasso. In particolare,
l'ex sindaco attribuisce alla volontà dei politici
locali (parlamentari nazionali) il fatto che, per
paura di diffondere l'idea di una Barcellona
mafiosa, si siano stese cortine di fumo. A tale
valutazione, indubbiamente, può essere fatto un
riferimento; il fatto però di dedicarle un'intera
pagina della relazione non mi sembra opportuno.
Nella parte della relazione che ho richiamato sono
riportate integralmente le dichiarazioni del
sindaco, che considero in qualche misura
discutibili. D'altra parte, questo sindaco ha
spiegato alla Commissione che il subappalto per il
trasporto dei rifiuti era lecito, quando il
senatore Santalco, come primo atto posto in essere
nel momento dell'acquisizione delle funzioni di
sindaco, ha segnalato con chiarezza che il
subappalto era vietato dal capitolato. In
definitiva, ritengo che non debba essere dato
particolare risalto alle dichiarazioni del
sindaco, anche se di esse va fatta una sintetica
menzione. Per quanto riguarda le integrazioni
comunicateci dal presidente, sono d'accordo per
inserirle nella relazione.
 MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Presidente, vorrei
sapere se le informazioni che lei ci ha fornito
debbano essere intese come integrazione della
relazione e, quindi, se saranno ricomprese nella
stessa.
 PRESIDENTE.  Sì, non c'è dubbio. Integreremo la
relazione nel senso di segnalare che il sindaco è
stato sostituito dal senatore Santalco il quale,
come primo atto, ha chiesto che cessi il
subappalto; la ditta interessata ha risposto che
procederà a questo il 1^ luglio. Naturalmente, si
tratta di verificare che ciò accada.
 GAETANO GRASSO.  Penso che la pagina a cui faceva
riferimento il senatore Cabras possa essere
modificata o addirittura tolta però occorre tenere
conto dei due elementi costitutivi della
riflessione che abbiamo compiuto su Barcellona
Pozzo di Gotto: il primo attiene al modo in cui è
stata gestita l'amministrazione comunale, la cosa
pubblica, e ai rapporti stabiliti con settori
della criminalità organizzata, eccetera; il
secondo, di carattere più generale, riguarda una
sottovalutazione, che il sindaco  pro
tempore  ci dice voluta, del fenomeno mafioso in
quella città, che ha portato alle conseguenze che
sono sotto gli occhi di tutti. Voglio dire che le
parole che il sindaco ha pronunciato con estremo
candore - e quando si parla con estremo candore si
hanno squarci di verità imprevisti rappresentano
un fatto molto importante rispetto alla
valutazione...
 PAOLO CABRAS.  In questo caso, l'estremo candore
potrebbe coincidere con qualche malizia, cioè
quella di fare a scaricabarile!
 GAETANO GRASSO.  Può darsi, ma noi sappiamo a
chi, nei decenni, è appartenuta la titolarità
politica a Barcellona. Conosciamo bene questo
aspetto  (Interruzione del senatore Cabras) .
Credo che ci siamo capiti e che, quindi, sia
inutile fare discussioni perché nella sostanza
siamo d'accordo.
  Signor presidente, sono rimasto impressionato da
una lettera, che chiedo sia messa agli atti della
Commissione, riportata dalla  Gazzetta del Sud
del 21 giugno 1993,
della cooperativa "Libertà e lavoro", in cui, dopo
l'annuncio di provvedere direttamente ad eseguire
il trasporto, di occuparsi della discarica,
eccetera, si conclude dicendo: "Al fine di evitare
speculazioni di qualsivoglia natura e genere".
Considero questa frase inquietante, e dico ciò
perché sui fatti ho avuto modo di leggere la
relazione della commissione di accesso
prefettizia; in tale relazione viene compiuta una
dettagliata analisi del modo in cui questa
cooperativa gestiva
Pagina 2128
l'attività, del rapporto che essa aveva stabilito
in subappalto con la ditta dei fratelli Ofria.
             Per la storia, signor presidente, voglio
                           sottolineare
quanto sia inquietante questa frase della lettera
della cooperativa. Non riprendo le dichiarazioni,
anch'esse emerse sui giornali e alle quali do poco
rilievo, sullo scadimento morale e sulla lotta
politica, di cui certi partiti hanno osato
scrivere in alcuni loro documenti, non capendo che
al di là della libertà parlamentare vi è anche il
riserbo dal dire alcune cose da parte di chi
esercita la sua attività nella Commissione
antimafia.
 PIETRO FOLENA.  Signor presidente, la settimana
scorsa, quando mancò il numero legale, vi fu la
proposta di chiedere lo scioglimento del consiglio
comunale di Barcellona. Adesso vi è una novità, di
cui siamo stati informati, cioè che è stata decisa
la rescissione del rapporto di subappalto con la
ditta dei fratelli Ofria.
  Tuttavia, la prima relazione del prefetto
gettava un'ombra un po' più inquietante sul
complesso del funzionamento del consiglio
comunale. Considerato, allora, che siamo ormai
alla fine di giugno, mi domando se non valga la
pena, essendo in corso, se ho bene inteso, una
ulteriore ispezione da parte della prefettura,
attendere le risultanze di tale ispezione (si
tratterà di aspettare due o tre settimane) prima
di votare questa relazione. Infatti, dovremmo
capire se dobbiamo inserire o meno anche una
sollecitazione al ministro dell'interno affinché
proceda allo scioglimento del consiglio comunale
di Barcellona.
  Mi spiego meglio. La nuova amministrazione
comunale che è stata eletta ha intenzione di
operare una scelta di radicale rottura rispetto a
pratiche che si erano consolidate nel corso di
molti anni? Credo che potremmo avere questa
risposta dall'ulteriore ispezione in corso. Anche
perché non vorrei che dimenticassimo che il nuovo
sindaco di questa città è un senatore della
Repubblica, ed essendovi incompatibilità fra la
carica di senatore e quella di sindaco, entro due
mesi dovrà optare per l'una o l'altra carica. Non
vorrei che dopo un lungo lavoro, considerato che
siamo andati a Barcellona in gennaio, adesso, alla
fine di giugno approvassimo la relazione, e poi,
fra meno di due mesi, a seguito delle dimissioni
del sindaco, di fronte ad una continuità...
          PAOLO CABRAS.  Il sindaco è stato eletto il 16
                              giugno.
 PIETRO FOLENA.  Allora la scadenza dovrebbe
essere il 16 agosto.
  Il senso della mia proposta non è quello di una
dilazione, nel senso che possiamo anche approvare
la relazione così com'è epoi riservarci di
decidere sulla richiesta di scioglimento
del consiglio comunale. Tuttavia, visto che vi
sono ancora elementi di perplessità e che è in
atto un ulteriore approfondimento, credo che
potremmo aspettare almeno di conoscere le
risultanze dell'atto di ispezione deciso dal
prefetto.
 MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Signor presidente,
concordo in larga misura con la valutazione del
collega (preciso che non
accade spesso, altrimenti Folena entra subito in
aureola con se stesso!), nel senso che in questo
caso ci troviamo in una posizione simmetrica
rispetto alla decisione assunta per la Puglia:
mentre là vi sono alcuni casi in negativo che
meritano, quindi, di essere approfonditi, in
questo caso mi pare che vi sia un qualcosa di
positivo. Il fatto stesso che vi sia una
discontinuità, per cui il senatore Santalco assume
responsabilmente su di sé l'onere - per quanto
riguarda anche la ricaduta ha ragione il
presidente - a partire dal 1^ luglio, a me sembra
una questione di notevole importanza.
Senza voler dilatare eccessivamente, ma tenendo
conto
anche di questo tipo di compimento e dell'attività
comparata che rispetto a questi problemi porterà
avanti il senatore Santalco, a me sembrerebbe
opportuno dilazionare, avendo già accertato,
Pagina 2129
 per quanto riguarda il presidente, la presa agli
atti, rispetto alla sua relazione, del contributo
dato dal senatore Santalco.
 PRESIDENTE.  Lei è d'accordo con la proposta...
          MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Sì, mi sembra sia la
                              stessa
proposta formulata dal senatore Cabras...
 PAOLO CABRAS.  No, io pensavo ad una
integrazione. Non credo si possa interferire sulle
competenze del ministro
dell'interno, che decide il decreto di
scioglimento sulla base di una relazione pubblica
allegata al decreto di scioglimento del prefetto,
che viene approvato dal Consiglio dei ministri ed
è controfirmato dal Presidente della Repubblica.
Si tratta di una procedura che, a mio avviso, non
dovrebbe subire le interferenze di una Commissione
parlamentare.
          PRESIDENTE.  Non è un'interferenza ma un nostro
                              dovere
specifico!
 PAOLO CABRAS.  D'altra parte, sappiamo benissimo
che rispetto ad una relazione del prefetto dove
siano segnalate influenze mafiose, le
amministrazioni comunali sono sempre state
sciolte.
  Abbiamo redatto una relazione sulla base di
audizioni sul posto e di documentazioni, per cui
non vedo perché non dovremmo concludere. Se il
consiglio comunale verrà sciolto, ne prenderemo
atto. Faremo una relazione diversa perché il
consiglio comunale è stato sciolto? Non vedo
l'utilità di inserirci in questo procedimento che
non ci compete.
PRESIDENTE.  Non sono affatto d'accordo su questa
impostazione, collega Cabras, perché è un dovere
specifico della Commissione segnalare a tutte le
autorità dello Stato le questioni che vi sono. Se
la Commissione ritenesse che i comuni di Torino,
Milano, Pinerolo eccetera, dovrebbero essere
sciolti lo segnalerebbe. Poi, sarà il ministro a
fare quello che ritiene opportuno, ma questo è un
problema politico. Se non interferiamo non
svolgiamo il nostro lavoro d'inchiesta.
PAOLO CABRAS.  Ma è in corso una procedura di
accesso...! PRESIDENTE.  La procedura è terminata,
abbiamo anche la
relazione, altrimenti non potremmo parlare. Stiamo
discutendo di una relazione già fatta; se questo
non è chiaro, non ci capiamo.
PAOLO CABRAS.  Ma l'ha detto anche il collega
Folena! PRESIDENTE.  Folena si riferiva ad
un'altra cosa. La
relazione è già stata depositata ed è agli atti
della Commissione da alcuni giorni. Sulla base di
questa relazione, abbiamo riportato dichiarazioni
relative al rapporto e alla cooperativa in
questione. Non ho riportato la relazione del
prefetto relativa alla cooperativa vera e propria,
politicamente molto squalificante per
l'amministrazione. Infatti, nella relazione del
prefetto è detto che si tratta di una cooperativa
puramente clientelare e che è del tutto illegale
il secondo aspetto della questione. In riferimento
a
questa relazione è stata fatta la dichiarazione.
          I colleghi che avevano proposto lo scioglimento
                             prendono
atto, giustamente, che quel rapporto va a
rompersi; di conseguenza, se non ho capito male,
viene meno la ragione della proposta. Però, poiché
vi sono altri accessi, su altri appalti, poiché è
in corso un'indagine giudiziaria, Folena chiedeva
di attendere l'esito di queste questioni...
            PAOLO CABRAS.  Non si riferiva all'indagine
                            giudiziaria
ma a quella amministrativa...
 PRESIDENTE.  Sono due questioni assieme:
aspettiamo l'esito e vediamo. Comunque, ho solo
voluto chiarire come stanno le cose, per cui è
chiaro che possiamo decidere come vogliamo.
Pagina 2130
 MICHELE FLORINO.  Iniziano le contraddizioni e
sono chiare
ed evidenti, anzi, stridenti. Infatti, da una
parte si accetta all'unanimità di andare di nuovo
in Puglia, dall'altra parte qualche commissario
obietta di non aggiornare la relazione su
Barcellona.
  Voglio far notare, signor presidente, che se
cambia questo metodo la Commissione dovrà
aggiornare i suoi lavori di volta in volta. Posso
dimostrarglielo subito: in questo momento, in
virtù delle richieste fatte dai colleghi per
quanto riguarda la Puglia e Barcellona Pozzo di
Gotto, le chiedo di aggiornare la questione anche
per Napoli, considerato lo scandalo eclatante che
ha investito la magistratura napoletana con
l'invio, presso il Consiglio superiore della
magistratura, di cinque giudici. Mai come in
questo caso, rispetto ad una relazione che ancora
deve essere completata, dobbiamo verificare sul
posto quale tipo di scandalo abbia portato
conseguenzialmente giudici nell'esercizio delle
loro funzioni...
            PRESIDENTE.  Credo che non ci sia ancora la
                           relazione su
Napoli.
 MICHELE FLORINO.  Vi è anche l'altro aspetto
squalificante dell'aula del tribunale di Napoli
tramutato in uno stadio calcistico.
  Dunque, attenzione a voler cambiare di volta in
volta secondo gli umori dei commissari o
l'appartenenza regionalistica, quindi con
interessi che esulano dai compiti della
Commissione.
  Signor presidente, rispetto ad una criminalità
dilagante ed aggressiva abbiamo il dovere di
licenziare nel più breve tempo possibile i
documenti per dare una risposta ferma
all'aggressione criminale, altrimenti, se ci
perdiamo con queste piccole questioni
regionalistiche, smarriamo il filo e viene meno il
compito di questa Commissione.
 MASSIMO BRUTTI.  Credo che in situazioni come
quelle che sono state ricordate si debba trovare
un punto di equilibrio. Nei limiti del possibile è
necessario tener conto degli avvenimenti più
recenti, ma è altresì necessario che la
Commissione antimafia, sulla base del lavoro
svolto, che ha una sua compiutezza, si pronunzi e
decida.
  Ho apprezzato la proposta avanzata dal collega
Folena, proposta di mediazione rispetto a diverse
esigenze che erano
state prospettate dalla Commissione. Tuttavia
voglio ricordare che ci siamo recati a Barcellona
Pozzo di Gotto nello scorso mese di gennaio e che
quanto è emerso da quella visita grazie
all'intervento della delegazione della Commissione
antimafia ha determinato una svolta nella vita del
comune; i dati che ci erano stati presentati
manifestavano una vistosa ed impressionante
sottovalutazione della situazione di Barcellona,
anzitutto da parte del prefetto, come del resto è
ricordato nella relazione.
  Tenendo conto di tutto questo, credo che la
Commissione antimafia debba condurre a termine il
proprio lavoro, con una
proposta che abbia una sua organicità. La
relazione va approvata, ma io credo che debba
essere messa oggi ai voti, sulla base di ciò che
abbiamo accertato e delle vicende che abbiamo
ricostruito, anche la proposta di scioglimento
dell'amministrazione comunale di Barcellona.
 PRESIDENTE.  Uno dei punti contenuti nella
proposta di relazione è che la Commissione
consideri Barcellona come una delle aree da
seguire permanentemente. In seguito alla nostra
visita in primo luogo il prefetto ha finalmente
disposto l'accesso e poi si è scoperto che, così
come affermavamo, esistevano rapporti illegali con
la ditta Ofria; è cambiata amministrazione ed il
sindaco ha interrotto tali rapporti, l'AIAS, che
era sotto inchiesta, è stata processata, sono
stati fatti numerosi arresti e credo che la
questione arriverà alla procura distrettuale di
Palermo. Se i colleghi sono d'accordo, propongo
che la situazione di Barcellona sia tenuta sotto
osservazione.
  Inoltre - recepisco anche la preoccupazione del
collega Florino di evitare eventuali rinvii,
poiché le situazioni sono
Pagina 2131
dinamiche ma tra venti giorni potremmo trovarci di
fronte alla stessa situazione - potremmo, sulla
base delle integrazioni qui proposte, approvare la
relazione e costituire immediatamente un gruppo di
lavoro per tenere sotto osservazione l'evoluzione
dal punto di vista dei successivi atti
dell'amministrazione in materia, per così dire, di
ripulitura della spesa pubblica e degli appalti.
Questo ci consente di decidere oggi su una
questione, ottenendo un primo risultato e, al
contempo, di tenere sotto osservazione la
situazione, riservandoci a fine luglio di fornire
una seconda valutazione.
 UMBERTO CAPPUZZO.  Vorrei capire la  ratio . Un
momento fa, per l'altra relazione, abbiamo
avvertito la necessità di procedere ad un rinvio
perché vi erano elementi nuovi da inserire; adesso
siamo in presenza di elementi nuovi, tra i quali
il fatto che il senatore Santalco si sia assunto
questa responsabilità nonché i dati forniti dal
collega Folena in relazione al progredire delle
indagini. Mi pare che la proposta formulata da
quest'ultimo abbia valide motivazioni.
PRESIDENTE.  Per quanto mi riguarda, ho solo fatto
una
proposta; sarà la Commissione a decidere.
 MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Potremmo approvare la
proposta del presidente integrata dagli elementi
forniti dal senatore Santalco.
 PRESIDENTE.  Nella relazione chiariamo che cosa
sia la cooperativa "Libertà e lavoro", che il
rapporto successivo era sbagliato e che il
senatore Santalco l'ha interrotto, fermo restando
che, se la Commissione è d'accordo, la situazione
di Barcellona continuerà ad essere tenuta sotto
osservazione, dando per acquisita la
documentazione del senatore Santalco. Pertanto
l'unico punto aggiuntivo è che nel mese di luglio
continueremo a tenere sotto osservazione la
situazione e, alla fine del mese, il gruppo di
lavoro riferirà nuovamente alla Commissione su
cosa è successo: se il rapporto si sia
effettivamente interrotto, che esito hanno avuto
gli altri accessi e a che punto siano le indagini
giudiziarie.
  Do lettura della lettera del senatore Santalco:
"L'articolo 8 del capitolato speciale di appalto
del servizio affidato a codesta cooperativa
relativo allo smaltimento dei rifiuti solidi
urbani preclude tassativamente il ricorso a
qualsiasi forma di subappalto nella conduzione del
servizio di che trattasi.
  Per quanto precede si diffida codesta
cooperativa ad astenersi dal porre in essere
rapporti con altre ditte tendenti a far effettuare
a terzi lavori affidati dal comune alla
cooperativa.
  Quanto sopra per richiamare gli obblighi assunti
contrattualmente che non possono essere derogati
per non sortire effetti antigiuridici che, nel
caso dovessero verificarsi, saranno perseguiti".
MASSIMO BRUTTI.  Mi sembra una cosa un po'
burocratica! PRESIDENTE.  La cooperativa "Libertà
e lavoro" risponde
in questi termini: "In relazione alla sua
comunicazione del 17 giugno 1993, con la quale si
diffida questa cooperativa dal porre in essere
rapporti con altre ditte in esito allo smaltimento
dei rifiuti solidi urbani della città, la
scrivente si permette di fare osservare quanto
segue: a) per prassi costante e consolidata il
trasporto dei rifiuti urbani dal punto di
stoccaggio alla discarica pubblica è stato
espletato dalla cooperativa tramite noleggio di
mezzi con autista; b) fino all'agosto 1991 detto
nolo è stato effettuato dalla ditta Rizzo; c)
successivamente, a seguito della sospensione da
parte della ditta Rizzo delle forniture di mezzi e
personale" - la sospensione fu determinata da una
serie di attentati a questa ditta (saltarono delle
macchine) e Rizzo, convocato dal vicecomandante
dei vigili urbani, si trovò per caso nell'ufficio
il vicepresidente della cooperativa "Libertà e
lavoro", questo Ofria, e fu convinto a mollare
(questa è la ragione per cui poi la cooperativa è
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passata agli Ofria) - "la cooperativa, stante
l'urgenza e la necessità di assicurare il servizio
appaltato, si è rivolta alla ditta Bellinvia" -
Bellinvia è la madre degli Ofria "unica in zona in
possesso di automezzi idonei al trasporto, la
quale è subentrata alle stesse condizioni pattuite
con la ditta Rizzo; d) la ditta Bellinvia risulta
in regola con la normativa antimafia; ha prodotto
la relativa documentazione ed è anche in possesso
della specifica autorizzazione, rilasciata
dall'assessorato regionale al territorio ed
ambiente (...).
Alla luce di quanto sopra, pur ritenendo che non
sussistono le ipotesi di subappalto, vietato
dall'articolo 8 del capitolato speciale d'appalto
anche in relazione a quanto espressamente previsto
dai successivi articoli 18 e 26, al fine di
evitare speculazioni di qualsivoglia natura e
genere, che alimentano polemiche non conducenti e
dalle quali la cooperativa intende estraniarsi
(pur non rinunciando ad ogni eventuale azione
nelle opportune sedi), fa presente che resta
disponibile ad adottare tutte le soluzioni
necessarie per porre fine a possibili motivi di
contenzioso.
        A tal fine comunica che dal 1^ luglio p.v., e cioè
                              dopo i
tempi tecnici necessari per gli adempimenti del
caso, provvederà direttamente ad eseguire il
trasporto alla discarica di Trefinaite con proprio
personale e con automezzi che saranno assunti in
carico della scrivente ed i cui costi di gestione
e manutenzione graveranno sulla stessa, con
riserva di ripetizione".
  A questo proposito vi è un'altra questione
complessa perché la cooperativa ha assunto il
lavoro per un costo pari al doppio - dice la
relazione - del costo medio per i rifiuti urbani
che si attua per paesi di 40 mila abitanti.
             MASSIMO BRUTTI.  Questo è di una gravità
                           eccezionale!
 PIETRO FOLENA.  Il gruppo del PDS può accedere
all'ipotesi del presidente perché non abbiamo
alcun intento
dilatorio; sarebbe comico pensare questo, dal
momento che io stesso avevo suggerito la strada di
esaminare questi nuovi accessi proprio perché
pende in questa Commissione, oltre alla votazione
della relazione - mi rivolgo soprattutto al
senatore Cabras - la votazione della proposta di
scioglimento del consiglio comunale. E' opinione
del gruppo del PDS che tale proposta rimanga
valida e pertanto, se si insistesse, saremmo del
parere di votarla oggi perché anche gli atti più
recenti della nuova amministrazione, come appare
anche dalla lettura
degli ultimi, non sono assolutamente, a nostro
giudizio, in condizione di rompere quell'intreccio
di rapporti.
Propongo di votare la relazione così com'è fra
venti
giorni, quando avremo i nuovi accessi del
prefetto, e potremo non solo fare un nuovo
monitoraggio - mi permetto di proporre questa
modifica alla proposta - ma anche prendere in
esame la questione dello scioglimento del
consiglio comunale sulla base delle risultanze dei
nuovi accessi. Dobbiamo capire se permane un
condizionamento di tipo mafioso, criminale,
illegale o anche solo clientelare
sull'amministrazione comunale di Barcellona.
 PRESIDENTE.  Riassumo la proposta del collega
Folena: che si approvi la relazione integrata
dalle modifiche di cui abbiamo parlato e che entro
la fine del mese si faccia una seconda analisi
della situazione, sulla base delle relazioni che
il prefetto presenterà sugli accessi o di altri
dati che si acquisiranno, demandando a quel
momento la discussione della proposta...
 SALVATORE CROCETTA.  Sono d'accordo su questa
proposta, che sostanzialmente è molto vicina a
quella formulata dal presidente.
          MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Sono d'accordo sulla
                             proposta
del presidente.
         PRESIDENTE.  Colleghi, poiché la nostra procedura
                              prevede
che il presidente
Pagina 2133
formuli una proposta, la mia proposta è la
seguente: che si approvi la relazione, che entro
la fine del mese di luglio si presenti una seconda
relazione sugli esiti degli accessi e che a quel
punto si prenda in considerazione la proposta
dell'onorevole Folena.
 MASSIMO BRUTTI.  Sono d'accordo sulla proposta
del presidente. Voglio comunque sottolineare che a
mio avviso già oggi sarebbe stato possibile
proporre lo scioglimento del consiglio comunale di
Barcellona Pozzo di Gotto; accettiamo tuttavia la
soluzione proposta, manifestando questa nostra
opinione, che avremo occasione di ribadire,
confortata da nuovi elementi, fra venti giorni.
 MICHELE FLORINO.  Voterò a favore della proposta
del presidente.
          SANTI RAPISARDA.  Anch'io voterò a favore della
                             proposta
del presidente.
          MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Voterò a favore della
                             proposta
del presidente.
        PRESIDENTE.  Pongo in votazione la proposta che ho
                               testé
formulato.
(E' approvata).
           Pongo in votazione la relazione su Barcellona
                             Pozzo di
Gotto.
(E' approvata).
 Chiedo che l'ufficio di presidenza sia
autorizzato al coordinamento formale del testo.
  Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito) .
             Comunicazioni del presidente.
 PRESIDENTE.  Comunico che l'ufficio di presidenza
ha stabilito che il senatore Rapisarda coordini il
gruppo di lavoro sugli appalti.
                Seguito dell'esame della relazione
                             su Gela.
 PRESIDENTE.  Passiamo al seguito dell'esame della
relazione su Gela.
 SALVATORE CROCETTA.  Farò alcune brevi
considerazioni. La relazione si apre con un
riferimento alla questione dell'abusivismo
edilizio, che credo vada intesa non tanto come
strettamente legata al fenomeno mafioso (se ne
potrebbe
evincere che l'abusivismo sia un aspetto del
fenomeno mafioso), quanto sotto un altro aspetto,
e cioè che il fenomeno dell'abusivismo edilizio ha
creato un degrado ambientale molto rilevante, che
costituisce un  humus favorevole per la nascita e
lo sviluppo di fenomeni di microcriminalità.
Quindi, vedrei il fenomeno più sotto questo
aspetto e connoterei la relazione su di esso più
che fare semplicemente una descrizione, molto
puntuale ed interessante, ma che potrebbe dare una
impressione deviante, come se l'abusivismo
edilizio fosse un fenomeno di tipo mafioso.
UMBERTO CAPPUZZO.  E' l'indice di amministrazioni
che non
fanno il loro mestiere.
 SALVATORE CROCETTA.  Sì, sotto questo aspetto e
sotto quello del degrado ambientale, al quale mi
riferivo prima. Il degrado ambientale è un terreno
di coltura. Per farmi capire, le  favelas , le
bidonvilles , creano fenomeni di delinquenza, di
criminalità. Sotto questo aspetto, condizioni
ambientali anche tremende possono avere
un'influenza, specialmente per quanto riguarda la
microcriminalità.
Toglierei, però, qualsiasi riferimento, per
esempio, al
comitato degli abusivi, a persone, perché
nell'ambito di una relazione della Commissione
antimafia citare persone che sono fuori da
incarichi istituzionali può anche farle apparire
come additate, sotto qualsiasi aspetto. Quindi, il
riferimento finale alla persona che dirige il
comitato degli abusivi credo che vada
assolutamente cancellato. Si può
Pagina 2134
dire che c'è un comitato ma senza fare riferimenti
a persone. PRESIDENTE.  E' una giusta
osservazione.
 SALVATORE CROCETTA.  Per quanto riguarda le altre
questioni, la relazione in generale mi soddisfa,
perché le affronta con puntualità; d'altra parte,
sono le questioni emerse negli incontri che
abbiamo avuto e non ne sono venute fuori altre.
Credo però che vada sottolineata la parte che
riguarda le carenze della giustizia, perché Gela
sta vivendo un momento particolare da questo punto
di vista. L'istituzione del tribunale è stata un
fatto corretto e giusto, ma come è detto nella
relazione - è una sottolineatura che condivido e
che qui voglio ripetere (d'altra parte, è emersa
durante i nostri incontri) - bisogna passare ad
un'altra fase per migliorare il rapporto tra la
giustizia e la popolazione, affrontando e
risolvendo anche le questioni che sono ancora
aperte. Mi riferisco ad un rafforzamento con la
istituzione di una sezione distaccata del
tribunale dei minorenni ed anche di una eventuale
sezione distaccata della corte d'assise, tenendo
conto del pesante carico giudiziario di cui si
sobbarca la corte d'assise di Caltanissetta.
  Farei anche riferimento alla necessità di
accelerare i tempi per la costruzione del carcere,
che è stato appaltato e sta diventando un elemento
particolarmente impedente ai fini del
funzionamento dell'attività giudiziaria in quella
realtà: il fatto che ogni giorno bisogna
trasferire detenuti comporta tutta una serie di
conseguenze. Il carcere giudiziario di Gela è in
costruzione - mi pare sia da appaltare l'ultimo
lotto per cui bisogna accelerare i tempi per il
completamento di quest'opera.
  Un'altra questione riguarda l'ubicazione del
palazzo di giustizia, che sta avendo risvolti
abbastanza particolari. Non so se dietro si
nascondano certi interessi - non voglio alimentare
il clima del sospetto - però ubicare il palazzo di
giustizia a pochi metri dallo stabilimento
petrolchimico credo sia uno dei più grandi errori
che si possano commettere. E' un assurdo! E in
questa direzione non capisco perché non si
utilizzino strutture di proprietà del comune o che
il comune ha a disposizione. Mi riferisco, per
esempio, all'ex liceo, sito nel convitto
Pignatelli - istituzione per la quale
bisognerebbe risolvere alcuni problemi di rapporto
- che è un vecchio palazzo della città, oggi in
abbandono, che non costerebbe nulla all'erario e
potrebbe essere utilizzato dopo averlo
opportunamente ristrutturato. Non si capisce
perché non si utilizzi questo edificio o altre
proprietà del comune che oggi sono in abbandono e
che invece, recuperate, potrebbero far spendere
molto meno e consentirebbero ubicazioni diverse e
migliori rispetto a quelle scelte, anche con tempi
inferiori a quelli che oggi hanno gli acquisti di
nuove aree, che tra l'altro comportano costi più
elevati. Si può anche risparmiare in questa
direzione. Queste cose non riusciamo a
comprenderle e           forse sarebbe opportuno
inserire un riferimento a questi
problemi nella relazione. In particolare, bisogna
sottolineare la necessità di non ubicare in zone
pericolose: l'esperienza di Milazzo ci dovrebbe
far riflettere. Attorno al petrolchimico ci deve
essere una zona di rispetto. Tra l'altro, quella
zona in parte è interessata dall'abusivismo
edilizio e se vi andiamo ad ubicare il palazzo di
giustizia, l'abusivismo aumenterà ulteriormente.
Invece di scoraggiare il fenomeno, le autorità
finirebbero con l'incoraggiarlo.
  In questo senso, mi riferisco anche al ruolo del
commissari, che in qualche modo stanno facendo
rimpiangere persino i cattivi amministratori, cosa
che mi preoccupa fortemente nel momento in cui
parliamo di scioglimento dei consigli comunali. E'
una decisione estremamente giusta quella di
sciogliere alcuni consigli comunali ma non
vorremmo che poi i       commissari non operassero
adeguatamente o qualche volta
operassero nello stesso modo dei vecchi
amministratori. Qualche preoccupazione in questa
direzione
Pagina 2135
 per quanto riguarda Gela comincia a sorgere.
Quindi, credo che dobbiamo inserire nella
relazione anche un riferimento al ruolo che i
commissari dovrebbero svolgere, che deve essere
diretto a cambiare le cose.
            Fatte queste precisazioni, ribadisco che la
                           relazione nel
suo complesso mi soddisfa e che la condivido.
 UMBERTO CAPPUZZO.  Vorrei fare una precisazione
di carattere formale riferita alle proposte
conclusive della relazione. L'ultima di esse mi
pare superflua, perché è un invito rivolto alla
stessa Commissione. La proposta n. 6 è un fatto
interno. Non credo che nella relazione si debba
inserire una proposta relativa all'attività della
Commissione stessa.
PRESIDENTE.  L'importante è che siamo d'accordo
nel
merito. Possiamo poi sopprimere questo
riferimento.
 UMBERTO CAPPUZZO.  Sì, perché il destinatario è
il Parlamento.
 PRESIDENTE.  Certo, d'accordo.
 GAETANO GRASSO.  La visita a Gela avvenne in un
contesto particolare, perché si svolse alcuni
giorni dopo l'omicidio di due imprenditori che si
erano opposti al racket. Proprio in quel contesto
abbiamo ritenuto di convocare le associazioni
antiracket. Penso quindi che sarebbe importante
un'aggiunta su questo aspetto, per richiamare il
contesto in cui avvenne quella visita, le sue
motivazioni, nonché le argomentazioni che sono
emerse in quell'incontro, il richiamo alla
legislazione antiracket e le altre questioni che
abbiamo affrontato.
  Inoltre, è da approfondire la questione relativa
all'omicidio Giordano, che fu il movente immediato
per cui andammo a Gela. Ricordo che nel corso
delle audizioni emerse un particolare che ancora
oggi, a distanza di tempo, mi colpisce: la
testimonianza che Giordano rese in tribunale nel
mese di giugno. Il problema è sapere come mai in
seguito a questa testimonianza non venne
considerato soggetto a rischio. Quindi, credo che
vada rivisto anche questo aspetto della relazione.
PRESIDENTE.  Cioè, sottolineare questo aspetto?
GAETANO GRASSO.  Credo che vada approfondito:
nella
relazione occorre scrivere che Giordano doveva
essere ritenuto soggetto a rischio.
  Per chiudere su questo aspetto, vorrei dire che
forse in questa fase non possono essere rese
pubbliche, così come formulate, le prime tre righe
di pagina 13.
         PRESIDENTE.  Non essendovi obiezioni, proseguiamo
                                 i
nostri lavori in seduta segreta. Dispongo la
disattivazione del circuito audiovisivo interno.
(La Commissione procede in seduta segreta) .
 PRESIDENTE.  Riprendiamo i nostri lavori in
seduta pubblica. Dispongo la riattivazione del
circuito audiovisivo interno.
 MICHELE FLORINO.  Non ero a Gela perché
evidentemente impegnato in un'altra regione.
  Ritengo che a pagina 3 della relazione vada
eliminata la frase che si riferisce
all'"attenzione riservata al problema da parte
della commissione straordinaria, che ha iniziato
un costruttivo rapporto con un comitato di
abusivi".
PRESIDENTE.  Sì.
 MICHELE FLORINO.  C'è una illegalità ed una
relazione della Commissione antimafia non può...
         PRESIDENTE.  E' un abusivismo un po' particolare
                              quello
di Gela: c'è quello di sfruttamento ma c'è anche
quello di necessità.
Pagina 2136
 MICHELE FLORINO.  Qui conviene sottolineare la
questione abusivismo. C'è un abusivismo cosiddetto
di necessità ed un abusivismo nella mani della
criminalità. Non bisogna per questo abbassare la
guardia. Perché dico questo? Perché la criminalità
organizzata - l'abbiamo verificato soprattutto
nelle regioni meridionali, in Calabria, in
Campania, a Foggia, con l'insediamento turistico
di Vieste - mette le mani proprio su questa
proliferazione di imprenditoria legata con un
cordone ombelicale a tutte le attività della
criminalità: movimento terra, calcestruzzo ed
altro. La questione relativa alle 12 mila
costruzioni abusive con 60 mila vani non va
sottovalutata ma congiuntamente legata ad una
presenza della criminalità a Gela.
  Il secondo aspetto riguarda la gravità della
presenza mafiosa in questa stessa città, secondo
quanto contenuto in un'interrogazione presentata
dai colleghi Calvi e Rapisarda.
SALVATORE CROCETTA.  Hanno riprodotto una sintesi
della
relazione.
 MICHELE FLORINO.  Sì ma è evidente che, quali
membri di questa Commissione, hanno cercato di
evidenziare certi aspetti che forse non erano
troppo presenti nella relazione, soprattutto
riguardo alla presenza delle forze dell'ordine
ritenute insufficienti a garantire l'ordine
pubblico; analogamente insufficienti sono ritenuti
soprattutto gli organici della magistratura e la
qualificazione professionale degli uomini
impegnati nelle varie indagini. Ritengo che questi
inserimenti ragguardevoli, anche per la presenza
territoriale di alcuni commissari, possano
completare la relazione.
         SANTI RAPISARDA.  I 12 mila casi di abusivismo di
                               Gela
non sono legati alla criminalità organizzata ma
alla necessità delle gente di avere una casa
poiché le disamministrazioni della città non hanno
mai permesso l'esistenza e l'applicazione di un
piano regolatore. E' un fenomeno non legato alla
criminalità.
 MICHELE FLORINO.  Non dico questo.
PRESIDENTE.  La mafia non è degli abusivi ma di
altri. MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Mi sembrano molto
opportuni i
contributi offerti, compresa l'esigenza di
depurare alcuni
nomi perché la difficoltà è tale da evitare
eventualità che possono essere drammatiche.
Desidero riaffermare un principio sul quale mi
attesto perché quella manifestata dal collega
Grasso è una visione tardoleninista: se un
organismo come il Consiglio superiore... non
conosco il procuratore ma conosco in parte i fatti
relativi al contrasto tra carabinieri ed il
procuratore per averli desunti dalla stampa
(Commenti del deputato Grasso) .
 PRESIDENTE.  Tardoleninista è Eltsin!
 MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Da questo punto di
vista le maggioranze sono più o meno esigue ma la
democrazia vive anche sulle maggioranze esigue;
non è possibile mettere in dubbio un criterio di
stabilità democratica.
 GAETANO GRASSO.  A Parigi!
 MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Su questo non sarò mai
d'accordo. Se il Consiglio superiore della
magistratura ha deciso a maggioranza, sia pure di
un voto, questo è un criterio democratico; non
possiamo stabilire che si decide
secondo le convenienze, cioè se la decisione va
bene a te. Se il CSM avesse deciso secondo le tue
convenienze, il CSM avrebbe avuto ragione ma
poiché così non è stato... Questo è un
atteggiamento spudoratamente antidemocratico,
addirittura fascista che mi rifiuto di accettare!
Affermo questo con molta forza perché,
evidentemente...
         PRESIDENTE.  Le ricordo che il primo riferimento
                               era a
Lenin.
Pagina 2137
 MARIO CLEMENTE MASTELLA.  E' la stessa cosa,
signor presidente. Parlo dal punto di vista di chi
è affezionato... (Commenti) . Non è possibile
accettare un principio di questo tipo a seconda
dei nostri criteri. Dico tutto questo in maniera
molto chiara perché si tratta di un dato di natura
democratica.
 GAETANO GRASSO.  Mi sembra che il collega abbia
drammatizzato troppo.
 PRESIDENTE.  Nel precedente testo si poneva in
luce che
la discussione era terminata con un voto di
scarto. Mi pare che l'onorevole Grasso ponesse una
questione precisa, se cioè a Gela siano stati
superati i conflitti. Questo è il problema
che interessa alla Commissione. Poiché il capitano
dei carabinieri aveva denunciato il procuratore
della Repubblica...
          MARIO CLEMENTE MASTELLA.  Conosco molto bene la
                              vicenda
ma un voto è un voto!
 SALVATORE CROCETTA.  Non possiamo assolutamente
criminalizzare gli abitanti di una città perché
c'è movimentazione di terra. Questa si verifica
per la costruzione di opere pubbliche, per quelle
della Cassa del Mezzogiorno (lì sì che c'è stata
movimentazione!). Non va dimenticato che si tratta
di abitazioni di 60 metri quadrati che certamente
non richiedono una grande movimentazione di terra.
         Per quanto riguarda l'incompatibilità ambientale,
                             sostengo
che al di là della vicenda specifica del dottor
Ventura a Gela, del rapporto con i carabinieri e
della successiva conclusione presso il CSM, vi è
una questione che va sottolineata dal punto di
vista generale, perché non riguarda soltanto la
vicenda di Gela ma tutte le strutture giudiziarie
che operano in realtà piccole e limitate. Ritengo
che, per i magistrati locali, svolgere la propria
attività in città con 80-100 mila abitanti
presenti problemi di incompatibilità ambientale,
al di là della volontà delle singole persone,
perché i condizionamenti ci sono in ogni caso,
volenti o nolenti, essendo di tipo psicologico.
Aver frequentato il liceo con il sindaco della
città, per esempio, può diventare un elemento di
freno. L'incompatibilità ambientale è nei fatti,
al di là delle singole persone. Per questo la
Commissione antimafia dovrebbe chiedere al CSM di
occuparsi del problema in quest'ottica e senza
intenti punitivi, ritenendo incompatibili dal
punto di vista ambientale (per motivi legati anche
al fenomeno mafioso) persone che operano in una
determinata realtà. Cercherei di operare in questo
senso anche per situazioni analoghe a quelle di
Gela.
PRESIDENTE.  E' stata avanzata una serie di
proposte da
parte del senatore Crocetta e dell'onorevole
Grasso: richiamare la ragione per cui la
Commissione si è recata a Gela, sottolineare i
motivi per cui Giordano non venne considerato
persona a rischio, rivedere le prime tre righe di
pagina 13 e pagina 17 della bozza di relazione.
        Poiché riteniamo quelle di Gela e Barcellona Pozzo
                                di
Gotto due situazioni da tenere sotto controllo
permanentemente, vorrei sapere se la proposta del
collega Grasso sottintenda un rinvio del voto, in
attesa di un nuovo sopralluogo.
 GAETANO GRASSO.  Poiché quelle tre righe sono
particolarmente pericolose...
 PRESIDENTE.  Le eliminiamo.
 GAETANO GRASSO.  Se decidiamo di esplicitare il
problema abbiamo bisogno di altri elementi,
altrimenti le eliminiamo. Forse con una brevissima
visita a Gela riusciremmo ad ottenere ulteriori
elementi.
          PRESIDENTE.  Possiamo decidere di sopprimere le
                             tre righe
in questione.
             GAETANO GRASSO.  Forse sarebbe opportuno
                           utilizzare un
tono meno enfatico sull'associazione.
Pagina 2138
 PRESIDENTE.  Penso che la relazione possa essere
posta in votazione tenendo conto delle modifiche
suggerite dai colleghi, fermo restando che la
situazione di Gela rimane sotto controllo.
 MICHELE FLORINO.  Per un principio di obiettività
che esula dall'appartenenza a determinate
situazioni regionaliste, vorrei sapere cosa
significhi affievolire la parte che riguarda
l'associazione.
 PRESIDENTE.  L'associazione non esiste ancora.
 MICHELE FLORINO.  Ai fini di una relazione di
lotta alla mafia, che senso ha una cosa del
genere? La questione non ha un valore altamente
espressivo, così come è scritto nella relazione,
rispetto al ruolo che svolge questa Commissione.
PRESIDENTE.  Il collega Grasso afferma che in
questa
parte di relazione è eccessivamente enfatizzato il
ruolo dell'ASAEG, che in realtà è un'associazione
che non esiste ancora. Poiché per il momento si
sono messi d'accordo solo alcuni imprenditori ma
non si sono ancora recati davanti al notaio, non
c'è ancora uno statuto, si rischia di dare a tale
associazione un peso che essa non ha.
 MICHELE FLORINO.  C'è però la volontà associativa
di combattere la malavita, anche perché nella
relazione è stata posta in evidenza la presenza
nel direttivo di tre commercianti denunciati per
favoreggiamento. E' evidente che la relazione
riporta la verità circa i fatti constatati sul
posto.
         PRESIDENTE.  C'è un errore nella relazione perché
                                il
direttivo ancora non esiste.
GAETANO GRASSO.  Era un direttivo provvisorio.
PRESIDENTE.  Pongo in votazione la relazione su
Gela con
le modifiche precedentemente indicate.
(E' approvata).
 Chiedo che l'ufficio di presidenza sia
autorizzato al coordinamento formale del testo. Se
non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito) .
           Ricordo che la prossima seduta è fissata per
                             martedì 6
luglio alle ore 16, con all'ordine del giorno
l'audizione del ministro di grazia e giustizia.
La seduta termina alle 13.

 


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