5.3 Internet in Italia A partire dalla seconda metà degli anni ottanta, proliferano in Europa e in Italia le reti locali. Si valuta che nel 1987 i nodi installati in Europa fossero poco meno di 150.000. Di questi, circa 19.000 erano in Italia (14.800 dei quali venduti nel solo 1986), configurati in diverse migliaia di reti omogenee ed eterogenee, spesso aperte verso l'esterno con canali di accesso verso grandi macchine o altre reti. In ambito scientifico erano attive la rete del CNR, dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e, di fatto, quella universitaria, con i collegamenti tra i grandi centri di calcolo di Milano (CILEA), Bologna (CINECA e CNAF) e Bari (CSATA), ai quali erano collegate, con pochissime eccezioni, tutte le università. Tali centri erano a loro volta collegati all'INFN , al CNR, a ITAPAC, a EARN e, tramite il CNR di Pisa (CNUCE), a BITNET. Queste reti permettevano lo scambio di posta elettronica fra ricercatori di vari paesi del mondo. Per coordinare la gestione di queste risorse, il CNR, l'INFN e l'ENEA cominciarono allora a pensare a un "Gruppo per l'Armonizzazione delle Reti per la Ricerca" (GARR), sotto l'egida del Ministero per l'Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST) [Celentano 1987]. Il GARR nasce effettivamente nel marzo 1989, con sede istituizionale al CNR di Pisa, da una convenzione di durata triennale tra CNR, INFN , ENEA, CILEA, CINECA e CSATA. I partecipanti alla convenzione si impegnarono per la realizzazione e la gestione di una Rete Nazionale della Ricerca (Rete GARR), ricevendo a tal fine un contributo MURST di 5 miliardi di lire su fondi "infrastrutturali" previsti dalla legge finanziaria 1988 [1] .Il GARR, oltre a fornire il supporto per le reti della ricerca italiane (con la collaborazione di Telecom Italia, che fornisce le linee dati dedicate), è attualmente anche il referente istituzionale per chiunque nel nostro paese voglia farsi assegnare gli indirizzi per collegare la propria rete locale a Internet. Esso infatti fornisce servizi di NIC, NOC e NIS (vedi sopra par. 5.1). La chiusura del progetto originario di dorsale GARR e la scadenza della convenzione tra i sei organismi hanno portato alla ridefinizione della Commissione GARR, costituita in Organismo Tecnico Scientifico (OTS) GARR con decreto del MURST del 13 gennaio 1994 [GARR 1995a]. Il mondo delle reti italiane è stato quindi dominato a lungo dall'ambiente della ricerca e dell'università, che fino a pochi anni fa manteneva una schiacciante preminenza. Le reti universitarie si basavano inoltre su varie tecnologie tra loro disomogenee (DECNet, SNA, X.25 e OSI) e solo nel 1986 era stato effettivamente attivato, al CNUCE, il primo nodo Internet (cioè basato su tecnologia TCP/IP) [GARR 1994a; Banaudi 1994, 278; Berretti e Zambardino 1995, 28-29]. Anche in Italia però, come nel resto del mondo, il trend evolutivo di Internet è quello di un'aumento della presenza relativa del settore privato, sia nel campo dei fornitori di accesso, sia in quello dei fornitori di contenuto, sia infine in quello dell'utenza. Dal 1989 infatti anche società private hanno cominciato a offrire servizi di connettività completa a Internet, scavalcando i limiti amministrativi di accesso e uso accettabile della rete GARR, che escludono qualsiasi accesso per fini commerciali o da parte di privati cittadini. La prima è I2U, l'associazione italiana degli utenti UNIX, che dà vita a IUNet. I2U non ha, almeno originariamente, dichiarate finalità commerciali, tanto è vero che, almeno inizialmente, la sede di IUNet era costituita da alcuni locali messi a disposizione dall'Università di Genova. Quando la natura commerciale dell'iniziativa cominciò a delinearsi con maggiore chiarezza, il cordone ombelicale con il mondo accademico dovette essere definitivamente rotto. IUNet divenne una società a responsabilità limitata e trasferì la sua sede a Milano, per venire successivamente incorporata nel gruppo Olivetti attraverso l'acquisizione da parte di Olivetti Telemedia [Saraceno1995]. Negli anni novanta si assiste a un boom di Internet. Nel 1991 i nodi italiani sono più di 1.000, e la soglia dei 10.000 verrà superata nel 1993. Lo stesso GARR alla fine del 1994 prende atto della situazione. Dopo una riunione alla quale presero parte i responsabili GARR ed i rappresentanti di alcuni Internet providers nazionali, viene attivata (dapprima a titolo sperimentale, per un periodo di tempo definito e con banda limitata a 64 Kbps) una connessione tra la rete GARR e i gruppi di reti commerciali italiane, tramite gateway di interscambio, che l'OTS GARR individua nei siti di CASPUR, CILEA, CINECA, CNAF, CNUCE e Politecnico di Torino, al fine di razionalizzare l'uso dei link internazionali e facilitare l'avvio dell'interconnessione della rete della ricerca italiana con le reti commerciali [GARR 1995b]. Alla nascita di un vero e proprio mercato della connettività Internet nel nostro paese mancava a questo punto solo un ultimo tassello: il venire meno del monopolio pubblico della Telecom che, a causa dell'altezza delle sue tariffe bloccava sul nascere ogni iniziativa in tal senso [2] . Il primo passo significativo in questa direzione si verificò all'inizio del 1994 con la liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni internazionali a lunga distanza, allorché il colosso europeo delle telecomunicazioni Unisource (una società controllata per metà dalla statunitense AT&T e per metà dalle PTT svizzere, svedesi e olandesi) stabilì a Milano un proprio punto di presenza. Oggi, a parte qualche rara eccezione, praticamente tutti i providers italiani utilizzano per i rispettivi link internazionali "carrier" come Unisource o l'americana Sprint [Saraceno 1995]. [1] L'indirizzo internet del WWW del GARR è http://www.garr.it/.
Altre informazioni sulla rete GARR si possono trovare agli indirizzi http://www.garr.nis.it/,
gopher://asso.nis.garr.it:70/11/GARR-Network-Information
gopher://vm.cineca.it:70/11/garr/garr0,
http://www.inet.it/btw/faq/index.html.
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