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Violante: seduta 57

Violante: seduta 57
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Pagina 2547
            PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
                              indice
Comunicazioni del presidente:
Violante Luciano,  Presidente                    2549, 2550
Buttitta Antonino                                2549, 2550
Matteoli Altero                                        2549
Determinazione in ordine alla pubblicità di alcune
parti dell'audizione svoltasi nella seduta del 30
luglio 1993: Violante Luciano,
Presidente                                             2557
Discussione della relazione sull'edilizia scolastica a Palermo:
Violante Luciano,
Presidente, Relatore       2258 2560, 2561, 2562, 2563, 2564
                                                        2566
Buttitta Antonino                                 2562, 2564
Folena Pietro                         2559, 2560, 2561, 2562
Galasso Alfredo                       2562, 2563, 2564, 2566
Seguito della discussione della relazione sulla
Calabria :
Violante Luciano,  Presidente      2551, 2554, 2555 2556
Cabras Paolo,  Relatore                             2554
Olivo Rosario                     2551, 2554, 2555, 2556
Sui lavori della Commissione:
Violante Luciano,  Presidente      2550, 2551, 2557 2558
Buttitta Antonino                             2551, 2557
Cabras Paolo                            2550, 2551, 2557
Cafarelli Francesco                     2550, 2551, 2558
Garofalo Carmine                                    2550
Matteoli Altero                               2550, 2551
Robol Alberto                                       2558
Sorice Vincenzo                                     2558
Pagina 2548
Pagina 2549
La seduta comincia alle 15.
(La Commissione approva il processo verbale della
seduta precedente).
             Comunicazioni del presidente.
 PRESIDENTE.  Informo i colleghi che hanno chiesto
di essere ascoltati dalla Commissione, in
relazione a diverse questioni, l'onorevole Del
Basso De Caro (perché il suo nome era stato fatto
dal dottor Cordova), il senatore Bargi e
l'onorevole Cirino Pomicino.
  Trattandosi di parlamentari che chiedono di
essere ascoltati in relazione a questioni
specifiche, mi sembra che si debba procedere con
una certa urgenza, anche se abbiamo a disposizione
soltanto pochi giorni. Se i colleghi lo ritengono,
potremmo contattare rapidamente oggi stesso queste
persone per sapere se insistano per essere
ascoltate prima della sospensione estiva dei
lavori parlamentari oppure dopo. Nel caso in cui i
suddetti parlamentari insistano per essere
ascoltati prima della sospensione, se i colleghi
lo ritengono, può ascoltarli una delegazione della
Commissione. Se invece essi non insistono per
essere ascoltati prima, potremo farlo a settembre
in forma diversa. Non vorrei però che qualcuno
avesse delle cose da dire per ragioni sue politiche...
ANTONINO BUTTITTA.  Penso che sia giusto ascoltarli, ma
non posso dimenticare che già prima altri avevano
chiesto la stessa cosa; questo potrebbe determinare qualche
scontento da parte di coloro che avevano avanzato
analoga richiesta in precedenza.
 PRESIDENTE.  La questione è un po' diversa per la
seguente ragione: non solo chi aveva chiesto tempo
fa di essere ascoltato (mi riferisco per esempio
all'ex Vicepresidente della Camera D'Acquisto, eccetera)
poi non ha insistito, ma mi sembra anche che la
situazione sia stata superata dalle cose.
Comunque, potremmo sentire eventualmente anche
loro. Non escludo di sentire le persone che hanno
chiesto di essere ascoltate, ma ho l'impressione
che uno di questi colleghi tenga particolarmente
ad essere ascoltato con rapidità; quindi, anche
per ragioni di correttezza... Possiamo comunque
interpellarli prospettando loro la possibilità di
essere ascoltati a settembre; se insistono per
essere ascoltati subito, vedremo come fare.
 ALTERO MATTEOLI.  Credo che, considerando il modo
in cui stanno procedendo i lavori della Camera (e
anche del Senato), domani sera sarà tutto finito.
 PRESIDENTE.  Potremmo quindi prevedere per
giovedì una seduta fiume della Commissione e
concludere tutto, se i colleghi sono d'accordo.
ALTERO MATTEOLI.  Rischiamo però che accada quanto si è
verificato venerdì scorso, ossia che siamo in
pochissimi. PRESIDENTE.  In questa settimana è
sempre così. Se
riusciremo a trovare un modo per concludere gli
argomenti all'ordine del giorno bene, altrimenti
pazienza.
La seconda questione è la seguente: secondo quanto avevano
chiesto alcuni colleghi, mi sono informato per
sapere se vi siano ancora ostacoli, da parte
dell'autorità
                             Pagina 2550
giudiziaria, in ordine alle dichiarazioni che
Pasquale Galasso fece a proposito delle
cooperative. Non vi sono al riguardo ostacoli né
della magistratura di Napoli né di quella di
Salerno. Quindi, il collaboratore di giustizia
Galasso può essere ascoltato su tale vicenda.
Credo però che la questione vada rinviata a settembre. Mi
sembra che su questo non vi siano obiezioni.
ANTONINO BUTTITTA.  C'è solo il tempo di ascoltare
Del Basso De Caro.
 PRESIDENTE.  E' Del Basso De Caro che insisteva
per essere ascoltato subito.
  Per quanto riguarda la terza questione da
affrontare, il senatore Smuraglia propone di
fissare la missione in Sardegna il 13 e il 14
settembre prossimi; nel corso della settimana
successiva dovremmo recarci in Emilia per
concludere l'esame delle aree di non tradizionale
presenza mafiosa. Se non vi sono obiezioni, rimane
così stabilito.
(Così rimane stabilito).
 Ricordo che ieri è stata inviata ai gruppi una
richiesta di indicazione delle partecipazioni ai
sopralluoghi.
Infine, quando la Commissione sarà in numero legale
presenterò ai colleghi una proposta di
segretazione di una parte della seduta in cui è
stato ascoltato il collaboratore di giustizia
Annacondia.
Sui lavori della Commissione.
PRESIDENTE.  L'onorevole Cafarelli ha chiesto di
intervenire sui lavori della Commissione.
FRANCESCO CAFARELLI.  Ho chiesto di intervenire
perché abbiamo un problema connesso ai lavori
dell'Assemblea della Camera, dove dopo le ore 16
avranno luogo votazioni.
PRESIDENTE.  Nel corso della precedente seduta
(lei non era presente) si era già previsto di lavorare oggi
dalle ore 15 alle 16 per poi riprendere la seduta
alle ore 20 e proseguire fino alle 21,30 circa.
Poiché nei prossimi giorni il senatore Cabras sarà
impegnato, vorremmo definire la questione relativa
alla Calabria.
 FRANCESCO CAFARELLI.  Questa sera dovremmo
concludere l'esame delle relazioni sulla Calabria,
sulla Puglia e sull'edilizia scolastica a Palermo?
 PRESIDENTE.  Dovremmo innanzitutto concludere
l'esame della relazione sulla Calabria;
probabilmente, per esaminare quella sulla Puglia
avremo bisogno di un'altra seduta.
Comunque, se i colleghi sono d'accordo, vorrei
cercare di
concludere oggi anche l'esame della relazione
sull'edilizia scolastica a Palermo, se non vi sono
obiezioni.
 CARMINE GAROFALO.  Ricordo che alle ore 20 al
Senato vi sarà la votazione sul documento di
programmazione economico-finanziaria.
 PRESIDENTE.  Soltanto la votazione?
            CARMINE GAROFALO.  Dipende, perché prima si
                             svolgerà
l'esame della legge elettorale.
            PRESIDENTE.  Se non sarà possibile stasera,
                             possiamo
proseguire i nostri lavori domani.
ALTERO MATTEOLI.  Potremmo proseguire domani
mattina. PAOLO CABRAS.  Domani in Aula vi sarà
seduta mattina e
pomeriggio.
 PRESIDENTE.  Dobbiamo comunque trovare lo spazio
per un'altra seduta, con un po' di sacrificio da
parte di tutti.
  Il collega Cafarelli ha posto il problema
relativo al modo in cui procedere; dal momento che
alle 16 dovremo sospendere la nostra seduta,
dobbiamo decidere quando riprendere i nostri
lavori. Una soluzione sarebbe quella di
riprenderli
                             Pagina 2551
 questa sera alle 20,30, come si era già detto in
un'altra occasione, anche perché credo che questa
sia l'unica
chance  che abbiamo in ordine alla relazione sulla
Calabria.
          PAOLO CABRAS.  Non potrò essere presente prima
                             delle 21.
 PRESIDENTE.  Non so cosa dirti.
            FRANCESCO CAFARELLI.  Quando esamineremo la
                             relazione
sulla Puglia?
PRESIDENTE.  Potremmo prevedere una seduta per
domani. ALTERO MATTEOLI.  Visto che per quanto
riguarda la
relazione sulla Puglia si pongono molte questioni,
sarebbe forse opportuno rinviarne l'esame a
settembre.
 FRANCESCO CAFARELLI.  Sarebbe preferibile almeno
iniziarne l'esame, affinché si possa integrare la
relazione.
PRESIDENTE.  L'altra questione da esaminare è
quella
relativa all'edilizia scolastica, che mi sembra
sia la più semplice.
 ANTONINO BUTTITTA.  Ritengo che dovremmo
approvare almeno la relazione sull'edilizia
scolastica a Palermo, che non presenta particolari
problemi.
 PRESIDENTE.  Sono d'accordo con lei, onorevole
Buttitta. Per il momento, comunque, possiamo
procedere nell'esame della
relazione sulla Calabria e alle 16 valuteremo se
riprendere la seduta alle ore 20,30.
Seguito della discussione della relazione sulla
Calabria.
 PRESIDENTE.  L'ordine del giorno reca il seguito
della discussione della relazione sulla Calabria.
Do la parola all'onorevole Olivo.
 ROSARIO OLIVO.  Vorrei partire dal riconoscimento
dell'impegno importante portato avanti da questa
Commissione in direzione della lotta alla mafia,
un impegno serrato, stringente, qualificato, che
credo deponga a favore di una valutazione più
equilibrata e cauta del ruolo di questo
Parlamento.
  La Commissione parlamentare antimafia è una
delle espressioni qualificate di questo
Parlamento, e quindi non posso non svolgere una
considerazione su questo aspetto dell'attività
parlamentare, che non è unico, ma è comunque uno
dei più qualificanti terreni di impegno. Oggi ci
accingiamo a votare la relazione sulla Calabria
(non so se voteremo anche quella sulla Puglia);
abbiamo alle spalle un anno scarso di attività ed
un grande lavoro, di estrema qualificazione,
svolto da una delle espressioni significative
dell'attività parlamentare.
  Per quanto riguarda la relazione Cabras, ricordo
che nel corso della precedente seduta dedicata al
suo esame vi fu un po' di confusione dopo l'invito
del Presidente del Senato a sconvocare la riunione
e quindi non ho ascoltato altri autorevoli
colleghi; non so se dopo l'intervento del senatore
Calvi ve ne siano stati altri.
 PRESIDENTE.  Vi sono stati altri interventi.
 ROSARIO OLIVO.  Chiedo scusa ma non li ho
ascoltati e quindi non sono in grado di
raccordarmi all'andamento del dibattito che si è
svolto.
  Vorrei semplicemente iniziare affermando che la
relazione del senatore Cabras rappresenta uno
sforzo onesto e importante di approfondimento
sulla realtà dell'attacco malavitoso alla regione
Calabria; egli ha colto una serie di situazioni
reali, obiettive e si è sforzato di tracciare un
quadro dell'attuale situazione in Calabria, anche
sulla base delle due visite che
la Commissione ha effettuato a partire, se non
ricordo male, dal marzo scorso nella regione
calabrese.
            Si trattò allora di un lavoro approfondito,
                           puntuale, di
verifica sul campo, e
                             Pagina 2552
quindi naturalmente la relazione prende le mosse
da quegli incontri, da quel lavoro di scavo e di
approfondimento realizzato attraverso i contatti
che abbiamo avuto con la magistratura calabrese,
con i rappresentanti delle forze dell'ordine,
delle categorie sociali e produttive, del
sindacato, delle autonomie locali. Si è trattato
di un gran numero di incontri significativi.
  Quella al nostro esame non è quindi una
relazione che
parte dal nulla, inventata dal senatore Cabras, ma
essa ripete uno sforzo che parte da quelle due
visite. Essa è inoltre una traccia di discussione,
com'é avvenuto con la precedente relazione del
presidente Violante: credo che da parte del
senatore Cabras non vi sia alcuna pretesa
esaustiva o di imporre alcunché.
  Ritengo pertanto che il nostro approccio debba
essere di apprezzamento nei confronti di questo
lavoro, anche se dobbiamo compiere uno sforzo di
ulteriore approfondimento e di acquisizione,
possibilmente, di ulteriori contributi e
integrazioni, per arricchire ed approfondire
maggiormente la relazione. Mi pare che questo sia
lo sforzo che dobbiamo porre in essere, evitando
di assumere atteggiamenti pregiudiziali in un
senso o nell'altro.
  Qualche valutazione vorrei fare su alcuni
aspetti della relazione che considero un po'
deboli e che, a mio modesto parere, andrebbero -
come dire? - riequilibrati. Inoltre, vorrei
proporre alcune integrazioni. Ho constatato come
il senatore Cabras abbia puntualmente riferito le
valutazioni della magistratura in ordine alla
situazione, valutazioni che naturalmente occorre
tenere in gran conto. Tuttavia, ho notato - come
dire? - un'esposizione quasi "cronachistica" delle
posizioni che ci sono state esposte dall'autorità
giudiziaria, riportate senza valutazioni nostre.
Tali posizioni finiscono quindi per essere un po'
neutre ed acritiche. Per esempio, ci sono
procuratori i quali danno ancora una descrizione
della 'ndrangheta calabrese (valutazione riportata
nella relazione dal presidente Cabras) come
un'organizzazione orizzontale, frammentata e
compartimentata. Il senatore Cabras riferisce poi,
in modo puntuale, di valutazioni di altri
magistrati e di rappresentanti delle forze
dell'ordine i quali si preoccupano invece di
segnalare l'evoluzione della 'ndrangheta in
direzione dei modelli di Cosa nostra, cioè come
associazione criminosa che sta realizzando una sua
programmazione, un suo collegamento organico,
verticistico: la commissione non è ancora la
cupola ma, insomma, ci sono sforzi in questa
direzione! Abbiamo sentito magistrati, abbiamo
ascoltato rappresentanti autorevoli delle forze
dell'ordine i quali hanno parlato di questo tipo
di evoluzione della 'ndrangheta.
Ho letto le valutazioni di studiosi (alcuni libri
sono
usciti proprio negli ultimi mesi), di esperti del
fenomeno della 'ndrangheta calabrese, i quali sono
partiti nella loro analisi dalla situazione che vè
sotto i nostri occhi: la realizzazione della  pax
mafiosa dopo le migliaia e migliaia di morti degli
anni passati; vi è un crollo verticale del numero
degli omicidi e - ripeto - si realizza la  pax
mafiosa. Partendo da questo dato, la valutazione,
in sostanza, è che l'intesa tra le cosche e le
famiglie esiste e che si tratta di un accordo, di
un'intesa che hanno un valore in Calabria e fuori.
Allora, appare verosimile che oggi vi sia, anche
per la 'ndrangheta calabrese, un'organizzazione,
uno strumento di pianificazione e di
coordinamento. Credo che su questo punto abbia
ragione chi negli ultimi tempi ha colto
tali elementi, questo processo di trasformazione
nella 'ndrangheta calabrese. Credo inoltre che
abbia anche ragione chi si è soffermato sui
rapporti tra le varie associazioni criminali: ne
hanno parlato alcuni magistrati nel corso degli
incontri che abbiamo avuto nei mesi passati. La
'ndrangheta è entrata organicamente in Cosa
nostra, con il meccanismo della doppia
affiliazione: anche su questo aspetto credo che
una nostra valutazione dovrebbe essere inserita
nella relazione.
Pagina 2553
  Nella relazione mi pare inoltre di cogliere -
come dire? un atteggiamento di debolezza nel
valutare il ruolo dei grandi enti pubblici e anche
di organi dello Stato nella nostra regione, in
rapporto ad alcune vicende che pure il senatore
Cabras cita (l'ENEL a Gioia Tauro, gli  F-16 ). Il
senatore Cabras puntualmente accenna a fatti
inquietanti, ma io credo che su questo terreno noi
dobbiamo essere ancor più puntuali, anche perché
ciò ci consentirebbe di capire meglio il salto di
qualità compiuto dalla 'ndrangheta calabrese in
questi ultimi anni, nell'influenzare e nel
determinare taluni orientamenti. Su questa
questione mi sono già soffermato un po' di tempo
fa, se non ricordo male in occasione
dell'audizione del procuratore Cordova; pertanto,
mi limito soltanto a questo accenno. Credo
tuttavia - ripeto - che su tale problema la
relazione debba essere ancor più chiara e
puntuale, proprio perché l'approfondimento di
certi aspetti ci aiuterebbe a capire perché la
'ndrangheta calabrese non è da sottovalutare, se è
vero che essa è capace di influenzare grandi enti
nazionali (addirittura i ministeri) e che non è
poi così subalterna alla politica o a settori
della politica. Certo, vi sono - e come! -
convergenze di interessi comuni con settori della
politica: noi lo abbiamo visto in tante zone della
nostra regione, non solo a Reggio Calabria ma
anche a Catanzaro e nella stessa provincia di
Cosenza. Vi è una cointeressenza: non mi sentirei
quindi di rovesciare ciò che fino ad ora è stato
largamente analizzato e confermato, cioè
l'assoluta preminenza mafiosa rispetto a tutto il
resto e alla stessa politica.
          Quanto al voto di scambio (mi sto sforzando di
                             cogliere
quelli che mi sembrano gli aspetti meritevoli di
un chiarimento nell'ambito della relazione, prima
di proporre qualche valutazione integrativa), il
senatore Cabras nella relazione accenna
all'indagine del procuratore Cordova, al
ritrovamento del famoso materiale. Tuttavia, in
assenza di indicazioni e di giudizi da parte del
procuratore Cordova, che è l'autore di questa
indagine, vorrei dire che è azzardata, perché mi
sembra appunto priva di documentazione e di
riscontri, la valutazione contenuta nella
relazione. Non so se il procuratore Cordova abbia
inviato un suo rapporto su questa questione. Se lo
ha fatto, sarebbe bene inserirlo nella relazione,
perché mi sembrerebbe di fondamentale importanza;
se invece la Commissione non ha acquisito le
valutazioni ed i giudizi del procuratore Cordova,
chiederei al senatore Cabras un ulteriore
approfondimento, anche perché non mi sembra una
cosa di piccolo conto e di scarso rilievo questo
aspetto che ripeto - è approfondito nella
relazione ma lo è in un modo che mi sembra
sommario e poco accettabile, in assenza di
riscontri e di valutazioni da parte di chi ha
promosso questa indagine che è di estrema
delicatezza per le implicazioni che possono
esservi. Su questo bisogna essere molto attenti.
Ripeto: non assolutori, non intendo dire questo,
ma nel senso di approfondire, di avere elementi di
valutazione.
        Per quanto riguarda i nomi dei politici, devo dire
                                con
molta sincerità che ho apprezzato molto la cautela
del senatore Cabras. La relazione mi appare molto
equilibrata; ho saputo - mi è stato detto - di
qualche collega che ha fatto valutazioni di
critica radicale. Io non mi sento di
condividerle, debbo dirlo con molta chiarezza,
anche se tali valutazioni di radicale dissenso
vengono da esponenti del mio partito, perché credo
che la relazione obiettivamente non le meriti. Io
l'ho letta e riletta, questa relazione, ed ho
apprezzato la cautela di fondo. Ma appunto per
questo, credo che tale linea di cautela avrebbe
dovuto portarci ad essere più prudenti sui nomi.
Qualche nome si fa. Anche su questo nome, credo
che sia giusto un maggiore approfondimento, dato
che nessun organismo parlamentare si è ancora
pronunciato.
Vorrei poi chiedere cortesemente un supplemento di
approfondimento su un aspetto dell'attività
mafiosa che in Calabria è dirompente ed ha
provocato negli anni - e sta ancora provocando -
una
                             Pagina 2554
devastazione di immagine di inaudite ed immense
proporzioni per questa regione. Mi riferisco
all'attività dei sequestri, senatore Cabras, dei
sequestri di persona: un fenomeno nato nel lontano
1968, che altrove è stato eliminato e sradicato e
che in Calabria permane. Da qualche tempo sembrava
attenuarsi, ma poi sono intervenuti sussulti,
soprassalti. Nei giorni scorsi abbiamo tutti letto
del sequestro di Cartisano e sappiamo quello che
sta accadendo nella ionica reggina, a Bovalino,
con il moto di indignazione e così via. Noi
conosciamo gli aspetti di efferatezza di questo
fenomeno, attraverso la conoscenza di vari
episodi: ragazzi tenuti in una botola a convivere
con i serpenti, mamma coraggio... In quell'epoca
mi trovavo a rivestire incarichi costituzionali ed
avvertivo la crisi delle parole, in quelle
circostanze ed in quei momenti, nel dover
spiegare, nel dover dire... Su questa grande
questione credo che abbiamo il dovere, in una
relazione tanto importante, di inserire un
maggiore approfondimento e di capire di più:
perché il fenomeno è durato così a lungo, perché
non lo si sradica, perché non si arriva alle sue
radici. Mi permetto di suggerirlo, questo
ulteriore approfondimento: penso, per esempio, ad
incontri con i magistrati di Locri (oggi abbiamo
la procura antimafia) per capire perché, per
esempio, c'è stato tanto ritardo nel lavoro di
raccordo, nel pool antisequestri, perché
addirittura negli anni passati sono stati posti in
vendita reperti preziosissimi provenienti
dall'attività dei sequestri, che non hanno aiutato
aripercorrere gli itinerari di questo fenomeno, di
questa
azione criminosa così efferata e devastante per
l'immagine della regione calabrese, perché è stato
posto in essere questo gruppo (non ricordo come si
chiamasse esattamente) antisequestri...
PAOLO CABRAS,   Relatore . Il nucleo
antisequestri. ROSARIO OLIVO.  Sì, il nucleo
antisequestri, dapprima
posto in essere, salvo poi, mi pare, smantellarlo
(credo, infatti, che non stia operando più).
Perché, cioè, vi è tanta altalenanza e si è così
ondivaghi rispetto ad un fenomeno del quale non si
riesce a venire a capo, quello più appariscente e
spettacolare, che provoca il maggior danno non
solo come immagine ma anche sotto il profilo
economico, con effetti devastanti a tutti i
livelli. Credo che abbiamo il dovere di compiere
un approfondimento particolare su tale questione.
Vorrei fare cenno alle situazioni di Crotone e di
Vibo. Per quanto riguarda Crotone, mi permetto di
richiamare la
necessità di rendere omaggio ad un'attività
amministrativa che va apprezzata, non solo quella
dell'ultima giunta comunale ma anche quella delle
precedenti, perché ciò che l'attuale giunta
comunale sta portando avanti è in gran parte un
lavoro che prende le mosse dalle precedenti
giunte. E' quindi giusto riequilibrare il discorso
su questo terreno.
          Così come a Vibo - do atto al senatore Murmura,
                               buon
amico, ci mancherebbe, della sua denuncia - quello
dell'infiltrazione malavitosa non è un discorso
dei mesi
scorsi, ma risale a molto più lontano. Poi, dopo
questa denuncia... Murmura è sottosegretario
all'interno e so che non c'è stato neppure
l'accesso agli atti del comune! Mi sembra scarso
l'impegno. Quindi, attenzione ad essere un tantino
più equilibrati anche su questo terreno.
 PRESIDENTE.  Ha terminato?
 ROSARIO OLIVO.  No, no. Non so se ci sono limiti
di tempo. Chiedo scusa ma sono stato colto un po'
alla
sprovvista. Ho parlato per primo non dico per
consentire alla Commissione di essere nel  plenum
...
         PRESIDENTE.  No, è l'ordine di iscrizione: c'era
                             lei, poi
il senatore Buttitta, poi l'onorevole Matteoli.
 ROSARIO OLIVO.  Era una battuta. Torno alla
questione di carattere generale, anche per fare
qualche altra proposta di integrazione.
                             Pagina 2555
  Credo che in Calabria si aprano nuovi scenari
nella battaglia antimafia. Lo rileva il senatore
Cabras nella sua relazione, quando dice che c'è un
impegno più consistente, una presenza più visibile
dello Stato nella battaglia antimafia in Calabria.
E lo rileviamo dalla cattura dei grandi boss, che
è accaduta in Sicilia ma anche in Calabria. Non
sto a fare i nomi ma si tratta di boss di rango:
da Imerti a Mammoliti, ad Arena, quelli di
Catanzaro...
 PRESIDENTE.  Condello.
 ROSARIO OLIVO.  Condello e così via. Si allarga
la cerchia dei pentiti, nonostante la
caratteristica familiare dei clan calabresi. Si
registra una maggiore reattività da
parte delle categorie taglieggiate dal fenomeno
estorsivo, che sta dilagando nella nostra regione
(non c'è solo l'esempio di Cittanova). Viene
portato allo scoperto il rapporto mafia-politica
in Calabria. Quindi, non possiamo non apprezzare -
il senatore Cabras lo ha fatto - il buon lavoro di
coordinamento realizzato tra magistratura,
prefetture, questure, carabinieri, DIA, finanza e
così via. Mi auguro che all'interno di esso possa
essere recuperato anche un rapporto positivo con
le autonomie locali, con le amministrazioni capaci
e combattive, che debbono essere coinvolte nella
lotta antimafia e non viste come ostacolo,
addirittura pregiudizialmente criminalizzate. Se
me lo consentono il presidente ed i colleghi della
Commissione, vorrei spendere una parola al
riguardo. In Calabria non solo le autonomie locali
non vengono coinvolte - certo, alcune di esse
segnano un loro protagonismo, se lo conquistano -
ma in generale noto, da parte di settori della
magistratura e delle forze dell'ordine, un
atteggiamento quasi di rigetto del contributo che
spesso viene offerto dalle autonomie locali. Su
questo dobbiamo stare attenti. C'è un clima -
nella mia regione, io sono calabrese, ma direi in
generale - di pregiudiziale ostilità nei confronti
delle autonomie locali, che sono viste come luogo
di malaffare, di camarille e così via. Qualche
giorno fa c'è stata un'aggressione all'onorevole
Mundo in Calabria. Si spara in modo generalizzato
contro tutto e contro tutti: i politici, tutti
corrotti, tutti malavitosi; i consigli comunali,
luogo di malaffare, eccetera. Attenzione, su
questo dobbiamo lanciare un grido di allarme. Noto
che in alcuni settori delle forze dell'ordine e
della magistratura c'è la tendenza spesso ad
andare a caccia di farfalle - la piccola questione
amministrativa su cui si scava centomila volte,
per individuare poi che cosa? un pugno di mosche!
- e non si concentra invece l'attività su fatti di
grande valore, di grande rilevanza sul piano della
lotta alla mafia. Su questo, a prescindere dalla
relazione, credo che abbiamo il dovere di
riflettere.
  Qualche rapidissima nota integrativa. In Sicilia
è stata utile la presenza dell'esercito, in alcune
direzioni, vorrei
dire. Lo hanno riconosciuto alcuni pentiti e ce lo
siamo sentiti dire nelle nostre visite (l'ho
sentito dire a Palermo). In Calabria si pone il
problema di una utilizzazione mirata - non
indifferenziata, generica ma, ripeto, mirata - di
settori dell'esercito per il controllo delle
carceri, delle grandi infrastrutture ( aeroporti,
acquedotti, porti), dei grandi mezzi di trasporto
(riprendono gli attentati sui treni). In questo
modo, si riuscirà ad avere una migliore
utilizzazione delle forze dell'ordine per i
compiti di istituto.
          In Calabria poi occorre un rafforzamento delle
                             strutture
di assistenza ai commercianti nella battaglia
contro il racket. Ho sentito da qualche parte la
proposta di realizzare assicurazioni speciali con
metà del premio a carico dello Stato e metà a
carico dei commercianti, sulla base di convenzioni
tipo. Mi sembra qualcosa da suggerire perché
questo è un fenomeno allarmante e preoccupante in
Calabria. Così come credo che abbiamo il dovere di
richiamare ad un ruolo più attivo, per esempio, le
camere di commercio in Calabria. A Cittanova ma
non solo - il senatore Cabras lo dice nella
relazione - abbiamo visto che i commercianti
denunziano non solo il loro isolamento,
                             Pagina 2556
 la mancanza di sostegno da parte delle grandi
organizzazioni di categoria nella loro battaglia
contro il racket ma anche l'assenza delle camere
di commercio, che spesso si limitano semplicemente
a consegnare pergamene e "patacche". Non hanno
capito che il loro ruolo oggi dovrebbe essere
rapportato alla gravità della sfida malavitosa
nell'opera di sostegno agli operatori economici,
per impostare un lavoro, per tentare di capire,
per raccordare questo mondo. Invece, su questo
piano non si fa nulla! Propongo - presidente
Violante, senatore Cabras - un'audizione del
ministro dell'industria e del commercio, perché ci
dica cosa fanno queste strutture nelle regioni a
rischio, cosa possono essere chiamate a fare! E'
una decisione che va presa con immediatezza.
  Esiste poi il problema, soprattutto nei piccoli
centri, della rotazione del personale responsabile
dell'ordine pubblico; soprattutto nei piccoli
centri ma non solo. E' una tematica su cui non
possiamo sorvolare.
  Occorre poi proseguire nell'azione di controllo
sui patrimoni, perché concordo con le
considerazioni contenute nella stessa relazione,
cioè che la criminalità organizzata va combattuta
in modo specifico sul terreno economico e
finanziario, affiancando quest'opera a quella di
controllo costante del territorio. Allora,
controlli sulle proprietà immobiliari da
intensificare attraverso il catasto, soprattutto
lungo le coste tirrenica e ionica, perché è in
tali aree che la criminalità mafiosa investe parte
dei proventi delle attività illecite (traffico di
stupefacenti, traffico d'armi, sequestri e così
via).
  L'altra proposta che mi permetto di formulare è
l'urgenza di una verifica di tutti gli appalti
relativi a grandi infrastrutture pubbliche non
completate (strade, porti, acquedotti, eccetera),
per chiarire i rapporti fra appaltatori e
pubblica amministrazione ai fini del controllo
delle
varianti, della revisione dei prezzi. E' qui che
si rintracciano consistenti infiltrazioni mafiose;
lo abbiamo verificato in altre regioni, come la
Sicilia. Mi permetto di suggerire questa
iniziativa.
 PRESIDENTE.  Sta terminando, onorevole Olivo?
            ROSARIO OLIVO.  Sì. Non so se ho portato un
                           contributo...
 PRESIDENTE.  Certo!
 ROSARIO OLIVO.  ...nel senso che sono arrivati
autorevoli colleghi, quindi la discussione può
proseguire in maniera più qualificata  (Commenti)
.
          PRESIDENTE.  Quelli di prima erano autorevoli e
                             puntuali,
gli altri solo autorevoli!
 ROSARIO OLIVO.  So che uno dei Forum che dovremo
realizzare prossimamente riguarderà il versante
educativo-sociale. Su questo terreno credo che
vada inserita
un'integrazione nella relazione, non per dare a
questo tema un ruolo centrale - per carità - ma
perché non si disconosca il valore di alcune
iniziative che il Governo deve porre in essere,
sulla base di quanto ci hanno detto i ministri e
che abbiamo ascoltato nei mesi scorsi. Abbiamo
sentito parlare di progetti speciali: in questa
legge finanziaria sono previsti o sono tagliati (o
taglieggiati, per usare un termine ...)? Credo che
dobbiamo fare una sollecitazione in questa
direzione. Si accampano alibi finanziari; certo,
le difficoltà economiche esistono, ci mancherebbe
altro, ma su tali questioni credo che dobbiamo
pretendere maggiore attenzione.
Concludo, rilevando che la drammaticità della
condizione
sociale della Calabria e del Mezzogiorno in
generale può essere sfruttata dalla mafia per
riaffermare, ripristinare un pieno controllo,
soprattutto nelle aree della emarginazione e della
disoccupazione. Il discorso dell'occupazione lo
abbiamo ascoltato più volte nel corso delle nostre
audizioni in Calabria ed ha fatto bene il senatore
Cabras a riprenderlo con molta puntualità
                             Pagina 2557
 e con molto rilievo. Vi è quindi la necessità di
un'azione incisiva delle istituzioni sul terreno
dell'occupazione, con un piano straordinario per
l'occupazione giovanile in Calabria; un'iniziativa
capace di legare l'emergenza occupazionale alla
prospettiva di uno sviluppo da stimolare con il
varo di progetti mirati, a cominciare dal progetto
strategico "emergenza Calabria", deciso alcuni
anni fa dal CIPE, sul quale si sono pronunciati
favorevolmente Governo e Parlamento ma che ancora
non decolla, nonostante - ripeto questi solenni
impegni. Si tratta - ripeto - di un progetto non
assistenzialistico ma mirato a riossigenare
l'attività produttiva in questa regione in vista
di ricadute occupazionali importanti.
Determinazione in ordine alla pubblicità di alcune
parti dell'audizione svoltasi nella seduta del 30
luglio
1993.
 PRESIDENTE.  Non essendovi obiezioni, proseguiamo
i nostri lavori in seduta segreta. Dispongo la
disattivazione del circuito audiovisivo interno.
(La Commissione procede in seduta segreta) .
 PRESIDENTE.  Riprendiamo i nostri lavori in
seduta pubblica. Dispongo la riattivazione del
circuito audiovisivo interno.
                  Sui lavori della Commissione .
 PRESIDENTE.  Dobbiamo decidere come proseguire i
nostri lavori, sapendo che la seduta della Camera
terminerà verso le 20-20,30. Se i colleghi sono
d'accordo potremmo concludere nella giornata
odierna l'esame della relazione sull'edilizia
scolastica a Palermo. Forse possiamo avviare la
discussione sulla Puglia, in relazione alla quale
però si pone il delicato problema della
magistratura, nel senso che vi sono magistrati
sottoposti a comunicazione giudiziaria, sia
disciplinare sia penale, che continuano a gestire
la procura. E' una questione che sembra assumere
particolare delicatezza, visto che siamo in una
fase nella quale le incompatibilità sembrano
assumere una dimensione rilevante. Il senatore
Robol deciderà che tipo di proposta fare per la
relazione, però questo punto è difficilmente
rinviabile. Se i colleghi ritengono utile ed
opportuno che la Commissione segnali garbatamente
al ministro di grazia e giustizia questo stato di
cose, sollecitandolo ad assumere una decisione,
qualunque essa sia, credo che questo
possa essere un fatto non secondario. Se i
colleghi ritengono, la discussione relativa alla
Puglia può essere avviata anche successivamente.
          A proposito della Calabria, desidero sapere dal
                              collega
Cabras come intenda procedere.
 PAOLO CABRAS.  Non potendo partecipare alla
seduta delle 20 chiedo di rinviare la discussione
sulla Calabria a domani pomeriggio.
 PRESIDENTE.  Se i colleghi sono d'accordo, va
bene. Onorevole Buttitta, per lei è possibile?
 ANTONINO BUTTITTA.  Sì.
         ALTERO MATTEOLI.  A che ora? Per me andrebbe bene
                               anche
questa sera alle 20.
 PAOLO CABRAS.  Prego di rinviare a domani perché
come relatore devo replicare.
 PRESIDENTE.  Potremmo rinviare il seguito della
discussione sulla Calabria a domani alle 15 - ora
in cui senz'altro non vi è seduta dell'aula - se i
colleghi Buttitta, Matteoli, Garofalo, Frasca e
Covello,che sono iscritti a parlare, sono
disponibili. Se sarà necessario, sospenderemo la
seduta, come faremo oggi: tutti sappiamo che
l'ultima settimana di lavoro prima della pausa
estiva è sempre un po' complicata. Comunque, con
un po'
                             Pagina 2558
di buona volontà, riusciremo a fornire al collega
Cabras tutti gli elementi necessari per una
valutazione complessiva.
Quindi, questa sera alle 20 potremmo concludere
l'esame
della relazione sull'edilizia scolastica. Prego i
colleghi di partecipare alla seduta per fornire
tutti i suggerimenti necessari per definire la
questione.
         La proposta relativa alla relazione sulla Puglia,
                               trova
d'accordo i colleghi?
 FRANCESCO CAFARELLI.  In proposito non vi è solo
il problema dei magistrati di Bari in quanto
abbiamo raccolto denunzie anche per altre procure,
soprattutto per gli uffici del GIP di Foggia. A
mio avviso occorre fare un discorso unico.
 PRESIDENTE.  Parlavo della procura di Bari perché
si tratta di chi la dirige e non di un magistrato
qualunque. Possiamo specificare che è emersa una
serie di questioni. Collega Robol, se ritiene,
possiamo inviare al ministro la bozza,
specificando che potrebbe essere modificata.
 ALBERTO ROBOL.  Va bene.
 VINCENZO SORICE.  Non vorrei che diventasse un
documento ufficiale: la bozza rimane tale ed è
interna agli uffici.
In merito alla proposta del presidente, credo che,
a
livello di informazione del ministero, non
aggiungiamo nulla a quello che è già noto, nel
senso che ci sono due procedimenti.
PRESIDENTE.  Su questo punto, per essere più
tranquilli,
propongo di tornare in seduta segreta. Non
essendovi obiezioni, dispongo la disattivazione
del ciurcuito audiovisivo interno.
(La Commissione procede in seduta segreta) .
 PRESIDENTE.  Riprendiamo la seduta pubblica.
Dispongo la riattivazione del circuito audiovisivo
interno.
        Propongo di rinviare l'esame della relazione sulla
                              Puglia
alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, di
riprendere l'esame della relazione sulla Calabria
domani alle 15 e di esaminare la relazione
sull'edilizia scolastica a Palermo questa sera
alle 20.
  Se non vi sono obiezioni, rimane cosìstabilito.
(Così rimane stabilito) .
 Poiché abbiamo assunto l'impegno di occuparci di
Roma e del Lazio alla ripresa dei lavori delle
Camere, propongo di
comunicare alla direzione distrettuale antimafia
di Roma che a settembre procederemo all'audizione,
in modo da consentirgli
di raccogliere il materiale per tempo. Se non vi
sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito) .
  Sospendo la seduta fino alle ore 20.
La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle
20,15.
Discussione della relazione sull'edilizia
scolastica a Palermo.
 PRESIDENTE.  L'ordine del giorno reca la
discussione
della relazione sull'edilizia scolastica a
Palermo. Sintetizzo rapidamente il contenuto della
relazione che è stata distribuita ai colleghi la
settimana scorsa. Essa si basa sulla visita
effettuata da una delegazione della Commissione a
Palermo e su una serie di documenti acquisiti nel
corso della visita stessa e successivamente.
Preciso che all'acquisizione di tali documenti
hanno cooperato il dottor Notaro ed il colonnello
Palmerini che tra l'altro hanno svolto indagini
specifiche ed accertamenti.
  La relazione fa un quadro delle strutture
scolastiche di Palermo dopo un paio di cenni di
carattere storico, il primo dei quali si riferisce
alla Commissione antimafia presieduta nel 1974 dal
senatore Cattanei che già segnalava allora alcune
gravi carenze dell'edilizia scolastica di questa
città. Il secondo riferimento storico
                             Pagina 2559
è alla vicenda preoccupante di Mattarella. Come
certamente ricorderete, nell'autunno 1979
Mattarella temeva di essere ucciso, come segnalò
al suo segretario e alla sua segretaria, perché si
era occupato di queste vicende; infatti fu ucciso
poche settimane dopo, il 6 gennaio 1980. Tra le
possibili motivazioni dell'omicidio l'ufficio
istruzione di Palermo inserì anche questa.
  Non ripeterò qui i dati contenuti nella
relazione ma ricordo che si fa un riferimento al
danno che deriva ai ragazzi da questa carenza
edilizia. In particolare, grazie al lavoro svolto
dalla dottoressa Minervini, è emerso un quadro
sull'evasione all'obbligo scolastico molto
preoccupante nel Mezzogiorno, specie in Sicilia,
dove si registra il coefficiente più alto di
dispersione scolastica. La città di Palermo
presenta dati drammatici e, in particolare, il
quartiere disastrato di Settecannoli presenta,
secondo un campione effettuato, il 60 per cento di
dispersione scolastica.
  La relazione si muove nell'indirizzo di cercare
di sviluppare la cosiddetta "antimafia dei
diritti", cioè un'azione antimafia che serva a
sviluppare i diritti dei cittadini e che
accompagni in modo parallelo l'azione repressiva.
  Il motivo per cui l'esame ha avuto inizio dai
minori sta nel fatto che i ragazzi sono coloro i
quali hanno più diritto ad usufruire di servizi
che funzionano; a ciò si aggiunga che
l'investimento sui giovani rende per il futuro in
maniera enorme in termini di coscienza civile e di
crescita democratica di un paese.
  La relazione passa poi in rassegna gli edifici
scolastici che la delegazione della Commissione ha
visitato facendo un quadro della situazione.
Grazie al lavoro del colonnello Palmerini sono
stati individuati gli effettivi proprietari delle
società immobiliari che hanno il "parco affitti"
più significativo in Sicilia. Si tratta di società
facenti capo ad un certo Piazza, soggetto
particolarmente discutibile per i suoi
collegamenti con persone implicate in
organizzazioni mafiose.
  Si dà atto di alcuni tentativi compiuti dalla
giunta Orlando e dalla giunta Rizzo di mettere
ordine in questa materia, tentativi che per quanto
generosi non hanno
conseguito gli esiti che sarebbero stati
opportuni. Ricordo che su questa materia ha inciso
notevolmente la grande instabilità politica
dell'amministrazione comunale di Palermo e
l'eccessiva stabilità amministrativa dello stesso
comune,
nel senso che sembra che la burocrazia comunale
non sia mai cambiata, il che ha creato
sclerotizzazioni e forse anche collusioni. Vengono
citate alcune vicende dalle quali risulta
un'attività ostruzionistica messa in atto dalla
burocrazia comunale al fine di evitare che si
arrivasse ad una sistemazione ordinata della
materia.
  Le proposte della Commissione tendono a dare da
una parte sistemazione alle competenze in materia
tra i vari organismi (comune, provincia, regione)
dall'altra un indirizzo di spesa più congruo che
consenta di terminare gli edifici in costruzione.
A disposizione degli enti pubblici vi sono 1.400
miliardi di residui passivi che potrebbero essere
spesi in buona parte per la costruzione di nuovi
edifici scolastici.
Si cita infine quello che a me sembra un risultato
assai
significativo del lavoro compiuto da questo
gruppo, cioè che a settembre quasi sicuramente
saranno disponibili dieci istituti scolastici in
più da consegnare alla popolazione studentesca di
Palermo e il centro sociale di Borgonuovo.
Entrambe le operazioni sono state determinate
dall'intervento della Commissione antimafia.
  Aggiungo che alle riunioni effettuate in
prefettura, su impulso della Commissione stessa,
hanno partecipato di volta in volta o il
colonnello Palmerini o il dottor Notaro per
garantire una costante presenza che credo abbia
dato i risultati che ci aspettavamo.
 PIETRO FOLENA.  Giudico la bozza di relazione
illustrata dal presidente Violante un documento
molto buono di cui va dato merito a chi lo ha
steso, in modo
                         Pagina 2560
particolare ai consulenti della Commissione che
hanno contribuito a completare il quadro di
conoscenze raccolte nelle visite effettuate a
Palermo a marzo e a maggio.
Ho ben presente il documento citato nella
relazione,
quello della Commissione parlamentare antimafia
presieduta dal senatore Cattanei, che contiene un
riferimento importante alle vicende della scuola
nella città di Palermo, tra l'altro si tratta di
un riferimento da cui abbiamo preso le mosse.
Comunque, il lavoro svolto in questa circostanza
appare molto più completo e rigoroso. E'
importante che accanto a relazioni sullo stato
della giustizia, sulla situazione dell'ordine
pubblico, sulla questione dei rapporti tra
criminalità organizzata e politica venga esaminato
il documento della Commissione su una questione
sociale di grande rilievo riguardante la città di
Palermo.
  Poiché questo documento assume una notevole
rilevanza, bisognerebbe trovare con il
provveditorato agli studi di Palermo la forma
migliore per dargli il maggior risalto possibile
nel prossimo mese di settembre, quando si
apriranno le scuole, in modo che ne siano a
conoscenza gli studenti, gli insegnanti e le
famiglie. Sulla base di questo documento potrà
esserci un confronto che permetta di far crescere
l'informazione e soprattutto avvii un monitoraggio
permanente che non può essere affidato agli organi
istituzionali preposti (il provveditorato o la
prefettura quando domani, come tutti ci auguriamo,
il comune di Palermo finalmente avrà
un'amministrazione stabile) ma ad una forma di
organizzazione delle forze vive della scuola che
rappresentano la risorsa fondamentale.
  Giustamente nella parte iniziale della relazione
si segnala quanto sia significativo il movimento
degli operatori della scuola che ha permesso di
risolvere pragmaticamente molti problemi che
invece l'amministrazione non era stata in
grado di risolvere.
         Mi limiterò a svolgere qualche breve osservazione
                                e a
formulare una proposta.
  In riferimento alla vicenda Mattarella e al
richiamo alle pagine 5 e 6 della relazione a
proposito dell'interessamento che vi fu per
l'appalto-concorso per la realizzazione di sei
scuole - giusto e opportuno richiamo - anche se
non ho elementi concreti, per cui sarebbe forse
opportuno andare a rivedere gli atti, credo,
perché ricordo qualcosa di abbastanza preciso, che
a questi richiami dovrebbe essere aggiunto anche
quello relativo all'interessamento del giudice
Costa sulla questione degli appalti nel momento in
cui si occupò di quel delitto. Questo lo so perché
in alcune circostanze, la vedova...
 PRESIDENTE.  Per gli appalti delle scuole o per
gli appalti in generale?
 PIETRO FOLENA.  No, per quegli appalti delle
scuole. Riterrei opportuno un riferimento al
riguardo, anche se la questione, forse, andrebbe
un attimo puntualizzata per capire se esistano
degli atti o altro.
  Per quanto riguarda i dati sulla scuola e sulla
dispersione dal punto di vista della frequenza, mi
pare importante l'evoluzione positiva che vi è
stata grazie anche all'iniziativa assunta negli
ultimi anni dal provveditorato. Tuttavia, tale
iniziativa, che ha provocato un risultato
piuttosto significativo sul fronte della scuola
elementare, non ha sortito lo stesso effetto su
tutta la scuola media. Andando a Palermo, ci siamo
occupati soprattutto della scuola elementare e un
po' di quella superiore, meno della scuola media.
Credo che dobbiamo segnalare la necessità di
concentrare uno sforzo massimo sulla fascia di età
compresa fra i 10 e i 14 anni, che risulta
fortemente a rischio; infatti, il 17 per cento di
dispersione scolastica a Palermo, nella scuola
media, calcolato ufficialmente, ritengo
rappresenti una percentuale assolutamente
spaventosa. E' vero che qualche anno fa questo
dato raggiungeva il 22 per cento, per cui vi è
stata una riduzione del fenomeno, però il 17 per
cento rappresenta pur sempre un ordine di
grandezza
Pagina 2561
elevatissimo, per di più riferito ad una fascia di
età
particolarmente a rischio. Sottolineo pertanto la
necessità di una iniziativa concentrata sul fronte
della scuola media inferiore.
  Per quanto riguarda, a pagina 19, il riferimento
all'istituto Alessandro Volta, da notizie di
stampa degli ultimi giorni a me risulta che negli
ultimi tempi vi sarebbe stata l'acquisizione, da
parte della provincia, di edifici per l'istituto
Volta pari ad un importo di 18 miliardi.
Trattandosi di una cifra piuttosto elevata, forse
sarebbe opportuna una verifica per capire...
 PRESIDENTE.  Un consulente della Commissione mi
ha fatto presente che, per quanto riguarda
l'istituto Volta, dovrebbe essere stipulato dalla
provincia un contratto d'affitto di un immobile,
da adibire a sezione distaccata dell'istituto,
confiscato ad una società fallita dopo il
sequestro.
          PIETRO FOLENA.  Per quanto riguarda l'IPSIA di
                             Bagheria
(pagina 21) e i riferimenti nel paragrafo 27 a
proposito delle conseguenze successive alla visita
della Commissione antimafia, a me pare importante
sottolineare che i fratelli Sciortino sono stati
indiziati come mafiosi e che uno di essi è stato
anche condannato per truffa ai danni dell'AIMA.
Non voglio caricare ogni passo di questa relazione
con la presenza della mafia, ma in questo caso,
all'epoca, da parte dell'amministrazione comunale
di Bagheria, nei confronti di questi locali ci fu
un interessamento condizionato dalla presenza di
questo gruppo imprenditoriale di tipo mafioso
(credo sappiate, del resto, che il consiglio
comunale di Bagheria è stato sciolto per mafia).
  Credo inoltre sia importante ricordare, magari
con un'aggiunta al paragrafo 28 o con un paragrafo
successivo (ovviamente con i giusti riferimenti
all'insufficienza in materia sia della giunta
Orlando sia delle giunte successive, malgrado
alcuni tentativi per porre fine ad una situazione
ripetuta di inefficienza e talvolta di
illegalità), che per quanto riguarda i giovani vi
sono stati due tentativi molto importanti: il
progetto Cancrini, dedicato al recupero dei
giovani tossicodipendenti, e il progetto minori di
cui si occupava la dottoressa Gigliola Lo Cascio,
poi scomparsa. Si è trattato di iniziative
piuttosto interessanti, le quali, purtroppo, a
causa dell'instabilità amministrativa seguita alle
elezioni comunali del 1990 sono state abbandonate
e perse per strada, nonostante avessero
rappresentato il tentativo di organizzare un
intervento sul territorio rapporto con la scuola,
soprattutto per far fronte alle fasce di
dispersione scolastica di cui ho parlato poc'anzi.
  Infine, mi pare importante il riferimento,
grazie al lavoro dei funzionari e dei
collaboratori della Commissione, ad alcune persone
o gruppi che controllano le società più
significative tra quelle che poi danno i loro
locali in affitto per la scuola. In un intervento
di qualche mese fa, avevo ipotizzato
interrogativamente, e tuttavia con qualche
riferimento preciso, il carattere mafioso di
personaggi come i fratelli Piazza e le imprese ad
essi collegate.
  Da ciò che si evince dalla ricostruzione
compiuta nella relazione, siamo a qualcosa di più,
decisamente di più. Mi permetto di aggiungere
semplicemente che anche società - non mi sembra
che di esse compaiano i nomi che a me, invece,
risultano da documenti della camera di commercio -
come l'immobiliare Michelangelo, l'immobiliare
SACE e l'immobiliare Gardenia fanno riferimento o
a Giacomo Piazza o a Vincenzo Piazza. Accanto alle
società citate, cioè Strasburgo, Leonardo,
Raffaello, Caravaggio e SICE, ci sono anche queste
tre.
  Vi sono poi altri due gruppi, di cui uno è
rappresentato dalla Cositur dei cugini Salvo,
nonché la presenza diretta dello stesso Bonura, di
cui si parla in altra parte della relazione, per
ciò che riguarda la scuola Florenz.
  Da queste notizie mi pare si deduca che occorre
intervenire ad altri livelli. A me sembra che una
vicenda di questa natura non possa che essere
posta nelle
                             Pagina 2562
mani dell'autorità giudiziaria. Non so se essa
abbia già avviato un'indagine...
 ANTONINO BUTTITTA.  C'è già un'indagine.
 PRESIDENTE.  Potremmo trasmettere la relazione.
         ALFREDO GALASSO.  C'è già un'inchiesta, quindi, a
                              maggior
ragione bisogna farle presenti queste cose.
 PIETRO FOLENA.  La dobbiamo trasmettere. Come
facciamo con le amministrazioni comunali, quando
diciamo che siamo convinti che ci siano ragioni
sufficienti per assumere
determinate iniziative in questo caso dobbiamo
dire che siamo di fronte a fatti che configurano
una situazione piuttosto grave.
  Nella parte propositiva della relazione, prima
di affrontare la soluzione dei problemi di alcune
scuole, si potrebbe proporre di mantenere in piedi
il lavoro che la Commissione ha compiuto in questi
mesi sull'edilizia scolastica a Palermo con una
forma di monitoraggio permanente. Mi riferisco a
un sistema che ci permetta, attraverso funzionari
e collaboratori, di seguire permanentemente
l'andamento della situazione. Alla fine di
settembre, o forse già a metà del mese, con
l'apertura dell'anno scolastico
avremo il quadro dei doppi o tripli turni.
Propongo perciò un monitoraggio permanente della
situazione, magari demandandolo allo stesso gruppo
di lavoro sugli appalti o a quello sulla pubblica
amministrazione, i quali avevano preparato la fase
iniziale di questa ricognizione. Credo che ciò sia
necessario perché nella città di Palermo - i
colleghi palermitani qui presenti lo sanno meglio
di me - la presenza della Commissione antimafia
nelle scuole ha suscitato una grande attesa,
perfino eccessiva rispetto ai compiti di questa
Commissione, che certo non è il provveditorato
agli studi.
  In una situazione di caos istituzionale è
normale che si cerchi di riferirsi a qualche
certezza, ma se la Commissione antimafia non può
assumere un ruolo che non le compete, essa può,
però, svolgere un compito di controllo, di
vigilanza, di monitoraggio, facendo sentire il suo
fiato sul collo degli amministratori. Poi, quando
sarà eletta la nuova amministrazione comunale,
dopo le elezioni di novembre o dicembre, a mio
giudizio sarà necessario convocarla per una
discussione ai fini di una politica di
programmazione che ci permetta di uscire da questa
situazione.
  Propongo inoltre di invitare a settembre il
ministro della pubblica istruzione in Commissione
per presentargli questo documento e per chiedergli
delle risposte. Del resto, il ministro partecipò
ad un incontro con l'ufficio di presidenza della
Commissione, assieme ai rappresentanti degli
studenti, nei giorni successivi alla inaugurazione
dell'anno scolastico che fece proprio a Palermo -
nell'ottobre o novembre scorso e  che suscitò
molte attese, anche se ad esso non è seguito
sostanzialmente nulla. A mio giudizio, a
settembre, uno dei primi atti che dobbiamo
compiere, fra l'altro in coincidenza con
l'apertura dell'anno scolastico (per cui la cosa
avrebbe un senso anche al di là della realtà
palermitana) è quello di chiamare il ministro per
proporgli questa relazione, per porgli alcune
questioni in merito agli interventi previsti e a
quelli che si renderanno necessari in futuro per
far sì che nei prossimi anni il diritto
all'istruzione a Palermo sia conquistato e
garantito.
 PRESIDENTE.  Vorrei sapere se i colleghi siano
d'accordo nell'inviare copia della relazione, una
volta avuta un'approvazione di massima da parte
della Commissione, anche alle regioni, alle
province e ai comuni, proprio perché è necessario
anche con loro avere un'interlocuzione su questi
temi.
 PIETRO FOLENA.  Certo, sono d'accordo.
           ALFREDO GALASSO.  Non seguirò l'ordine delle
                           pagine della
relazione con
                             Pagina 2563
appunti minuziosi come ha fatto il collega Folena,
perché ho già trasmesso un elenco di possibili
emendamenti, che sottopongo alla valutazione del
presidente, che sono di natura prevalentemente
formale o puntualizzazioni che mi sembrano
opportune proprio per dare una rifinitura a questa
relazione.
Per quanto riguarda, invece, osservazioni più
sostanziali,
vorrei proporre un'integrazione ed una
precisazione. L'integrazione riguarda un punto di
cui già parlai durante l'audizione; purtroppo, per
un disguido, il mio intervento si è perso ma sono
contento del fatto che, comunque, i documenti
presentati ed il lavoro svolto dai funzionari e
dai collaboratori...
 PRESIDENTE.  Mi scusi se la interrompo, onorevole
Galasso, ma desidero precisare che decidemmo di
non registrare quella parte, per cui non fu
affatto verbalizzata.
         ALFREDO GALASSO.  Ho capito, ma al momento io non
                               avevo
consapevolezza di questo. Posso dire, dunque, che
quell'intervento si è perso quanto meno per me,
oltre che per la Commissione, perché non avrei
avuto bisogno di ripeterlo.
  Comunque, ricostruendo a mente, ricordo che
sottolineai un punto che ritengo sia importante e
che meriti un'integrazione in questa relazione. E'
il punto relativo all'inerzia secolare, direi,
comunque sicuramente decennale, della regione
siciliana riguardo al diritto alla studio. Il
fatto che la regione siciliana non si sia ancora
dotata della legge di attuazione del decreto
presidenziale di trasferimento delle funzioni alle
regioni in materia di diritto allo studio - il
che, quindi, riguarda anche il livello
universitario, dove le cose non stanno meglio che
nella scuola secondaria - si accompagna alla
irrisoria quantità di denaro pubblico destinata
alle strutture ed alle attrezzature scolastiche
rispetto alla quantità infinita di denaro pubblico
che la regione siciliana spende. Come ricorderete,
gli assessori preposti al ramo ci dissero che non
arrivavano richieste: la verità è che le richieste
non arrivano perché si sa bene che la macchina
della spesa della regione funziona in altra
direzione. Dunque, io ritengo che mettere in
evidenza questo punto sia importante, perché vi è
un elemento di impressionante continuità nel
disinteresse, nella sottovalutazione, nella
trascuratezza rispetto al tema del diritto allo
studio.
          Una precisazione che pure mi sembra importante
                            riguarda la
linea di tendenza, di orientamento sulla base di
questa esperienza. La questione dell'edilizia
scolastica a Palermo nonché quella, più di fondo,
del ruolo di formazione di coscienze di
generazioni e generazioni di ragazzi e ragazze si
risolvono alla radice, aumentando il più possibile
e nel più breve tempo possibile il patrimonio
pubblico. Dicendo aumentando, intendo non soltanto
acquisendo, come si è fatto per un certo periodo
di tempo (con risultati alcuni dei quali ora
stanno venendo a buon fine, altri si sono bloccati
per una serie di meccanismi che la relazione
spiega) ma anche facendo una ricognizione del
patrimonio pubblico presso il comune. Questo
perché tale ricognizione, fatta molto
parzialmente, non consente di sapere con
precisione cosa possa essere destinato,
riadattato, ristrutturato in funzione di un uso
scolastico.
Ho parlato di precisazione perché questo punto è
presente
nella relazione, tuttavia io vorrei che fosse
messo in evidenza con una proposizione molto
netta, come quelle che, ogni tanto, il presidente
sa formulare. Una proposizione netta in cui si dia
un giudizio, come è giusto darlo, si dia
un'indicazione rispetto al proliferare, al
protrarsi di locazioni, di canoni ai quali non si
potrà mai mettere un freno definitivo di fronte
all'emergenza comunque dell'attivazione delle
scuole, fin quando non si potranno sostituire i
locali in locazione con locali di proprietà del
comune, invertendo una linea di tendenza dovuta
alla necessità di operare con urgenza.
  Per il resto, sono d'accordo con il giudizio
espresso e con le proposte avanzate dal collega
Folena. Vorrei soltanto
Pagina 2564
sottolineare, poiché mi pare importante per il
significato che ebbe a Palermo, la questione del
progetto Cancrini che operò in una zona molto
difficile a Palermo come è quella di Borgovecchio
e che è stato successivamente bloccato. Cancrini
non ha potuto procedere; i suoi collaboratori e le
sue collaboratrici non sono potuti andare avanti
perché, in sostanza, gli amministratori che si
sono succeduti dopo il 1990 hanno avuto paura di
andare fino in fondo e di verificare cosa vi
fosse, ad esempio, dietro l'abbandono ed il
degrado di alcuni edifici pubblici a Borgovecchio.
  Questo è strettamente attinente al tema di cui
la nostra Commissione si sta occupando, quindi
desidero sottolineare l'osservazione fatta al
riguardo dal collega Folena e che mi era sfuggita
nel corso di questa inchiesta.
  Ritengo giusto che copia della relazione sullo
stato dell'edilizia scolastica a Palermo sia
inviata alla procura della Repubblica di Palermo,
dove già è stata aperta un'inchiesta su iniziativa
del gruppo consiliare della rete un sostituto
procuratore, anzi procuratrice, sta seguendo la
cosa con molta attenzione -, ai responsabili degli
enti locali, al provveditore agli studi di Palermo
ed al ministro della pubblica istruzione, in
attesa di procedere a settembre ad un confronto
che però, a mio giudizio, presidente, dovrà avere
un oggetto più ampio che non la sola edilizia
scolastica a             Palermo.
 PRESIDENTE.  Ma sempre sulla scuola a Palermo?
 ALFREDO GALASSO.  No, io dico in generale.
L'esempio di Palermo è particolarmente drammatico,
però nell'incontro che abbiamo già avuto con il
ministro Jervolino abbiamo ricevuto promesse
significative e precise per l'anno scolastico che
deve aprirsi, ad esempio a proposito dell'uso
dell'ora di educazione civica o della questione
della dispersione scolastica. Cosa è stato fatto
finora? Credo che un ulteriore momento di
confronto sia importante.
         Tra l'altro, se ricordate, in quell'occasione il
                             ministro
accennò ad una sorta di difficoltà che incontrava
nel trasmettere al corpo scolastico periferico
questi indirizzi. In realtà, noi abbiamo
registrato a Palermo la disponibilità del corpo
scolastico, a cominciare dal provveditore agli
studi, ad adottare vie diverse, a sperimentare
forme anche di educazione civica in senso ampio ed
abbiamo riscontrato che molte cose sono state
fatte. Credo, quindi, che nell'occasione della
consegna e della discussione di questo importante
rapporto sull'edilizia scolastica a Palermo,
possiamo richiamare al ricordo e all'attenzione
del ministro ciò che ha già detto in Commissione
antimafia.
 ANTONINO BUTTITTA.  Tra i documenti prodotti
dalla Commissione, francamente giudico quello oggi
al nostro esame uno dei più pregevoli. Non solo
perché individua con assoluta chiarezza e lucidità
i soggetti, le forze in gioco nonché le cause e le
responsabilità del fenomeno osservato, ma anche
perché, in sostanza, ne dà una rappresentazione
esaustiva, secondo un'impostazione metodologica
che io giudico la più conducente, poiché si fonda
su un percorso di carattere deduttivo. Di solito,
nella procedura conoscitiva del quotidiano noi
operiamo induttivamente, dal particolare risaliamo
a giudizi di carattere generale: questo non è il
metodo della scienza, come insegna il signor
Einstein e come insegnava anche il signor Bertrand
Russel, ma è un metodo che spesso porta a
conclusioni sbagliate. Al contrario, il metodo
deduttivo è quello che si adotta in sede
scientifica e che porta, se non sempre, quasi
sempre, a conclusioni più adeguate se non sempre
giuste.
             E' chiaro che alcune considerazioni vanno
                           precisate, la
descrizione di certi fatti va resa più lucida,
alcune responsabilità ed alcune identità dei
responsabili vanno approfondite. Ad esempio,
Pietro
                             Pagina 2565
Folena ha ricordato i fratelli Sciortino: quanto è
accaduto a Bagheria a proposito dell' IPSIA non è
accaduto al di fuori di una pratica mafiosa
nell'ambito della quale i fratelli Sciortino sono
se non proprio protagonisti, certamente personaggi
di rilievo.
  Trovo corretto il richiamo fatto da Alfredo
Galasso alle responsabilità dell'istituto
regionale. In realtà la regione in questo settore
- e non solo in questo, come ha rilevato il
collega Galasso, ma anche in quello universitario
- si è mossa, per usare un eufemismo, con qualche
timidezza, cioè non è stata all'altezza di quello
che istituzionalmente e costituzionalmente era il
suo dovere.
  A mio avviso, bisognerebbe anche precisare
meglio certe responsabilità, soprattutto quelle
relative alla pratica delle locazioni.
Bisognerebbe indicare meglio e far capire meglio
chi l'ha favorita e chi l'ha osteggiata. Sappiamo
che questa delle responsabilità è materia di cui
si occupa la magistratura; tuttavia, per rendere
più completo, più esaustivo e più informativo il
documento non sarebbe sbagliato fare qualche
precisazione appunto in ordine a questo vasto
sistema di connivenze e di responsabilità.
  Questo mio giudizio positivo sulla relazione
nasce dall'ottima impressione che ho ricevuto
dalla lettura soprattutto delle prime pagine.
Queste pagine, infatti, fanno giustizia di molti
luoghi comuni riguardo al fenomeno mafioso, alle
sue connessioni con le istituzioni, alla sua
capacità di incidere in negativo in un contesto
politico fragile e sostanzialmente connivente.
         La lettura del documento - è questo il motivo per
                              cui lo
condivido pienamente - offre uno spaccato della
città di Palermo. A differenza dei documenti che
su fenomeni come questo si abbandonano a
divagazioni di carattere generale, il fatto di
avere osservato attentamente uno degli aspetti del
fenomeno finisce con il rispecchiare in modo
generale il fenomeno stesso. In questo senso ho
sottolineato come, a mio avviso, la relazione
offra uno spaccato della città di Palermo, una
città nella quale, com'è stato opportunamente
messo in luce nel documento, si registrano forti e
generose spinte individuali ma che versa in uno
stato di generale inefficienza e corruzione tipico
di una città del terzo mondo, che solo una diversa
cultura può salvare.
          Per questo giudico molto opportuno il richiamo
                            all'impegno
di Gigliola Lo Cascio la quale, utilizzando una
legge regionale (sui cui risultati probabilmente
bisognerebbe indagare) diretta alla formazione di
una cultura antimafiosa attraverso le istituzioni
scolastiche, è stata tra le poche persone ad aver
svolto un'attività reale, produttiva, positiva di
formazione di una cultura antimafiosa nelle
scuole. Se vogliamo dar vita ad una cultura
alternativa rispetto a fenomeni come quello di cui
stiamo parlando, sicuramente l'istituzione
scolastica costituisce un percorso privilegiato.
Contrariamente a ciò che pensano taluni colleghi,
la
Commissione ha dunque fatto bene a studiare
quest'aspetto della vita della città di Palermo;
sarebbe opportuno, a mio avviso, che analogo
studio venisse compiuto per altre realtà, in
quanto i fenomeni che sono stati individuati e
denunciati nella città di Palermo si riscontrano
anche in altre concentrazioni urbane meridionali,
e non solo meridionali.
Sono dell'avviso che la relazione, integrata
secondo le
opportune indicazioni suggerite dai colleghi che
sono intervenuti, debba senz'altro essere
trasmessa alla magistratura ed alle altre
istituzioni interessate ma debba anche essere
stampata e diffusa tra la gente, in modo che
quest'ultima, al di là delle affermazioni e delle
condanne generiche del fenomeno mafioso e dei suoi
contorni e dintorni, possa finalmente comprendere
come il sistema mafioso funzioni epossa esprimere
su di esso un definitivo giudizio di
condanna.
                             Pagina 2566
 PRESIDENTE.  Recepisco e faccio miei tutti i
fondati suggerimenti che sono venuti dai colleghi.
Non essendovi altri interventi e mancando il
numero legale, rinvio il seguito della discussione
alla seduta già convocata per domani, 4 agosto
alle ore 15, per proseguire e concludere l'esame
della relazione sulla Calabria.
 ALFREDO GALASSO.  Adoperiamoci per concludere
comunque domani il capitolo riguardante la
situazione scolastica di Palermo.
 PRESIDENTE.  Sono senz'altro d'accordo con lei.
La seduta termina alle 21,5.

 


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