Mirror di ebook, audiolibri e file musicali tratti da Liber Liber


CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
SITEMAP
Audiobooks by Valerio Di Stefano: Single Download - Complete Download [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Alphabetical Download  [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Download Instructions

Make a donation: IBAN: IT36M0708677020000000008016 - BIC/SWIFT:  ICRAITRRU60 - VALERIO DI STEFANO or
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Violante: seduta 83

Violante: seduta 83
[Cerca] [ Precedente ] [ Copertina ] [ Indice ] [ Successiva ]

 

       AUDIZIONE DEI SINDACI DEI COMUNI INTERESSATI
        AL FENOMENO DELLE COSIDDETTE VACCHE SACRE
        AUDIZIONE DEL PREFETTO DI REGGIO CALABRIA
        SUL PROBLEMA DELLE COSIDDETTE VACCHE SACRE
       PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NLUCIANO VIOLANTE
                          INDICE
                                                        pag.
Audizione dei sindaci dei comuni interessati al fenomeno
delle cosiddette vacche sacre:
Violante Luciano, Presidente ........ 3393, 3394, 3395, 3398
        3399, 3400, 3401, 3402, 3405, 3407, 3408, 3409, 3411
Anastasio Carmine, Sindaco di Terranova Sappo
Minulio ............................................... 3397
Barillaro Attilio, Sindaco di Oppido
Mamertina ....................................... 3407, 3410
Battaglia Attilio, Commissario straordinario del comune di
Gioia Tauro ......................... 3400, 3402, 3403, 3408
Calabrò Tommaso, Sindaco di Varapodio ................. 3404
Falletti Giuseppe, Vicesindaco di Taurianova .......... 3395
                                                  3398, 3399
Iorfida Leonardo, Vicesindaco di Cittanova ............ 3393
                                3394, 3395, 3407, 3408, 3409
Laface Umberto, Sindaco di Melito di Porto
Salvo ................................................. 3306
Lentini Rocco, Vicesindaco di Rizziconi ............... 3405
Loiacono Rosario, Sindaco di Rizziconi ................ 3404
                                                        3411
Mammola Francesco, Sindaco di Polistena ......... 3399, 3400
                                                        3408
Marrapodi Vincenzo, Sindaco di San Giorgio
Morgeto ................................... 3401, 3402, 3411
                        Pag. 3392
Morano Francesco, Sindaco di Cittanova .......... 3395, 3397
                                                        3403
Nucera Carmelo, Sindaco di Bova Superiore ............. 3396
Priolo Giuseppe, Commissario straordinario del comune di
Molochio ........................................ 3406, 3407
Saladino Italo, Sindaco di Brancaleone .......... 3397, 3398
Tripodi Girolamo .............. 3404, 3407, 3409, 3410, 3411
Audizione del prefetto di Reggio Calabria sul problema
delle cosiddette vacche sacre:
Violante Luciano, Presidente ........ 3412, 3413, 3414, 3416
                                                        3417
Caselli Luigi, Prefetto di Reggio Calabria ............ 3412
                                      3413, 3414, 3415, 3416
Tripodi Girolamo .................... 3414, 3415, 3416, 3417
                        Pag. 3393
La seduta comincia alle 15.
  (La Commissione approva il processo verbale della
seduta precedente).
Audizione dei sindaci dei comuni interessati al fenomeno
             delle cosiddette "vacche sacre".
  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei
sindaci dei comuni interessati al fenomeno delle "vacche
sacre", che ringrazio per avere aderito al nostro invito.
Nella seduta odierna procederemo inoltre all'audizione del
prefetto di Reggio Calabria; fra un paio di giorni, infine,
incontreremo il questore ed il comandante dei carabinieri,
impossibilitati a partecipare, a causa di impegni urgenti,
alla seduta di oggi.
   Dai sindaci dei comuni interessati vorremmo conoscere i
dati di fatto concernenti la questione delle "vacche sacre".
Ho scherzosamente fatto osservare al prefetto che, se è
possibile arrestare 300 latitanti, è altrettanto possibile
prendere 300 mucche. Non dovrebbe trattarsi di un'impresa
impossibile! Si tratta quindi di stabilire le iniziative da
mettere in atto, che voi potrete suggerirci sulla base
dell'esperienza maturata. In definitiva, abbiamo bisogno del
massimo numero di informazioni per potere successivamente
impartire le giuste direttive sia alle autorità di polizia
sia, in funzione di sollecito, alle autorità politiche e, se
necessario, al ministro.
   La vicenda della quale ci stiamo occupando ci appare grave
perché, oltre al fastidio che arreca alla cittadinanza,
rappresenta un segno di dominio permanente ed impunito di
certe organizzazioni. Questo è il dato di fatto. In pratica,
si tratta di un punto di prestigio che, come sapete, è molto
importante per queste organizzazioni e che bisogna piegare e
spezzare.
   Do senz'altro la parola a chi di voi intenda intervenire.
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova.
Premesso che abbiamo già avuto occasione di discutere sul
problema delle vacche, vorrei anzitutto precisare che se voi
per dati tecnici intendete riferirvi alla consistenza
numerica, è esagerato parlare, così come è stato fatto, di 4
mila capi, che certamente non vi sono. Più realisticamente,
ritengo invece che la presenza di 1.000-1.500 bovini sia un
dato più esatto.
   Come nucleo originario, le vacche sono partite da
Cittanova. Si vuole che esse appartengano ad una famiglia
mafiosa che aveva esercitato il predominio su Cittanova e
sullo Zomaro. So che esiste un verbale allegato agli atti di
un procedimento già passato in giudicato, dal quale risulta
che una delle donne del clan Raso-Albanese...
  PRESIDENTE. Che poi sarebbe il clan proprietario delle
mucche?
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Sì,
esatto. Dicevo che questa donna si faceva carico della
proprietà delle mucche. Adesso le mucche si sono - per così
dire - allargate, sia sul fronte ionico sia sul lato tirrenico
e credo arrivino fino a Gioia Tauro, interessando tutti i
comuni i cui rappresentanti sono qui presenti. I bovini vivono
e proliferano allo stato brado. Io stesso ho assistito
                        Pag. 3394
all'inseguimento di mandrie di mucche da parte di cani
randagi ed ho visto i bovini chiudersi a cerchio per
proteggere i vitellini.
   Nel territorio del comune di Cittanova siamo intervenuti
per rimuovere una rampa che serviva a caricare le mucche.
  PRESIDENTE. Cosa vuol dire?
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova.
All'interno di una stradella di campagna, interrati (cioè al
di sotto del livello delle proprietà limitrofe), erano stati
infissi alcuni pali sì da creare un sistema che consentiva di
caricare le mucche sui camion. In pratica, era stato creato un
passaggio obbligatorio che costringeva le mucche a salire sui
camion che in precedenza si erano posizionati, procedendo a
marcia indietro, all'altezza di questa costruzione. E'
evidente che in questo caso vi era stato un intervento
dell'uomo: si tratta di un aspetto indicativo per comprendere
come vadano le cose.
   Credo che per risolvere il problema si possa fare
qualcosa. Come lei sa, presidente, noi siamo intervenuti con
la prefettura. Sembra che vi siano problemi di natura
insormontabile.
  PRESIDENTE. Vorrei ricordarle che anni fa, l'allora
procuratore della Repubblica Tuccio emise un'ordinanza...
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Sì,
presidente, ma l'ordinanza emessa da Tuccio riguardava lo
stato di pericolosità sotto il profilo della pubblica
incolumità. E' proprio sulla base di tale ordinanza che i
carabinieri di Cittanova stanno abbattendo alcuni capi, con
una media di uno o due alla settimana. Va infatti considerato
il problema dello smaltimento della carne, sotto l'aspetto
logistico ed effettivo.
  PRESIDENTE. I carabinieri stanno abbattendo le mucche?
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Sì, ma
sempre con riferimento allo stato di pericolosità. E' evidente
che quest'ultima caratteristica non può essere comprovata con
riferimento a cento capi ma solo per quel bovino che crei
pericolosità sotto l'aspetto dell'incolumità pubblica. Non si
può fare un discorso generalizzato, ma solo occasionale.
   Come dicevo, a nostro avviso il problema può essere
risolto. Cogliamo questa occasione per dire che, introducendo
un emendamento al decreto istitutivo della presenza
dell'esercito in Calabria, si potrebbe risolvere, senza grandi
problemi...
  PRESIDENTE. Cosa suggerisce in particolare?
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Si
potrebbe trasferire a Cittanova una compagnia del genio ed una
compagnia della sussistenza: le mucche sarebbero ammazzate e
la carne potrebbe essere data all'esercito. Non credo che tale
soluzione comporterebbe particolari problemi. Del resto, al
momento, quando i carabinieri ammazzano un capo, noi
macelliamo la carne e la diamo in beneficienza. L'esercito è
anche attrezzato per il congelamento della carne: ecco perché
parlavo della possibilità di impiegare una compagnia di
sussistenza.
  PRESIDENTE. Credo che la questione sia la seguente: come
si fa a distinguere la mucca "cattiva" da quella "buona"? Mi
riferisco non solo a quelle che vagano sulle strade ma anche a
quelle nei campi.
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Credo
che nei campi, a livello privato, ve ne siano poche o che
addirittura non ve ne siano affatto. Il prefetto di Reggio
Calabria ci ha posto un problema sul quale abbiamo un pochino
dissentito. Io ho dichiarato che, pur essendo vero che vi sono
mucche di privati, è altrettanto vero che vi sono organi dello
Stato i cui rappresentanti hanno avuto incidenti con le
macchine...
                        Pag. 3395
  PRESIDENTE. Lei non deve convincerci dell'utilità di
adottare un'iniziativa, ma aiutarci ad individuare una misura
idonea priva di controindicazioni.
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova.
Ripeto: potrebbe essere introdotto un emendamento al decreto
che istituisce la presenza dell'esercito in Calabria, con il
quale si stabilisca che gli animali liberi e presenti sul
territorio debbano avere un marchio...
  PRESIDENTE. Sì, ma questo comporterebbe la necessità di
attrezzarsi per il marchio. La legge antiabigeato vigente in
Sardegna, che risale agli anni cinquanta, prevedeva - credo
che sia tutt'ora in vigore - che le bestie dovessero essere
marchiate e che quelle prive di marchio fossero sequestrate.
Si potrebbe fare in modo che, con appositi decreti del
prefetto, si assicuri l'attuazione di questa legge provincia
per provincia. Non credo, infatti, che nella provincia di
Perugia sia necessario adottare una misura del genere!
  GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova.
Nella piana di Gioia Tauro non esistono cospicui allevamenti
di bestiame detenuti da contadini oppure a livello
industriale. Le mucche delle quali si conoscono i proprietari
- allevatori o contadini - vivono in campi custoditi e
recintati oppure nelle stalle.
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Credo
che il problema non sia insormontabile, ove si consideri che
si tratta di 1.000-1.500 capi. Ovviamente a questo punto è
necessaria una volontà politica. Non so se tecnicamente sia
possibile che la Commissione si faccia carico di presentare un
emendamento al decreto che istituisce la presenza
dell'esercito in Calabria né so se la soluzione da noi
indicata sia la migliore. Tuttavia, la offriamo come momento
di riflessione.
  FRANCESCO MORANO, Sindaco di Cittanova. Al di là
delle considerazioni svolte dai colleghi che mi hanno
preceduto, vorrei ricordare che in passato è stato detto
spesso che vi erano difficoltà ad intervenire per ragioni di
natura giuridica ed amministrativa. Oggi, in considerazione
dell'esistenza di un decreto in corso di approvazione vi è la
prospettiva di prevedere uno strumento legislativo che
sancisca la possibilità per gli animali vaganti, che
rappresentano di fatto un pericolo, considerato che non vagano
solo nelle proprietà private ma anche nei paesi e nelle strade
(gli incidenti sono all'ordine del giorno), di requisirli e di
denunciare i proprietari o, altrimenti di abbatterli ed
utilizzarne la carne.
   Vorrei sottolineare un ulteriore aspetto. In
considerazione di una diversa volontà, che mi sembra cogliere
per intanto nella Commissione antimafia, quello di oggi è un
incontro significativo, anche per la presenza di numerosi
sindaci. Abbiamo sottoscritto un documento nel quale la
mancanza di alcune firme è stata dovuta al fatto che non
abbiamo avuto il tempo di vederci e di coordinarci meglio. Ciò
che è importante è che oggi si coglie una nuova volontà
rappresentata dalle istituzioni locali che si dichiarano
disponibili a fare tutto quello che devono fare perché il
problema venga risolto. Mi sembra che ci sia la volontà non
solo della gente ma anche delle istituzioni, che si espongono
e chiedono. Bisogna vedere se veramente questi problemi di
natura giuridica e amministrativa sussistano; in ogni caso, si
può trovare la forma e il modo per superare tale situazione,
ad esempio con un decreto. L'importante è che ci sia la
volontà, non dimenticando che si tratta di un fatto simbolico
che però ha una grave valenza sul piano dell'immagine e della
presenza dello Stato.
  PRESIDENTE. Poiché molti membri della Commissione, che
vivono in altre zone del paese, non conoscono la situazione,
vi prego di descrivere in concreto cosa accada.
                        Pag. 3396
  CARMELO NUCERA, Sindaco di Bova. La città di cui
sono sindaco si trova nel versante ionico, quello opposto
rispetto a Cittanova. Il territorio è così vasto e così
abbandonato perché in quest'area sono venuti meno alcuni
comuni che nell'arco degli anni, per calamità naturali, si
sono trasferiti altrove; penso ad Africo, Casalinuovo,
Roghudi. Bova resta quindi a presidio di una vasta area di
migliaia di ettari; le proprietà comunali arrivano a Montalto.
Le vacche si trovano in quest'area.
  PRESIDENTE. Vengono dall'altra parte?
  CARMELO NUCERA, Sindaco di Bova. Non siamo in
condizione di stabilire se siano come le cosiddette vacche di
Fanfani, che all'epoca si spostavano da una parte all'altra.
Non siamo in condizione di sapere se si tratti delle stesse
vacche che, in occasione di controlli sul versante tirrenico,
vengono spostate, oppure se si tratti di un patrimonio
zootecnico insediato nell'area.
  PRESIDENTE. Il clan sarebbe sempre lo stesso?
  CARMELO NUCERA, Sindaco di Bova. Sarebbe lo stesso
qualora le vacche venissero autotrasportate. In caso
contrario, si tratterebbe di capi diversi e quindi vorrebbe
dire che il fenomeno si allarga e diventa più consistente.
   Vorrei ripetere un proverbio della nostra cultura: "La
pecura pe' ricchizza e la vacca pe' grandizza". Dobbiamo
sconfiggere una mentalità di prevaricazione. Fermo restando
che è molto importante la riunione che lei, signor presidente,
ha convocato quest'oggi, trovo inconcepibile che si domandi ai
sindaci, molti dei quali eletti nelle ultime tornate
elettorali, la consistenza del patrimonio zootecnico. Se
devono essere i sindaci a rispondere, non capisco quale ruolo
abbiano le autorità dello Stato, se ci sono nella provincia di
Reggio, in rapporto a questo problema che non è solo
fastidioso ma mina l'immagine dello Stato; non capisco quale
compito abbiano assolto, quanto meno in ordine
all'accertamento dei dati.
  PRESIDENTE. Vorrei precisare che la Commissione, dopo la
vostra audizione, ascolterà il prefetto ed il questore di
Reggio Calabria. Riteniamo, infatti, che sia utile acquisire
il contributo di tutti, se del caso per contestare eventuali
inadempienze.
  CARMELO NUCERA, Sindaco di Bova. Spesso mi reco
nelle montagne desolate. Mi sono permesso di presentare una
cartina geografica sulla quale è disegnato un cerchio che
racchiude migliaia di ettari (i campi e la pineta di Bova) che
rappresentano un crocevia, un incrocio con Africo, Roghudi,
Staiti. Quella zona non è presidiata dallo Stato italiano ma
solo da qualche iniziativa degli scout, che noi
incentiviamo perché la montagna non resti isolata. Un anno fa
mi sono permesso di inviare un telegramma alle autorità
governative, in previsione della presenza dell'esercito in
Calabria, per dire che il comune di Bova, nonostante le
difficoltà di bilancio, si faceva carico di dare gratuitamente
alcuni locali siti nella pineta di Bova; non sono stato
onorato neppure del sopralluogo richiesto.
   Sottolineo che non esiste solo il problema di eliminare il
fenomeno. Se lo si vuole fare, è possibile, perché si può
emettere un decreto e stabilire che entro un certo numero di
giorni il legittimo proprietario chiuda nelle stalle le
vacche. Quelle che vengono lasciate allo stato brado devono
diventare patrimonio dell'istituendo parco nazionale (ricordo
che per quest'ultimo vi è stata avant'ieri la decretazione).
Credo che vi sia la possibilità di procedere all'abbattimento,
ma sollecito anche un'iniziativa affinché, per le vacche che
dovessero risultare legittime, si possano realizzare
nell'ambito del parco delle oasi compatibili con l'esercizio
della pastorizia. Se c'è la volontà politica, 1.500 o 3.000
capi non possono rappresentare per lo Stato una difficoltà.
                        Pag. 3397
   Dunque, suggerisco che si proceda all'abbattimento dei
capi che non rientrino nell'ambito delle aree compatibili con
l'esercizio della pastorizia, assegnando all'istituendo parco
i proventi della vendita della carne macellata. Ritengo
infatti che i comuni debbano essere risarciti dai danni subiti
non solo in termini di patrimonio boschivo, ma anche
relativamente al pericolo che aree di grande valenza dal punto
di vista ambientale e paesaggistico possano non essere
utilizzate. Infatti, il possesso da parte del comune esiste
solo sulla carta, poiché il comune non esercita la potestà né
del bosco né del sottobosco. Dunque, la nostra proposta è
relativa non solo all'eliminazione dei capi, ma anche tendente
a far sì che le amministrazioni possano esercitare il
controllo sui terreni di loro proprietà.
  FRANCESCO MORANO, Sindaco di Cittanova. Nel nostro
comune abbiamo costituito di recente tanti piccoli
ranch, cioè abbiamo fatto recinzioni tipiche dei
ranch americani, per poter fare piantumazione. Se non
avessimo fatto così, sicuramente dopo un paio di giorni quelle
piante sarebbero scomparse; mi riferisco a quello che abbiamo
piantato nelle scuole, nei giardini: le vacche hanno provocato
incidenti non solo sulle strade - alcuni gravi - ma anche in
paese, nelle scuole, ovunque c'è verde. Questa è la realtà del
nostro paese.
  CARMINE ANASTASIO, Sindaco di Terranova Sappo
Minulio. Il problema delle " vacche sacre ", come il
presidente ha detto, deve essere eliminato perché, se ho ben
compreso il discorso, la mafia con questa manifestazione
impone la sua volontà.
   Come ricordava il vicesindaco di Cittanova, questo
problema, grazie alla volontà politica e delle istituzioni,
potrebbe essere facilmente risolto. Oggi siamo di fronte alla
Commissione antimafia, che si interessa dei problemi della
mafia in generale, anche della sua presenza nelle istituzioni.
Il problema delle " vacche sacre " è grande, perché crea nei
paesi incidenti e danni, soprattutto agli agricoltori;
costituisce però un'appendice, facilmente asportabile, del
sistema e dimostra come finora non ci sia stata la volontà
politica di affrontarlo a livello nazionale ed internazionale,
né in Italia, né all'estero, né in America. Non dobbiamo
guardare con il microscopio il problema, limitandoci al nostro
territorio.
   Vorrei perciò chiedere al presidente quali siano per il
futuro le prospettive della lotta alla mafia e che tipo di
azione di contrasto si potrebbe porre in essere per combattere
la droga ed il commercio delle armi. Sappiamo tutti che la
mafia si regge su questi commerci, e che partecipa a
multinazionali: il denaro sporco viene lavato. C'è poi
un'immagine che né noi, né voi, né i politici in generale
riescono a scovare - queste grosse multinazionali o altri
sistemi - per cui il problema delle vacche è importante, ma
ritengo che con la volontà delle istituzioni possa essere
risolto anche in una settimana.
  ITALO SALADINO, Sindaco di Brancaleone. Il comune
di cui sono sindaco non è interessato dal problema delle "
vacche sacre ", perché non abbiamo patrimonio boschivo; siamo
a valle, vicini ai comuni di Bruzzano, Motticella, Africo,
comuni ad alta densità criminale. L'onorevole Tripodi conosce
molto bene la zona ed anche la posizione di Brancaleone.
   Il problema non è solo relativo alle " vacche sacre ", che
pascolano incustodite; si sa bene chi sono i proprietari; i
carabinieri sanno nomi e cognomi, sanno anche a chi
appartengono le galline. Come al solito si dice: " tira a
campà ".
   Non voglio fare critiche o polemiche, ma ricordo che
qualcuno una volta disse che era più facile fare la guerra del
Golfo che la guerra alle " vacche sacre ". Penso che
basterebbero le caserme dei carabinieri dislocate nei vari
comuni, potenziate negli organici. Ritengo che l'esercito sia
una spesa inutile per lo Stato: deve essere tenuto alle
frontiere per difenderci dall'arrivo di stranieri; in quel
caso useremo le armi ed ognuno
                        Pag. 3398
sentirà il dovere di difendere la patria. Abbiamo la polizia
di Stato, i carabinieri, i vari presidi che dovrebbero essere
potenziati; è inutile inviare per sei mesi o per un mese
l'esercito. A mio avviso, si tratta solo di manifestazioni
protagonistiche.
   Si parla sempre della battaglia contro la mafia e la
criminalità. Ho sentito spesso l'onorevole Tripodi parlare di
lotta alla criminalità, alla delinquenza organizzata. Però, ci
fermiamo sempre alle parole. Noi dobbiamo dire come vogliamo
combattere questa criminalità! Dobbiamo anzitutto pensare che
lì si fa speculazione in primo luogo sulla disoccupazione; è
facile assoldare il disoccupato, il giovane. E' qui che
bisogna cercare di fare prevenzione perché ritengo che, se una
malattia viene presa all'inizio, è allora facile curarla; se,
invece, noi vogliamo estirpare la malattia quando è già allo
stato di irreversibilità, credo sia inutile usare l'esercito,
bombe, mitra, eccetera.
   Le vacche in quella zona ci sono e vi pascolano - tutte le
stazioni dei carabinieri sanno di chi sono - ma il bello è che
questi signori le accompagnano addirittura fino a valle, fino
agli appezzamenti e agli agrumeti vicini al mare; anzi,
passano addirittura sulla spiaggia, di notte e in fila
indiana! Sanno di chi sono, ma nessuno interviene. E lì
nessuno parla perché ha paura! Anche io ho un appezzamento di
terreno, le vedo circolare e chiedo se sono di tizio...? No, e
di chi? Non l'ho visto mai...!
   Ribadisco che è la paura che non fa parlare la gente. Noi
dobbiamo quindi cercare di prevenire - lo ripeto - tale
fenomeno. Queste sono le ragioni per cui ho inteso svolgere
questo intervento. Sono venuto in questa sede dopo aver
ricevuto il suo telegramma.
   Presidente, se lei mi consente, vorrei uscire fuori dal
tema per fare una semplice osservazione.
   Ho ricevuto una lettera scritta da lei ed una inviata agli
studenti della scuola media, nella quale, affermava che nel
suo intervento presso il sindaco di Brancaleone... Scusatemi
se esco fuori dal tema.
  PRESIDENTE. Prego.
  ITALO SALADINO, Sindaco di Brancaleone. Lei si è
subito reso parte diligente intervenendo presso il mio ufficio
e avvertendo la scuola che aveva sollecitato il sindaco a
mettere in funzione il pulmino per la scuola. Onorevole
presidente, sinceramente non ho capito le ragioni di questa
sua ingerenza che l'ha portata a scrivere al sindaco per
sollecitare quella iniziativa. Lei non mi ha detto: "Sindaco,
predisponga subito un pulmino e poi le mando i soldi per
acquistarlo!". Io mi sono insediato il giorno 23, e dopo
cinque giorni il pulmino è stato attivato.
   Le chiedo scusa, ma ho inteso dirle queste cose perché
sono intervenuti presso di me il preside e gli studenti per
dirmi: "Ha visto, è dovuto intervenire il presidente della
Commissione antimafia...!".
   Presidente, mi scusi ma questo è protagonismo. Io
rappresento una comunità, e gli devo anche dare soddisfazione
perché il sindaco di Brancaleone ha avuto immediata
sensibilità per la scuola.
  PRESIDENTE. Fare del protagonismo a Brancaleone,
francamente...!
  ITALO SALADINO, Sindaco di Brancaleone. Mi sono
sentito in dovere di dirglielo, perché mi sento...
  PRESIDENTE. La ringrazio.
  ITALO SALADINO, Sindaco di Brancaleone.... una
persona corretta e quindi le porto i ringraziamenti da parte
della scuola per il suo intervento.
  PRESIDENTE. Grazie.
  GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Si
poneva il problema di chi fossero le vacche.
   La gravità della situazione, per non essere intervenuti in
questi anni, in che cosa consiste? Se l'origine di tale
fenomeno è da individuarsi nei clan, ormai esso si è esteso.
                        Pag. 3399
  PRESIDENTE. Sì, questo è un fatto.
  GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Non
si sa più di chi siano perché a questo punto ritengo...
  PRESIDENTE. E' vero che si sono aggiunti anche i ladri?
  GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova.
Ecco. Non è quindi facile stabilire zona per zona di chi
siano.
   Se lei fa mente locale sulla questione relativa alla piana
di Gioia Tauro, può constatare che in tutta la provincia di
Reggio Calabria, mancano i mattatoi comunali...
  PRESIDENTE. Sì.
  GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova.
Inoltre per poter macellare la carne bisogna recarsi in alcuni
posti, in taluni comuni nei quali vi è il mattatoio; è
evidente - a mio avviso - che molta della carne che i
cittadini della piana di Gioia Tauro mangiano non proviene dai
mattatoi.
  PRESIDENTE. Lei vuol dire che si fa macellazione
clandestina?
  GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova.
Evidentemente! Se lei pensa che per tutta la popolazione della
piana, e magari anche della zona ionica non esiste un
mattatoio...! Noi del comune di Taurianova stiamo approntando
adesso un mattatoio abbastanza grande.
   Sarebbe importante se noi scoprissimo dove vengono
macellati quei capi di bestiame. Non è infatti possibile che
un solo mattatoio, distante cento chilometri da questi comuni,
possa macellare tutte le carni che vengono consumate nella
piana di Gioia Tauro.
   Ritengo che il problema sia esteso e che molti dei
commercianti dei bovini sono diventati nei fatti non mafiosi
che possiedono le vacche, ma commercianti che tengono - anche
in questo caso - in maniera clandestina e incontrollata i
bovini. Credo, quindi, che oggi vi possa essere anche un
intreccio tra una parte non tipicamente mafiosa ed un'altra di
origine mafiosa. E' un fatto che io ritengo ancora più grave
perché credo che tale fenomeno potrebbe agire da collante. Con
ciò non intendo affermare che vi è una parte buona ed una
cattiva; anzi, il contrario: vi è la possibilità di saldare
interessi di gente che prima commerciava liberamente in
bestiame e che oggi, con il proliferare di quest'ultimo nella
zona, sia incorsa anche in collusioni. Vi è quindi una doppia
responsabilità dello Stato rispetto a questa vicenda.
   Presidente, alla fine della riunione le chiederò, assieme
all'onorevole Tripodi, cinque minuti, per affrontare una
questione che non riguarda le vacche. Le chiederò cinque
minuti in forma privata per farle presente che, anche a
Taurianova, vi è una recrudescenza di episodi di un certo
tipo.
  PRESIDENTE. Per ora parliamo di questo argomento.
  GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova.
Credo che l'assenza dello Stato... Non ha senso che a
Taurianova si sia aperto un commissariato dopo il rinvenimento
della testa mozzata, mentre il territorio non si sa ancora
oggi di chi sia; tant'è vero che, nel periodo di Natale, sono
state bruciate dieci-quindici macchine.
  PRESIDENTE. A Taurianova?
  GIUSEPPE FALLETTI, Vicesindaco di Taurianova. Sì.
  FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Devo
ringraziare il presidente della Commissione antimafia per la
possibilità che ci viene offerta di esternare il nostro
pensiero, quanto meno in una situazione molto più qualificata
e molto più in alto di quella in cui siamo abituati ad
operare. Nel mentre devo ringraziare per la garbata lettera
che lei ci ha inviato, sarei tentato di parlare di mille
                        Pag. 3400
altri problemi che a livello di antimafia possono interessare
il nostro territorio. Riferendomi esclusivamente al problema
delle " vacche sacre", vorrei dirle che qualche giorno fa sono
stato piacevolmente ospitato dall'amico sindaco di Cittanova
in una riunione molto qualificata, alla presenza di persone
molto qualificanti, nella quale, da una parte, è emersa una
critica aspra e terribile degli addetti ai lavori e dei locali
(abbiamo rinfacciato - forse in maniera un poco aspra - alle
forze dell'ordine gli incidenti che si sono verificati, a
livello di incolumità fisica, in ordine al problema degli
agricoltori e a tutta la problematica legata alla questione
delle " vacche sacre ") e, dall'altra, non potevamo che
sottolineare un aspetto incredibile di questa vicenda. Intendo
riferirmi alla possibilità che viene data ad alcune persone di
impadronirsi del territorio, tra l'altro in maniera infida!
Vorrei denunciare ad alta voce che, se da parte di
autorevolissimi rappresentanti dello Stato (mi riferisco ad
una parte degli interventi che vi sono stati a Cittanova) ci
si viene quasi a scusare del fatto che, se le vacche esistono,
ciò può accadere perché riescono a mimetizzarsi in un
territorio tirrenico, ionico, con passaggi...
  PRESIDENTE. Sono vacche mimetizzate, insomma!
  FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Questo
non lo dico io, onorevole Violante, ma un autorevolissimo
rappresentante dello Stato a Cittanova. Questo lo denuncio in
termini precisi!
  ATTILIO BATTAGLIA, Commissario straordinario del
comune di Gioia Tauro. Deve fare il nome, però!
  FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Sapevo di
fare un intervento polemico; lei, evidentemente, non ha
partecipato a questa riunione!
  PRESIDENTE. Sindaco, si rivolga a me.
  FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Non
gradirei interruzioni non per altro, ma perché, evidentemente,
o non ha partecipato a quella riunione, oppure lo ha fatto in
maniera distratta.
   Quando ci si viene a dire da parte di autorevolissimi
rappresentanti dello Stato che le vacche sono nella zona
tirrenica perché riescono a mimetizzarsi, se le forze
dell'ordine vanno nella zona ionica, o viceversa... Quando ci
si viene a dire da altri autorevolissimi rappresentanti dello
Stato che non sanno come fare per censire - questo lo denuncio
in termini precisi - le vacche e quando ci si viene a dire che
esistono 4 mila vacche... Io l'ho appreso a Cittanova da un
autorevolissimo rappresentante dello Stato e mi meraviglio,
perché l'onorevole Tripodi, che siede alla destra del
presidente, è stato sindaco del comune di Polistena per
vent'anni, nonché autorevolissimo rappresentante della
Commissione antimafia. Credo che voi abbiate i mezzi e le
notizie necessarie per cercare di stroncare tale fenomeno, che
è una vergogna per le nostre zone!
   Noi oggi non dovevamo essere convocati in questa sede per
le " vacche sacre ", ma per problemi di altra natura!
Probabilmente, non dovevamo essere convocati in questa sede
per la questione delle " vacche sacre ". Dieci o dodici
sindaci sono stati - mi scusi il termine, presidente -
scomodati in questo momento di crisi delle istituzioni per
venire a conferire con l'onorevole Violante circa un problema
che in una società civile e democratica - come dovrebbe essere
la nostra - dovrebbe essere stato superato da parecchi e
svariati anni!
   Quando un sostituto procuratore della Repubblica viene a
dire in un pubblico convegno al cinema teatro Odeon di
Cittanova che le " vacche sacre " sono 4 mila e che
appartengono alla cosca "tal dei tali", non devo essere io,
sindaco del comune di Polistena - che dispongo di otto vigili
urbani, tre dei quali non adeguati a svolgere i servizi
esterni -, a stabilire cosa devo fare delle " vacche sacre "!
Non lo posso fare io, ma qualcun
                        Pag. 3401
 altro per me! Non mi manca la volontà di farlo, ma non ho la
possibilità di sistemare il problema delle " vacche sacre ".
   Tenga conto che, per quanto riguarda il comune di
Polistena, siamo toccati dalla questione delle vacche sacre
non come territorio di per sé - l'estensione del mio comune è
infatti molto ridotta -, ma soprattutto per una strada statale
che va da Polistena a Taurianova (è qui presente il
vicesindaco di Taurianova). Occorre tener conto del fatto che,
nell'immediata periferia di Polistena, siamo già nel comune di
Cittanova e successivamente in quello di Taurianova.
   Io potrei dire, lavandomene le mani alla vecchia e antica
maniera, che il problema per il mio comune non esiste. Se mi
comportassi in tale maniera, non sarei serio e verrei qui solo
a fare passerella. Poiché mi sono scomodato per fare 700
chilometri, non l'ho fatto per fare passerella, né per il
piacere di conoscere lei - che ho già incontrato in altre
occasioni - o l'onorevole Tripodi che è stato sindaco del
comune che ho il piacere e l'onore di rappresentare da qualche
anno a questa parte. Sono in questa sede perché le istituzioni
hanno il diritto-dovere di non essere più "parolaie", come
qualcuno è stato al teatro di Cittanova.
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Il mio comune confina con quello di Cittanova. Può
sembrare anacronistico, ma è così: a San Giorgio Morgeto noi
non abbiamo questo problema delle vacche.
   Una volta convocato in questa sede, ho ritenuto di dover
partecipare a questa riunione pensando tra l'altro - ho letto
tra le righe e ho interpretato la lettera che ho ricevuto -
che si trattasse - è stato scritto - di un'occasione di
incontro e che, oltre alla questione delle vacche...
Presidente, tra l'altro, nel 1986 o nel 1987 siamo stati
chiamati - allora ero già sindaco di San Giorgio Morgeto - pur
non essendo interessati al fenomeno, per collaborare, per dare
la disponibilità sia del mattatoio sia a livello di
contribuzione economica per l'abbattimento di queste vacche.
E' un fatto quindi che risale a molto tempo fa. Noi allora,
pur non essendo interessati, abbiamo dato la nostra
disponibilità, perché è un problema che se non riguarda il mio
territorio riguarda comunque me personalmente e tutti i
cittadini di San Giorgio Morgeto che, quando si spostano per
andare a Cittanova o a Taurianova, possono tranquillamente
imbattersi in queste benedette e famose vacche, note appunto
come "vacche sacre". Ricordo pure chi ha coniato questo
termine, un mio carissimo amico.
   Ma sul territorio noi abbiamo ben altri problemi. Pensi,
signor presidente, che a San Giorgio Morgeto, in quest'ultimo
periodo, tutti i giovani che si sposano la sera ricevono la
visita di alcuni personaggi loschi. La visita consiste nel
dire all'interessato: "Tu oggi hai avuto al tuo matrimonio
cento invitati. A centomila lire a testa fanno 10 milioni; tre
milioni li hai dovuti pagare per la sala; sette milioni li
devi dare...". Sta succedendo questo. E' già successo quattro
volte, in tempi brevissimi!
  PRESIDENTE. Mi scusi, sindaco, cerchiamo di affrontare
un argomento per volta. Se ciascuno parla di tutto, non
riusciamo a stringere. Allora, definiamo la questione che
stiamo esaminando e se rimane del tempo - come credo - e ci
sono altre questioni che qualcuno di voi vuole sollevare
potremo affrontarle. Però, mi capisca, abbiamo bisogno di
concretezza. Vediamo allora di concludere l'esame della
questione di cui ci stiamo occupando. Una volta avute tutte le
informazioni che volete darci su tale questione, potremo
affrontare anche le altre.
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Parlo allora nel merito della questione,
presidente. Sono passati tanti anni dalla nascita del problema
di queste benedette vacche. Ci sono state interrogazioni,
interpellanze parlamentari e via discorrendo. Se ci fosse
stata la volontà da parte degli organi
                        Pag. 3402
dello Stato, non certamente della Commissione antimafia, ma
da parte - ripeto - degli organi dello Stato (il Ministero
dell'interno e via discorrendo) di risolvere tale questione,
non ci sarebbe stato bisogno di convocare i sindaci.
  PRESIDENTE. Però...
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Sono venuto di buon grado, ma ritengo che ci siano
organi dello Stato preposti a fare...
  PRESIDENTE. Ma scusi, questo è pacifico.
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Allora se si invoca un decreto che chiarisca tutti
questi aspetti... beh, non c'è bisogno che arrivi il sindaco
di Cittanova per sollecitarlo. Evidentemente a monte manca la
volontà politica!
  PRESIDENTE. Non deve spiegare a me che manca la volontà
politica.
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Ce lo diciamo tutti assieme.
  PRESIDENTE. Ma è inutile che ci raccontiamo sempre le
stesse cose. Andiamo al nodo della questione. Il problema
esiste; evidentemente non è stato né risolto né affrontato
positivamente prima, altrimenti non ci sarebbe. Ora, se
qualcuno di voi si ritiene ingiustamente infastidito, può...
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Ma io non mi ritengo infastidito.
  PRESIDENTE. Se lei non si ritiene ingiustamente
infastidito, affrontiamo allora questo problema. E' inutile
che ci raccontiamo che manca la volontà politica: lo sappiamo
benissimo che manca! E' mancata per prendere i latitanti. E'
mancata per fare la lotta alla camorra. E' mancata per tutte
le ragioni che conosciamo benissimo, che voi conoscete meglio
di me, che io conosco come voi, e via dicendo. Sappiamo che
cosa è successo nei decenni passati, e sappiamo che adesso per
tanti aspetti si sta cercando di cambiare indirizzo da questo
punto di vista. La Commissione ha affrontato regione per
regione alcune questioni: ha cercato per esempio di risolvere
il problema delle scuole a Palermo, ha affrontato alcune
questioni a Napoli, in Campania, e ora sta ponendo mano ad
altre questioni. Tra queste ce ne sono alcune, per così dire,
più strutturali, più serie di quella che stiamo esaminando. Ma
la Commissione ritiene che riuscire a risolvere anche questo
piccolo problema sia comunque un risultato.
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Io volevo dire appunto che ci sono questioni molto
più serie di questa di cui deve occuparsi la Commissione.
Questo problema, se c'era la volontà politica, poteva essere
risolto a livello provinciale. Il prefetto ci avrebbe dovuto
convocare nella commissione dell'ordine pubblico di cui è
presidente e dirci: "Ci sono questi problemi; cosa pensate di
fare? Allora, questo comune mette a disposizione un recinto
per custodire le vacche che si catturano...". Perché queste
vacche si possono catturare, la legge lo consente, non è che
non si possa farlo: si vedono animali vaganti per le strade,
nelle proprietà private, e si catturano. Dopo di che si
possono mettere in un recinto e aspettare il tempo necessario
a stabilire chi sia il proprietario. Io la ringrazio per il
fatto di averci invitato a Roma, non mi sento per niente
infastidito, anzi mi auguro che cose simili possano succedere
tante volte, ma questo problema, per la sua entità, poteva
essere risolto - ripeto - a livello provinciale, e così non è
stato. Questo volevo dire.
  ATTILIO BATTAGLIA, Commissario straordinario del
comune di Gioia Tauro. Innanzi tutto vorrei chiarire perché
prima avevo detto eventualmente di fare il nome
                        Pag. 3403
della persona indicata dal dottor Mammola. In quella
occasione vi erano molte altre autorità e di fronte al
presidente della Commissione antimafia, ritengo necessario che
sia ben individuabile la persona che ha detto quelle cose,
altrimenti si può pensare che quella persona sia un'autorità
piuttosto che un'altra. Per questo era molto importante
distinguere.
   Io penso che il problema, al di là dei fatti, sia stato
ben esplicitato. Si può dire che si conosce a fondo. E
prendendo atto che con i vari interventi giuridici o di
pubblica sicurezza attuati il problema non si è risolto, forse
è utile dare uno sguardo attentamente ad un altro istituto
giuridico al quale fino ad oggi ritengo non si sia fatto
ricorso. Mi riferisco all'intervento della regione. Noi non
dobbiamo dimenticare che la regione, tra le competenze
cosiddette concorrenti legislative, ha potestà di
legiferazione in materia di agricoltura e foreste che, come
lei sa meglio di me, onorevole Violante, comprende anche la
zootecnia. D'altra parte la regione Calabria, come soggetto
danneggiato da questo fenomeno, è la più interessata al
problema, perché le grandi foreste, le belle foreste della
regione Calabria, violentate da tale fenomeno, sono di
proprietà della regione stessa. Ebbene, fino ad oggi la
regione è stata tenuta fuori da questo discorso, laddove la
regione ha istituzionalmente la possibilità concreta di
intervenire. Il problema infatti è stato visto solo a livello
giudiziario, con gli interventi consentiti dal codice penale e
dal codice di procedura penale, che evidentemente non hanno
poi sortito effetti positivi. Si intrecciano infatti i
problemi della querela, laddove questa sia necessaria e
manchi, il problema se il reato si debba inquadrare come
danneggiamento o come pascolo abusivo...
  FRANCESCO MORANO, Sindaco di Cittanova. Esiste una
legge che consente alle vacche di passeggiare...?
  ATTILIO BATTAGLIA, Commissario straordinario del
comune di Gioia Tauro. Assolutamente, non voglio dire
questo. Voglio dire che probabilmente i risultati positivi non
ci sono stati: lo hanno detto i magistrati, non lo dico io! I
magistrati stessi - del resto i risultati sono quelli che sono
- non hanno risolto il fenomeno, perché a livello procedurale
forse non è consentito risolverlo con le normali procedure. Al
di là infatti della mera applicazione degli articoli 262 e 264
del codice di procedura penale c'è un problema pratico, ed è
lì che la magistratura ha incontrato difficoltà. Ossia, una
volta confiscate o sequestrate queste maledette vacche, che
cosa bisogna fare? Questo è il problema cruciale. Vi è il
problema del mantenimento, il problema di darle poi
eventualmente in beneficenza o meno a strutture adeguate. Ed è
qui - ripeto - che la magistratura ha incontrato problemi.
   D'altra parte, per quanto riguarda l'autorità provinciale
alla quale ci si riferisce, ossia il prefetto, bisogna fare
attenzione. Infatti, si tratta di un problema di sicurezza
fino ad un certo punto. Il problema andava inquadrato sotto
l'aspetto giudiziario. Ed è stato affrontato sotto quel
profilo; però le norme non permettono di risolverlo perché,
oltre l'atto del sequestro o dell'abbattimento, poi non si fa
nient'altro.
   C'è dunque un problema concreto, materiale che riguarda
cosa fare una volta che queste mille o duemila vacche siano
state sequestrate o confiscate (perché non è poi difficile
confiscarle, sequestrarle o prenderle). Ma una volta
catturate, cosa bisogna fare? Qui è mancata la normativa. Ecco
allora il richiamo alla regione Calabria cui ho voluto fare
cenno all'inizio. Noi cerchiamo di invocare un provvedimento
legislativo, ma attenzione: sappiamo tutti che i provvedimenti
legislativi devono essere astratti e generali, non possono
essere specifici, elaborati appositamente per il problema
delle " vacche sacre ". Ci può essere, viceversa, una legge di
disciplina della materia zootecnica nella regione Calabria
(perché il problema è della regione Calabria) e la legge
stessa potrebbe prevedere
                        Pag. 3404
le misure sanzionatorie. Noi sappiamo bene infatti che la
regione ha anche poteri di sanzione amministrativa, quali la
stessa confisca. Il problema va inquadrato complessivamente,
dall'inizio alla fine, a partire dal momento in cui si
interviene con lo strumento giuridico adeguato (e fino ad oggi
avevamo quello della magistratura, ma poi non si è fatto nulla
a livello pratico). Dobbiamo avere insomma un sistema
circoscritto che vada dal potere di intervenire, cioè dal
momento iniziale, alla fase finale, cioè alla macellazione o
all'abbattimento, in base a quello che si decide. Ci vuole
insomma una normativa quadro. Il problema deve essere
inquadrato complessivamente, dall'inizio alla fine. Fino a
quando si invocherà infatti l'intervento del prefetto con
l'ordinanza contingente ed urgente, che tale non è e quindi
non può esserci, o gli strumenti della magistratura, che
affrontano il fatto là dove c'è il reato e lì si fermano, noi
perderemo sicuramente il tempo a discutere sugli attuali
strumenti senza risolvere il fenomeno.
  ROSARIO LOIACONO, Sindaco di Rizziconi. Il
problema secondo me è politico. Sono d'accordo con tutti i
colleghi che per risolverlo c'è bisogno dell'utilizzo
dell'esercito in Calabria.
   Si è parlato della mancanza di sicurezza di chi viaggia
sulle strade del territorio di cui ci stiamo occupando. Si è
parlato poco però del povero contadino, dell'agricoltore che
aspetta due anni per raccogliere le olive in quella zona e
parte una mattina con i mezzi, con donne e con uomini per
andare a fare il raccolto. Ebbene, spesso questo agricoltore
arriva sul posto e tutto può fare tranne che raccogliere le
sue benedette olive. Si è parlato poco dell'agricoltore o del
contadino che fa sacrifici per impiantare un agrumeto e che
una mattina arriva sul posto e vede tutte le sue piante
letteralmente spaccate.
   Allora - ripeto - il problema è politico. Io sono
disponibile su tutto quello che mi si chiede, signor
presidente, come del resto disponibilità è stata dimostrata
anche dagli altri colleghi. C'è bisogno di mandare l'esercito
in Calabria. Solo così otterremo qualcosa. E non ci dovremo
preoccupare di chi siano queste vacche e di quante siano, se
sono millecinquecento, tremila o quattromila. Con l'esercito
il problema, secondo me, sarà risolto.
  TOMMASO CALABRO', Sindaco di Varapodio. Lei ha
chiesto, signor presidente, di sapere quali siano i danni che
possono provocare questi animali. Ebbene, sono molteplici. Le
racconterò, ad esempio, quello che è successo nella mia
campagna. E' un episodio personale, ma quello che è accaduto a
me può succedere ad ogni contadino. Qualche anno fa avevamo
impiantato un ettaro di agrumeto novello. Una mattina mio
padre va in campagna e non trova nessun albero, ma solo i
fusti. Questo è uno dei gravi danni che possono verificarsi.
Questo è successo a noi. Per fortuna il terreno dove era stato
impiantato l'agrumeto era poco esteso, ma questo può succedere
a tutti.
  GIROLAMO TRIPODI. Un ettaro di terreno equivale a circa
300, 350 piante.
  TOMMASO CALABRO' Sindaco di Varapodio. Sì. Era
poco rispetto alla media dei contadini. Questi contadini
lavorano, sudano e risparmiano per impiantare coltivazioni e
cercare di progredire, e a un certo punto le loro piantagioni
vengono assalite da questi animali vaganti.
   Ma il problema non è solo quello del danno agli agrumeti o
agli uliveti, vi è anche il danno alla persona. Il pericolo è
reale per ogni contadino. Qualsiasi contadino che vede un
branco di animali che stanno danneggiando o distruggendo il
suo raccolto, frutto del suo sudore, gli va incontro; e molti
sono stati colpiti e sono finiti in ospedale. I problemi
quindi non sono solo economici ma riguardano anche
l'incolumità personale degli agricoltori. Questo quindi è un
grave problema.
   Non parliamo poi degli animali che vagano sulle strade e
che provocano decine di incidenti. Le infermerie sono piene di
verbali relativi ad incidenti del
                        Pag. 3405
genere. Questo è il quadro della situazione; e voglio
specificare che si registrano danni non solo alle cose ma
anche alle persone.
   Non sappiamo come, ma occorre intervenire seriamente una
volta per tutte.
  ROCCO LENTINI, Vicesindaco di Rizziconi. Quanti
sono intervenuti in precedenza hanno posto il problema delle
presenza di capi di bestiame che, controllati e indirizzati,
devastano gli agrumeti o impediscono la circolazione stradale.
   Probabilmente non dobbiamo affrontare la questione solo
dal punto di vista delle zone boschive o incolte - chi mi ha
preceduto lo ha rilevato -; il problema non è solo simbolico
ma è reale. Mi riferisco al disagio di migliaia di contadini,
di piccoli proprietari che si trovano in difficoltà, i cui
campi sono devastati; sono rovinati gli agrumeti perché le
vacche vanno a strofinarsi contro queste piante. Penso a chi
comunque è costretto a dover affrontare una spesa, che incide
in maniera determinante sul bilancio dell'azienda, per munirsi
di traversine di ferrovia per recintare i terreni...
  PRESIDENTE. Perché traversine di ferrovia?
  ROCCO LENTINI, Vicesindaco di Rizziconi. Perché
sono abbastanza resistenti, robuste; costituiscono valide
recinzioni.
   Tutto questo, dicevo, incide sui costi di gestione
dell'azienda. Se ci riferiamo ai terreni della piana e non a
quelli boschivi di montagna o di collina, nella maggior parte
dei casi non ci troviamo di fronte a grossi appezzamenti; vi è
una parcellizzazione e far fronte al costo della recinzione
significa divorare il reddito del contadino che proprio grazie
a quel terreno dovrebbe vivere.
   La situazione di difficoltà dei contadini e dei piccoli
proprietari non è solo un fatto di presenza simbolica dello
Stato, cosa, per altro, importante. Nella piana lo Stato molte
volte ha dimostrato una presenza non corrispondente alle
legittime attese dei cittadini: vi sono stati "sceriffi" a
controllare tutta una serie di cose.
   Mi riferisco in particolare al mio comune; è stato detto
che non è direttamente interessato. So perfettamente che non è
vero: vi è un movimento periodico; l'invasione di questi
animali si manifesta in alcuni periodi e il nostro comune è
uno dei più danneggiati, confinando con Cittanova verso il
mare.
   Tra l'altro il nostro è uno dei comuni in cui si producono
prodotti pregiati: mi riferisco ai kiwi. Non so che cosa
potrebbe capitare se dieci, venti o cento vacche passassero in
una piantagione del genere. Penso, poi, ai clementini e così
via.
   La situazione, cioè, non è solo simbolica ma è reale. Come
individuarla ed affrontarla? Non voglio essere polemico, ma
desidero individuare i termini della questione. I sindaci
vengono convocati per parlare del problema: noi non dovremmo
essere chiamati per fornire dati, per sollecitare interventi o
per dare un contributo, che per altro forniamo
quotidianamente, affrontando e confrontandoci con i problemi
di chi è costretto a subire questa presenza sgradita. Dovremmo
invece ricevere informazioni, dati, ottenere interventi.
   Sono rimasto perplesso, quando lei, signor Presidente, ha
chiesto dati relativi all'entità della presenza degli animali.
Le varie istanze dello Stato operanti sul territorio
dovrebbero dirci quanti sono questi animali e dove si trovano.
Faccio una battuta per estremizzare la situazione, ma che può
dare il senso della realtà: non voglio credere che qualche
volta i carabinieri e la polizia nella strada che collega
Taurianova con Rizziconi per poter passare siano dovuti
scendere dai veicoli per far spostare le vacche. E'
sicuramente parossistico, ma potrebbe essere reale.
   Morano, sindaco di Cittanova, ha indicato, così come hanno
fatto altri, la via del decreto relativo alla presenza
dell'esercito in Calabria: potrebbe, appunto, essere una
strada e potrebbero esservene
                        Pag. 3406
altre. Non so di quali potrebbe trattarsi, ma so per certo
che i comuni sono disponibili, nell'ambito delle proprie
possibilità (non voglio parlare né di competenze né di
risorse), ad affrontare e risolvere definitivamente un
problema che è servito a ridicolizzare lo Stato italiano ed ha
provocato disagi seri ai contadini che abitano le zone
interessate e, di riflesso, agli amministratori qui presenti.
  UMBERTO LAFACE, Sindaco di Melito di Porto Salvo.
Sono stato eletto il 21 novembre e sono stato convocato con
telegramma; non ho quindi avuto il tempo di approfondire la
questione con il capitano dei carabinieri, con le istituzioni,
per sapere di più sul fenomeno delle vacche sacre.
   Melito si affaccia sul mare; la coltura preponderante è
quella del bergamotto e la frazione più alta si trova
relativamente vicina al mare. Per quanto io ne sappia, questo
territorio non è interessato al fenomeno. Certamente Melito è
una cassa di risonanza di altri problemi; basta leggere tutti
i giorni il giornale per rendersi conto di cosa succeda. Non è
tuttavia questo l'argomento trattato; se in seguito vi sarà la
possibilità di esporre altre questioni interverrò ancora.
  GIUSEPPE PRIOLO, Commissario straordinario del comune
di Molochio. Con tutto quello che avviene dalle parti
nostre, venire a Roma per parlare delle " vacche sacre " può
suscitare in qualcuno ilarità e in qualche altro una sorta di
fastidio.
   Come amministratore - sebbene da poco tempo - del comune
di Molochio, devo purtroppo testimoniare che il problema
esiste e che ha delle incidenze a livello di immagine. A volte
affrontare una questione di immagine, simbolica, può servire
per trovare la soluzione di problemi più rilevanti. Ricordo la
battaglia di Dalla Chiesa a Palermo per la panificazione
abusiva.
   Anche un simbolo, una cosa di poco conto è importante
nelle nostre zone. Devo aggiungere, come testimonianza, per il
comune che gestisco in questo momento, che il problema è di
notevoli dimensioni: mi riferisco sia ai danni alle proprietà
private sia all'incolumità pubblica sia alle casse comunali.
Ho fatto fare una ricerca prima di venire, ed ho scoperto che
nell'arco dei sette, otto anni precedenti, il comune ha speso
decine di milioni l'anno per interventi di somma urgenza per
sotterrare, rimuovere o incenerire carcasse di animali. Poi si
è affermata una certa abitudine; le somme urgenze del comune
di Molochio sono citate anche nel decreto di scioglimento, ma
forse occorrerebbe vedere quando e come siano state tali e
quando, invece, e come siano state urgenze predisposte ad
hoc, per intervenire. Tuttavia vi è sicuramente un dato
essenziale: da otto anni a questa parte ogni anno sono state
spese decine di milioni.
   Non nascondo che anche nella nostra gestione, in sei mesi,
ci siamo trovati di fronte a segnalazioni di carcasse
putrefatte o che stavano andando in putrefazione e per le
quali occorreva intervenire; siamo, quindi, dovuti
intervenire. Vi sono stati scambi di corrispondenza con la
prefettura: si chiedevano fondi. Qualcuno ha domandato se non
sarebbe il caso di prevedere, nel bilancio comunale per il
nuovo anno, una voce che stabilisca la possibilità di
interventi senza dover ricorrere volta per volta alle somme
urgenze e alle ditte in precedenza probabilmente più o meno
preferite per questo tipo di attività.
   Il problema, pertanto, esiste ed è rilevante. Voglio
portare la mia testimonianza di ex funzionario dell'Alto
commissariato antimafia circa la necessità di affrontare il
problema non in maniera straordinaria ed episodica. In tre
anni di servizio presso l'Alto commissariato, probabilmente
spesso perché sollecitati dalle interrogazioni dei
parlamentari (tra i quali sicuramente l'onorevole Tripodi)
periodicamente ci si è ricordati del problema delle " vacche
sacre": si svolgevano riunioni, ci si preparava. Abbiamo
contattato i butteri in Toscana per la
                        Pag. 3407
cattura con il lazo, si è proceduto a quantificazioni,
si sono scelte le zone. Una volta si è tentata un'operazione -
probabilmente tutti la conoscono - che ha consentito la
cattura di una decina di vacche e la distruzione di quattro,
cinque jeep dei carabinieri...
  GIROLAMO TRIPODI. Ventisei.
  GIUSEPPE PRIOLO, Commissario straordinario del comune
di Molochio. Un'altra operazione analoga, di maggiori
dimensioni, stava per essere effettuata e poi non si è
realizzata perché l'alto commissariato è stato ingloriosamente
sciolto il 31 dicembre 1992.
   Ripeto che vi sono stati sei mesi di lavoro da parte
nostra per organizzare un grosso blitz, ma poi non se ne
è fatto niente, i soldi sono stati spesi, si è andati in
Toscana per contattare i butteri...
   Non voglio entrare nel merito per stabilire se il discorso
sia stato o meno voluto; sicuramente tutto ciò deve averci
insegnato che interventi del genere, i famosi blitz, le
azioni risolutive in realtà non risolvono niente. Il problema
deve essere affrontato organicamente, a livello legislativo,
come ha detto il collega Battaglia.
   Mi permetto di sostenere che, nelle more di soluzioni del
genere, si potrebbero emanare ordinanze ad hoc, come
sono state adottate dalla procura di Palmi in alcuni anni; ho
copie di provvedimenti del 1986 e del 1987, in cui erano
previsti i minimi particolari: dopo la cattura l'abbattimento,
la macellazione e la distribuzione gratuita. Sulla base delle
ricerche che ho svolto, mi risulta che in quegli anni il
fenomeno si sia ridotto, almeno per quanto riguarda il comune
preso in esame. Non so perché misure del genere non siano
state reiterate e non so neanche se questo tipo di
provvedimenti dell'autorità giudiziaria si scontri dalle
nostre parti, come spesso avviene, con l'incapacità di
attuarli. E ciò non a livello di grande organizzazione, ma di
piccolo comune. Dobbiamo guardarci, per ciò, dal pensare ad
interventi di carattere straordinario che, a mio parere, non
risolvono nulla.
  PRESIDENTE. La prego di far avere alla Commissione una
copia dei provvedimenti da lei citati.
  BRUNO BARILLARO, Sindaco di Oppido Mamertina.
Fortunatamente, negli ultimi tempi il fenomeno di cui parliamo
ha interessato poco il territorio del mio comune, mentre era
molto frequente negli anni passati. Non intendo essere
ripetitivo, illustrando ancora una volta i danni che questi
animali vaganti provocano all'agricoltura oppure alla pubblica
incolumità, né voglio addossare colpe a chi avrebbe dovuto
intervenire negli anni passati e non lo ha fatto; dico
soltanto che, a questo punto, è necessario risolvere il
problema nell'interesse dell'intero territorio.
   Avanzo un'ipotesi che, però, non so se sia attuabile: si
potrebbero a questo scopo utilizzare i forestali, che nel
nostro territorio sono centinaia ma che purtroppo, per cattiva
organizzazione, non hanno nulla da fare. Non vi meravigliate,
perché è propri così: i nostri forestali non sanno cosa fare;
siamo pertanto di fronte a puro assistenzialismo. Ritengo,
invece, che una buona organizzazione degli operai forestali,
utilizzando eventualmente le forze dell'ordine per
proteggerli, potrebbe risolvere il problema.
  LEONARDO IORFIDA. Vicesindaco di Cittanova. In
primo luogo, credo sia bene evidenziare che noi abbiamo avuto
sempre presente questo problema e ci siamo dati da fare nelle
sedi più opportune per cercare di risolverlo. Se ora
discutiamo di tale fenomeno in sede di Commissione antimafia,
ciò si deve al nostro input iniziale e, soprattutto,
alla sensibilità del presidente Violante che ha effettivamente
centrato la portata del problema. E' vero, infatti, che la
presenza delle vacche sul territorio provoca incidenti e causa
danni ai privati cittadini, alle proprietà private ed alle
strutture pubbliche, ma è anche vero
                        Pag. 3408
 che è l'emblema di un possesso del territorio di tipo
mafioso e c'è anche chi sospetta che possa trattarsi di un
momento di parcheggio di animali frutto di abigeato.
   Se in questa sede discutiamo di tale problema, lo ripeto,
lo dobbiamo alla sensibilità del presidente Violante,
dell'onorevole Tripodi, del vicepresidente Cabras, cioè alla
sensibilità della Commissione.
   Mi è parso che il sindaco di Polistena, mio caro amico,
abbia lanciato una freccia senza però dire come stanno
effettivamente le cose. E' vero che ieri, nel corso di una
riunione a Cittanova con il ministro Conso e con la presenza
delle autorità locali, un rappresentante del Ministero
dell'interno, nella specie - lo dico perché non vi è motivo
per tacerlo, sarebbe un'offesa alla sensibilità dimostrata
dalla Commissione - il questore (se nessuno l'ha detto, lo
dico io, non ci sono problemi), a mio parere, non ha fatto
altro che allinearsi alla strategia fin qui tracciata da tutti
i questori ed i prefetti della provincia di Reggio Calabria.
Quando il dottor Battaglia parla di questi problemi deve
cercare di distinguere nel suo ruolo....
  FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. E'
possibile che si sia riferito ad un'altra autorità...
  ATTILIO BATTAGLIA, Commissario straordinario del
comune di Gioia Tauro. Non sono qui per fare polemiche.
  FRANCESCO MAMMOLA, Sindaco di Polistena. Se poi
Battaglia è venuto a difendere qualcuno...
  LEONARDO IORFIDA. Vicesindaco di Cittanova. Il
sindaco di Polistena ha parlato del sostituto procuratore e di
un'autorità istituzionale di Governo che non è certamente il
procuratore della Repubblica. Un rappresentante locale del
potere esecutivo è il questore. A questo punto mi pare
doveroso da parte del dottor Battaglia precisare dove finisce
la sua funzione di commissario straordinario di Gioia Tauro e
dove inizia quella di collaboratore del prefetto di Reggio
Calabria.
   E' vero che siamo stati personalmente dal prefetto a far
presente la questione ed è vero che egli ha affermato
trattarsi di un problema insormontabile o, comunque, di
difficile soluzione; gliene diamo atto, il prefetto ha detto
la verità, però ha anche affermato che non vi sono state
denunzie (e questo non è vero, perché presso la stazione dei
carabinieri di Cittanova ve ne sono numerose) e soprattutto ha
affermato che il problema consisteva in cosa fare dopo
l'intervento. Ed effettivamente vi è un problema di natura
logistica legato allo smaltimento della carne, se gli animali
vengono uccisi, o al loro stallaggio.
   Nessuno vuole scaricare sul prefetto o sul questore
responsabilità, che comunque ci sono perché deve esserci una
volontà politica, però, nel momento in cui si configura la
possibilità di una strategia diversa, che potrebbe anche
essere un atto legislativo della regione, il prefetto non ce
ne ha parlato. Noi possiamo anche attivarci per la parte di
nostra competenza, come lui può farlo per la sua, ma solo dopo
aver preso gli animali.
  PRESIDENTE. Voi siete le autorità democraticamente
elette nei singoli comuni e questa è la ragione per la quale,
seguendo un filone di lavoro proprio di questa Commissione,
siete state le prime autorità che abbiamo ascoltato. Voi siete
a contatto con i cittadini, avete un rapporto con la comunità,
ed avete pertanto un determinato quadro della situazione;
altro è il quadro che hanno, se ce l'hanno, le autorità dello
Stato. Queste ultime non sono surrogatorie di tutte le altre
autorità: in un sistema fondato sulle autonomie le autorità
locali e quelle dello Stato sono due cose diverse.
   Sentiremo più tardi il prefetto e nei prossimi giorni il
questore ed il colonnello comandante dei carabinieri, per
quanto riguarda le questioni specifiche, comunque, mi pare
siano evidenti i vari
                        Pag. 3409
tipi di danni: alle coltivazioni, agli agricoltori, alle
persone, rischi vari, e il dato simbolico dell'occupazione del
territorio. Naturalmente, se non si interviene con una certa
rapidità, si corre il rischio che il fenomeno, essendo
conveniente, si espanda ulteriormente e colpisca anche altre
aree. In questo quadro, la questione della legge regionale mi
pare una soluzione da rinviare al futuro, poiché se aspettiamo
di disciplinare il fenomeno in questo modo rischiamo di
arrivare a 8 mila capi vaganti invece di 4 mila. Il problema è
di realizzare un intervento possibile sulla base dei poteri
esistenti, che conferisca un potere stabile e chiaro alle
autorità di governo del territorio, senza determinare effetti
controproducenti.
   Certamente in passato vi è stata disattenzione nei
confronti di questo problema o forse vi è stata un'attenzione
alternata (si interveniva se venivano presentate
interrogazioni in materia, poi l'intervento rallentava), anche
perché quel tipo di circolari erano un po' discutibili: non so
bene, infatti, su quale base il procuratore della Repubblica
possa emettere circolari.
  LEONARDO IORFIDA, Vicesindaco di Cittanova. Nel
contesto di un fascicolo penale.
  PRESIDENTE. Conosco bene la vicenda, poiché ha avuto
origine da una mia interrogazione e poi vi fu anche una
trasmissione televisiva. Al di là di questo, comunque, mi pare
non sia stato fatto nulla di stabile e permanente, che desse
in qualche modo affidamento alla collettività.
   Vedremo insieme al prefetto ora, ed alle altre autorità
successivamente, quale proposta avanzare e valuteremo se sia
necessario un intervento legislativo o se vi è un quadro
amministrativo nel quale ci si può inserire già oggi. Certo,
vi è la volontà di risolvere la questione e speriamo che così
come negli ultimi mesi la lotta alla mafia in Calabria ha
registrato un svolta molto importante rispetto al passato,
altrettanto avvenga per quanto riguarda il fenomeno di cui
stiamo parlando.
   Adesso abbiamo un po' di tempo per affrontare questioni di
qualità diversa, se volete, voglio però sottolineare che
risolvere un problema come questo non è cosa da poco, poiché
ciò rappresenterebbe la sconfitta di un tentativo di
occupazione del territorio e di mortificazione delle autorità
locali. Non credo che i sindaci siano contenti di trovarsi di
fronte a problemi di questo tipo, poiché rappresentano una
sconfessione dell'autorità democratica sul territorio.
   Naturalmente, una volta che la Commissione, nell'arco di
poco tempo, avrà assunto un orientamento, ci preoccuperemo di
darvene comunicazione, aspettando qualche giorno prima di
procedere perché, se avrete osservazioni da formulare in
merito ad esso, sarà per noi utile conoscerle prima di
formulare le proposte definitive.
  GIROLAMO TRIPODI. Non è che la Commissione antimafia non
abbia mai discusso di questi problemi.
   Per quanto riguarda il problema specifico, personalmente
non lo vivo da oggi, ma da quando è nato, da quando sono
andato con il sindaco di Cittanova dal prefetto per denunziare
per la prima volta il fenomeno del pascolo abusivo delle
vacche e dei maiali di proprietà della mafia. E, mi pare lo
abbia detto anche il dottor Priolo, componente della
commissione che gestisce il comune di Molochio, che anche
l'Alto commissario Sica in questa Commissione si era impegnato
ad intervenire, principalmente su sollecitazione del
sottoscritto; gli interventi attuati, però, sono stati inutili
e per molti aspetti controproducenti. Tutto ciò è stato
denunziato al prefetto il quale, alla mia obiezione che non si
trattava di tecniche adatte per liberare il territorio dagli
animali, ha risposto di non essere un cow boy. Vi sono
ormai decine di migliaia di ettari, coltivati o no, poiché vi
sono anche zone montane, diventate pascolo abusivo per queste
vacche. Successivamente,
                        Pag. 3410
anche il commissario Finocchiaro, su pressioni dirette, in
Commissione aveva assunto impegni in questa direzione, che
però non hanno sortito alcun effetto.
   Questo problema quindi, come hanno detto giustamente tutti
coloro che sono intervenuti, rappresenta uno degli aspetti più
gravi di quello che io definisco un cedimento dello Stato di
fronte ad un insulto a decine di migliaia di produttori, ma
soprattutto alla collettività. La gente coltiva i terreni e
poi non riesce ad avere il raccolto, le piantagioni vengono
distrutte. Ho qui il verbale della denunzia di un produttore
di Polistena (anche il territorio di Polistena è interessato
dal fenomeno, anzi gli animali hanno attraversato il Vacale,
che rappresenta la divisione tra Polistena e Cittanova) che ha
subito danni per un milione di lire per uno solo episodio di
passaggio nel suo podere. Gli animali non distruggono solo le
piantine, ma con l'urto distruggono anche gli alberi più
grandi. Siamo quindi a conoscenza del problema, non lo
apprendiamo soltanto adesso. Rimetto anche questo verbale agli
atti della Commissione.
   Personalmente sono dell'avviso che si possano prendere
decisioni se si vuole farlo, perché se manca la volontà non si
fa niente. Il problema non è quello delle leggi sulla
zootecnia; si tratta invece di difendere la legalità in quelle
zone, questo è il punto. Fino a questo momento si sono avuti
molti tentennamenti al riguardo ed oggi siamo lieti della
presenza in Commissione di tanti sindaci che sono allarmati e
che vogliono dare il loro contributo. Quando però il dottor
Tuccio fece quell'operazione ci siamo trovati in pochi sindaci
(qui siamo in tre), perché gli altri non sono voluti
intervenire e non hanno messo a disposizione nemmeno
l'automezzo del comune per trasportare le carcasse degli
animali giacché, allora, si era scelto di abbatterli. In
seguito si è scelto di catturarli, soluzione per altro
impossibile perché si tratta di bestie che conoscono soltanto
il loro padrone.
   Il sindaco di Varapodio - che in questo momento non è
presente - ha osservato (avrei voluto fare una domanda in
proposito) che sono cambiati i proprietari dei terreni, i
quali adesso sono intoccabili. E' così?
  BRUNO BARILLARO, Sindaco di Oppido Mamertina. Vi è
stato anche questo fenomeno che forse ha impedito l'afflusso
delle vacche.
  GIROLAMO TRIPODI. Non sappiamo se siano stati comprati,
ma adesso sono quei terreni ad essere diventati sacri; sono
aree intoccabili su cui non è possibile il pascolo.
   Questo fatto già dimostra l'incapacità di affrontare il
problema ed io voglio ricordare - lei, signor presidente, lo
rammenterà - che quando ci siamo trovati di fronte a Sica tra
le poche proposte che avevamo avanzato vi era quella di dare
una risposta in termini di giustizia alla gente di quelle
zone, il che purtroppo non è avvenuto. Credo che l'impegno di
oggi ed anche le sollecitazioni venute da altri sindaci siano
fatti importanti. Il problema non può essere affrontato
dall'alto, ma deve essere risolto insieme, non solo con
l'impegno della Commissione antimafia, perché a questo punto
ognuno deve fare il suo dovere.
   Decine di persone sono state uccise essendosi rifiutate di
far pascolare queste vacche sul proprio terreno; chi ha
toccato le vacche è morto e questi sono fatti, a parte gli
incidenti che hanno interessato la ferrovia calabro-lucana e
la strada di Taurianova dove sono morte 3 o 4 persone, perché
di notte queste " vacche sacre " (in realtà si tratta anche di
tori) l'attraversano. In merito a tale problema è dunque
necessaria una svolta e credo che la convocazione odierna
denoti da parte della Commissione antimafia la più ampia
volontà di fornire il proprio contributo per affrontare una
questione che poi spetta ad altri affrontare.
   Mi sembra che prima si sia accennato alla possibilità di
procedere ad un'individuazione degli animali; qualora tale
                        Pag. 3411
operazione sia impossibile, si stabilisca quanto si era
deciso per il pascolo abusivo in Sardegna, ossia di marchiare
le bestie e di abbattere quelle che non lo sono; può darsi che
ciò rappresenti un deterrente contro questo terribile
fenomeno.
  PRESIDENTE. Invito i sindaci a segnalare, se lo
ritengano, le questioni che attengono alla competenza di
questa Commissione. Poc'anzi ho interrotto il sindaco
Marrapodi, che stava segnalando alla Commissione un fenomeno
che si è verificato; lo prego, pertanto, di precisare alla
Commissione di cosa si tratta.
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Stavo segnalando un fenomeno che si sta
verificando da qualche tempo, quello cioè di furti che
avvengono la sera dopo un matrimonio: gli invitati ed i
parenti degli sposi fanno loro visita portando delle buste
contenenti denaro, le quali vengono prelevate ...
  PRESIDENTE. Mi scusi, durante il matrimonio vi è
l'abitudine di portare soldi?
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Sì, invece di fare un regalo, si portano buste
contenenti soldi.
  GIROLAMO TRIPODI. Anche per affrontare le spese ...
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Non sono "bustarelle", si tratta di regali, di cui
gli sposi vengono in pratica derubati.
  PRESIDENTE. Questi episodi si sono verificati più di una
volta?
  GIROLAMO TRIPODI. I regali vengono estorti, non rubati.
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Obbligano gli sposi a darli.
  PRESIDENTE. Ciò accade solo nel suo comune?
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Il fenomeno è iniziato da qualche mese nel mio
comune, ma siccome la cosa è redditizia può tranquillamente
estendersi ad altri.
  ROSARIO LOIACONO, Sindaco di Rizziconi. Anche a
Rizziconi!
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Ho voluto denunciare questo fatto perché è un
fenomeno nuovo.
  PRESIDENTE. Ha fatto bene. Che lei sappia, le vittime
hanno denunciato la cosa?
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Non ne sono a conoscenza; però, come sindaco di un
piccolo paese, certe cose si sanno.
  PRESIDENTE. Ho capito.
   Vi sono altre questioni che intendete sollevare?
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Volevo segnalare che noi sindaci avevamo chiesto
un incontro al prefetto su questioni inerenti l'abusivismo
edilizio. Pertanto, poiché il prefetto verrà tra poco,
vorremmo incontrarlo in relazione a tale questione.
  PRESIDENTE. Volete incontrare il prefetto in questa
sede?
  VINCENZO MARRAPODI, Sindaco di San Giorgio
Morgeto. Per fissare un incontro.
  PRESIDENTE. L'incontro con il prefetto è previsto per le
17,30; se volete aspettarlo, non vi sono problemi.
   Se dunque non intendete sollevare altre questioni, vi
faremo conoscere l'orientamento che la Commissione assumerà
sul problema affrontato. Per le
                        Pag. 3412
nostre formulazioni aspettiamo ulteriori suggerimenti che,
naturalmente, dovranno giungerci in tempi molto brevi, perché
le contingenze politiche sono quelle che ben conoscete.
   Ringrazio nuovamente gli intervenuti.
  La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle
17,10.
Audizione del prefetto di Reggio Calabria sul problema
           delle cosiddette " vacche grasse ".
  PRESIDENTE. Signor prefetto, lei conosce i motivi per
cui l'abbiamo invitata?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
Conosco il motivo per cui sono qui; si tratta del problema
delle " vacche sacre ", sul quale mi sono permesso di
preparare un appunto che si riferisce praticamente a quel che
già è stato fatto dai miei predecessori.
   Per la verità, da parte mia non è che si sia fatto molto;
ho soltanto studiato il problema. Dico subito, presidente, che
secondo me per risolvere il problema è necessario innanzitutto
- per carità, non voglio insegnare niente a nessuno - un
progetto legislativo, perché ci troviamo di fronte a
resistenze vuoi da parte delle amministrazioni comunali o
regionali vuoi da parte dei privati. A me è capitato
personalmente, durante una visita di cortesia di una
delegazione di agricoltori, che un agricoltore abbia accennato
al problema delle " vacche sacre ". Gli ho detto: "Lei ha
denunciato, ha fatto qualcosa?"; la risposta è stata: "No,
sarebbe meglio che la denuncia la facesse l'associazione".
Cioè, quando è il momento ci si tira indietro. Mi permetto di
consegnare proprio come esempio emblematico - siccome è
l'ultimo che mi è arrivato, proprio un paio di giorni fa - una
denunzia al prefetto di Reggio Calabria, al questore, al
ministro dell'interno, al dipartimento forestale ("vorremmo
conoscere quale provvedimento..."), anonima! Quando è il
momento, ci si tira un pochino indietro.
   Ora, il problema non è di facile soluzione. Ciò non
significa che non possa essere risolto. Parto dal presupposto
che nel momento in cui lo Stato interviene su una qualsiasi
problematica, ha il dovere di portare a termine la questione
per cui è intervenuto.
  PRESIDENTE. Siamo perfettamente d'accordo.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Non
può permettersi il lusso di soccombere o di sbagliare o di
uscire vinto da una qualsiasi competizione, perché qui di una
competizione poi si tratta.
   Le vacche sacre vengono stimate intorno ai 3 mila capi. E'
quello che mi dicono le forze dell'ordine, anche se oggi sono
rimasto solo per motivi che lei sa.
  PRESIDENTE. Comunque, verranno nei prossimi giorni.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì,
appunto. Non si tratta di 4 mila capi come ho letto su alcuni
giornali.
   Quali sono i punti secondo me indispensabili? Tralascio di
ricordare tutto quello che si è fatto e di cui si è discusso
in passato. Si è discusso se la competenza fosse delle singole
procure o della procura generale... Praticamente, si è giunti
ad una conclusione...
  PRESIDENTE. Bisogna costituire una procura "antimucca"!
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
Purtroppo, credo che si arriverà a questo.
   Ad ogni modo, i punti importanti sono a mio avviso i
seguenti. Innanzitutto, un provvedimento legislativo che
consenta all'autorità amministrativa, all'esecutivo, di poter
entrare anche nei territori privati, nei demani comunali o
regionali senza bisogno di una preventiva autorizzazione
dell'autorità giudiziaria, né tanto meno di una denuncia da
parte del
                        Pag. 3413
proprietario del fondo. Solo in quel caso si potrà, secondo
me, iniziare a risolvere il problema.
   Naturalmente, entrando in queste proprietà private - ci
saranno segnalazioni e controlli - come si potrà addivenire
alla conclusione che quei capi di bovini (che, ripeto, sono
circa 3 mila) non siano di proprietari privati? Qui ci vuole
la collaborazione dei comuni. I comuni - non so se possono
farlo da soli o se eventualmente lo si debba prevedere con lo
stesso provvedimento legislativo - devono essere obbligati a
censire tutto il bestiame esistente nel proprio territorio,
almeno per quanto riguarda i bovini, di modo che, applicando
targhette di riconoscimento come si fa per i cani, si sappia
da parte di chi sarà incaricato di questo servizio che
l'assenza di un tale distintivo di riconoscimento significa
che il bestiame è di proprietà di nessuno, considerato come
res nullius, come fossero capi randagi. Questo è
indispensabile.
   Poi, c'è il problema della cattura, del mantenimento, di
tutte le spese inerenti a questa organizzazione. Mi sono dato
da fare ed ho anche chiesto a Grosseto - speculando sul fatto
che sono stato in passato prefetto in quella città - quale
fosse la reale consistenza dei butteri, perché ci vogliono
specialisti. Non si tratta di prendere cani randagi ma bovini
il cui peso varia, a seconda delle dimensioni, dai due ai
cinque quintali. I butteri professionisti nel grossetano sono
in tutto una ventina. A questi sono da aggiungere...
  PRESIDENTE. Scusi, non si possono più semplicemente
abbattere queste bestie?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
Presidente, su questo sono perfettamente d'accordo. Vorrei
però che nella legge si escludesse la possibilità di una
denuncia da parte della protezione animali. Ecco perché parlo
di un provvedimento legislativo. Le dirò di più. In passato
sono stati raccolti una quarantina di questi capi. Il prefetto
di Reggio Calabria ha cominciato a scrivere a tutti i prefetti
d'Italia chiedendo che questi bovini fossero offerti agli
allevatori. I carabinieri hanno tenuto non so per quanti mesi
questi bovini; non sapevano dove sistemarli, come farli
mangiare, da dove prendere i soldi per nutrirli. Si è creata
tutta una problematica di questo genere. Quindi, senz'altro
sono convinto che abbatterli sia l'unica possibilità.
Naturalmente, con idonei mezzi, per evitare che le carcasse
rimangano sui campi. Anche per abbatterli si dovrà pensare a
zone di stazionamento, perché non siamo nel Far West,
non si può sparare liberamente; bisogna prenderli,
raccoglierli, eccetera. Si consideri che per raccoglierli
bisogna pensare alla necessità di avere camion o vagoni
ferroviari, a seconda di dove si decida di sistemarli, e poi
camion più piccoli, perché nelle proprietà private non sempre
si può accedere con grossi camion, per cui si deve ricorrere
ad un doppio passaggio.
   Stavo parlando del problema dei butteri. Anche per
catturare questi bovini c'è la necessità di personale
specializzato. Dicevo che i butteri nel grossetano sono una
ventina. In più ce ne sono cinquanta che vengono chiamati
amatoriali ma non so che affidamento diano. Poi ci sono
ventidue butteri alle dipendenze del centro quadrupedi delle
forze armate, del Ministero della difesa, che ha sede a
Grosseto. Quindi, la possibile utilizzazione dei butteri va
fatta con una certa parsimonia, perché non credo che costoro
possano abbandonare le loro attività per essere dislocati in
Calabria. Un'iniziativa importantissima da assumere è quindi
l'utilizzazione di personale specializzato.
   Ritengo che con un apposito provvedimento legislativo e
curandola nei minimi dettagli si possa senz'altro iniziare e
portare a termine quest'operazione in tempi ragionevoli, che
naturalmente non saranno mai brevissimi perché, presidente, ho
il dovere di dire che tutti sono pronti a scrivere la
letterina, a rilasciare interviste ai giornali o a fare altre
cose ma nel momento in cui si chiede ad un'amministrazione
comunale di collaborare
                        Pag. 3414
 cominciano le prime difficoltà. Non pretendo che da parte di
nessuno si faccia dell'eroismo o altro, però ci sono
difficoltà obiettive - credo che l'onorevole Tripodi me ne
darà atto - delle quali bisogna tener conto.
   Inoltre, secondo me, bisogna prevedere anche pene contro
coloro i quali non sporgono denuncia per il pascolo di questo
bestiame sui propri territori. Questo bestiame non pascola
sempre e soltanto in territori privati ma a volte anche su
territori del demanio comunale o di quello regionale, se non
addirittura del demanio statale. Quindi, anche questo aspetto
è da tener presente.
   Mi sono permesso di esporre un quadro forse un po'
confuso, però tutto quel che ho detto, con altre aggiunte, è
scritto nell'appunto che le ho consegnato.
  PRESIDENTE. Quindi, senza un provvedimento legislativo
ritiene di non far nulla?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. No,
non è che ritengo di non far nulla, dico che ora come ora c'è
bisogno della denuncia. Presidente, lei mi insegna che senza
la denuncia del proprietario e senza l'autorizzazione della
magistratura...
  PRESIDENTE. I sindaci ci hanno detto...
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì,
che hanno fatto diverse denunce.
  PRESIDENTE. No, hanno detto che i carabinieri, non so
bene di quale città, stanno procedendo all'abbattimento
settimana per settimana di alcuni capi.
  GIROLAMO TRIPODI. A Cittanova.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Li
abbattono?
  PRESIDENTE. Sì. Lei non lo sapeva?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. No, mi
risulta del tutto nuovo.
  PRESIDENTE. Quindi, ci dev'essere una ragione per cui lo
fanno. Se riescono a farlo lì, potrebbero farlo anche altrove.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
Indubbiamente. Se li abbattono, sono lietissimo. C'è tutta la
collaborazione da parte mia per abbatterli, ma siamo sicuri
che non si viola nessuna norma abbattendo questi capi?
  PRESIDENTE. Scusi, se sono un pericolo? Non sono un
pericolo per la circolazione?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Lo so,
sono un pericolo. Dirò di più. Ricordo che un tenente
colonnello o un maggiore della finanza morì sull'autostrada
per Palermo, provenendo dall'aeroporto, proprio perché investì
una mucca che era allo stato brado sull'autostrada. Quindi, è
chiaro che vi sono situazioni di pericolo. Però, questo è il
caso limite. Nel momento in cui si fa una bonifica e si
abbattono 3 mila capi, non vorrei che ciò fosse scambiato per
una carneficina. Poi, si fa presto con gli ambientalisti: "Voi
avete ammazzato...". Due, tre, cinque possono essere...
  PRESIDENTE. Sta di fatto, prefetto, che il problema va
risolto.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Su
questo sono perfettamente d'accordo.
  PRESIDENTE. Quando ascolteremo il comandante dei
carabinieri, chiederemo anche a lui in base a quali criteri
stiano procedendo. Se non sarà possibile adottare
provvedimenti d'urgenza, vedremo in che termini formulare una
proposta di legge. E' chiaro, tuttavia, che bisogna cercare di
utilizzare al massimo le risorse esistenti.
                        Pag. 3415
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì,
certo.
  GIROLAMO TRIPODI. Con il prefetto di Reggio Calabria
abbiamo avuto uno scambio di idee qualche giorno fa ed anche
in precedenti occasioni. Parliamo di "vacche sacre", così
definite perché nessuno le ha toccate...
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
Nessuno osa toccarle!
  GIROLAMO TRIPODI. Di questa vicenda, lei sarà stato
certamente informato dai carabinieri. Ci è stato detto che il
fenomeno si sta estendendo. Poco fa, alcuni sindaci di comuni
compresi in una zona diversa (penso a Brancaleone ed a Bova)
ci hanno confermato che anche da loro vi sono pascoli abusivi
di vacche. Si è sempre sostenuto che questi bovini
appartenessero ad una famiglia mafiosa di Cittanova. Oggi il
problema si è esteso e non riguarda più soltanto Cittanova...
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
L'elenco dei comuni interessati è contenuto nella nota che ho
predisposto per la Commissione.
  GIROLAMO TRIPODI. Penso, per esempio, a Gioia Tauro ed a
Polistena, che oggi è stata invasa, nonostante il sindaco
abbia dichiarato in questa sede che il territorio del comune
non è interessato dal fenomeno. Eppure, in quel comune singoli
cittadini hanno presentato specifiche denunzie ai carabinieri
(delle quali, per altro, siamo in possesso)!
   Vorrei osservare che, indipendentemente da provvedimenti
che potrebbero essere adottati per perfezionare la
legislazione, vi sarebbe stata la possibilità di intervenire
tempestivamente. Ricordo infatti che nel 1986-1987, in seguito
a pressioni che abbiamo esercitato sulla procura di Palmi,
quest'ultima ha emanato un'ordinanza finalizzata
all'abbattimento delle vacche, una parte delle quali è stata
effettivamente abbattuta. In seguito, tutto è cessato anche
perché non vi è stata collaborazione sul posto, non so se da
parte dei carabinieri o da parte di molti sindaci i quali non
hanno dato un aiuto per la rimozione delle carcasse. Il fatto
è che queste vacche non pascolano abusivamente ma conoscono i
propri padroni, tanto che vengono spesso trasportate di notte
dai loro proprietari da una zona all'altra. Quando ci si trova
di fronte a terreni chiusi, o si ammazzano i proprietari che
hanno recintato i terreni oppure vengono tagliate le
recinzioni, spesso costituite da filo spinato, sì da
consentire l'apertura di una breccia per il passaggio delle
vacche.
   In definitiva, siamo in presenza non di un fenomeno
spontaneo ma di un'organizzazione, di un fatto organizzato. Da
lei, prefetto, vorremmo sapere se a quelle originarie si siano
aggiunte altre cosche mafiose.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Se il
fenomeno è così esteso, è ovvio che non può trattarsi di una
sola cosca. La cosca di Cittanova non può essere la stessa di
Bova Marina!
  GIROLAMO TRIPODI. La situazione, comunque, può essere
affrontata.
   Lei diceva che vi sono mandrie che pascolano nei terreni
demaniali. Questo è vero, ma va considerato che nella parte
montana si producono minori danni mentre nella pianura le
mandrie distruggono tutte le produzioni e le vegetazioni dei
contadini e dei coltivatori, arrecando danni economici enormi.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Una
cosa è importantissima: o si accetta il principio che non ci
deve essere abusivismo nel pascolo... Il danno potrebbe essere
contrastato dai proprietari stessi. Se lei non lo sa, le dico
che vi sono alcuni proprietari che poi vanno a gloriarsi con
chi di competenza per aver fatto partorire la mucca gravida o
per aver curato il vitellino. Queste sono cose che si
conoscono: è chiaro il discorso? Ecco perché dico che è
necessaria la collaborazione di tutti.
                        Pag. 3416
  PRESIDENTE. La collaborazione è possibile solo quando il
cittadino constata che l'autorità dello Stato si muove, perché
se l'istituzione non si muove nessuno collabora.
  GIROLAMO TRIPODI. Non c'è stato un impegno dello Stato
per quanto riguarda queste vicende!
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
Guardi, anche se non faccio riferimento alla mia gestione, le
debbo dire che l'impegno dello Stato c'è stato. Il risultato
che ne è conseguito è stato però talmente traumatico e
drammatico con riferimento ai quaranta capi che si è riusciti
a prendere...
  GIROLAMO TRIPODI. Per la verità, sono stati ventisei!
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Vorrei
dire che, tutto sommato, mi pare che il fenomeno vada
affrontato da parte di tutti. Quando si parla del problema
delle "vacche sacre" mi sembra che si proponga lo stesso
discorso che viene affrontato quando si discute sulla
protezione civile. Quest'ultima sembra essere un qualcosa di
anomalo, proveniente dallo spazio o da un altro pianeta; non
ci si rende conto che ciascuno di noi, incominciando dal
cittadino e proseguendo man mano fino al sindaco, al prefetto,
ai ministri, siamo tutti soggetti della protezione civile. Si
sente parlare della protezione civile come di un ente
astratto, mentre essa non ha nulla di astratto ma è un
concetto concreto. Durante il terremoto di Siracusa - chiedo
scusa per questa divagazione - ho letto su un giornale
(all'epoca ero prefetto di quella città): "Sono subito
intervenuti le forze di polizia, i vigili del fuoco: mancava
la protezione civile". Signori miei, ma in quel momento vigili
del fuoco, polizia e carabinieri non erano forse la protezione
civile, giacché di quest'ultima essi rappresentano l'embrione?
   Quello delle "vacche sacre" è un problema molto grave non
tanto e non soltanto per i danni che vengono prodotti ai
coltivatori in generale ma soprattutto per l'immagine che
viene data di una certa provincia. Nel momento in cui si
conducono battaglie per sconfiggere determinate ideologie
perverse, il problema delle "vacche sacre" assume una sua
importanza fondamentale. Ecco perché mi permetto di sostenere
- con il dovuto riguardo e con la consueta cordialità ai quali
sono ispirati i nostri rapporti - che quello del pascolo sul
terreno demaniale, comunale o regionale è un problema che
considererei - mi scusi - di scarsa importanza. L'esistenza
dei danni è un'aggravante, ma ciò che è importante è che non
si deve pascolare né a destra né a sinistra!
  GIROLAMO TRIPODI. Questo è chiaro, è un principio
fondamentale. Quella presenza rappresenta un principio di
illegalità e di violazione di ogni principio di legge, che
deve invece essere rispettato. Si tratta di un atto di
violenza grave e potente.
  PRESIDENTE. Prefetto, in attesa di un intervento
legislativo, lei non ritiene di poter far nulla?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Io
senz'altro inizio a fare qualcosa.
  PRESIDENTE. Comunicherà alla Commissione le iniziative
che intenderà adottare?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
Senz'altro. Alcuni sindaci della zona mi hanno chiesto di
riunire il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Noi
ci riuniamo: praticamente, siamo il sottoscritto (che presiede
il comitato), il questore ed i comandanti dei gruppi dei
carabinieri e della Guardia di finanza. Integreremo questa
composizione con la presenza dei sindaci, dai quali ci
attendiamo proposte concrete con riferimento all'apporto che
essi possono offrire come amministrazione.
                        Pag. 3417
  PRESIDENTE. Il comitato non si è mai riunito per
affrontare questa questione?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Ha
tenuto una quantità di riunioni.
  PRESIDENTE. Ma su questa questione?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. No,
perché si tratta di una richiesta molto recente.
  PRESIDENTE. A prescindere dalla richiesta, vorrei sapere
se il comitato ha mai affrontato il problema delle "vacche
sacre".
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Il
problema è incominciato nel 1988-1989...
  PRESIDENTE. Ma il comitato si è riunito?
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì, il
comitato si è riunito, allargato anche all'antimafia...
  PRESIDENTE. Vorrei chiederle se può inviare alla
Commissione i verbali delle sedute del comitato dedicate a
questo problema, in maniera tale da consentirci di verificare
il tipo di proposte emerse.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
Senz'altro. Ad ogni modo, nell'appunto che mi sono permesso di
consegnarle sono indicate anche le conclusioni cui sono giunti
i vari comitati, giacché sono stati tenuti diversi comitati,
anche con l'intervento della magistratura. Preciso, tuttavia,
che all'epoca non ero prefetto di Reggio Calabria.
  PRESIDENTE. I colleghi hanno ulteriori domande da porre
al prefetto?
   La ringraziamo, prefetto. Ascolteremo fra qualche giorno
il questore e il comandante dei carabinieri e successivamente
individueremo il tipo di proposta da portare avanti sotto il
profilo legislativo. La pregherei di comunicarci le iniziative
che lei intenderà assumere.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
D'accordo, se lei me lo consente, vorrei nel frattempo - sia
pure telefonicamente, per vie brevi - interessare Grosseto per
accertare il numero di butteri che eventualmente potrebbero
essere disponibili.
  PRESIDENTE. Esiste una riserva di butteri presso le
forze armate.
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria. Sì, ma
costoro operano presso il centro quadrupedi, laddove vi sono
tutti i cavalli dell'esercito. Non so se il centro si possa
privare di questi butteri.
  PRESIDENTE. Se ne priverebbe soltanto di quattro o
cinque: una piccolezza!
  LUIGI CASELLI, Prefetto di Reggio Calabria.
L'esercito potrebbe risultare molto utile, anche perché
dispone di mezzi di trasporto adeguati.
  PRESIDENTE. La ringrazio, prefetto.
  La seduta termina alle 17,30.

 


[Cerca] [ Precedente ] [ Copertina ] [ Indice ] [ Successiva ]




Static Wikipedia 2008 (no images)


aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Static Wikipedia 2007 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Static Wikipedia 2006 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh