Parliamo di Bacchilide non in quanto siciliano - nacque a Ceo nel 520 e
vi morì nel 450 a.C. con buona approssimazione - ma come compartecipante alla creazione
di quel clima culturale fecondo che vi era nell'isola. Bacchilide era per parte materna
nipote di Simonide (gran maestro del ditirambo, anche egli
attivo alla corte di Siracusa, sotto Gerone I) che seguì nelle peregrinazioni di corte in
corte finchè si stabilì nella città aretusea.
A contendersi i favori della corte, con l'arma della poesia (epinici) vi era anche il
grande Pindaro - in polemica con questi Bacchilide chiamava sé
stesso "l'usignolo di Ceo dalla lingua di miele" - oltre ad Eschilo ed altri di cui parleremo.
Morto Gerone, Bacchilide dopo un esilio nel Peloponneso di cui si
hanno vaghe notizie (riferite da Platone) tornò in patria, dove
la sua ultima opera porta la data del 452 a. C.
Gli antichi conoscevano di Bacchilide epinici, ditirambi, peani,
parteni, prosadi, carmi erotici e conviviali. Di questi ci erano rimasti solo un
centinaio di versi in 60 frammenti, di cui un famoso frammento di peana in lode della
pace. Nel 1886 si ebbero da un papiro egiziano altri 14 epinici e 6 ditirambi per ancora
circa 1600 versi. Il più bello tra gli epinici è forse il V, A Jerone, in cui canta il
mito di Meleagro che nell'Ade narra a Eracle la sua triste
sorte.
Il ditirambo Teseo o i Giovani, unico esempio del genere, è un
dialogo lirico fra il coro ed il re Egeo (in cui il coro canta la strofa
e re Egeo l' antistrofa) importante per confermare la teoria aristotelica delle
derivazioni della tragedia e della commedia; la tragedia, nella sua forma più antica,
dovrebbe probabilmente consistere in un dialogo lirico fra il coro ed il corifeo, cioè il
capo del coro. Il Teseo riprende il mito del giovane figlio di re Egeo,
che per evitare che la sua terra paghi ancora il contributo di vite umane (sette ragazzi e
sette ragazze) al sanguinario Minosse, sfida il suo leggendario mostro -
Minotauro - tenuto dentro uno strano edificio costruito come un labirinto. La mitologia
dice anche che Teseo fu aiutato da una fanciulla - Arianna - che con un
lungo spago gli serbò la via dell'uscita; e l'archeologia ha recentemente riportato alla
luce con scavi proprio il palazzo di Minosse: e questa non è leggenda.
Lo schema di Bacchilide nella impostazione dell'epinicio è vicino a quello di Pindaro
per l'intrecciarsi degli elementi costitutivi: l'occasionale o descrittivo, lo gnomico e
il mitico. Bacchilide si distingue nel rendere prevalente le introduzioni descrittive e il
mito, esposto con un ritmo più lento di quello di Pindaro, con maggiore vividezza e
presenza dell'aspetto patetico.
Un brano dedicato al tiranno mecenate fu composto in occasione di una sua vittoria
nella corsa a cavallo; pur se dubitiamo che ci sarà stato chi lo avrà sfidato
seriamente, con focoso e pericoloso impegno: si tratta di A Jerone
per i cavalli di Olimpia.
Nella scheda su Bacchilide abbiamo raccolto anche altri frammenti
del nostro. |